Decla? Declatte? Decluttering! Arriva dagli USA ed è la nuova proposta per riordinare la casa e soprattutto le nostre idee. Clutter dall’inglese significa disordine, quindi de-cluttering è proprio liberarsi dal caos e togliere tutto ciò che ingombra. Lo spaceclearing invece è l’arte di riorganizzare i propri spazi e quindi la propria vita, perseguendo il minimalismo. Sono delle vere e proprie tecniche una collegata all’altra: basta eliminare tutto quello che non si utilizza più, e che comunque ruba spazio prezioso, e tenere solo ciò che serve realmente per poter fare ordine, perché se in casa ci sono soltanto cose che usiamo ed amiamo, la casa diventa un’impareggiabile fonte di sostegno e nutrimento psicofisico.
Certo non è facile, all’inizio magari arricciamo un po’ tutti il naso, ma proprio per questo esistono dei veri e proprio manuali per poter iniziare a liberarsi del superfluo e fare largo agli “spazi puliti”. Bisogna essere decisi, anche se il consiglio degli esperti è quello di procedere passo passo, senza voler fare tutto in una volta sola.
Decluttering
Si comincia col segnare su un foglio quali sono gli spazi più disordinati della casa, poi concentrarsi su una zona per volta. Per ogni oggetto, bisogna chiedersi: “Quante volte l’ho usato negli ultimi sei mesi?”, e se la risposta è “mai”, si ha davanti qualcosa che non serve più. Occorre metterlo subito da parte, e sbarazzarsene in fretta, prima che vada a occupare altro spazio accumulandosi altrove nella casa. O ancora quante volte guardando gli oggetti pensiamo “non si sa mai, potrebbe tornare utile”, “è costato una fortuna” , “è del mio ex o di quel caro amico che non vedo da tanto”. Con il decluttering si riesce a creare ordine nello spazio fisico e mentale, e a far sì che i ricordi finiscano per occupare la giusta collocazione nella mente. È anche importante trovare il momento giusto: in genere è consigliabile farlo subito dopo aver superato una crisi o dopo che si sono concluse fasi importanti della vita. Come? Vendendo, scambiando o regalando, perché gli oggetti che a noi non servono più potrebbero servire a qualcun altro.
Spaceclearing
Una volta riusciti a togliere ciò che ingombra potete concentrarvi sullo Spaceclearing che letteralmente indica “purificazione dello spazio” , ma può essere definito “l’arte di fare spazio”: facendo spazio in casa impariamo a mettere in chiaro il nostro spazio esterno ma necessariamente anche il nostro mondo interiore perché un’abitazione disordinata e straripante di cose superflue corrisponde ad un confuso ed inconcludente approccio esistenziale.
Questa tecnica ha origine dal Feng Shui, una disciplina cinese che risale a più di 4000 anni fa, riscoperta e molto utilizzata in occidente, nasce dal bisogno di dominare lo stress e l’ansia che caratterizzano la nostra epoca, facendo ricorso alle forze amiche della natura per ristabilire quel rapporto di equilibrio con l’ambiente che l’eccesso di tecnologia ha messo in crisi*.
Vantaggi
L’obiettivo non è quello di vivere con niente, ma vivere con le cose che hanno un significato e lo scopo. Non sono le cose che ci fanno sentire “casa” uno spazio, non sono le cose sulle pareti o sul piano di lavoro. Ci si sente come a casa quando cuciniamo un pasto familiare, ascoltiamo la musica preferita, quando il cane ci accoglie o trascorriamo del tempo con i nostri cari, quando ci dedichiamo ai nostri hobbies.
Meno spazio interno offre più tempo per apprezzare lo spazio esterno. Dal momento che non abbiamo molto da pulire, organizzare, sistemare, siamo in grado di apprezzare la vista della chiesa dall’altra parte della strada, godere di una vista sui tetti, approfittare per scambiare qualche chiacchiera con i vicini. Con meno cose da mantenere e per cui preoccuparsi, è più facile lavorare da qualsiasi luogo e trascorrere del tempo fuori o in viaggio.
Un piccolo spazio di vita ordinato potrebbe dare il tempo e lo spazio per apprezzare tutte le cose che rendono una casa una casa. Ecco, cominciamo a pensare in piccolo…
Fonte foto: https://plus.google.com/+JoramMarino
*Info da http://www.spaceclearing.it/
due tecniche molto interessanti e molto utili, specie se collegate allo scambio e al riciclo!
però vorrei aprire con voi un piccolo dibattito per introdurlo vi faccio un esempio:
mi sono nati 2 gemelli (è una storia vera e attuale), ho recuperato da amici un passeggino singolo moderno molleggiato leggero etc e un passeggino gemellare di 16 anni fa, largo 130 cm. per mettere i seggi del doppio sul singolo ho fatto una modifica utilizzando (tagliando sagomando e forando) 2 sci degli anni ottante che avevo usato pr fare 2 aiuole nell’orto.
se mi fossi sbarazzato dei 2 vecchi sci sarei riuscito a farlo?
molto spesso quando faccio dei lavoretti in casa riuso delle cose che vedo li da 10 anni e non ho mai usato. questo mi rende più resiliente e ovviamente decrescente.
d’altro canto se mettessi in comune ciò che non uso sarebbe utile a qualcun altro, creerebbe risorse etc. ma io sarei più dipendente dal mercato..
voi come la vedete?
Sicuramente la tua è stata oltre che una buona pratica, un riuso creativo degli oggetti che non servivano più donando loro una nuova vita, ma non credo che se ti liberassi di questi saresti dipendente dal mercato, bensì dalle situazioni. Mi spiego meglio: se in un dato momento ho bisogno di una determinata cosa, scambio, riciclo, compro usato affinchè io abbia quella cosa che mi serve senza per forza acquistarla. Io credo che se non avessi avuto gli sci degli anni ’80, avresti trovato senz’altro un altro modo per apportare le modifiche necessarie al passeggino.
Con questo non voglio dire che è giusto buttare via tutto ma conservare oggetti datati decenni è applicabile in una casa dove c’è spazio per contenerli e organizzarli, ma nel caso in cui non avessi avuto spazio o avessi cambiato spesso casa per lavoro? Ho scelto di proporre l’argomento proprio per cercare di liberare la mente di chi, come me, cambia spesso casa ed è costretto a portarsi dietro una marea di oggetti e indumenti inutili, perchè ha paura di perderli per sempre. Pensiamo che per vivere bene abbiamo bisogno di grandi spazi e di tanti oggetti, ma alla fine ci si rende conto che si può vivere davvero con il necessario e qualora ci mancasse qualcosa, lo si può sempre creare o ri-creare.