Oggigiorno, come ieri, siamo alla ricerca della bellezza. Sempre.
Tutti sensibili ai messaggi pubblicitari che la propagandano: la casa, l’ auto, il concorso di bellezza, i centri fitness, la chirurgia estetica, le mostre d’arte, i viaggi in localita’ meravigliose ma…
Intanto si fanno innumerevoli gli scempi del territorio, obbrobriose le strade – autodromi – parcheggi, deplorevole l’ abbandono se non la distruzione di patrimoni artistici, l’insipienza con cui intraprendiamo viaggi per vedere bellezze lontane ignorando o distruggendo quelle vicine.
Poi ci acquietiamo la coscienza e rallegriamo lo sguardo con qualche aiola fiorita o un angolo verde ( non importa se immerso tra nastri d’asfalto e torri di cemento).
Scambiamo la bellezza d’una vita sana, dai ritmi naturali con quella ammorbata da smog, veleni, cibi finti, medicine antistress.
In cambio, è vero, di comodità. Non più fango sulle scarpe, fiatoni per una scarpinata. Vi sono le palestre per tonificare i muscoli.
La bici? Ma dove va una una bici su queste strade – autopiste per ansiosi viaggiatori alla ricerca del tempo perduto ?
Il pedone? Forse sopravvive se munito di mascherina. Magari poi riposa su una panchina lungo una trafficata arteria.
Dove giocano i bambini? In cortili inesistenti? In mini appartamenti ove ogni decimetro quadrato è occupato da un oggetto?
Nei parchi cittadini, certo. Solo che per arrivarci viaggiano su strade ad altezza di tubi di scarico. Poi magari rafforzeranno le difese immunitarie visitando ” i boschi del respiro ” . Lì combatteranno le allergie coltivate con i diserbanti, i conservanti, i deodoranti ,… mentre i boschi veri, delle colline dietro casa, muoiono o spariscono per taglio, incuria, aree residenziali o industriali.
E il silenzio? Quel dono – medicina sparito dai nostri giorni?
Anch’esso agognata meta da ritrovare in privatissimi e privilegiati luoghi, a pagamento. Per recuperare la coscienza di sè.
Forse è il caso di dire ” evviva la bellezza d’un mondo virtuale”.
A meno che, improvvisamente rinsaviti, non decidiamo di voler vivere una vita sana, non frenetica, priva del superfluo ma dotata del necessario per stare bene: come singolo, come famiglia, come società.
La nostra utopia di un mondo reale possibile, a misura d’uomo.