Vademecum per la decrescita

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r4ixNpsZIxO166L20bASznCyXBeddCv9XtGM-IhXbl0Parlando di decrescita capita spesso di perdere il contatto con la “realtà”, ovvero con l’essenza stessa della decrescita, fatta di azioni e quindi fatti, piuttosto che astratte speculazioni metafisiche – ma questo succede anche con altri argomenti che ben si prestano a sofisticate costruzioni teoriche.

Volendo riportare l’attenzione su ciò che è decrescita e su cosa non lo è, ho preparato una lista di azioni del quotidiano vivere che si possono considerare “decrescenti”, ovvero in grado di interpretare lo spirito della decrescita, riassumibile nello slogan “consumare meno per lavorare meno e lavorare tutti”.

  • Ridurre al minimo gli straordinari di lavoro e/o cercare un lavoro part-time è decrescita.
  • Liberarsi dalla schiavitù della pubblicità che ha il compito di renderci perennemente insoddisfatti di ciò che abbiamo è decrescita.
  • Decidere di fare un orto biologico è decrescita.
  • Passare più tempo in compagnia degli amici invece che su Facebook o Twitter è decrescita.
  • Andare in vacanza in campeggio o tramite couchsourfing.com è decrescita.
  • Andare al lavoro usando la bicicletta, i mezzi pubblici o condividendo l’auto è decrescita.
  • Viaggiare in autostrada ai 100/110 kmh invece che ai 130 kmh è decrescita.
  • Muoversi sulle lunghe distanze utilizzano servizi come quello di carpooling.it è decrescita.
  • Prendere il treno invece che l’aereo è decrescita.
  • Spegnere il proprio cellulare alla sera è decrescita.
  • Far stampe fronte e retro è decrescita.
  • Piantare un albero nel proprio giardino è decrescita.
  • Viaggiare in auto coi finestrini aperti invece che con il condizionatore d’estate è decrescita.
  • Utilizzare i propri risparmi per decidere di andare a vivere in campagna è decrescita.
  • Sostituire le lampadine ad incandescenza con quelle a basso consumo è decrescita.
  • Coibentare al meglio la propria casa decidendo di tenere un maglione di lana quando fuori è freddo è decrescita.
  • Produrre meno rifiuti di plastica, vetro e alluminio è decrescita.
  • Fare il compostaggio è decrescita.
  • Usare le buste di cotone quando si va a fare la spesa al supermercato è decrescita.
  • Comprare i detersivi alla spina e usare il vuoto a rendere è decrescita.
  • Installare i pannelli solari per l’acqua calda è decrescita.
  • Comprare al supermercato i prodotti freschi invece che quelli già pronti, pre-cotti o pre-lavati è decrescita.
  • Coltivare buoni rapporti di vicinato e scambiarsi favori a vicenda è decrescita.
  • Consumare meno proteine di origine animale per sostituirle con quelle di origine vegetale (ad esempio i legumi) è decrescita.
  • Consumare prodotti alimentari e non a “kilometri zero” è decrescita.
  • Limitare le uscite al ristorante (laddove saranno preferiti gli agriturismi che utilizzano prodotti freschi della zona) preferendo i ritrovi a casa degli amici è decrescita.
  • Andare a correre nei parchi invece che in palestra è decrescita.
  • Leggere un buon libro o stare all’aria aperta invece che guardare la televisione è decrescita.
  • Utilizzare cosmetici che contengono solamente ingredienti naturali è decrescita.
  • Migliorare la propria autostima investendo nella propria cultura e in una buona rete di amicizie invece che nell’acquisto dell’ultimo costosissimo capo alla moda o di una Mercedes è decrescita.
  • Giocare coi propri amici coi giochi da tavolo invece che coi videogiochi è decrescita.
  • Decidere di far riparare il vecchio computer o la vecchia automobile invece che mandarli in discarica è decrescita.
  • Imparare a fare le piccole riparazioni/manutenzioni è decrescita.
  • Raccogliere funghi, frutta e altri prodotti spontanei dei boschi per farne marmellate e conserve è decrescita.

Certo non ho esauriti le possibili pratiche della decrescita, ma questi esempi dovrebbero bastare a far capire lo spirito con cui noi “decrescentisti” affrontiamo la vita di tutti i giorni a chi volesse anche solo interessarsi all’argomento.

13 Commenti

  1. Condivido tutto, ma ho un dubbio sul viaggiare in automobile con i finestrini aperti anziché con il condizionatore acceso. Per quanto ne sappia lasciare i finestrini aperti riduce l’aerodinamica dell’automobile e quindi incrementa il consumo di carburante. Anche usare il condizionatore aumenta il consumo di carburante, ovviamente. Si tratta quindi di capire quale tra queste due cose ha un effetto maggiore. Per il momento non conosco studi che abbiano già affrontato questo problema, quindi non mi esprimo.

    • Condivido la tua perplessità, credo che a basse velocità convenga tenere i finestrini abbassati, mentre per viaggi ad andature sostenute sia più economico/ecologico il climatizzatore.
      Completamente d’accordo sugli altri punti.

    • credo dipenda molto dalla velocità. Certo a 130 o più Km/h sicuramente l’aereodinamica è penalizzata, ma a 60 o forse anche ad 80 non credo.

      E comunque è una questione più culturale che di risparmio di risorse. Il condizionatore ti “condiziona”. A meno che non ci siano 40 gradi all’ombra e non stia facendo un lavoro fisico particolarmente pesante (cosa che non accade se stai in macchina) o sei costretto in giacca e cravatta (cosa invece molto probabile se stai in macchina), preferisco il venticello (seppur caldo) provocato dal moto dell’auto che mi ricorda che sono in un mondo che “naturalmente” non ammette il condizionatore che in effetti non esisteva fino a 70 anni fa (quando fra l’altro si andava al massimo sui carretti che di venticello ne generavano ben poco!!!)

  2. Raccogliere funghi e altri prodotti spontanei nei boschi è senz’altro decrescente ma occorre avere delle conoscenze specifiche per evitare di rimanere intossicati o addirittura morire. In caso contrario è meglio rivolgersi al supermercato.

  3. Capisco le buone intenzioni di questo vademecum, ma non penso esista una distinzione così netta su cosa è decrescita e cosa non lo è.. la decrescita deve essere soprattutto un percorso individuale, il nostro saper rispondere alle esigenze del quotidiano applicando di volta in volta per le nostre azioni le scelte di maggior buon senso, responsabilità, sobrietà, che siano di buon esempio e facciano stare meglio noi e gli altri. una lista come questa potrebbe essere fuorviante, perché contiene tante azioni che in alcuni casi non sono idonee..e si rischia di essere troppo rigidi in alcune scelte che diventano più ideologiche che altro; soprattutto se non sono accompagnate da una riflessione profonda e da una vera analisi di cio’ che ci serve e che ci fa stare bene in rapporto anche al resto del mondo..ci sono un altro milione di cose che possono essere decrescita, ma la prima di tutte è cercare coscientemente di liberarsi dalla cosiddetta “colonizzazione dell’immaginario”. Sognare una società più equa e serena e sapere che è possibile costruirla. ognuno iniziando dal proprio piccolo.

    • Anche io la penso esattamente come Annalisa non possono essere fissate delle regole rigide, per esempio se parliamo di Km 0, la distanza dalla produzione alla vendita permette di evitare degli sprechi e danni ambientali a livello dei costi di trasporto, è anche vero molte volte che per comprare più prodotti biologici a Km 0 è necessario spostarsi in posti diversi e anche distanti tra di loro aumentando quindi il consumo energetico e quindi gli sprechi ed i danni ambientali. Io penso secondo il mio modesto parere che sia molto più importante parlare di percorsi esistenziali e non stilare dei programmi che molte volte non sono precisi a livello economico/scientifico.

    • ecco un buon esempio di “speculazione metafisica” o “sofisticata costruzione teorica”. La mia risposta a questo commento di annalisa è: NO, questi sono alibi.

  4. Certo, con questi argomenti non si esauriscono tutte le possibili azioni “decrescenti” ed è altrettanto certo che su alcune di queste si potrebbe anche discutere (finestrini aperti o climatizzatore acceso?). Ma resta il fatto che occorre comunque un cambiamento del proprio stile di vita per potersi considerare decrescentisti, perché occorre consumare meno, ridurre il proprio impatto ambientale. Come cantava un noto gruppo punk italiano degli anni Ottanta “niente è gratis”, perché le uniche azioni che valgono qualche cosa sono quelle che costano un certo quantum di fatica.
    Insomma, la decrescita non pare proprio andare d’accordo con i pigri. Detto questo, è ovvio che è e rimane un percorso volontario e che l’unico giudice a cui dobbiamo rendere conto siamo noi stessi (o meglio la nostra coscienza).

    • Credo sia indispensabile non allontanarci dal senso critico quando si parla di decrescita, non ho mai creduto ad esempio ai sostenitori del biologico a tutti i costi ed alla demonizzazione degli OGM. Anche perché c’e’ anche un problema di rese agricole e di sovrappopolazione. I temi sono tanti e complessi

  5. Una sola precisazione (ovvia ma….non si sa mai).

    Quando si dice
    “Sostituire le lampadine ad incandescenza con quelle a basso consumo è decrescita.”
    si intende
    “Sostituire le lampadine ad incandescenza FULMINATE con quelle a basso consumo è decrescita.”

    Lo dico perchè alcuni anni fa l’azienda per cui lavoro decise (per mera immagine = GREENWASHING) di sostituire tutte le lampadine ad incandescenza ancorchè ancora FUNZIONANTI con quelle a basso consumo!!!

  6. trasferisi: lasciare la città per poter coltivare orto in campagna O lasciare la campagna per una zona centrale in modo da poter rinunciare all’automobile privata e utilizzare solo bici e bus?… bisogna inventarsi modi di decrescere in qualsiasi posto ci si trovi o ci si voglia trasferire

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