Ora erano divenuti tutti prigionieri dell’isola.
Il malcontento tra la popolazione crebbe, litigavano tra loro ogni giorno di più, arrivando a distruggere anche le statue di pietra
Caddero a migliaia sulla terra arida, rovesciati dagli altari.
Distrutti gli dei – antenati, cominciarono ad adorare una nuova divinità: l’Uomo – Uccello.
Una volta all’anno, i giovani più forti e veloci si lanciavano dai pendii della scogliera per buttarsi nell’oceano. La meta era una piccola isola poco lontana, dove si fermavano le rondini di mare durante i viaggi.
Scopo della gara, vitale, era la cattura del primo uovo della rondine di mare.
Chi riusciva ad agguantarlo per primo e a salvarlo dalle mani dei contendenti, tornava indietro, risaliva la scogliera e consegnava l’uovo al saggio che lo aveva incaricato di compiere l’impresa.
Da quel momento, per un anno, questi diventava l’Uomo – Uccello. Sarebbe stato il sacerdote e la guida per la comunità.
Mentre viveva ritirato in meditazione in una grotta, i suoi seguaci saccheggiavano l’isola perché c’è da dire che la fame cresceva sempre più: non frutti, non semi, non radici senza le piante.
Neppure pesce senza imbarcazioni.
Per questo gli isolani vivevano in continua lotta, per sopravvivere.
Anno dopo anno l’Uomo-Uccello cambiava ma nessuno trovava soluzioni al problema.
La fame e la guerra mietevano vittime.
Gli unici viaggi possibili fuori dalla terraferma erano i piccoli spostamenti fatti a nuoto fino all’isola della sterna, la rondine di mare cui rubavano l’uovo.
Al crollo della loro civiltà sopravvissero un centinaio di abitanti, persero però i ricordi della propria storia, gli usi e i costumi vennero dimenticati.
Nessuno sapeva più perché fossero state scolpite e innalzate le enormi statue di pietra.
Del passato non avevano alcuna consapevolezza nè sapienza.
Un giorno, senza dir nulla a nessuno, un giovane fuggì dalla piccola tribù: dipinto come un vecchio guerriero, si lanciò lungo il pendio della scogliera e si tuffò in acqua.
Urlò una parola che nessuno comprese.
Nessuno capì perché si fosse tuffato e ora nuotasse vigorosamente verso l’isola della rondine di mare.
Rorono – Ta, il giovane travestito da Uomo – Uccello, partì e non fece mai ritorno.
Ogni sera, al tramonto, i giovani aspettano sulla riva il suo ritorno. Hanno gli occhi accesi, colmi di desiderio e di speranza.
“Forse- si dicono- è riuscito ad allontanarsi dall’isola, forse ha trovato un’altra terra, piante e animali nuovi,altri uomini.”
Di quando in quando dalla scogliera si lanciano altri ragazzi, spinti dal medesimo desiderio di libertà.
Gli abitanti del villaggio tentano invano di bloccarli, di impedire il volo.
Il sogno di un nuovo mondo li spinge lontano.
Poco lontano da Rapa Nui, l’Isola che più Isola non c’è, esiste un altro mondo e i suoi abitanti non conoscono gli isolani e la loro storia.
Non si sono mai incontrati, mai conosciuti, mai parlati.
Se la gente di questo nuovo mondo avesse conosciuto la storia di Rapa Nui, ah! Quanto diversa sarebbe la sua vita!!!
Intanto non commetterebbe gli stessi errori degli isolani.
Anche questa civiltà è avviata al declino: l”acqua scarseggia ed è malsana, la terra inaridita per l’eccessivo sfruttamento, hanno sradicato le foreste per far posto al cemento, trasformati i DNA dei semi per rendere le piante sempre più produttive. Son apparse nuove allergie e intolleranze, pare che le nuove sostanze, trasformate dall’uomo, anzichè nutrire, facciano soffrire il corpo.
L’aria ricca di gas tossici è un mantello irrespirabile.
Proprio come a Rapa Nui, l’isola che più isola non c’è, le risorse scarseggiano, la popolazione si combatte per un pezzo di terra, un tozzo di pane, un bicchiere d’acqua.
Anche qui è spuntato l’Uomo – Uccello.
Numerose rampe di lancio sono puntate verso il cielo, l’Uomo – Uccello con la sua tuta rilucente entra nelle grandi navi d’acciaio lanciate nell’Universo.
Cerca nuova terra, ricca di risorse ora che il suo mondo è inospitale.
Cerca mondi abitati. La solitudine invade i cuori quando lo sguardo affonda nel lontano spazio celeste.
In molti seguono speranzosi i viaggi degli Uomini – Uccello, finora senza ritorno.
Forse qui sul pianeta Terra non si ripeterà la storia di Rapa Nui.
Magari uno degli Uomini – Uccello lanciati nel cosmo tornerà e indicherà vie nuove.
La loro civiltà si salverà, diverranno saggi in tempo per salvaguardare la terra e tutto ciò che contiene aiutandosi l’un l’altro nei tempi difficili che si stanno avvicinando.
E spunterà per tutti l’alba di un giorno nuovo, ricco di risorse e di umanità.
Se l’Uomo – Uccello tornerà, se la saggezza li guiderà.
L’Uomo-Uccello
La narrazione dell'uomo-uccello, simbolo di una saggezza che - dai tempi dell'Isola di Pasqua all'attuale civiltà iper-industriale - si sforza di imparare dagli errori.
Ciao Silvana
E’ sempre bello risentirti.
I pericoli che l’umanità tutta vada incontro al destino degli abitanti dell’isola di Pasqua sono reali.
Penso che l’obiettivo dell’uomo sia sempre stato la ricerca dello straordinario.
Era la ricerca dello straordinario ciò che avvenne nell’isola di Pasqua alcuni secoli fa. L’esito però in questo caso è stato disastroso.
Fra i tanti lavori che ho in progetto di fare c’è anche uno che riguarda la ricerca dello straordinario nell’isola di Pasqua e i motivi che portarono al disastroso esito che conosciamo.
Il lavoro inizia in questo modo:
Titolo Alla ricerca dello straordinario
Sottotitolo I moai dell’Isola di Pasqua
Citazioni
Se pensi che l’avventura sia pericolosa, prova la routine. E’ letale. (Paulo Coelho)
Datemi un sogno in cui vivere, perché la realtà mi sta uccidendo. (Jim Morrison)
Il senso della vita umana è la ricerca e sperimentazione dello straordinario, del superamento della piattezza della vita quotidiana.
Il problema che si pone attualmente è la ricerca di un nuovo straordinario al posto dello straordinario finora ricercato e sperimentato. Sarà la ricerca di un nuovo straordinario, insieme all’esaurimento dei combustibili fossili e al venire meno di molti e delicati equilibri ecologici, che potrà sbloccare l’attuale situazione.
Di fronte all’uomo c’è solamente questa prospettiva, non si può scegliere diversamente, costi quello che costi!
Questo lavoro tratterà della ricerca dello straordinario avvenuta nell’Isola di Pasqua, tratterà di un’avventura finita male, di un’avventura però che gli abitanti di quest’isola non potevano non fare perché “È proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante.” (Paulo Coelho)
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Esporre la ricerca dello straordinario nell’isola di Pasqua con la costruzione dei Moai (accennare secondariamente al fallimento di questa avventura)
Per quali motivi la popolazione dell’Isola di Pasqua andò incontro al destino che conosciamo?
A portare al tragico esito la popolazione dell’Isola di Pasqua fu la ricerca dello straordinario da parte dell’uomo (all’interno di questa ricerca una parte importante l’ha avuto la costruzione dei Moai) in un contesto ambientale con forti limiti spaziali (molta popolazione, scarso territorio, scarse risorse).
Quesito
Per stabilire se fu la costruzione dei Moai a fare precipitare la popolazione dell’isola di Pasqua verso l’esito che conosciamo è necessario rispondere alle seguenti domande:
1) Quanti Moai furono costruiti?
2) In quale arco di tempo avvenne la costruzione?
3) Quale incidenza ebbe la loro costruzione all’interno dell’attività economica complessiva che avveniva nell’isola di Pasqua?
4) Quale incidenza ebbe la loro costruzione sullo stock di risorse naturali disponibile sull’isola?
I Moai
Che cosa erano
I Moai erano delle grandi statue
Quante ce ne sono? Qual’ è il loro peso? Come venivano scolpite? Come venivano movimentate?
A cosa servivano
Il raggiungimento dello straordinario (dal punto di vista tecnico-costruttivo, artistico e religioso) con la costruzione dei Moai. I tre punti di vista a cui si è fatto riferimento non sono separati fra di loro ma sono tre livelli, tre facce della stessa realtà, che solamente in vista del raggiungimento di un risultato concreto è necessario separare (la prospettiva è, però, sempre quello di una visione e una sperimentazione complessiva della esperienza umana). I Moai come laboratorio dello straordinario, in tutti i suoi aspetti (tecnico-costruttivo, artistico e religioso).
Negli ultimi tempi gli scienziati con difficoltà arrivano a conoscere (in merito alle costruzioni megalitiche fatte in passato) il modo in cui furono trasportati e movimentati gli enormi blocchi di pietra che facevano parte delle varie costruzioni.
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Ciao
Armando
Ciao Armando. Grazie.
Molto interessante e stimolante ciò che pensi e scrivi.
Hai espresso un progetto dettagliato.
Dove, come, quando ? Attendo notizie.
Ciao Silvana
Ciao Silvana
Quello che ho espresso è l’impostazione di uno dei lavori che ho in progetto di svolgere.
Penso che lo svolgerò nei prossimi mesi.
Armando