Una corretta visione delle cose

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1898

«Nonostante il benessere che si possa apparentemente ostentare, non si creerà alcun valore se non si propagherà un insegnamento corretto che conduce alla vera felicità, alla pace e alla prosperità. Ciò che si deve ricercare è una filosofia realmente valida. Nonostante i progressi scientifici e tecnologici e una vita materialmente agiata, se il pensiero filosofico che risiede alla base di un’epoca è superficiale o erroneo, la visione che avremo della vita, della politica, dell’economia, della cultura, dell’educazione e di ogni cosa, sarà completamente deformata. E infine l’intera società si troverà inevitabilmente a un punto morto, senza alcuna via d’uscita» Daisaku Ikeda

Credo che oramai sia evidente a tutti, almeno alle persone un po’ più vispe. Il sistema che abbiamo creato nel mondo occidentale non è adatto per il progresso umano, forse per una certa fase lo era, ma adesso no, siamo vicini alla saturazione e le contraddizioni che ne derivano non reggono più. Si può dire che il sistema si stia smascherando con le sue stesse mani.
Nella vita di tutti i giorni cominciano ad emergere falle che è sempre più faticoso nascondere. La rincorsa frenetica della crescita economica non corrisponde ormai più alla rincorsa del benessere e della felicità delle persone. La gente, l’essere umano in generale, è più e più dissociato dalle sue azioni concrete, dai suoi obiettivi finali, l’essenza stessa della vita è messa a rischio: il senso della vita, oltre che la vita stessa, è in pericolo di distruzione.
La decrescita felice assieme alla rivoluzione umana, applicati sia su base individuale che su base generale, sono le risposte a questo stato di crisi indiscutibile del sistema sotto il punto di vista economico prima e ambientale e sociale poi.
Il consumismo non può più essere adottato come mezzo per il progresso umano. Dobbiamo rivedere i concetti alla base del nostro immaginario, soprattutto certe parole cruciali devono essere ripensate sotto altra luce, dobbiamo recuperare il lessico e il senso delle cose, il senso profondo di ciò che pensiamo, diciamo e facciamo.
Molte nostre certezze saranno messe in discussione e senza troppa malinconia le vedremo cadere in frantumi, altre che erano sterili e prive di forza saranno rinvigorite di nuove energie. Il 2012 sarà l’anno di grandi cambiamenti: i programmi esistono già, esistono migliaia di movimenti e associazioni pronte a metterli in atto, ciò che manca è la rivoluzione culturale basata sull’essere umano dal quale scaturiranno le condizioni essenziali, coesione e incisione, per poter mettere in atto un reale cambiamento epocale.
Dobbiamo davvero lasciar andare le nostre convinzioni e credenze, non rinnegandole, non disprezzandole in quanto tali, dato che comunque sia ci hanno permesso di arrivare fino ad oggi, semplicemente dobbiamo liberarci degli attaccamenti del nostro immaginario colonizzato dal sistema, dobbiamo lasciare la presa a certi punti fermi, dobbiamo rincentrarci e favorire nuove basi culturali.
Da un solo punto fermo, stabile e perdurante, crearne altri sui cui poggiano poi le nostre scelte, fiduciosi che solide fondamenta sono capaci di resistere a forti agenti perturbanti e che se anche dovessero esserci dei danni sarebbero comunque circoscritti e riparabili, senza compromettere l’intera struttura.

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Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia. Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze). Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese. Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista. Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva. Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle. Ho scritto due libri sulla decrescita liberamente scaricabili da questo sito: "Decrescita Felice e Rivoluzione Umana" e "Ritorno all'Origine"

2 Commenti

  1. caro luca, sono perfettamente d’accordo con te ormai ci sono tutti i presupposti per un cambiamento culturale, che smasceri la fallacità di questo sistema sociale. i motivi per cui ciò non avviene secondo me sono sostanzialemnte 3:
    -i media tradizionali non parlano delle problematiche e della necessità del cambiamento
    – i molti movimenti sono molto frammentati e vedendo solo la propria visione non riescono ad unire sforzi ed iniziative che farebbero raggiungere una massa critica tale da attuare il cambiamento. servirebbe un sincretismo, un ecumenismo dei vari movimenti e filosofie del cambiamento
    – ultimo ma piu importante il motivo principe per cui la maggior parte delle persone non si rende conto della situazione è che la maggioranza è strangolata dalla vita di ogni giorno e non ha piu il tempo e l’energia per il prorpio sviluppo personale, per una crescita interiore, per provare ad essere meglio di così! anche chi medita o tenta di avere una crescita interiore è frenato dalla mancanza di tempo ed energie. se le persone potessero dedicarsi solo al prorpio sviluppo e al vero sostentamento, l’umanità con la possibilità di comunicazione e le conoscenze attuali avrebbe un vero proprio balzo evolutivo..

    tu che ne pensi?

    • Ciao , ti ringrazio per la tua domanda e scusami il ritardo con cui ti rispondo.

      Condivido le tue riflessioni. A mio avviso il sistema in crisi su diversi fronti necessità di nuovi paradigmi, di nuove basi culturali, in certi casi basi totalmente nuove.
      Il cambiamento in termini culturali e pratici, come costruire un sistema che si fondi sulla natura, sulle risorse rinnovabili, sull’equità, che prenda in considerazione i limiti del pianeta, è la direzione che dobbiamo prendere, e questo credo che sia grosso modo condivisibile da tutti. Lo stesso vale per la creazione di un modello economico che tenga di conto tutto ciò e che permetta un benessere diffuso e sostenibile per tutti, anche ciò rappresenta una sfida cruciale. Ci sono già tante idee a riguardo, molti progetti e anche sperimentazioni più o meno di successo. Certi argomenti, prima del tutto ignorati, cominciano proprio in questi mesi a diventare oggetto di attenzione anche di media come la televisione. Ne sentiremo parlare sempre di più, è inevitabile.
      Ad ogni modo, oltre tutto ciò, credo sia strettamente necessario anche un altro tipo di cambiamento, cioè il cambiamento non solo culturale ma anche spirituale dell’essere umano, un cambiamento ben più profondo.
      La consapevolezza che nasce da una propria riforma interiore (rivoluzione umana) , che conduce a manifestare a pieno il potenziale umano in termini di creatività saggezza e compassione, permetterà di mettere in pratica le azioni concrete per il cambiamento , permetterà di realizzare felicità , benessere, pace , partendo dalle nostre singole vite. Che si tratti delle difficili relazioni tra due nazioni o tra due vicini di casa, certamente due problemi su livelli ben diversi, la loro risoluzione è comunque legata alla trasformazione del cuore delle persone. Questo è il motivo del titolo del libro e del blog: Decrescita Felice e Rivoluzione Umana, come soluzione/condizione da realizzarsi contemporaneamente.
      Tante analisi posso essere fatte, ma credo in fondo che l’unica cosa che possiamo davvero fare sia trasformare noi stessi.

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