Una calda estate

Vacanze e decrescita 2: aggiornamenti e integrazioni

0
4056

A luglio di due anni fa inviai un articolo sul blog dal titolo “Vacanze e decrescita” (al link http://www.decrescita.com/news/vacanze-e-decrescita/ ).
Con questo nuovo articolo tratterò quegli stessi argomenti (però con degli aggiornamenti, come, per esempio, il forte caldo che ha imperversato sull’Italia nei primi giorni di agosto) e altri argomenti ancora (come, per esempio, delle considerazioni in merito alla sempre più forte presenza sul territorio di impianti fotovoltaici e parchi eolici).
Ogni estate, in agosto, io e la mia compagna andiamo a trascorrere una ventina di giorni di vacanze al mio paese di nascita. Uso il termine “vacanze” forse perché prima di lavorare in un istituto previdenziale, dove ancora lavoro, ho fatto l’insegnante per una quindicina di anni.
Ho sempre approfittato di questo periodo di vacanze che trascorro nel paese di nascita per fare delle ricerche (come, per esempio, una ricerca sul modo in cui in passato, al mio paese, si cercava di risolvere il problema dell’approvvigionamento dell’acqua: la ricerca è stata anche proposta su questo blog ed è raggiungibile al link http://www.decrescita.com/news/il-problema-dellacqua/ ).
Nel mio paese di nascita, da alcuni anni, alloggiamo nella vecchia casa dove ho vissuto con la mia famiglia fino a quando sono andato via all’università.
La casa di famiglia ormai è disabitata, salvo appunto per quella ventina di giorni d’estate in cui io e la mia compagna andiamo a trascorrere le vacanze.


Foto 1 La mia casa è quella sulla destra dove c’è la buchetta delle lettere. Si notino i tubi di ferro dell’acquedotto sistemati nell’incavo fra strada e marciapiede

Trattazione

Acqua calda solare
Durante le vacanze estive si va al mare oppure si fanno dei giri nel territorio circostante. Ovviamente bisogna farsi la doccia ogni giorno. La casa dispone di un piccolo scaldabagno elettrico. D’estate fa molto caldo per cui è bene che la casa in cui si abita sia fresca.
Ma quanto si consuma in elettricità per scaldare l’acqua per farsi le docce e per avere la casa fresca?
Finora non abbiamo consumato nemmeno un kWh! Non abbiamo mai acceso lo scaldabagno! … e non abbiamo per niente né un condizionatore d’aria né un ventilatore!
Per quanto riguarda l’acqua calda la spiegazione è la seguente. Come si vede nella foto di sopra, l’acqua che arriva in casa scorre in tubi di ferro che sono disposti sulla strada nell’incavo con il marciapiede. Dalle 09.00 di mattina fino alle 17.00 di pomeriggio su quei tubi batte il sole per cui verso le h 10.30-11.00 circa l’acqua è già calda e adatta per farsi la doccia.
Esiste però un problema: da dopo le ore 13.00 circa l’acqua è troppo calda e non è utilizzabile per farsi la doccia e nemmeno per lavare i piatti! A questo inconveniente ovviamo con la “tecnologia”: misceliamo l’acqua calda che arriva direttamente dai tubi con l’acqua fredda dello scaldabagno…che teniamo ovviamente rigorosamente spento!!
Lo scaldabagno non è grande per cui succede che chi si fa la doccia per prima (e sono quasi sempre io a farla per prima) utilizza quasi tutta l’acqua fredda (la mia compagna spesso mi rimprovera perché non le lascio abbastanza acqua fredda). Ovviamente l’acqua fredda che proviene dallo scaldabagno viene rimpiazzata dall’acqua calda che proviene dall’esterno per cui una volta esaurita l’iniziale acqua che stava nello scaldabagno non ha più senso miscelare l’acqua calda (proveniente dall’esterno) con quella fredda (proveniente dallo scaldabagno): è sempre calda!


Foto 2 Lo scaldabagno elettrico (dovrebbe avere una capacità di 15-20 litri)

Questo problema si pone quando si rientra a casa per l’ora di pranzo perché quando si rientra nel tardo pomeriggio (per esempio verso le 19-20) allora basta usare solamente l’acqua fredda (cioè quella che proviene direttamente dall’esterno e che è calda). Anche se il sole non batte più sui tubi il calcestruzzo della strada è talmente caldo che riscalda l’acqua che proviene dall’esterno e ci consente senza difficoltà di farci la doccia con acqua calda-tiepida.
Alle volte ci sono dei problemi quando facciamo la doccia di sera. Quando di giorno ha fatto il “normale” caldo estivo, l’acqua calda che proviene dall’esterno potrebbe non bastare per me e la mia compagna…ma abbiamo risolto brillantemente il problema: prima di andare al mare facciamo scaricare lo scaldabagno dall’acqua fresca che contiene in modo che si riempia di acqua proveniente dall’esterno (che a quell’ora del primo pomeriggio è molto calda) e così abbiamo risolto il problema di scarsità di acqua calda per le docce serali (perché ovviamente lo scaldabagno conserverà calda l’acqua calda affluita dall’esterno). L’acqua fresca dello scaldabagno che facciamo scaricare non viene sprecata perché la raccogliamo in un grosso recipiente da cui attingiamo quando ci serve acqua che non sia calda (per esempio per lavare la verdura o la frutta).

Il caldo eccezionale nei primi giorni di agosto 2017
I primi giorni di agosto 2017 l’Italia è stata interessata da un’ondata di caldo eccezionale.
Ovviamente si poteva andare al mare per trovare un po’ di refrigerio facendo bagni ma per quanto riguarda me e la mia compagna non è stato possibile per un semplice motivo: al ritorno a casa non avremmo potuto fare le docce perché ci saremmo scottati con l’acqua caldissima esistente nei tubi. Non era possibile neppure utilizzare quella fresca dello scaldabagno perché ormai era caldissima anche quella.
Ho provato a misurare il calore dell’acqua. A tale proposito sono andato in un negozio di articoli casalinghi e ho acquistato un termometro che serve a misurare il calore dell’acqua.
Ho proceduto nel seguente modo: ho fatto scorrere per un po’ l’acqua dal rubinetto e poi ho riempito una bottiglia di vetro; dopo un po’ l’ho svuotata per poi riempirla di nuovo (in questo modo ho cercato di eliminare l’effetto perturbativo della temperatura iniziale della bottiglia di vetro); a questo punto ho immerso il termometro: ho fatto più prove e in orari diversi.

Queste sono le temperature che ho preso il giorno 05 agosto 2017:
1) Di mattina l’acqua fredda è più che tiepida e ottimale per farsi la doccia mentre l’acqua proveniente dallo scaldabagno è calda (lo scaldabagno, tenuto sempre spento, ovviamente ha conservato meglio l’acqua calda affluita il pomeriggio precedente mentre quella che fluiva nei tubi è andata incontro a un leggero raffreddamento durante la notte e il primo mattino);
2) Alle ore 12.00 la temperatura raggiunta dall’acqua è di 48° centigradi;
3) Alle ore 15.30 la temperatura fuori casa (temperatura presa in ambiente ventilato e all’ombra) è di 39,7-39,9° centigradi;
4) Alle ore 15.45 la temperatura dell’acqua è di 50,1°-50,3° centigradi;
5) Verso le ore 16.00 preparo il caffè; dopo aver preso il caffè con la mia compagna lavo velocemente le due tazzine e i due piattini che abbiamo utilizzato: con fatica riesco a sopportare il calore dell’acqua!!


Foto 3


Foto 4 Misurazione della temperatura dell’acqua: alle ore 15.45 del 5 agosto 2017 la temperatura raggiunge 50,3° centigradi

Queste invece, sinteticamente, sono le temperature dell’acqua fredda che ho preso il giorno 06 agosto 2017:
1) Ore 06.00, 32,0° centigradi;
2) Ore 10.00, 37,6° centigradi;
3) Ore 13.00, 49,8° centigradi.
Nei primi giorni di agosto 2017, oltre a non andare al mare, io e la mia compagna abbiamo approfittato delle prime ore del mattino e della tarda sera per poterci fare una doccia: non era necessario aspettare verso le h 10.30-11.00 per farsi la doccia come è avvenuto negli altri anni!

Aria fresca naturale
Come si diceva d’estate fa molto caldo per cui è bene che la casa sia fresca.
Per avere la casa fresca non abbiamo consumato nemmeno un kWh: infatti non abbiamo il condizionatore d’aria e nemmeno un ventilatore.
La casa è sempre fresca per tanti motivi. Il primo motivo è che i muri della parte anteriore della casa sono spessi 70 cm; inoltre ai fianchi sono addossate altre case, sopra c’è un’altra casa e la parte in fondo della casa continua con un altro vano scavato nel terreno. Per finire le case sono dipinte con calce bianca sia all’esterno che all’interno.
Forse sarà per i motivi suddetti ma in casa non ci sono mai state zanzare (per la precisione due anni fa, per la prima e unica volta, ne abbiamo avuto qualcuna).

Cucina cinese
Per cucina cinese non è da intendersi il modo cinese di preparare il cibo ma il posto (la Cina in questo caso) in cui è stato prodotto l’apparecchio con fornelli elettrici di cui ci siamo serviti negli ultimi anni per cucinare.
In passato, quando la casa era sempre abitata, c’era una cucina a gas, con il gas che veniva fornito dalla bombola. Dato che per tutto l’anno la casa è disabitata abbiamo ritenuto opportuno dismettere la cucina a gas e utilizzarne una elettrica.
Quattro anni fa andai in un centro commerciale a Bologna (è la città dove vivo) e acquistati una cucina elettrica. La pagai circa 80/90 €. Era made in China.
Dopo due anni e mezzo di utilizzo (che praticamente significa 20 giorni per ogni estate per cui è stata utilizzata per circa 50 giorni complessivamente) uno dei due fornelli ha smesso di funzionare. Inizialmente pensavamo di farla riparare ma poi abbiamo deciso (chissà quanto avremmo pagato e chissà se ci sarebbero stati i pezzi di ricambio?!) di metterla da parte in fondo alla casa e di comprarne un’altra. L’acquisto questa volta l’abbiamo fatto in paese: il titolare del negozio in cui la comprammo disse che era Made in Italy ma poi scoprimmo che la manifattura era Made in China.
In questa aggiornamento dell’articolo “Vacanze e decrescita” scritto poco più di due anni fa avevo deciso di escludere questa parte relativa alla “Cucina cinese” però gli “eventi” mi hanno costretto a riproporla.
Cosa è successo?
E’ successo che dopo due anni (dopo circa 40 giorni di funzionamento) il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, come cadono le stelle così è “caduta” la nuova cucina cinese che comprammo circa due anni fa: a un certo punto la spia rossa di uno dei fornelli ha iniziato a lampeggiare in modo anomalo e abbiamo visto che il fornello stesso si stava raffreddando. Abbiamo deciso così di non utilizzare quel fornello e di ricorrere ad un altro fornello di riserva.
Un chiarimento relativo al Made in China: che un prodotto sia fatto in Cina non vuol dire che debba essere di bassa qualità; in Cina sicuramente fanno anche cose di qualità ma il riferimento al made in China è relativo a un modo di produrre che riguarda non solamente questo Paese ma buona parte del mondo e che si basa su quel feticcio che è il PIL (prodotto interno lordo): questo significa che bisogna produrre cose che devono durare poco in modo da acquistarne subito altre; si parla di beni a obsolescenza programmata; alcuni beni inoltre vengono fatti in modo che non si possano riparare. Per quanto riguarda le cucine elettriche fatte in Cina sembra che la durata sia di circa 40-50 giorno di uso. (1)
Ma per quanto tempo potrà durare questa tendenza allo sviluppo continuo dell’economia?
Purtroppo non si può avere uno sviluppo illimitato in un Mondo che è limitato: ho l’impressione che “qualcuno-qualcosa” prima o poi presenterà un conto salato che non potremmo non pagare!

Incendi estivi
Un nuovo tema che intendo trattare (anche se brevemente) riguarda gli incendi che puntualmente scoppiano d’estate.
Il territorio del mio Paese è stato interessato agli incendi come molte parti del Mezzogiorno e dell’Italia.
Ho notato che gli incendi sono stati tanti ma hanno interessato aree molto limitate.


Foto 5 Il territorio su cui insiste il mio paese quest’anno è stato punteggiato da tanti piccoli incendi (in questa foto se ne vedono due a distanza di poche centinaia di metri)

Parchi eolici e impianti fotovoltaici
Mi sono sempre interessato di fonti energetiche alternative (soprattutto di quelle fotovoltaica ed eolica) e delle connesse problematiche. Alcuni anni fa ho fatto una ricerca relativamente a un parco eolico esistente nel mio territorio. Ovviamente visitai il parco eolico e rilevai l’impatto ambientale e altri dati relativi a questo parco eolico. I risultati di questa ricerca sono stati esposti in un lavoro pubblicato su un blog di Aspoitalia.
Nel lavoro viene tra l’altro detto : “La ricerca è consistita nel misurare l’impatto del parco eolico sul territorio (sia sulle persone che sul territorio in senso fisico). La motivazione a questa ricerca è partita dalla considerazione che quella grande conquista dell’umanità che è il WEB rischia di diventare una cassa di risonanza di leggende metropolitane se non si collegassero alla realtà e alla ricerca sul campo le notizie che su esso circolano.” Il lavoro completo si può visionare all’indirizzo http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2010/10/06/visita-a-un-parco-eolico/ )

Da alcuni anni vedo che il territorio della mia regione si “popola” sempre più di parchi eolici e di impianti fotovoltaici.
Sempre più crinali collinari sono “popolati” di pale eoliche (aerogeneratori) e sempre più territori (anche pianeggianti e irrigui) si stanno coprendo di impianti fotovoltaici.
Ricollegandomi alla considerazione che di quel lavoro ho riportato devo dire che da alcuni anni sto rivedendo la mia posizione verso lo sfruttamento del vento e della energia solare: ovviamente sono necessari degli studi approfonditi per stabilire come effettivamente stiano le cose ma l’idea che mi sto facendo da alcuni anni a questa parte è che tutte le strutture, infrastrutture e quant’altro necessario per lo sfruttamento del vento e dell’energia solare siano serviti, tramite un ben articolato sistema di incentivi, solamente a fare “girare” l’economia, a fare incrementare il PIL, e che non abbiano apportato nessun beneficio in termini di minore consumo di combustibili fossili e di maggiore tutela dell’ambiente!!
Penso che non sarà possibile la crescita così come è avvenuta finora con la semplice sostituzione del futuro minore apporto energetico da parte dei combustibili fossili con quello delle cosiddette energie alternative: penso che l’unica prospettiva sarà la decrescita!


Foto 6 Uno scorcio del parco eolico a cui si riferisce la ricerca

Ritornando al tema dell’impatto sull’ambiente, quanto detto per i parchi eolici si può dire per gli impianti fotovoltaici. L’impatto visivo sia dei parchi eolici che degli impianti fotovoltaici è ormai immediato: basta stare su una piccola altura per vederne in quantità!!
Ormai gli impianti fotovoltaici non insistono più solamente su territori non di pregio dal punto di vista agricolo (per esempio non pianeggianti e non irrigui) ma anche su terreni di pregio (cioè, per esempio, pianeggianti e irrigui).
Un’ultima cosa sugli impianti fotovoltaici.
Quando ho visitato questi impianti sono stato attento nel vedere la provenienza dei pannelli e delle altre componenti degli impianti: sono tutti Made in China, dove sono stati prodotti utilizzando il principale combustibile fossile usato in Cina per produrre elettricità, cioè il carbone!
Come dicevo poc’anzi, è da vedersi se l’energia pulita (?) che questi impianti produrranno sarà superiore a quella che è stata necessaria alla loro produzione e sarà necessaria per la loro conduzione, ma una cosa è certa: finora è costata (soprattutto in Cina) un enorme consumo di carbone e un inquinamento da fare spavento!


Foto 7 Su questa altura all’interno della provincia di Matera ci sono tre imponenti campi fotovoltaici (li ho visti da vicino e sono davvero imponenti!): la foto è stata fatta da una altura e da una certa distanza per avere un quadro di insieme dei tre impianti fotovoltaici.

Scrivevo nell’articolo “Il problema dell’acqua” a cui ho fatto riferimento: “Il territorio in cui è situato il mio paese di nascita è la zona nord-orientale della Lucania che è la parte più arida del territorio regionale. La quantità di acqua che cade con le piogge ha valori medi inferiori a 750 millimetri annui, che è un valore basso. In certi punti del territorio (come quello in cui insiste il mio paese) i valori sono intorno a 500 millimetri annui. Alcune aree del territorio possono considerarsi aride, almeno per quanto riguarda le precipitazioni (l’agricoltura però è fiorente perché buona parte del territorio è irrigato con l’acqua proveniente dalle dighe disposte nella parte sud-occidentale della regione, dove le precipitazioni superano i 1000 mm all’anno).”

Fino a qualche anno fa gli impianti fotovoltaici esistenti nella provincia di Matera insistevano su terreni non di pregio, dove si praticava una stentata agricoltura (come raffigurato nella precedente foto).
Da qualche anno a questa parte invece ho visto sempre più imponenti impianti fotovoltaici sottrarre terreni pianeggianti e irrigui


Foto 8 Anche i territori pianeggianti e irrigui sono ormai costellati di impianti fotovoltaici (piana del metapontino nella provincia di Matera) sottraendo così aree a produzioni agricole di pregio.

I falchi grillai
Nel territorio del mio paese non esistevano i falchi grillai.
Qualcuno però ha fatto capolino 6-7 anni fa, probabilmente proveniente dalla zona di Matera e dalle vicine Murge pugliesi.
Tre anni fa la popolazione di falchi grillai raggiunse un numero imponente e, poco prima del tramonto, se ne alzavano in volo molte centinaia.
Quest’anno invece, forse complice il forte caldo, raramente ne ho visto qualcuno in volo.
Questo fenomeno della forte diffusione dei falchi grillai in un territorio (mi riferisco al mio specifico paese) dove non ne esistevano per niente e la loro quasi scomparsa nell’estate di quest’anno, dovrebbe fare riflettere sulla delicatezza degli equilibri ambientali: siamo arrivati al punto in cui delle piccole variazioni potrebbero innescare delle catastrofi ambientali.


Foto 9 Diversamente dall’estate di tre anni fa (a cui si riferisce questa immagine), quando, durante il tramonto, molte centinaia di falchi grillai si alzavano in volo, quest’anno raramente se ne è visto qualcuno in volo.

Conclusioni
Il racconto relative alle mie vacanze e alla calda estate in cui sono avvenute quest’anno potrebbe continuare ma forse è meglio terminare a questo punto, concludendo con la considerazione che le idee che si propongono, le ipotesi che si fanno, devono sempre fare riferimento, per quanto possibile, a una realtà che deve essere vissuta e conosciuta direttamente, altrimenti “quella grande conquista dell’umanità che è il WEB rischia di diventare una cassa di risonanza di leggende metropolitane se non si collegassero alla realtà e alla ricerca sul campo le notizie che su esso circolano.” (come scrivevo in quella ricerca su un parco eolico sul territorio della provincia di Matera).

1) Per essere sinceri dopo che per alcuni giorni in cui non abbiamo utilizzato il fornello che aveva dato dei problemi la mia compagna ha provato a utilizzarlo di nuovo e sembra che si sia messo a funzionare di nuovo!!

Fonte foto
Le foto sono state fatte tutte da me

CONDIVIDI
Articolo precedenteQuel geniaccio di Orwell ha fatto anche danni!
Articolo successivoIntervista a Il Faggio sul lago
Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.