Un cambiamento di prospettiva

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1969

La maggioranza di noi si sveglia al mattino e corre al lavoro. Spesso dobbiamo  fare i conti col traffico e gli orari stretti e quindi continuamente guardiamo l’orologio e temiamo ritardi e rallentamenti  al nostro ritmo operativo.

Durante la giornata lavorativa dobbiamo cercare di gestire molti contrattempi  e contrarietà. Se siamo fortunati rientriamo a casa nel pomeriggio, altrimenti alla sera ma comunque la maggior parte delle nostre energie e risorse psicofisiche e emotive saranno state consumate in attività e pensieri che fanno parte di un “sovrasistema “ che poco ha a che fare con quello che siamo davvero e con le persone che contano per noi e che hanno bisogno del nostro tempo e della nostra attenzione autentica.

Il punto è che corriamo perché abbiamo bisogno di fare soldi. I soldi ci occorrono per mantenere le persone che amiamo e noi stessi. Ma anche per mantenere un tenore di vita e delle scelte di consumo che sono per la maggior parte di noi indotte dal sistema senza che ce ne rendiamo conto e non corrispondono affatto ai nostri veri bisogni reali.

Siamo stati condizionati e continuiamo ad esserlo fin da bambini attraverso i media e le logiche di potere e successo a scapito del prossimo, che ci vengono propinate in modo diretto e indiretto.

Ma nulla di ciò per cui ci affatichiamo ogni giorno in realtà riesce a riempire un più o meno marcato senso di vuoto che ci pervade a volte inconsciamente. Da qui nascono le ansie e la depressione di  molti di noi, i sensi di soffocamento e le paure dell’indefinito.

Dal fatto che la nostra società, da decenni ormai, ha relegato lontano il senso di comunità e il sapore di continuità che c’è e deve esserci  nella naturalità del ciclo vita-morte-vita ;  crescita-diminuzione-crescita.  La malattia e la morte non sono più visti come parte della vita ma come eventi per sfigati. E meno stiamo a contatto con la natura e meno osserviamo gli amici animali più perdiamo il contatto con la parte istintivamente viva di noi stessi che sa e sente chi siamo e a cosa apparteniamo. L’apparire e l’ avere hanno soppiantato l’essere. Le amicizie false e interessate hanno sostituito le relazioni calde e sincere. Chi di noi riesce ormai a guardare negli occhi con apertura e attenzione vera le persone con cui interagisce ogni giorno? Non abbiamo tempo. Non abbiamo mai tempo per fermarci a trovare un barlume di noi stessi negli altri.

E’ questione di cultura, di condizionamento. E’ vero.

Ma possiamo fare comunque qualcosa. Ciascuno di noi. Possiamo quando ci alziamo al mattino sostare un minuto ad assaporare la gioia di un nuovo giorno. Possiamo rallentare volontariamente un po’ per guardarci  intorno e dedicare ai figli, al marito o alla moglie, al compagno o alla compagna, al padre e alla madre, ai fratelli e serelle, occhi curiosi dell’altro e sorridenti;  pieni della stessa benevolenza che riusciamo a dedicare a noi stessi. Possiamo avere fiducia e amore verso tutte le cose e le persone che tocchiamo. Fiducia nella vita e nell’universo. E’ il nostro atteggiamento che fa la differenza…

E in questo modo trasformare il senso del nostro giorno fin dal mattino. La trasformazione andrà avanti da sola e potremo ritrovarci a non maledire più la sorte se arriviamo in ritardo al lavoro o molte cose sembrano andare di traverso alle volte; e questo perché sarà cambiato il senso delle cose importanti per noi.

Infatti cosa è più importante arrivare in orario o in lieve ritardo a lavoro con la rabbia e lo stress che traboccano da ogni nostra cellula o arrivare in ritardo consapevoli che qualsiasi cosa accada non riuscirà a rubarci la nostra serenità e pace ? Sentirci frustrati dalle molte cose che vanno in modo storto e che spesso non possiamo cambiare perché non dipendono da noi, o lavorare su noi stessi  alla nostra calma e sicurezza interiore che ci permette di dominare quanto accade intorno a noi ?

A cosa servirà correre per guadagnare tanto ammalandosi di stress e di altro anche peggio se poi dovremo spendere la maggior parte del guadagnato per cercare di recuperare la salute ? A cosa servirà non ascoltare intensamente i figli o i familiari o la persona che vive con noi con la scusa che non possiamo perché troppo impegnati e troppo presi da fatiche lavorative, di carriera, di budget quando un giorno dovremo scoprire che le attività vanno avanti anche senza di noi mentre nel frattempo abbiamo inaridito i rapporti umani e perduto settimane, giorni , ore di calore con chi amiamo e ci ama ?

Queste righe sono quindi un invito alla riflessione su cosa è davvero importante per ognuno di noi.

Cosa è davvero importante ?

Cosa?

Scriviamolo a lettere cubitali su un foglio,  teniamolo sul nostro comodino e non dimentichiamolo mai;    mai più.

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D.ssa in Lettere Moderne dal marzo 1990, nell’ottobre 2011 ha conseguito una seconda laurea, in Psicologia, e in dicembre ha completato il master triennale di Analisi Transazionale. Iscritta all’Albo Unico Nazionale dei Promotori di Servizi Finanziari con delibera Consob n°11776 del 07/01/1999. Iscritta al RUI ( Registro Unico degli Intermediari Assicurativi ) con iscrizione n° E000149972 del 16/04/2007. Ha conseguito l’iscrizione all’€fpa ( european financial planning association ) che rappresenta l’associazione garante della elevata professionalità e eticità nella professione di promotore di servizi finanziari in Europa con iscrizione del dicembre 2009.

4 Commenti

  1. Io sono molto fortunata, sono una mamma casalinga ( non del tutto per scelta) e posso fare tutto quello che e’ caldamente consigliato nell’articolo perché ne ho il tempo. Se tornassi a lavorare quasi sicuramente ricadrei nel vortice delle “cose da fare” e mi perderei tanti momenti fantastici con i miei cari, o anche nella solitudine di casa mia, dove non ci vuole molto per sentirsi bene. Del bisogno di tornare ad un ritmo di vita più tranquillo, senza essere assillati da esigenze non vere, ne sono convinta ormai da un bel pezzo, e cerco, nel mio piccolo, di attuare una piccola decrescita felice. Auguri a tutti, soprattutto chi deve ogni giorno combattere con la frenesia della vita moderna.

  2. Ciao, io sono una donna lavoratrice do 53 anni. Mi rispecchio totalmente con la descrizione di cui sopra e mi chiedo perchè…. Piacerebbe molto anche a me fare solamente la casalinga, accudirmi la casa, cucinare meglio, vivere con calma ed amore invece faccio un lavoro stressante, faticoso, con turni di lavoro…..
    C’è il mutuo da pagare e tutto quello che fà di contorno (spese condominiali, imu, rata della macchina……). Inoltre lavorando ed avendo poco tempo, un sacco di soldi se ne vanno per spese che se non lavorassi non ci sarebbero. Non sono per niente contenta del mio tipo di vita. Spesso dico che prima o poi mollerò tutto, ma ne avrei il coraggio?

  3. Ciao Michela, grazie delle tue parole. In effetti sei davvero molto fortunata, e ancora di più perchè senti che quello che hai ti basta e rende piena e felice.
    Certo se dovessi lavorare sarebbe tutto un pò più difficile.. Ma non impossibile.
    Aggiungo qualche parola per Chiara che ringrazio. Anche io faccio un lavoro stressante e impegnativo e fino all’anno scorso mi sono trovata spesso a vagheggiare di cambiare lavoro o mollare tutto in cambio di giorni e ore di tranquillità. Poi questa estate ho scoperto con grande stupore, il mio per prima,
    che nonostante gli assilli e gli impegni e i debiti, sono io che governo il mio tempo e la mia serenità. E’ stato un atto di fede: ho provato a credere con tutta me stessa che ce la avrei fatta comunque, che in qualche modo a me sconosciuto, se avessi avuto fiducia, anche rallentando il ritmo e dedicando mente e pensieri e cuore prima di tutto alle persone vicine e meno vicine, le cose sarebbero riuscite bene lo stesso. Ed è stato ed è così ! A volte mi scopro di nuovo ad accellerare e essere rapita da pensieri di lavoro e di carriera, ma appena me ne rendo conto riporto equilibrio e mi riprendo la mia calma e il mio tempo. La vera sorpresa poi è stata la scoperta di una ricchezza interiore che è fonte di una potente energia; inimmaginabile per ciascuno di noi solo perchè non siamo abituati a prendercene cura e coltivarla. Perciò l’unica cosa che posso provare a suggerirti è questa: rallenta un pò, cura te stessa e i tuoi cari, prova un profondo senso di gratitudine in te per quanto hai, depotenzia l’insoddisfazione per quanto non gira come vorresti, coltiva il sorriso nel cuore; tutto il resto arriverà in più. Alessandra

  4. L’articolo va a conclusione con due domande, poste con tono appassionato:

    “Cosa è davvero importante ?

    Cosa?”

    Per me la vita stessa. Quella che ci fa da punto di partenza, punto di arrivo, cammino e al tempo stesso orizzonte da guardare durante tutto il viaggio.

    Baci,

    Anna

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