La crisi economica e finanziaria mondiale attanaglia soprattutto i cosiddetti Paesi Sviluppati, in particolare quelli occidentali. Iniziata con il collasso del mercato immobiliare e finanziario nordamericano, la crisi ha investito lentamente la zona euro, in testa Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia. Probabilmente si estenderà a paesi come Francia, Belgio e chissà…
Ma sono realmente queste le vere sfide da fronteggiare? Pare proprio di no. Gli economisti non hanno dubbi. Rincorrere i mercati finanziari è una partita persa in partenza.
La soluzione è semplice: regolamentazione e tassazione delle transazione. Quando gli stati lo capiranno, si potrà cominciare a porre sul tavolo le questioni serie. Quali sono? Tre. Climate change, rivoluzione energetica, sovrappopolamento demografico. Queste sono le sfide da cui dipenderà il futuro del Pianeta Gaia e quindi del genere Umano.
I cambiamenti climatici mettono in ginocchio ogni giorno milioni e milioni di persone. Noi occidentali abbiamo occhi e orecchie solo per gli uragani che colpiscono la costa est e sud-est degli Stati Uniti, piuttosto che le bombe d’acqua che in queste settimane hanno devastato la Toscana (Lunigiana e isola d’Elba) e la Liguria (Genova, le Cinque Terre). Nessuna notizia trapela delle catastrofi naturali che da mesi colpiscono la Thailandia e l‘Indonesia, per esempio. Molti altri paesi devastati dalla siccità. Popolazioni intere messe in ginocchio dalla distruzione di beni e raccolti.
Dal 2008 siamo entrati nell’era della Rivoluzione energetica. Termine coniato dagli addetti ai lavori, in cui si fondono fenomeni e tecnologie legate alle fonti di energia rinnovabile (FER). La diffusione della microproduzione d’energia elettrica prende il posto sempre più delle megacentrali termoelettriche. L’avvento delle smart grid. Le reti di distribuzione dell’energia elettrica intelligenti in grado di consentire la convivenza di piccoli produttori e consumatori di energia con grandi produttori e consumatori di energia elettrica. Le distanze da percorrere si accorciano e si riducono le perdite di veicolamento dell’elettricità. Il tutto governato da un sistema intelligente a nodi, molto simile al web. Un internet dell’energia. Le nostre città diventeranno smart cities. Le tecnologie di gassificazione IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle) che si sposano con quelle di cattura e stoccaggio della CO2, CCS (Carbon Capture and Storage), rendendo ambientalmente sostenibile l’uso di fonti fossili pesanti (carbone, residui petroliferi).
Infine, nessuno dice che oggi il pianeta Gaia ospita oltre sette miliardi di persone. Una pressione demografica imponente che per il solo numero non farebbe paura al pianeta. Il condizionale è d’obbligo se consideriamo che le aree del Pianeta più popolose stanno vivendo un boom di sviluppo industriale mai visto prima. Le nazioni più popolose (India e Cina) oltre a diventare le fabbriche del pianeta (periodo 2000-2008) ormai sono diventate nazioni consumatrici di beni. Ogni anno oltre 100.000.000 di persone si affacciano al consumismo di tipo occidentale. Un benessere che è bello condividere, ma impossibile da sostenere per l’ecosistema terrestre.
Questi sono i tre temi sul tavolo che aspettano di essere affrontati con la giusta attenzione. Impongono una revisione del modello di sviluppo, degli stili di vita, dei rapporti tra popoli, dell’accesso e dello sfruttamento delle risorse. Tre temi intercorrelati tra loro che una volta sfuggiti di mano scatenerebbero una reazione a catena impossibile da controllare, da governare.
L’8 novembre il parlamento australiano ha approvato l’introduzione della carbon tax. Un buon inizio, seppur tardivo!