Se qualcuno un giorno mi avesse detto che a un certo punto della mia vita sarei decresciuta, avrei risposto: “Beh, si sa, con la vecchiaia – si dice a Napoli – ci si arrogna” (si perde in statura e ci si rattrappisce un po’).
E invece, come potevo immaginare che la mia vita sarebbe così radicalmente cambiata???
Oggi, se entro in un supermercato non ne esco più: tra il controllare la provenienza, l’imballaggio e gli ingredienti, impiego un tempo tendente a più infinito (very very slow food).
Ho quasi azzerato il consumo di carne…e mio cugino acquisito, il macellaio, mi ha tolto il saluto.
Mi sono data all’autoproduzione di quasi tutto, detersivi compresi, e la signora che mi aiuta con le faccende (eh si, sono ostaggio di uffici e mezzi pubblici per 10h al giorno) mi fa telefonate anonime notturne intimandomi di distruggere i flaconi di acqua e bicarbonato che non lucidano perfettamente i pavimenti…lo so, è lei, non mi posso sbagliare.
Downshifting, car sharing, home-schooling, land grabbing, co-housing…mio marito ormai crede che sia posseduta e che parli lingue misteriose: l’ho capito dal fatto che l’altro giorno mi parlava diffusamente di Padre Amorth. Sii forte, amore mio.
Però se chiacchiero con gli amici, li vedo sorridere di più…ma non sono del tutto certa che sia perché sono più contenti.
Eh, che dire….la decrescita è davvero felice! 😀
Ma bando al tono auto-canzonatorio (AUTO??? Giammai!!! BICI-canzonatorio, meno CO2), in questi giorni compio un anno di decrescita.
Vi ho già raccontato qui http://www.decrescita.com/news/il-sapore-della-rivolta/, con più aplombe, che per me è stata una grande conquista.
Com’è che c’è scritto su in alto? “Noi siamo veramente liberi!”? Eh, già!
Decresco ogni giorno di più e ne sono felice ogni giorno di più.
Non è facile, ho ancora tanto da fare e da capire, ma persevero con costanza.
E in questa mia nuova vita sono doverosi dei ringraziamenti: a Francesca, che per la prima volta mi ha parlato di decrescita (Franci, magari la prossima volta parliamo del Festival del Cinema di Venezia, eh?); a mio marito, il cui secondo nome è Giobbe, che mi segue sempre, in ogni progetto (e io ne sforno un’infinità) e infine a Simone Zuin, che deve avere un gran cuore e soprattutto un grande coraggio, per pubblicare quello che scrivo.
Beh se è un anno… auguri!
Un anno di rivelazioni incredibili!!!
…e grazie anche a te che sei un po’ il mio punto di riferimento concettuale.
Auguri Miriam, a noi! Perchè se è vero che sono stata io a parlarti di decrescita per la prima volta, è altrettanto vero che ho poi seguito te nell’applicazione pratica di alcuni aspetti della decrescita stessa. Grazie.
P.s. L’articolo è veramente divertente
Piccole donne de-crescono…:-D
Eh, Franci, una visione comune della vita è un cemento potentissimo. Ti sono molto riconoscente per il modo in cui arricchisci le mie conoscenze e per la complicità che ne deriva.
Grazie anche per il complimento all’articolo!!!
La cosa è reciproca!!!!
Basta così, però, altrimenti facciamo venire le carie ai denti a tutti 😉
Auguri! Un articolo esilarante è un ottimo modo per festeggiare e per testimoniare a chi legge la serenità incrementata con la decrescita. Davvero da imitare. 🙂
Grazie! Forse “serenità” è la parola giusta…e adesso che le cose al lavoro si mettono male anche per me, la decrescita sarà uno dei miei punti di forza: come filosofia del meno, come via del recupero del mio futuro, come resistenza ancora più motivata all’iniquità del sistema vigente.