Leggendo analisi come le previsioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) mi ha sempre colpito che, nonostante i ripetuti ammonimenti sulla necessità di una rapida decarbonizzazione dell’economia per contenere gli effetti peggiori del global warming, esse contengano degli scenari ‘business as usual’, dove l’economia cresce grazie a un impiego ancora più massiccio delle fonti fossili.
Il messaggio di fondo sembra essere, per dirla alla Ennio Flaiano, che in fondo ‘la situazione è grave ma non seria’: bisogna abbandonare progressivamente petrolio, carbone e gas ma, se l’obiettivo non viene centrato, alla fine non succede poi nulla di così grave. In caso contrario, non si contemplerebbe mai un’umanità che vive in prosperità economica spremendo fino all’ultimo le riserve di combustibili fossili.
Finora, abbiamo potuto derubricare gli effetti maggiori del cambiamento climatico a situazioni gestibili, vedendoci addirittura delle opportunità da sfruttare: se a luglio e agosto fa troppo caldo, basta farsi un bagno al mare e accendere un po’ di più il condizionatore; e se settembre e ottobre sembrano ancora mesi estivi, allora prolunghiamo la stagione balneare!
Non parliamo poi dei tentativi di sminuire il problema adducendolo ad altre cause, come la retorica dei bei vecchi tempi in cui i comuni pulivano i tombini e gli alvei dei fiumi evitando così quelle esondazioni sempre più frequenti e pericolose. Finora, abbiamo potuto mettere la testa sotto la sabbia, deridendo i profeti di sventura che da anni denunciano i rischi di sovraccaricare il clima di sostanze climalteranti, continuando a vivere felice e contenti.
Il DANA che ha colpito Valencia ha ribaltato completamente la situazione, almeno per noi che abbiamo sempre vissuto nella parte ‘giusta’ del mondo. Nulla che sia “già successo”, nulla di gestibile o risolvibile con qualche tecnologia più o meno avveniristica, nulla che si possa liquidare con qualche meme idiota sui social network: adesso ‘succede per davvero’. Il cambiamento climatico è reale e combatte contro di noi.
Sì, il cambiamento climatico è reale, negarlo sarebbe da stupidi. Sulla quota di responsabilità attribuibile all’azione antropica si può discutere. Rimane il fatto che non è con le auto elettriche che risolveremo il problema (specie se per ricaricare le batterie l’energia la ricaviamo dalla combustione del petrolio o di qualunque altra cosa…). Quanto a pulire i tombini, manutenere come si deve sponde e letti dei fiumi, ridurre drasticamente la cementificazione del territorio, realizzare velocemente vasche di decantazione nel caso di piene improvvise, queste sono cose che andavano e vanno fatte e sono le uniche che dipendono solo dalla volontà politica di attuarle.
Per ‘discutere’ Danilo bisognerebbe conoscere bene l’argomento di cui si parla, e purtroppo vedo solo ‘discussioni’ sulla questione fatte da gente che non ne sa niente e lo fa solo per opportunismo politico.
Questo dovrebbe aiutare:
https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:ESSD_Radiative_Forcing_1750_to_2022.png
Paradossalmente, man mano che riduciamo l’inquinamento dovuto ai cosiddetti aerosol, vediamo sempre meglio quale effetto abbiano i gas serra che emettiamo.
A chi voglia approfondire quale peso abbiano le nostre emissioni consiglio di studiare attentamente il “radiative forcing”.
Infatti le ipotesi di geoingegneria (quelle vere, non complottistiche) si basano sull’idea di spruzzare a aerosol nel cielo. Peccato che siano tossici per la salute umana e che in in certi casi compromettano la fascia di ozono.
A proposito di quello che dicevamo sugli aerosol:
Before 1970 there was a period of slight global cooling due to a rapid increase in reflective aerosol particles being added to the atmosphere, also due to burning fossil fuels.
The onset of clean air policies introduced in the 1960s in many western countries reduced this cooling influence.
https://www.sciencealert.com/earth-is-heating-up-at-the-fastest-rate-ever-recorded-evidence-suggests
Gli aerosol hanno un comportamento molto più imprevedibile di quello dei gas serra, quindi è difficile formalizzarli nei modelli climatici. Credo che questo sia il primo modello climatico in assoluto, realizzato da Wallace Broecker nel 1975: diventa sempre più preciso con il passare del tempo proprio perché si riduce l’influenza degli aerosol
https://skepticalscience.com/lessons-from-past-climate-predictions-broecker.html
Anche i modelli dei consulenti scientifici della ExxonMobil, di pochi anni successivi, si sono rivelati sorprendentemente accurati:
https://www.science.org/doi/10.1126/science.abk0063
Non capisco come si possa continuare a negare o sminuire l’evidenza.