Stop 5g? Ok, ma…

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Chi fosse interessato a conoscere la mia opinione sul 5g e più in generale sui rischi legati al cosiddetto elettrosmog, può consultare i seguenti link, che rispecchiano le mie posizioni sul tema:

un articolo di Luigi Campanella pubblicato sul La Chimica e la Società riguardante i possibili danni per la salute derivanti dall’uso del cellulare e dai campi magnetici in generale;

una ricerca condotta dall’Istituto Ramazzini sull’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (RFR) prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile;

la presa di posizione del Movimento per la Decrescita Felice riguardo all’implementazione della tecnologia 5g nel nostro paese.

Tale premessa è necessaria per spazzare via preventivamente qualsiasi illazione, dal momento che, purtroppo, devo constatare alcune pericolose degenerazioni in cui stanno incorrendo gran parte delle campagne contro il 5g, a causa soprattutto di alcuni attivisti sul Web tanto iperattivi quanto avventati (per usare un eufemismo). E’ a loro che vorrei rivolgermi direttamente, esprimendo le mie principali preoccupazioni.

  • il fine non giustifica mai i mezzi, specialmente quando sono di una bassezza infima. Fatico a credere che non vi accorgiate delle palesi fake news che spesso e volentieri vengono diffuse sui social network, solo perché ritenute utili alla causa.
  • pur ammettendo che, nelle aree urbane, talvolta la rimozione di alberi possa essere realmente dovuta alla collocazione di antenne 5g, resta il fatto che la principale causa di distruzione del verde pubblico è la speculazione edilizia, fenomeno per altro in corso da svariati decenni. Chi si è accorto solo ora del problema, allarmato dai presunti rischi per la salute derivanti dalle tecnologie telefoniche di quinta generazione… beh, lo trovo sinceramente abbastanza patetico.
  • molte persone che ritengono di subire disturbi da elettrosensibilità farebbero meglio a verificare se questi non siano dovuti, magari, a qualche altra forma di inquinamento ambientale di cui c’è molta più certezza sugli effetti negativi.
  • Vi riconoscete in meme di questo tenore? (vedi immagine sottostante). Allora, oltre a a non capirci nulla di ecologia, avete completamente perso il senso della realtà. Il Business As Usual può sopravvivere benissimo senza 5g e, alla bene e peggio, addirittura senza trasmissioni wireless (l’ha fatto per almeno 150 anni), per quanto iperbolico sia il giro di affari che ci gira intorno; senza combustibili fossili, invece, è a rischio l’esistenza stessa della società industriale così come la conosciamo. Molto facile, quindi, capire quale delle minacce  – stop al 5g o ai combustibili fossili – sia più pericolosa per il ‘sistema’.

  • in definitiva, se non inserirete la questione del 5g in una visione ecologica, declinandola all’interno di una gerarchia di priorità, finirete per trasformare un problema reale in una gigantesca arma di distrazione di massa. In tal caso, anche quando vi sembrerà di aver raggiunto qualche traguardo, sappiate che, alla lunga, porterete solo acqua al mulino dei vostri nemici dichiarati.

(Fonte immagine in evidenza: New York Times)

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

2 Commenti

  1. Igor, non ho le conoscenze necessarie per parlare della 5ft Generation nelle reti di telecomunicazioni per quanto riguarda l’impatto sulla salute umana ma, come dicevi, a tale riguardo sul WEB sono dette tante cose senza senso e completamente campate in aria.
    Ma la 5ft Generation nelle reti delle telecomunicazioni avrà un impatto devastante sulla vita di tutte le persone per quanto riguarda la privacy e la sicurezza: però di questo sul WEB non se ne parla mai!
    “Il 5G è teoricamente qualcosa di eccezionale, ma da più parti se ne sottolinea anche la sua invasività. Una rete in grado di collegare davvero ogni cosa può mettere a rischio la privacy delle persone e, in assenza delle necessarie misure di controllo, prevenzione e trasparenza, il problema potrebbe essere gravoso e pervasivo. Ogni oggetto connesso può raccogliere dati che aziende potranno utilizzare senza che l’utente ne sia davvero al corrente: le potenzialità dei big data sarebbero surclassate dai pericoli del Big Brother, ampliando così la zona grigia che circonda una tecnologia di tale portata. Inoltre, se i produttori non sapranno garantire un elevato standard di sicurezza ogni dispositivo connesso potrebbe essere potenzialmente utilizzato da cracker per attività illecite, mettendo potenzialmente a rischio le persone.” In un articolo di Filippo Vendrame ( all’indirizzo https://www.webnews.it/speciale/5g/ )
    Diceva infatti un grande antropologo a metà del secolo scorso (in un periodo in cui certi mezzi di comunicazione erano inimmaginabili):
    “Il rischio del nostro tempo è quello che potremmo definire di iper-comunicazione, cioè la tendenza a sapere perfettamente, in un dato punto della terra, quel che succede in tutte le altre parti del globo.”
    Claude Levi-Strauss, Mito e significato, NET Nuove Edizioni Tascabili il Saggiatore, 2002, pag. 34
    Cordiali saluti

    • Ciao Armando, posso solamente constatare che, diffondendo in Rete un sacco di fake news e scemenza varie, tutte le problematiche reali verranno inevitabilmente sviate e sottovalutate. E di questo bisognerà ringraziare tanti di questi attivisti-fanfaroni.

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