Igor Giussani e Manuel Castelletti parlano di decrescita e sovrappolazione su DFSN-TV, cercando di distinguere le problematiche reali dalle mistificazioni.
Igor Giussani e Manuel Castelletti parlano di decrescita e sovrappolazione su DFSN-TV, cercando di distinguere le problematiche reali dalle mistificazioni.
Purtroppo ho grossi problemi di collegamento, con la mia “chiavetta”, per cui non sempre riesco a vedere i filmati.
Abito in una zona dove la ricezione è piuttosto scarsa: una delle bellezze del vivere isolati.
Dunque, ahimè, posso solo intuire il contenuto della vostra conversazione.
Non so se lo avete già sottolineato ma il sovrappopolamento, decisamente abnorme e insopportabile per gli equilibri del pianeta e della convivenza umana, ha molteplici “effetti collaterali”.
Uno di essi riguarda la geolocalizzazione.
Infatti assistiamo a fenomeni di spopolamento delle campagne e concentrazne in grossi centri urbani.
Se noi utilizziamo strumenti come Google Earth o qualche applicazione GIS possiamo renderci conto, anche visivamente, del pesante inurbamento.
Alcuni giorni fa ho avuto un vivace contradditorio con un’ esponente del movimento contro l’ampliamento della discarica di Tersigno.
Costei osservava che lo Stato è inadempiente, non tiene conto delle esigenze dei cittadini, li costringe a respirare i miasmi dei rifiuti in decomposizione.
Cose vere e anche condivisibili ma, tanto per iniziare, come è possibile avere una concentrazione così pesante alle falde del Vesuvio, quando si sa che questo vulcano è solo quiescente ma non spento?
Misurando la distanza sul fotoaereogramma si evince che dalla bocca del vulcano ai primi insediamenti ci sono 3,8 km in linea d’aria.
Notare che Pompei, distrutta nel 79 d.c. dalla nube piroplastica, è oltre i confini di Tersigno.
Il secondo problema che ho sottoposto alla mia interlocuttrice è stato: ” ok, no all’ampliamento della discarica ma qualcuno quei rifiuti li produce!”
Allora, ho concluso, forse, piu’ che protestare per la discarica, il problema va affrontato in modo sistemico.
E’ la maniera di pensare la nostra “civiltà”, il modo di essere, di consumare che produce mostruosità; varianze che nessuno sa come gestire se non con elevati costi sociali.
Per contro, oltre la cintura Partenopea, c’è il deserto, lo spopolamento totale.
Questo fenomeno non riguarda solo il napoletano: è presente in tutto l’appennino che, a sua volta, assieme all’arco alpino, rappresenta il 75% del territorio nazionale.
Allora la domanda di fondo può essere la seguente: perchè la gente si concentra nelle grandi città e abbandono buona parte del territorio disponibile?
Le ragioni sono abbastanza note: la crisi agricola, iniziata con l’Unità d’Italia ed esplosa a metà del ‘900 con la forte meccanizzazione del lavoro dei campi.
L’attrattiva esercitata dallo sviluppo industriale delle regioni del nord e via dicendo.
Da notare che il fenomeno non è certo solo italiano: lo si può rintracciare pressochè su scala planetaria.
Allora, non solo siamo in troppi ma anche male distribuiti.
Per sfamare il pianeta bisogna ricorrere alle coltivazioni intensive: soprattutto per gli allevamenti del bestiame.
E’ noto, e non mi soffermo, che per produrre una bistecca di 150 gr. occorrano tremila litri di acqua e il disboscamento di centinaia di migliaia di ettari di foreste per fare posto alla produzione di foraggio.
La conclusione, direi ovvia è che se l’economia non può crescere all’infinito, parimenti non può esserlo nemmeno l’incremento demografico.
Peccato che non riesca a vedere il filmato……