La globalizzazione è uno dei fenomeni sociali moderni più banali, marcati e, a volte, discussi. Il consumo di merci prodotte agli antipodi non ci sorprende più e ci sembra un diritto irrinunciabile. La capacità di produrre al prezzo piu` basso possibile nei paesi con il minor rispetto ambientale e dei lavoratori rimane al primo posto nei sogni di quasi tutti gli imprenditori. Poi, per esigenze cosmetiche e per sembrare moderni, ci mettiamo a posto la coscienza se il contenitore del prodotto blatera la parola magica “sostenibile”. Tutti dal politico da strapazzo che si trova a governare al momento, fino alla massaia pseudo-educata, ci impastiamo ormai continuamente la bocca di chiacchiere sostenibili senza aver la più pallida idea del peso di tale concetto se esso dovesse essere preso veramente sul serio.
Ma basterebbe guardarci intorno un attimo per vedere che:
- i costituenti di base della materia e della vita (atomi, molecole, cellule, organi…) interagiscono solamente con ciò che si trova nelle loro immediate vicinanze, eccezzion fatta per le radiazioni elettromagnetiche e la forza di gravità (entrambe necessarie per l’esistenza della vita stessa)
- nessun essere vivente eccetto quello umano si porta dietro alcun possesso o utilizza beni od oggetti prodotti ad una distanza più grande di quella che potrebbe coprire da solo con le proprie forze.
Tali osservazioni di base ci illustrano il funzionamento dell’ambiente in cui viviamo, prodottosi in milioni di anni di equilibrio tra i vari flussi esterni di energia ed interni di energia e materia del nostro pianeta.
Ovviamente i singoli esseri non sono per nulla isolati ed agiscono in ambienti che interagiscono tra loro ma che al tempo stesso non accumulano nulla che non sia necessario in un ciclo bilanciato e localmente autosufficiente.
A qualunque scala di ingrandimento la si voglia guardare, la Natura ci mostra come tutti i suoi costituenti siano localmente autosufficienti nel senso di poter sopravvivere esclusivamente in base alle forze e capacita` presenti al loro livello. Ad esempio un insetto può sfruttare per il suo sostentamento le foglie cadute dagli alberi ma non andra` in cerca di foglie ad una distanza che non può coprire con le sole energie ottenute dalle foglie stesse e poi il suo corpo andrà a far parte di ciò di cui la foresta stessa si nutre. Il raggio d’azione dell’insetto, limitato dalle sue intrinseche capacità, definisce una dimensione locale all’interno della foresta. La foresta poi interagisce con agli ambienti circostanti a livello climatico e facendo uso solamente delle energie da essa stessa accumulate, ad esempio in termini di umidità dell’aria, semi che possano essere rilasciati nel vento, materiale che possa essere scaricato in un fiume che ci passa attraverso. Infine tali ambienti interagiscono tra loro a livello planetario producendo un bilancio equilibrato delle sostanze presenti nell’atmosfera, nei mari e negli strati geologici, cioé nei flussi macroscopici del pianeta che in ultima analisi sono possibili solamente grazie all’energia ricevuta dall’esterno dal Sole ed irradiata verso l’esterno nello Spazio.
L’esistenza di una sostenibilità ed autosufficienza ad ogni livello dell’ambiente naturale può essere definita Sostenibilità Frattale prendendo a prestito dalla matematica il concetto dei frattali, cioé di quelle strutture che si ripetono ad ogni scala per quanto infinitamente piccola la si voglia guardare.
Ecco che, volendo applicare tale concetto per cercare di bilanciare il nostro modo di vivere, si capisce come la globalizzazione che stiamo mettendo in atto oggi é una aberrazione e andrebbe corretta creando micro attività locali autosufficienti che contribuiscano a società autosufficienti che garantiscano ciascuna individualmente e separatamente l’autosufficienza e sostenibilità globale del pianeta. Ogni deviazione da tale regola costituisce uno sbilancio che, se contabilizzato a dovere, comporta un costo superiore al beneficio energetico prodotto, cioé uno spreco, ovvero una produzione di Entropia superiore al minimo necessario.
Il concetto di Sostenibilità Frattale qui proposto costituisce perciò una regola applicativa perfettamente compatibile con il principio di minimizzazione della produzione di Entropia: due elementi essenziali per la conservazione dell’ambiente ad ogni livello e dimensione.
E’ “solo” un cavolfiore.
Ma tutte le volte che lo colgo nell’orto sprofondo in mille pensieri.
http://www.florablog.it/2011/02/03/una-galleria-fotografica-del-cavolo/
E` una delle piante piu` belle !
Lo sai che le sue spirali sono organizzate secondo la serie di Fibonacci ?