Riattivare il nucleare o i cervelli?

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In questa spirale di odio e violenza che sembra decisamente presagire alla terza guerra mondiale e verso la quale, benché ci sarebbe molto da dire, ora come ora riesco solo a reagire con un triste quanto dignitoso silenzio, non posso fare a meno di destarmi per il DDL del parlamentare di Forza Italia Claudio Fazzone, il quale si propone non solo di costruire nuove centrali atomiche in Italia, ma addirittura di riattivare quelle dismesse dopo il referendum del 1987. Una cazzata di proporzioni bibliche che mi ha quasi fatto tornare il buon umore.

Le quattro centrali in questione (Caorso, Trino Vercellese, Sessa Arunca e Borgo Sabotino) sono in fase avanzata di decomissioning e, come fa fatto notare qualcuno, parlare di riattivazione è semplicemente chiacchiera da bar. L’unità più recente, il reattore BWR di Caorso, risale addirittura al 1978. La dialettica sull’energia (ma forse su tutto, oramai) è giunta al livello del “Cchiù pilu per tutti!” di Cetto Laqualunque.

Insieme all’Intelligenza Artificiale, il nucleare viene additato a miracolo tecnologico destinato a salvarci dal disastro e a iniziare una nuova era di prosperità. Se non altro, la AI è una tecnologia realmente nuova, mentre l’atomo ha alle spalle oramai più di 70 anni di promesse tradite. Riattiviamo una buona volta i cervelli, prima che sia troppo tardi, e abbandoniamo pericolosi asili mentali.

Immagine in evidenza: centrale nucleare di Caorso

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

8 Commenti

  1. Ti commento anche questo tuo ultimo breve articolo in modo benevolo e senza un briciolo di polemica, proprio in segno di stima per quello che scrivi.
    Già pensare ad un ritorno al nucleare come soluzione al fabbisogno energetico nazionale era una boutade che aveva poco senso. Eppure venne sostenuta da una buona fetta della politica, nonché da rappresentanti del governo Draghi, come l’allora ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Per bypassare il referendum che aveva messo al bando in Italia il nucleare si cominciò a parlare insistentemente di nucleare di nuova generazione, che sarebbe sicuro e facilmente gestibile anche senza il ritorno a megastrutture.
    A dimostrazione che il governo attuale, quello che dovrebbe essere caratterizzato dal “sovranismo” della destra, agisce in realtà in perfetta continuità col precedente e in totale ubbidienza con le direttive UE, non c’è solo la sciocchezza da te sottolineata ed espressa dal DDL del parlamentare Claudio Fazzone. Ad esempio Martedì 5 marzo, la Commissione Ambiente della Camera ha deciso di condurre un’indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare per la transizione energetica in Italia, ovvero per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione entro il 2030 e della neutralità climatica entro il 2050. Solo i membri della maggioranza hanno votato a favore, mentre i rappresentanti del Partito Democratico (PD/S&D), del Movimento 5 Stelle (M5S) e dell’Alleanza Verdi Sinistra si sono astenuti. Mi pare evidente che si sta tentando di far rientrare dalla finestra quello che era stato cacciato dalla porta e questo avviene soprattutto perché “ce lo chiede l’Europa”, alla quale non va giù che L’Italia sia attualmente l’unico Paese del G7 a non avere centrali nucleari in funzione.
    Cambiando solo apparentemente discorso ma rimanendo in sintonia con l’introduzione del tuo articolo sottolineo qui un’altra cosetta che si vorrebbe fare perché “ce lo chiede l’Europa”.
    Parlo della corsa al riarmo e all’ampliamento degli organici militari. A spingere su questo ci ha pensato il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Cavo Dragone, il quale agisce in concerto col ministro della difesa Crosetto. Secondo l’ammiraglio stanno crescendo gli impegni e le criticità internazionali, e gli attuali effettivi non bastano, servono più soldati. Queste cose sono state dette dall’ammiraglio in audizione alle commissioni difesa congiunte di Camera e Senato. “Visti i vari fronti in cui siamo impegnati, dal Medio Oriente al fianco est della Nato, al Mediterraneo allargato, all’operazione Strade sicure in Italia, c’è bisogno di almeno altre 10mila unità aggiuntive in futuro” ha infatti affermato l’ammiraglio. C’è già una prima soluzione proposta d’accordo con Crosetto, ovvero “l’attivazione di una riserva ausiliaria dello Stato, costituita da personale proveniente dal mondo civile e da pregressa esperienza militare”. Questa soluzione vedrebbe la possibilità di impiegare i riservisti “in tempo di guerra o di crisi internazionale, così come in caso di stato d’emergenza deliberato dal Governo”.
    In conclusione dico solo che se il ritorno al nucleare rimarrà probabilmente una scemenza da riporre nel cassetto, il riarmo e l’aumento della spesa militare indotti dai venti di guerra che soffiano sempre più consistenti avranno purtroppo un seguito, a meno che non si riesca mozzare al serpente la testa.

    • L’infatuazione nucleare dell’autosufficienza energetica illimitata è assolutamente trasversale, politicamente parlando: fascisti, centristi, liberisti, comunisti… comunque, si tratta di un argomento che conosco abbastanza e sul quale credo di essere arrivato ad alcune conclusioni (qui per una disamina completa https://apocalottimismo.it/nucleare-tra-mondo-reale-e-minecraft/).
      In sostanza, nei paesi del G7 oramai il l’atomo ha finito (e da parecchio tempo) qualsiasi spinta propulsiva, i nuovi progetti sono stati dei fiaschi dai costi gonfiati e si cerca per lo più di prolungare la vita operativa dei reattori. I reattori modulari, unità piccole e dai costi sulla carta più contenuti (cosa oggi per altro molto lontana dal vero), sembrano più che altro specchi per le allodole.
      Per uno sviluppo atomico di una certa entità servono un sistema energetico monopolizzato dallo stato e una filiera militare accorapata a quella civile che si faccia carico di una parte delle spese e degli onerei tecnici. E’ stata la ragione del successo francese di un tempo e di quello russo oggi. Oggigiorno, un piano nucleare in tempi dignitosi (sulla decina d’anni) lo può assicurare solo la Russia, che ha fornito tecnologia atomica a paesi ‘emergenti’ come Egitto, Turchia, Bangladesh, Iran, Bielorussia (c’è da aspettarsie che presto seguiranno anche un arsenali atomici militare); oltre che ad India e Cina. Se guardiamo agli stati che hanno iniziato l’esperienza atomica solo nel XXI secolo, su 18 progetti realizzati o in fieri ben 14 sono russi.

      “In conclusione dico solo che se il ritorno al nucleare rimarrà probabilmente una scemenza da riporre nel cassetto, il riarmo e l’aumento della spesa militare indotti dai venti di guerra che soffiano sempre più consistenti avranno purtroppo un seguito, a meno che non si riesca mozzare al serpente la testa.”

      Non ho capito bene che cosa intendi con l’ultima espressione, ho paura che la questione sia molto più complessa di come (credo che) la presenti. La UE ha tantissimi difetti, ma se oggi si dissolvesse l’unica cosa che accadrebbe è che alcuni stati finirebbero sotto l’orbita USA e altri sotto quella russo-cinese. Ci vorrebbe un grande movimento internazionale che prendesse atto della necessità di abbandonare un sistema economica che sta trascinando l’umanità nel baratro del disastro ecologico e sociale e che si battesse per il disarmo universale, ma non vedo nulla di vagamente simile. Vedo quasi esclusivamente gruppi che si battono per le ragioni di guerra degli uni o degli altri e pripugnano il disarmo in maniera estremamente selettiva (per usare un eufemismo). Anche perché non si vuole prendere atto di alcune realtà decisamente scomode.
      Per non parlare sempre e solo della Russia: le azioni militari in Yemen contro i cosiddetti ribelli Houti sono illegali e criminali, in quanto prive di qualsiasi mandato internazionale. Tuttavia, non si può fare finta di ignorare che gli Houti sparano missili balistici e usano droni da combattimento (quindi non razzi Kassam o altre armi improvvisate in stile palestinese) contro navi mercantili solo di certe nazioni; e sappiamo benissimo chi li arma. Insomma, era molto più semplice coalizzarsi in difesa della pace 20-30 anni fa, quando sostanzialmente c’era un solo grande imperialismo internazionale. Oggi che ce ne stanno emergendo molteplici mi sembra che l’atteggiamento generale sia schierarsi con questo o con l’altro.
      Comunque, non sono favorevole ad aumento di spese militari o a piani di guerra, ma a una forza europea congiunta che superi gradualmente la NATO sì (anche perché l’elezione di Trump potrebbe renderla obbligata).

  2. “…a meno che non si riesca mozzare al serpente la testa.”
    Non ho capito bene che cosa intendi con l’ultima espressione, ho paura che la questione sia molto più complessa di come (credo che) la presenti.
    La questione non è complessa, anzi è molto semplice. Gli attuali vertici UE propongono un riarmo diffuso e prospettano come possibile un conflitto Russia-NATO. Lo fanno disinvoltamente con un’incoscienza disarmante, perché un conflitto Russia-NATO vuol dire terza guerra mondiale con la quasi certezza dell’uso dell’arma atomica. È una prospettiva da “dottor Stranamore”, traducendo per chi non coglie il riferimento col celebre film di Kubrick del 1964, è una prospettiva da pazzi e quando non si vuole che le nostre vite dipendano da pazzi fuori di testa bisogna metterli fuori gioco, possibilmente. Per cui tagliare la testa al serpente vuol dire buttare fuori dall’agone politico gli attuali vertici UE. Senza questo repulisti una forza europea congiunta è solo funzionale ad una escalation bellica, oltre che all’impoverimento ulteriore dei cittadini europei che la dovranno finanziare.

    • I pazzi guerrafondai sono anche dall’altre parte dell’Europa, Danilo. Putin non è mica scemo, quando ha invaso l’Ucraina sapeva benissimo quali reazioni ciò avrebbe comportato. La coscrizione obbligatoria di 150.000 cittadini firmata da lui ieri e il discorso del patriarca Kiril sulla guerra santa contro l’Occidente satanico sono la chiusura del cerchio.

  3. In risposta a Paolo. Ho letto l’articolo che hai linkato, ma già conoscevo il punto di vista di Pichetto Frattin… lui è il classico ministro “ignorante”, come del resto la quasi totalità dell’attuale governo. Ignorante nel senso che non sa di cosa parla e dice quello che i suoi sottosegretari e porta borse gli suggeriscono di dire. La mia impressione, ma posso sbagliare, è che questa nuova apertura al nucleare di quarta generazione sia una cosa che i nostri politici fanno sotto dettatura della UE, non tanto perché credano realmente in una fattibilità a breve. La questione è sempre la stessa ed è vecchia di almeno 30 anni. Il problema non è provvedere alla domanda di energia con investimenti sul nucleare di quarta generazione. Il problema è ridurre la domanda di energia da parte della popolazione ed accettare di vivere con un fabbisogno energetico ridimensionato. Ma per far questo bisognerebbe entrare nel merito dello stile di vita della gente e fare scelte impopolari e assolutamente contro corrente. Con una campagna di comunicazione capillare la popolazione italiana potrebbe vivere tranquillamente col 30% in meno di consumo pro capite di energia. E non è un’utopia, è una scelta di vita che va anche nel senso della tutela dell’ambiente. Io già lo faccio e non ho alcun problema, quindi è possibile, ma è una rivoluzione culturale che non è nelle corde né nell’immaginario che popola le teste della popolazione occidentale. Ed ahimé nemmeno di quella orientale o del sud del mondo.

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