Rapporti interpersonali reali e virtuali

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   Fateci caso: già da tempo, tutte le volte che in TV appare pubblicità di cellulari, smartphone, palmari e simili ne vengono esaltate le capacità di connettersi in rete tramite vari social network potenzialmente ad ogni ora del giorno e della notte (ormai le e-mail vengono considerate sorpassate).

   Indiscutibilmente la tecnologia in questo campo ha fatto passi da gigante, tanto che ormai chiunque abbia un computer, un cellulare o uno smartphone non riesce nemmeno ad immaginarne un utilizzo privo di collegamento ad internet.

   Niente di male per carità, tutti ormai usiamo internet (il solo fatto di pubblicare questo articolo ne è la prova lampante). Però, guardando tutte queste réclame, sembra che qualcosa non quadri. Ma che cosa?

   Sono le scene che vengono riprodotte in queste pubblicità ad essere fondamentalmente fuorvianti: vengono sempre rappresentati gruppi di amici (obbligatoriamente solo giovani, belli e sorridenti) che si trovano insieme e utilizzano questi piccoli gioielli tecnologici, immersi in atmosfere conviviali, rassicuranti ed allegre, in ogni caso atmosfere “calde”  ricche di contatti umani, o che comunque li promettono. Possono cambiare magari le ambientazioni a seconda della stagione o della marca, ma fondamentalmente è la stessa cosa.

   E’ questo l’errore di fondo: mettere sullo stesso piano i rapporti interpersonali dal vivo e quelli virtuali tramite internet. Come dire che vedersi e scambiarsi messaggi tramite Facebook o una videochat sia la stessa cosa che vedersi in un pub e bersi una birra insieme.

   Queste nuove tecnologie offrono davvero possibilità impensabili fino a pochi anni fa. Io stesso ho amici che hanno trovato i loro partner tramite ICQ, o altri di nazionalità straniera che dall’Italia possono vedere e sentire i propri parenti purtroppo lontani in videochat quando vogliono, anziché solo – che so – una volta all’anno, quando possono andare a trovarli. E’ bello per esempio poter fare una partita a scacchi indifferentemente contro un altro italiano o un neozelandese tutte le volte che se ne ha voglia.

   Ma é sbagliato far passare il concetto che questi tipi di contatti possano rimpiazzare i rapporti interpersonali, poiché dovrebbero solo esserne un complemento. Stabilire e mantenere un rapporto reale con un altro non é cosa facile: occorre confrontarsi, scambiarsi opinioni e di tanto in tanto pure litigare. Un rapporto virtuale é per definizione freddo, e richiede molti meno sforzi che un rapporto in carne ed ossa. Se ti stufi di chattare con una persona (che magari ti ha fornito generalità fasulle o alterate), basta cliccare e cancellarla dalla tua lista di “amici”, ma con una persona in carne ed ossa non si può. Incontrare di persona qualcun altro comporta il fatto che il tuo interlocutore a sua volta dentro di se ti giudica e ti osserva, come lo fai tu del resto.

   In conclusione: internet e i social network offrono possibilità e comodità prima impensabili, ti permette nuove ed innumerevoli forme di svago, così come offre la possibilità di contattare chiunque e di mantenere contatti con persone care e lontane. Ma quando (per fare un esempio)si usa Facebook per scambiare messaggi con persone che abitano nella tua stessa città, allora mi chiedo: non sarebbe meglio mettersi d’accordo per uscire di casa ed andare tutti in pizzeria?

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Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola, mi sono sposato e trasferito nelle Marche. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità che per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere sostenitore della decrescita già molto tempo prima di aver conosciuto il termine.

2 Commenti

    • Mi sa che sono proprio io! Se non sbaglio ero in quarta scacchiera, ed abbiamo giocato in quel seminterrato se ricordo bene… Per qualche anno sono stato iscritto al gruppo scacchistico di Cattolica… Pensa tu la combinazione!

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