Le famigerate ‘scie chimiche’ sono un argomento che mi mette molto a disagio, perché crea una situazione tipica dove, con tutta la buona volontà possibile, è praticamente impossibile un confronto non dico costruttivo ma di qualsiasi genere. Cosa si può ribattere a chi sostiene che tutta la scienza del clima è solo un cavallo di Troia per un gigantesco complotto volto a dominare il mondo (oppure che il tuo cervello è oramai irrimediabilmente fottuto dall’assunzione di alluminio e bario disperso intenzionalmente nell’atmosfera)? Ovviamente, se ciò fosse vero, bisognerebbe chiedersi perché mai, essendo il modello economico dominante ecologicamente sostenibile, le super élite mondiali invece di continuare beatamente ad arricchirsi preferiscano disperdere veleni mettendo a rischio in ultima analisi la loro stessa incolumità. Tali élite da una parte sarebbero talmente potenti da ordire un’impensabile congiura dei cieli, dall’altra totalmente incapaci di sfruttare a dovere il loro impero mediatico, il quale dedica al global warming uno spazio marginale rendendolo una preoccupazione minoritaria presso l’opinione pubblica, invece di farne un’ossessiva arma di distrazione di massa. E gente come i vituperati fratelli Koch, magnati della chimica foraggiatori del peggior negazionismo climatico, andrebbe invece annoverata tra i benefattori dell’umanità che contrastano le trame occulte della loro super-classe?
Neanche il rasoio di Occam, ovviamente, è utile con le scie chimiche. In questa sede non voglio confutare questo fenomeno mediatico – in Rete potete trovare ottimi siti anti-bufale – bensì cercare di rispondere a un interrogativo molto semplice: che cosa spinge delle persone per lo più ‘normali’, generalmente anche abbastanza istruite e ragionevoli sentendole parlare di altre tematiche, a credere in una simile montatura?
Qualcuno tirerebbe in ballo tutta una serie di ‘evidenze’, addirittura ricerche che sono state accolte da riviste scientifiche operanti con la peer review, come un articolo di J. Marvin Herndon pubblicato sull’indiana Current Science. Leggendolo sorgono però seri dubbi sull’autorevolezza di questa testata (nonché dei revisori di Herndon) per l’eccessiva disinvoltura concessa all’autore, che ad esempio se ne esce con questa affermazione:
utilizzando come riferimento bibliografico per suffragarla dei link a siti di scie chimiche statunitensi! Ma Herndon fa anche di peggio, quando riporta delle foto scattate personalmente presentandole come chiari esempi di “geoingegneria clandestina”, senza ulteriori precisazioni e scadendo nell’autoreferenzialità più assoluta:
In definitiva, se questo articolo prova qualcosa sono le falle nelle dinamiche dell’editoria scientifica e della revisione paritaria, nient’altro.
Anche la politica ha contribuito ad avvalorare l’esistenza delle scie chimiche. Il parlamento italiano ha discusso più di dieci interrogazioni parlamentari sul tema (provenienti da tutto l’arco parlamentare, tra cui spiccano nomi eccellenti come Antonio Di Pietro e Domenico Scillipoti – la cui figura è evidentemente da riabilitare, al pari dei fratelli Koch), ma l’argomento ‘decisivo’ sono alcuni progetti militari realmente esistenti (quello HAARP viene citato insistentemente) interessati alla manipolazione delle onde radio e radar. Per inciso, la ricerca militare, diversamente da quella accademica, è molto più pratica e si fa meno scrupoli di fondatezza scientifica: ha notoriamente sovvenzionato ricerche sugli ufo e darebbe credito anche chi si proponesse di controllare il clima o altre diavolerie, purché il risultato fossero tecnologie impiegabili sul campo, non importa se attinenti o meno con le motivazioni originarie degli studi. In ogni caso, tutte queste ragioni, per quanto possano servire a spiegare parzialmente l’attaccamento a questa stravagante teoria, mi sembrano decisamente insufficienti.
Qualche giorno fa, su di un gruppo Facebook ho trovato un link a un sito sulle scie chimiche e per curiosità l’ho cliccato. Nella homepage ho trovato questa foto, presentata come immagine satellitare della NASA:
Anonimo: Beate le poche regioni del sud che almeno oggi l’hanno scampata.
Sul nord è stato veramente uno stillicidio !!!
MB: sono tre giorni che nel polesine c’e pieno e stra pieno di sci dalla mattina alla sera . uno spettacolo indecente.
confermo male alla testa e forte bruciore agli occhi
Anonimo: A Firenze tutti i giorni da anni!!!
RB: da Fano Marche….sono sotto cortisone.
Saluti
Sono anni che lo osservo ed è evidentissimo.
In inverno poi è clamoroso come vengono bloccate le nevicate che potrebbero
arrivare fino a bassa quota ….
Per onor di cronaca vi dico solo che in Piemonte c’è stata una breve pausa delle irrorazioni circa 10 giorni fà in concomitanza con l’adunata nazionale degli alpini, caso vuole che per quell’evento partecipassero alla sfilata: il ministro della difesa, il capo di stato maggiore, sindaci quali Fassino e presidenti vari di regioni e province…
LRB: Perché non facciamo qualcosa? Muoviamoci
nessuno fa nulla perchè è più facile mentre avere idee e renderle vere fa paura
io sto a letto con febbre a 38!!!!
A molti questi commenti ispireranno al più compassione, ma per chi come me è interessato agli studi sulla percezione e sulla costruzione sociale della realtà risultano di estremo interesse. Malgrado l’assurdità scientifica, il modello delle scie chimiche ti permette una lettura coerente della realtà, con cui gente semplice – ma non solo, avendo appena visto un ricercatore con tanto di PhD in chimica nucleare ricorrere alla stessa logica – riesce a spiegare esaurientemente le ragioni del propria asma, della scarsa qualità dell’aria della sua regione, delle anomalie climatiche. Chi scrive nei commenti vede reticolati sospetti nei cieli ed è capace di descriverli nella loro evoluzione temporale; e se il giorno della festa degli alpini il cielo è terso, attraverso questa chiave di lettura è molto semplice elaborare correlazioni stravaganti come il desiderio della NATO di preservare la salute di Fassino, degli altri politici e dei militari dalla penna nera (per altro presa di mira tutti gli altri 364 giorni dell’anno). E’ un fenomeno che non si può liquidare a semplice ignoranza, richiama per certi versi la psicologia della Gestalt e i suo studi sulla percezione.
Triangolo di Kanizsa, un classico della psicologia della Gestalt: a seconda degli schemi percettivi, persone differenti elaboreranno diverse visioni della medesima immagine. (fonte: Wikipedia)
Similmente, un sostenitore delle scie chimiche non vede lo stesso cielo di un suo contestatore (date uno sguardo a questo video!). Un ulteriore elemento di ‘verosimiglianza’ deriva dal fatto che la climatalogia e la scienza dei limiti dello sviluppo non sono capaci di altrettatanta ‘accuratezza’. Persone apparentemente antitetiche ai ‘complottisti’, cioé i vari paladini progressisti della scienza – a cui si aggiungono gli Zichichi e i Rubbia di turno – biasimano continuamente l’incapacità di ‘predizioni climatiche’ credibili e verificabili e l’IPCC per descrivere le complesse interazioni tra le molteplici variabili che influiscono sul clima ha dovuto redigere un documento di ben 1500 pagine. Le tesi del complotto e del progresso si digeriscono molto più agevolmente e, soprattutto, dispensano maggiori certezze, al modico prezzo di accettare un paio di sconclusionatissimi assiomi di base. La ragione per cui ciò avviene mi pare ovvia, siamo di fronte non a fatti scientifici ma ad atti di fede (quindi granitici), atteggiamento che i progressisti denuncianti il dilagare della ‘cultura antiscientifica’ condividono con i complottisti.
Esiste poi un’altra ragione, ancora più profondamente radicata nella psiche, che rende le scie chimiche molto avvincenti. Malgrado l’apparenza inquietante, la teoria del complotto presenta caratteri molto rassicuranti. Perché nel mondo esistono tanti gravi problemi ambientali e sanitari? Forse perché il nostro modello di sviluppo è intrinsecamente insostenibile? No, la colpa è di gente malvagia che per la propria brama di ricchezza rovina appositamente il pianeta. Se riuscissimo a rimuoverla dalla stanza dei bottoni rimpiazzandola con persone oneste, tutto si risolverebbe: niente più global warming, inquinamento e anomalie climatiche, problematiche alimentari, malattie croniche, sovrappopolazione… A ciò si aggiunge una buona dose di narcisismo: non fa molto cool l’idea di appartenere a una minoranza di resistenti sfuggita a un esperimento di manipolazione planetaria, depositari di una verità segreta e terribile? Non così terribile poi, se utile per assolverci da certi comportamenti critici.
In una pagina Web che ora non ritrovo più, era riportato l’articolo di un quotidiano italiano dove alcuni proprietari di industrie tessili si difendevano dall’accusa dei militanti di Greenpeace di contribuire alla contaminazione delle acque invitandoli piuttosto a ricercarne la causa nelle scie chimiche. Qui siamo già oltre la consolazione psicologica, si può parlare di vera e propria difesa del business as usual. Abbandonando la coperta di Linus delle scie chimiche siamo obbligati a interrogarci su noi stessi senza scaricare tutte le responsabilità sugli ‘altri’. Aprite gli occhi, mi verrebbe da dire, se non mi scappasse da ridere pensando che si tratta dello slogan principale dei sostenitori delle scie chimiche.