L’On. Luigi Lacquaniti di Sinistra Ecologia Libertà e Simone Zuin, ideatore del sito ” Decrescita Felice Social Network ” presenteranno, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, la prima proposta di Legge italiana che mira in modo organico e strutturato a contrastare il fenomeno dell’obsolescenza programmata e di cui verrà calendarizzata la discussione in Aula a breve.
Tale proposta di legge è una rivoluzione nell’ambito del rapporto tra consumatori e aziende produttrici o importatrici.
Auspichiamo che ne venga dato opportuno risalto, al fine di creare nell’opinione pubblica una consapevolezza che renda difficili eventuali ostacoli alla buona riuscita dell’iter legislativo.
Il testo della Proposta di Legge è scaricabile a questo indirizzo: http://www.camera.it/leg17/126?tab=2&leg=17&idDocumento=1563&sede&tipo
Cos’è l’obsolescenza programmata? Qui un interessante articolo che cerca di spiegarlo: http://www.decrescita.com/news/obsolescenza/
L’accesso alla Sala Stampa non è libero. Chi fosse interessato a partecipare può contattare Roberta Morosini
L’EVENTO SU FACEBOOK CON MAGGIORI INFO: https://www.facebook.com/events/552049321541450/?source=1
La proposta di legge, in realtà, promuove solo campagne di comunicazione per informare i consumatori sulle conseguenze dell’obsolescenza programmata ed ennesimi corsi di formazione “per i giovani” pagati dalle Regioni (Curiosità: ma quanti soldi buttiamo nei corsi di formazione che stanno spuntando ovunque?)…
Davvero non credevo che l’informazione dovesse essere “autorizzata” da una legge. Quindi, probabilmente, avremo un’altra pubblicità tipo questa, promossa dall’agenzia dell’entrate, ci hanno mandato per tutta l’estate, mentre la maggior parte degli italiani era a casa con vacanze ridotte all’andata e ritorno dal mare (http://www.youtube.com/watch?v=lpm_F60LBrM), ma nessun atto pratico che stabilisca un controllo. Della serie: se l’Italia è disorganizzata, Signori, la colpa è solo vostra!
Il loro compito non è quello di abbattere il problema? Di arrivare a dei compromessi con le multinazionali, società, imprese e quant’altro? Di limitare il commercio di quei prodotti che incentivano il consumismo (gli I-phone per esempio? Ne producono uno ogni mese ormai e frotte e frotte di ragazzi, puntualmente, vogliono quello nuovo. Ed intanto, ed è questo il problema maggiore – perché purtroppo il processo della moda ha sempre fatto il suo corso -, aumenta l’acquisto dei prodotti nei discount)?
E poi, dopo l’ennesima pubblicità “promulga parsimonia”, manderanno in onda Media Shopping oppure presenteranno un altro programma dove prenderanno delle persone vestite “non da consumisti” e diranno loro “Ma come ti vesti?” e ne faranno il programma dell’anno, convincendo mucchi di persone stanche e disperate che, se la vita ti va male e non la vedi colorata così come appare in tv, è perché non sei andato a fare abbastanza shopping!
Vedo un governo ipocrita che promuove leggi “mute” e, nello specifico di questo caso, continua a fare gli interessi delle multinazionali, fingendo di aver fatto il proprio dovere nei confronti del cittadino, “informandolo” sui danni di un sistema che c’è stato portato dal governo stesso.
Follia.
Story of stuff http://vimeo.com/17262810
Mi perdoni la brutalità, ma Lei non ha letto il testo della Proposta.
Le posto in sintesi i contenuti e poi ne riparliamo.
Contenuti della PdL
“Disposizioni per il contrasto dell’obsolescenza programmata dei beni di consumo”
Scopo
Scopo della legge è quello di combattere l’obsolescenza programmata dei beni di consumo per:
tutelare il consumatore da una pratica particolarmente odiosa qual è l’obsolescenza programmata;
permettere una reale e leale concorrenza di mercato;
attivare conseguentemente la creazione di posti di lavoro legati alle pratiche di manutenzione e riparazione dei beni di consumo.
Applicabilità
La norma deve essere applicata ai beni di consumo, così come definiti nel Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, all’articolo 128 comma 2 punto a), ma limitandosi per ora solo a quelli funzionanti tramite energia elettrica.
Ai fini della responsabilità la legge viene equiparato l’importatore al produttore.
L’applicazione della norma da parte del produttore non avrà costi a carico del consumatore.
Contenuti
Definizione di “obsolescenza programmata”.
Per poterla contrastare è fondamentale che la legislazione italiana chiarisca con precisione il concetto di “Obsolescenza programmata”.
Nella PdL viene data la seguente definizione che consideriamo la più coerente:
Per obsolescenza programmata s’intende:
a) l’insieme delle tecniche con cui un produttore, come definito dall’articolo 103, comma 1, lettera d) del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, si avvale per ridurre la durata o l’uso potenziale di un prodotto immesso sul mercato, così da sostituirlo nellarco di un breve periodo;
b) La strategia di pianificazione industriale adottata dal produttore per indurre la sostituzione di un prodotto con un nuovo modello, dotato di migliorie di apparati o funizioni complementari ulteriori, immesso sul mercato in un momento successivo;
c) L’insieme delle tecniche di cui il produttore si avvale, nella fasi di progettazione e di realizzazione di prodotto, per rendere di fatto impossibile la riparazione, la sostituzione o la ricarica delle sue parti componenti;
Il punto a) si riferisce all’obsolescenza del bene, definita in fase di progettazione ed esecuzione.
Il punto b) fa riferimento alla progressiva e scadenzata messa sul mercato di prodotti con caratteristiche similari, o con qualche lieve miglioria e quindi fa riferimento all’obsolescenza percepita.
Il punto c) vuole incentivare la possibilità della riparazione del bene.
Proroga della garanzia.
In linea con quanto fatto in altri paesi, nella PdL, viene previsto l’aumento del periodo di garanzia da 2 anni ad almeno 5 anni per i beni di consumo con esclusione dei beni per i quali è ragionevole una lunga aspettativa di vita (ad esempio: frigoriferi, lavatrici, forni ecc.), ai quali va applicata una garanzia fino a 10 anni
E’ ragionevole pensare, grazie ai frutti del progresso tecnologico di cui oggi disponiamo, che per la maggior parte dei beni l’affidabilità sia garantita e garantibile per 5 anni senza che i produttori siano colpiti da questa misura. Tale discorso è estendibile anche a quei beni per cui si richiedono i 10 anni di garanzia
Tuttavia l’estensione del periodo di garanzia è uno strumento efficace, ma non sufficiente, per combattere l’obsolescenza.
Obbligo di fornitura di tutti le parti cambiabili
La possibilità di riparare i beni acquistati è un altro degli strumenti per osteggiare l’obsolescenza programmata.
Va però definito il concetto di “ricambio”, che può essere considerato come qualsiasi parte staccabile del bene.
Tale ricambio dovrà essere disponibile per un tempo che sarà pari al tempo in cui il bene è in commercio più 5 anni dall’uscita di produzione o dal cambio di modello.
Il costo della parte di ricambio dovrà essere proporzionale al prezzo di vendita del bene.
Disponibilità delle istruzioni per la riparazione
Il consumatore dovrà essere informato in fase di acquisto sulla possibilità di riparazione (ad esempio indicando le parti disponibili, preventivi, indirizzi dei centri assistenza).
Al fine di incentivare la formazione di attività dedicate alla manutenzione e riparazione, il produttore dovrà rendere disponibili e fruibili le informazioni per la riparazione anche utilizzando i moderni sistemi di informazione.
Informazione
L’approvazione della legge sarà accompagnata da una campagna nazionale d’informazione che illustri ai cittadini cosa sia l’obsolescenza programmata e quali sono le misure messe in atto per contrastarla, e dei nuovi diritti di cui il consumatore può godere.
L’onere della prova
Nel “Codice di Consumo” è previsto, in caso di vizio del bene, l’onere della prova.
Riportiamo da “La garanzia legale in Italia ed in altri Paesi dell’UE” redatto dal Centro Europeo Consumatori Italia – Ufficio di Bolzano:
Fino a prova contraria si presume che un vizio manifestatosi entro i primi 6 mesi dalla consegna esistesse già al momento della consegna stessa. Il legislatore ha dunque previsto che l’onere della prova rimanga nei primi 6 mesi a carico del venditore. Sarà questi eventualmente a dover provare che il vizio nel prodotto è stato causato dal consumatore. Tale regola sull’imputazione della prova non trova applicazione quando sarebbe inconciliabile con la natura del bene (ad es. merce deperibile) o con la tipologia del vizio (normale usura).
Dopo il decorrere di tale periodo iniziale, la necessità di fornire la prova per l’insorgere del vizio si sposta in capo al consumatore. Sarà lui a dover fornire gli elementi a riprova che il danno non è stato originato da un utilizzo erroneo o improprio del prodotto. Si tratta di prove che purtroppo non è semplice fornire, ma che anzi spesso richiedono costosi accertamenti tecnici e perizie di esperti. Va valutato molto bene se ne valga la pena
E’ chiaro che un periodo così breve e la difficoltà di dimostrare che il danno è riconducibile ad una errata progettazione e costruzione (o all’obsolescenza programmata) di fatto spinge il consumatore a non procedere.
Nella PdL viene è prevista l’eliminazione dell’onere della prova a carico del consumatore.
Verifica
Partendo dal presupposto che i beni di consumo devono essere progettati e costruiti per durare, il legislatore deve ipotizzare tutti gli strumenti per debellare l’obsolescenza programmata. Nella PdL è previsto che il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso i suoi organi ispettivi nonché attraverso enti od organi di certificazione e controllo specificamente autorizzati, effettui sui beni di consumo delle verifiche di funzionamento e di durata.
Nella PdL è previsto che il Ministero dello Sviluppo Economico rediga un elenco delle imprese produttrici che utilizzano tecniche o strategie industriali di obsolescenza programmata.
Formazione
La PdL prevede, che le regioni favoriscano e incentivino corsi per la formazione di giovani che intendano specializzarsi nella riparazione dei beni di consumo oggetto della presente.
Sanzioni
La PdL prevede una serie di sanzioni, da 1.000 a 500.000 euro a seconda delle inosservanze alla legge riscontrate.
Le sanzioni dovranno essere determinate tenendo in considerazione il prezzo di listino del bene, il numero di unità poste in ventida nonché il complessivo volume d’affari del produttore.
Se per lei questo significa fare un corso e una pubblicità…
Da una lettura veloce e non certamente esaustiva mi viene in mente una perplessità, riguardo all’obbligo di fornitura di tutte le parti cambiabili che, limitato per un tempo che sarà pari a quello in cui il bene è in commercio più 5 anni dall’uscita di produzione o dal cambio di modello potrebbe favorire solo lo slittamento dell’obsolesenza, non la sua eliminazione graduale.
Sarebbe il caso, a mio modesto parere, proprio al fine di favorire la riparazione, finchè possibile, di spingersi oltre, beninteso, compatibilemente con standard di sicurezza per l’ambiente e gli utenti del prodotto, nel favorire per quanto possibile, la riparazione, con la disponibilità dei relativi pezzi di ricambio.
un saluto
Nessuna brutalità.
La ringrazio per la sintesi.
Non ci resta che attendere, allora.
quanto dite è sacrosanto solo una cosa? come si fa a misurarlo?
vi faccio qualche esempio
1) i nuovi smartphone hanno la batteria non removibile, i produttori dicono che è necessario per farli sottili e aumentare il grado IP ma di contro sono più difficilmente riparabili
2) per aumentare la rigidità di alcune auto (dicono i produttori) si usa la monoscocca ma le riparazioni diventano più costose
3) la miniaturizzazione e la leggerezza è in contrasto con la riparabilità come fa la legge a discriminarle dal dolo?
vorrei una vostra opinione
Zamone dice bene,
la miniaturizzazione potrebbe essere in contrasto con la riparabilita`. Il discorso e` molto complesso e dipende nel dettaglio da come la miniaturizzazione viene condotta (ad esempio i sensori degli airbag sono tra le cose piu` miniaturizzate di un’automobile e funzionano piuttosto bene). Mi sembra un argomento interessante da spiegare, spero di poterlo fare in una prossima nota.
In ogni caso rimane il problema della verifica.
Una soluzione potrebbe essere: ne prendiamo atto ed evitiamo il problema e non compriamo piu` smartofoni, tanto si vive benissimo senza.
Un’altra soluzione potrebbe essere: imponiamo ai produttori di dimostrare che il gadgettino miniaturizzato di turno passa un certo numero di prove che dimostrano la sua durabilita`. Altrimenti non lo possono vendere. Si fa di certo per gli airbag…
Un’altra soluzione potrebbe essere: facciamo capire ai produttori che la riparabilita` e` un valore per l’acquirente, cio` spingera` il costruttore a fare il prodotto piu` modulare, forse addirittura configurabile dall’utente (cosi` come alcune tendenze gia` suggersicono). Quindi l’acquirente diventera` piu` competente anche nella scelta e potrebbe addirittura essere invogliato a pagare di piu` per qualcosa che puo` riparare e personalizzare e che alla fine gli durera` di piu`. Qualcosa di simile succedeva con gli orologi meccanici, si potevano riparare quasi all’infinito ma ovviamete costavano di piu` di quelli al quarzo.
Ancora meglio: diventiamo noi stessi produttori, invece di comprare uno smartofono fatto in Cina decidiamo che lo compriamo solo se e` fatto da gente del nostro paese, piu` facile da responsabilizzare… L’economia interna potrebbe anche migliorare e ci sarebbe nuovo lavoro; costera` di piu` ? forse, ma non si puo` avere sempre la botte piena…
L industria è gia in grado di produrre qualsiasi oggetto praticamente indistruttibile ma siccome siamo in una società detta del consumismo e la meccanica la conosciamo tutti non credo ci siano miglioramenti con queste proposte di legge e questi virtuosismi e contorsionismi, io sono un mezzo marinaio , quando la barca ha una grande falla il buon comandante deve prendere decisioni importanti mentre i subalterni si affidano ai secchi ed ai mestoli , ecco il punto sulla nave non ci sono comandanti e i subalterni inventano nella speranza che la loro vita sia piu breve dell imbarcazione ,purtroppo la vita è un susseguirsi di scadenze . ora se mi permettete porto il cane a fare la sua passeggiata un abbraccio a tutti Alessandro
Ci sono novità a riguardo?
È stata poi discussa in aula nei vari cambi di governo?