Aumentare i chilometri percorsi a piedi. Ridurre quelli fatti avvalendosi delle numerose “protesi tecnologiche” a disposizione nella nostra epoca. Anche questa è decrescita felice. La “strada” da percorrere perché questo concetto sia condiviso ampiamente è tuttavia ancora lunga. E pochi sembrano avere intenzione di percorrerla a piedi.
Significativo un cartello scorto tempo fa vicino a un ristorante. Il cartello rassicurava i potenziali avventori sul fatto che fosse a loro disposizione un comodo servizio di garage a titolo gratuito a soli 200 metri di distanza. Una buona “mossa” di marketing, certo. La strada dove si trovava il locale era, infatti, tortuosa e con divieto di sosta su entrambi i lati.
Tuttavia, il provvido ristoratore non si limitava alla suddetta invitante “promessa”. A disposizione degli avventori – continuava a recitare il cartello – c’era anche un puntuale servizio di micro-bus dal garage al ristorante. Il buon ristoratore aveva intuito evidentemente che – per molti degli avventori – la sola idea di farsi qualche decina di passi a piedi come antipasto e digestivo del pranzetto o cenetta avrebbe potuto dissuadere dal fermarsi presso la sua amena trattoria. La concorrenza dotata di uno bel cortiletto – dove parcheggiare l’auto a fianco dell’ingresso – l’avrebbe avuta vinta.
Ecco allora l’indovinata idea imprenditoriale del servizio navetta per colmare la stratosferica distanza di 200 metri a piedi. Ecco le distorsioni della cosiddetta “crescita” incondizionata dell’economia. Camminare non è quasi mai considerato un gratificante “premio” per la mente e il corpo. E’ piuttosto visto come una faticosa “punizione” per poveracci o per persone stravaganti. A partire dalla rivoluzione industriale, nell’Occidente economicamente evoluto, l’atto del camminare ha perso le caratteristiche di consolidata esperienza ordinaria e abituale. Esso è così divenuto una scelta talora in controtendenza. Eppure, chi potrebbe negare che il cammino sia uno dei sistemi più efficaci per conoscere se stessi e armonizzare mente, corpo e realtà circostante? In effetti, pochi lo potrebbero negare. Molti continuano però a tenersi alla larga dal muovere più di qualche centinaio di passi al giorno, delegando ogni maggior percorrenza a comode auto, pratici autobus, rassicuranti metropolitane.
Tempo fa, qualcuno si prese la briga di sviluppare un piccolo “test” per verificare la propensione al cammino dei milanesi. “On the road” vennero chieste informazioni su come raggiungere una strada del centro di Milano, in una zona ben servita dai trasporti. La “meta” distava solo 500 metri dal luogo della richiesta d’informazioni stradali. Ebbene, più di due terzi degli interpellati diedero dettagli su come arrivare alla meta attraverso l’utilizzo combinato di metropolitana, tram, autobus. Solo pochi “perversi” gli spiegarono come giungerci nella maniera più semplice e naturale: a piedi.
Peccato! In un mondo che appare sempre più votato al consumo della natura circostante e allo sviluppo incontrollato, usare i propri piedi per spostarsi potrebbe costituire un sano momento di saggia decrescita. Non possono, infatti, esservi dubbi sul fatto che camminare comporti costi e consumi praticamente nulli. Sia in termini di bilancio dell’ecosistema naturale che di budget finanziario personale.