Misura Umana

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Il Fattore delle Creature
Il Magazziniere

“Vorrei ancora un po’ di umani” chiesi al magazziniere.

“di che misura?” rispose lui.

“non saprei, ma mi raccomando, non come quelli dell’ultima volta” precisai.

“perche`, cosa c’era che non andava ?” mi chiese.

Ed io pensai per un istante al casino che era scoppiato quando li avevo liberati nel loro recinto.

Non che il terreno fosse piccolo, non che mancasse cibo in abbondanza, e avevo sitemato le cose da far piovere spesso e la temperatura era tale che non dovevano nemmeno coprirsi. Insomma praticamente un paradiso.

Non gli era bastato.

Avevano subito cominciato ad organizzarsi, ad inventarsi dei giochi idioti in cui vinceva chi faceva meno fatica ed accumulava piu` roba.

Ben presto i vincitori non sapevano piu` cosa fare della roba che avevano e quindi cercarono il potere sugli altri. Si promettevano cose impossibili accumulando impegni di lavoro che non gli sarebbero bastate 3 vite per finirli. Ovviamente vinceva chi prometteva di piu` se gli altri gli credevano e lavoravano per lui. Poi le interminabili discussioni finivano irrimediabilmente a botte.

Infine tagliarono tutti gli alberi, mangiarono tutti i frutti e cominciarono a darsi la colpa che non c’era piu` cibo o materiale per costruire case. E di nuovo si gettarono in battaglie e guerre in cui i vincitori erano quelli che si impossessavano del maggior numero di avversari da schiavizzare.

E quando non si pestavano o discutevano su come fregarsi l’un l’altro, si riproducevano senza sosta. Nonostante le malattie che avevo predisposto, riuscirono a diventare un’enormita`. Ero partito dalla solita dose minima e quando ero tornato a guardare erano gia` vari miliardi. Un paio erano anche riusciti a lasciare il pianeta…

Insomma un disastro, ho dovuto mandare un asteroide che altrimenti avrebbero fatto tutto a pezzi. Ma ora il pianeta ha bisogno di qualche milione d’anni per ristabilirsi e devo ricominciare la mia missione altrove.

“allora che misure facciamo questa volta ?” chiese di nuovo il magazziniere.

“proviamo un po’ meno furbi per piacere, e che gli piaccia rimboccarsi le maniche…”

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Non credo nelle definizioni, ma dovendone scrivere una mi posso definire un inventore appassionato di autosufficienza. Ho studiato ingegneria meccanica, servito come ufficiale di Marina e fatto varie esperienze lavorative, dalla multinazionale al piccolo ufficio di progettazione. Poi ho deciso di diventare imprenditore nel campo della ricerca e sviluppo, realizzando sistemi di propulsione per nanosatelliti, sistemi ottici e nanosatelliti completi che permettono di ottenere immagini della terra a costi migliaia di volte inferiori a quelli dei satelliti normalmente usati dai governi e dalla grande industria. Negli ultimi anni mi sono dedicato allo studio di come le moderne tecnologie possono essere d'aiuto in una societa` sostenibile ed a misura d'uomo e ritengo di aver trovato la soluzione a patto di trasformare l'organizzazione del lavoro in modo da rivalutare la creativita` e l'efficienza dell'individuo in tutte le sue capacita` rispetto alla massimizzazione del profitto monetario.

3 Commenti

  1. La conosci questa poesia (a memoria, per quanto possa ricordare)
    “Si prendevano gli esseri umani
    assai giovani
    e si cominciava col metterli in ginocchio.
    Si caricavano di pesanti fardelli
    come cammelli
    e si diceva loro:
    “Siate liberi e gioiosi!”

    Ed essi passavano il resto della vita
    a scuotere il giogo
    a incolparsi l’un l’altro della sorte
    malvagia.”

    Perchè leggendoti mi viene in mente questa vecchia poesia?

    Non lo so, ma provo con questo nesso.

    Ti ricordi quando si diceva che l’informazione da passare all’opinione pubblica la decidevano 4-5 centri di potere?
    Un’umanità passiva e inconsapevole condannata a “scuotere il giogo”.

    Poi è arrivato internet e questo dumpung di informazioni dove ognuno pubblica le proprie scoperte, intuizioni, scoop e ognuno si può cercare le cose che ha bisogno di sapere o di sentirsi dire.

    Ci aspettavamo che quando “tutto sarà rivelato” il mondo cambiava. Invece fra l’inconsapevole e l’uomo libero di scegliere la verità che più gli piace … non c’è molta differenza.
    Come nel tuo racconto, ci siamo accorti che siamo proprio così ed è difficile cambiare.

    • E` una bella poesia Vincenzo, ti ricordi chi l’ha scritta ? Sta in qualche libro ?

      Noi stiamo usando internet per scambiarci idee e messaggi, e per trovare informazione.
      Ma purtroppo l’informazione e` troppa ed e` per lo piu` molto superficiale.
      Basta pero` a soddisfare i bisogni superficiali della maggior parte di noi.

      Hai presente quegli scogli dove nidificano migliaia di uccelli e tutti schiamazzano nel guano per avere un centimetro di roccia in piu ?

      Nella cacofonia della rete il rumore copre tutto ed in realta` siamo anche piu` ignoranti di prima perche` oggi crediamo di avere la conoscenza a portata di mano, ma poi non abbiamo nulla perche` non approfondiamo e non creiamo nulla con tale conoscenza perche` compriamo tutto gia` fatto.
      Non creando nulla, non facendo nulla con le nostre proprie mani, non ci rendiamo conto che le quattro stupidaggini che escono sulle ricerche di google non servono a niente.
      Ci viene una curiosita`, facciamo una ricerca, apriamo un paio di pagine, vediamo qualche immagine, crediamo di aver capito tutto, nell’angolo c’e` la pubblicita`, clikkiamo e compriamo. Fine.
      Lobotomia di massa.

      Il giogo e` peggiore di cent’anni fa, ma appare piu` lieve, meno faticoso fisicamente, abbiamo perso enormi facolta` mentali e ne siamo orgogliosi.

      La morte del malato demente e` la migliore perche` non la capisce.

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