L’unico determinante

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Forse prima o poi ci accorgeremo che non possiamo fondare la società intera su di un pilastro che non ha fondamenta ben salde, non tanto perché abbia qualcosa di negativo di per sé o di sbagliato nella sua natura, ma semplicemente perché il suo ruolo non è un ruolo portante, non è un ruolo chiave, ma soltanto di mediazione. Il denaro è infatti un mezzo, uno strumento ingegnoso che permette di scambiare valori diversi tra le persone, una unità di conto della capacità di beni e servizi di rispondere a determinati bisogni, che permette lo sviluppo e l’arricchimento dei bisogni stessi. Il denaro non è che una convenzione, un accordo tacitamente sostenuto dalla società: sappiamo bene che le monete e le banconote non hanno di per sé valore intrinseco, e sempre più spesso non corrispondono neanche a un valore effettivo di riferimento.

Potremmo certamente distinguere il valore di una passeggiata nel bosco, in riva a un fiume, magari non inquinato, il valore della terra viva che calpestiamo, dell’erba, delle piante che vi nascono, dei raggi del sole, dell’aria che ci carezza, della pioggia, degli uccelli, degli insetti su una foglia. Tutte queste “cose”, che valore hanno per noi? si possono monetizzare ? il mercato è forse in grado di dare un prezzo all’aria pulita, al vento, al sole, al mare ? Di fatto questi elementi sono indispensabili alla nostra vita, hanno un valore intrinseco indiscutibile; al contrario il denaro è soltanto un valore convenzionale, fittizio, un puro strumento economico, completamente vuoto se non propriamente associato e dipendente da oggetti che hanno valore intrinseco.

Quando però il sistema economico-industriale opera e prospera non sta forse basando il suo sviluppo unicamente su elementi di valore intrinseco ? è il denaro a muovere l’economia ? o sono forse le persone, gli animali, la terra, le piante, i minerali, l’acqua, il sole. Quando noi accendiamo un motore a combustione non stiamo forse usando l’aria come un comburente essenziale e come un serbatoio di scarti di reazioni chimiche, non lo stiamo forse usando violentemente contaminandolo ? Su larga scala, quando le emissioni di gas di scarico non sono più trascurabili rispetto all’aria totale respirabile dell’atmosfera terrestre, stiamo usando l’aria pulita come risorsa indispensabile e la restituiamo impoverita e dannosa per la vita stessa.

In tutto questo il denaro che ruolo ha ? Nessuno. Ha il ruolo di inerte spettatore, sfruttato dall’avidità e dall’ignoranza umana per compiacere le sue ambizioni e sopraffare il suo ambiente. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il denaro non ha anima, non è essenza vitale come l’aria, l’acqua o una roccia: è solo una formalità di transizione.

Oggi siamo troppo abituati a pensare allo sviluppo, al benessere e alla felicità come strettamente dipendenti dal denaro. Pensiamo fermamente che senza denaro non sarebbe possibile niente, che il denaro deve essere creato e accumulato a un ritmo crescente per permettere alla macchina economica di non rallentare, di non guastarsi e di non fermarsi. Se pensiamo alla società che abbiamo costruito negli ultimi decenni, ci accorgiamo che abbiamo delegato tutto al denaro, persino noi stessi, la nostra cultura, la nostra salute, la nostra sicurezza. Il denaro regna sul mercato, il mercato decide su tutto: tutte le scelte che facciamo in ultima analisi passano attraverso una valutazione economica di mercato che stabilisce ciò che vale la pena da ciò che non vale la pena. Per tale motivo, nonostante sia illogico e snaturato, e contro il valore intrinseco della nostra vita, il denaro è di fatto oggi l’unico determinante.

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Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia. Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze). Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese. Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista. Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva. Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle. Ho scritto due libri sulla decrescita liberamente scaricabili da questo sito: "Decrescita Felice e Rivoluzione Umana" e "Ritorno all'Origine"

1 commento

  1. Sono buddista della Soka Gakkai vivo a Catanzaro, sono arrivata a riflettere sulla decrescita dopo la lettura delle proposte di pace del Presidente Ikeda. Mi sembra che siamo sulla stessa lunghezza di onda, sono felice che esista qualcuno che applica il concetto di rivoluzione umana anche alla vita sociale. La prego di non smettere questa attività e le porgo i complimenti insieme ad affettuosi saluti. Antonella Matragrano

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