L’Orto Conviviale

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Più di sette anni fa Miriam Corongiu, napoletana di origini sarde allora quarantatreenne, scriveva uno dei pezzi in assoluto più letti sul nostro blog, dove annunciava, in seguito al ‘piano di licenziamento collettivo’ varato dalla società di navigazione per cui lavorava, di voler dare una cesura netta alla sua vita. Insieme al marito Vincenzo, avrebbe fondato un’azienda agricola nella martoriata Terra dei fuochi, basata su metodi diversi da quelli dell’agricoltura industriale.

Ricordo come, spammando il contenuto sui social media, i propositi di Miriam furono accolti da tanto sostegno e consenso ma anche da diverse reazioni scettiche, convinte che l’ex impiegata avesse sottovalutato l’impegno necessario e sarebbe presto desistita alle prime difficoltà. Non diversamente da tanti cittadini che coltivano entusiasti la loro utopia bucolica prima di scontrarsi con la dura realtà e tornare mestamente alla vita metropolitana.

Sette anni dopo, Miriam e Vincenzo non si sono limitati a fondare tale azienda, una masseria a Sant’Anastasia chiamata L’Orto Conviviale dove si utilizzano rigorosamente pratiche agroecologiche. Miriam è diventata un’attivista per una nuova agricoltura che superi l’oramai inadeguato modello industriale e l’Orto Conviviale è assurto a ‘centro sociale’ (nel vero senso dell’espressione) dedicato all’aggregazione, alla promozione della cultura, all’azione politica.

Partendo dall’assunto di ‘perdere il lavoro per ritrovare me stessa’, lo sforzo di Miriam ha decisamente trasceso la sfera privata e lo ‘scollocamento’ personale per raggiungere una dimensione politica e sociale. Un’esperienza da sostenere, valorizzare e, soprattutto, imitare.

Pagina Facebook Orto Conviviale

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