L’orizzonte in fumo

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1966

Non e` un mistero che il mondo sia inquinato; se ne parla in continuazione e molto spesso non ci si rende conto di quanto noi stessi ne siamo I responsabili.
Negli ultimi giorni anche a Singapore si sta soffrendo piu` del solito. Nella parte occidentale della citta` stato, che comunque per chi non lo sapesse e` un’isola lunga poche decine di chilometri, non si sente piu` la solita puzza oleosa dell’enorme raffineria che sta a pochi chilometri di distanza. Invece si sente una puzza diversa, una puzza di bruciato che viene dalla vicina Indonesia, per la precisione dall’isola di Sumatra a poche centinaia di chilometri di distanza. E con la puzza ovviamente arriva anche il fumo, che e` formato da miliardi di particelle di cenere microscopiche.
Cosi` la gente si e` ricordata di quell parametro, detto PSI, che misura quante e quali di tali particelle siano contenute in un metro cubo d’aria. Ad ogni ora il bollettino ambientale mostra il maledetto numero che cresce, supera il 100, limite di primo allarme, poi raggiunge il 200, centro della zona malsana e sborda oltre il 300, inizio del pericolo.
La vista dalla finestra del mio ufficio, come si vede nella figura a sinistra, normalmente arriva all’orizzonte, cioe`, per modo di dire, fin dove le case e capannoni industriali a perdita d’occhio consentono di arrivare. Una torre a 10km di distanza (freccia blu) e` il mio normale riferimento per valutare la foschia dell’aria. Invece oggi vedo al massimo il capannone a 200 m da qui (freccia gialla), poi il nulla.

panorama

In tutta l’isola e` lo stesso, come si spiega ?
Semplice, in Indonesia stanno bruciando la foresta equatoriale per far posto a nuove piantagioni di palme da cui si otterra` il prezioso olio.
Ovviamente si tratta di una pratica ormai vietata, come tutte le multinazionali che profittano sugli oli vegetali si affrettano a scrivere sui loro documenti ufficiali, scaricando le responsabilita` su qualcuno che non ha seguito le regole e garantendoci che possiamo continuare a consumare I loro prodotti bellamente impachettati nei supermercati . Ma in realta` il fumo che disturba l’agiata vita di una delle prime economie del mondo deve farci pensare oltre al fastidio respiratorio che si spera smettera` in un paio di giorni e lasciera` speriamo solo pochi strascichi cancerosi che si svilupperanno tra anni.
Innanzitutto se facciamo due conti, scopriamo che:
• L’indice PSI e` basato sulla concentrazione in microgrammi delle particelle di 2.5micrometri per metro cubo
• La densita` della cenere e` dell’ordine di 500 chili per metro cubo http://www.simetric.co.uk/si_materials.htm
• Il volume di 1 particella di 2.5 micron di diametro e` circa 15 miliardesimi di miliardesimo di metro cubo (1.6E-17 m3), cioe` pesa circa 78 miliardesimi di microgrammo (7.8E-15 kg)
• Cio` significa che un litro di volume contiene circa 7 miliardi di tali microscopiche particelle per un PSI=50 che e` il Massimo accettabile per l’aria “buona”
• L’essere umano ha una capacita` media di respirazione di 6 litri e respire 20 volte al minute http://en.wikipedia.org/wiki/Lung_volumes
• Se si fanno I calcoli, cio` significa circa 1 milione di milioni di particelle al giorno come limite accettabile, che diventano 10 milioni di milioni nelle concentrazioni considerate veramente pericolose, si lascia per esercizio al lettore di immaginare le conseguenze ma basti sapere che nel 2005 ci sono state circa 370.000 morti premature imputabili al particolato fine… https://en.wikipedia.org/wiki/Particulates#cite_note-38

particolato

Ma soprattutto, cio che sta succedendo e` che la spinta del mercato sta distruggendo foreste che esistono da migliaia di anni e su cui si basa la vita del nostro pianeta. Accanto alla tragica fine dei primati come gli Orangutan che non avranno piu` alberi dove vivere, molte altre speci svaniranno nel nostro fumo, e la capacita` del verde a rigenerare l’ossigeno che anche noi respiriamo sara` irrimediabilmente compromessa. Cose ovvie, gli ambientalisti le dicono da anni, decenni, ma noi continuamo a bruciare…
Infine, la cosa triste e` che l’olio di palma e` spacciato tra le energie rinnovabili ed invece e` al centro di speculazioni e distruzione ambientale. Ogni volta che sprechiamo energia o crediamo di averne trovata una nuova fonte dovremmo pensarci bene prima di ritrovarci col nostro intero orizzonte andato in fumo.

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Non credo nelle definizioni, ma dovendone scrivere una mi posso definire un inventore appassionato di autosufficienza. Ho studiato ingegneria meccanica, servito come ufficiale di Marina e fatto varie esperienze lavorative, dalla multinazionale al piccolo ufficio di progettazione. Poi ho deciso di diventare imprenditore nel campo della ricerca e sviluppo, realizzando sistemi di propulsione per nanosatelliti, sistemi ottici e nanosatelliti completi che permettono di ottenere immagini della terra a costi migliaia di volte inferiori a quelli dei satelliti normalmente usati dai governi e dalla grande industria. Negli ultimi anni mi sono dedicato allo studio di come le moderne tecnologie possono essere d'aiuto in una societa` sostenibile ed a misura d'uomo e ritengo di aver trovato la soluzione a patto di trasformare l'organizzazione del lavoro in modo da rivalutare la creativita` e l'efficienza dell'individuo in tutte le sue capacita` rispetto alla massimizzazione del profitto monetario.

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