La dott.ssa Paola Muraro, laureata in Scienze Agrarie a Bologna, insegnante universitaria di Tecniche e Controlli Ambientali, Assessore all’Ambiente del Comune di Roma, sostiene:
«Stiamo facendo anche uno studio di fattibilità con le aziende agricole di proprietà del Comune di Roma per verificare se è possibile introdurre sistemi di compostaggio collettivo oltre ai sistemi collettivi voluti dai Municipi. Il compost può essere utilizzato per fertilizzare i terreni in cui si coltiva, ad esempio il frumento. E così i romani ritroveranno nel pane quello che avevano scartato come organico a prezzi calmierati. Inoltre qui c’è una marea di verde: Roma è la città più verde d’Europa e il compost potrà essere utilizzato nei parchi e per fertilizzare il verde pubblico».
Già nel 2012, quando si occupava dei 2 impianti di Trattamento Meccanico Biologico – uno sulla Salaria e l’altro nel quartiere di Rocca Cencia – contro gli abitanti della Salaria che protestavano per l’odore insopportabile, commentò: “Lo stesso composto lo ritroviamo all’interno dei fruttivendoli e non è che da lì scappiamo, anzi”.
Mi chiedo: ma a quale compost fa riferimento la dott.ssa? Dal TMB viene fuori il biostabilizzato non utilizzabile in agricoltura. Dalla Digestione Anaerobica viene fuori biogas e un compost che essendo di flora batterica anaerobica deve essere pretrattato prima di essere usato come ammendante. Comunque non ci sono impianti di DA nella Regione Lazio. Neanche compostaggio a biocelle. Ma questi: 10 discariche, 8 TMB e 3 inceneritori.
Mica i rifiuti organici possono essere buttati “talquali” nel terreno!!
A questo punto c’è da chiedersi cosa ritroveranno i romani nel loro pane!
Ma anche con la formula indicata nel programma del movimento 5 stelle (Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici) non è che nel pane arriva molto della sostanza organica buttata nei rifiuti: intorno al 15% (http://www.provincia.bz.it/agricoltura/download/Bilancio_ecologico_di_impianti_a_biogas.pdf ). La gran parte del carbonio organico diventa metano che una volta bruciato diventa CO2.
Con il compostaggio a biocelle dal 30 al 40%.
Ma c’è un sistema per riportare nel suolo la gran parte del carbonio dei rifiuti organici. Secondo una ricerca, pubblicata nel 2013, i lombrichi hanno una gran capacità di immagazzinare nel terreno il carbonio, tanto che gli autori arrivano a coniare definizioni speciali per spiegarla: “trappola di carbonio lombrico-mediata” e “quoziente di amplificazione diverso” per spiegare come il carbonio stabilizzato sia in quantità superiore rispetto a quello mineralizzato (http://www.decrescita.com/news/ciclo-virtuoso-dei-rifiuti-organici/ ).
Non sono in grado di entrare in questi tecnicismi ma il concetto di base mi appassiona . L’uso dei rifiuti determinerà’ la fine o lo sviluppo di questa società a seconda dell’ indirizzo che si sceglierà dì perseguire. Ma a questo punto la domanda : come mai nessun governo se ne occupa in maniera determinante ? Ciao
Ciao, Romano, piacere di risentirti. Non so come vanno distribuite le responsabilità. Pensa che al mio comune furono concessi 2,5 milioni di € con i fondi PO FESR 2007-20013 per un impianto anaerobico, mai utilizzati. In molti casi esistono leggi e spesso anche una certa pressione dall’alto, spesso è proprio a livello locale che non ci si riesce ad organizzare. Come mi sembra stia succedendo a Roma.