L’avvocato del diavolo e il global warming/DFSN TV

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Riuscirà l’avvocato del diavolo a confutare l’influenza antropica sul global warming?

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

3 Commenti

  1. Il “Don Aldo” dalla sua posizione presidenziale statunitense, potrebbe organizzare un incontro fra scienziati negazionisti e scienziati affermazionisti e magari ottenere una vittoria grandiosa delle sue tesi strumpalate.
    Anche perchè il popolo dei negazionisti, ma non scienziati, è tutt’ora numeroso e destinato a crescere, man mano che crescerà la paura di aver davvero manovrato maldestramente le leve del clima planetario.
    Ma alla fine, non è che carbone, metano, petrolio ed uranio non abbiano aspettato per centinaia di millenni per incontrarci e averci come complici per vivere un breve, geologicamente parlando,
    periodo di catastrofica gloria?
    E così fosse, ricordiamoci dei versi del Magnifico Lorenzo:

    Quant’è bella giovinezza,
    che si fugge tuttavia!
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Quest’è Bacco e Arianna,
    belli, e l’un dell’altro ardenti:
    perchè ‘l tempo fugge e inganna,
    sempre insieme stan contenti.
    Queste ninfe ed altre genti
    sono allegre tuttavia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Questi lieti satiretti,
    delle ninfe innamorati,
    per caverne e per boschetti
    han lor posto cento agguati;
    or, da Bacco riscaldati,
    ballon, salton tuttavia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Queste ninfe anche hanno caro
    da lor essere ingannate:
    non può fare a Amor riparo
    se non gente rozze e ingrate:
    ora, insieme mescolate,
    suonon, canton tuttavia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Questa soma, che vien drieto
    sopra l’asino, è Sileno:
    così vecchio, è ebbro e lieto,
    se non può star ritto, almeno
    ride e gode tuttavia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Mida vien drieto a costoro:
    ciò che tocca, oro diventa.
    E che gioia aver tesoro,
    s’altri poi non si contenta?
    Che dolcezza vuoi che senta
    chi ha sete tuttavia?
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Ciascun apra ben gli orecchi,
    di doman nessun si paschi;
    oggi siàn, giovani e vecchi,
    lieti ognun, femmine e maschi;
    ogni tristo pensier caschi:
    facciam festa tuttavia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Donne e giovinetti amanti,
    viva Bacco e viva Amore!
    Ciascun suoni, balli e canti!
    Arda di dolcezza il core!
    Non fatica, non dolore!
    Ciò c’ha esser, convien sia.
    Chi vuol esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza.

    Aggiungo da poetastro che sono:

    Voi, pipistrelli rondini e farfalle
    chi vi spinge allo svolazzo
    nel solleone nel buio della notte
    per acchiappare  goccia a goccia
    e uno ad uno nettari ed insetti
    e voi pigre  ma voraci carpe
    le cornute anagrammi a voi cugine
    che ci fate qui  a brucare alghe od erbe
    anche voi lupi ed orsi e lontre
    che siete longevi scaltri e accorti
    non vedete in quale inganno Vita
    vi ha attirati per recludervi
    ignari tutti carpite le giornate
    o siamo noi i ciechi i sordomuti
    gl’imbecilli e mutilati esseri
    che non godiamo di copiosa meraviglia
    ma solo d’ossessione predatoria
    ho visto il cimitero d’ossa paleolitiche
    la salma del rondone spiaccicata
    l’esoscheletro della libellula defunta
    e mi è parso di udire una risposta
    non so da quale antro della mente provenisse
    ma è un ritornello di canzone giusta.

    Marco Sclarandis

    • Ringrazio Marco per averci onorato di uno dei suoi componimenti; solo qualche dubbio sul numero effettivo dei negazionisti climatici, nel senso che mi sembrano più che altro una minoranza casinara, che però in politica è sempre alcuni passi avanti alla ebete maggioranza silenziosa.

  2. Comunque, guardare solo all’entità numerica di un gruppo rispetto ad un altro non basta a comprendere i fatti.
    Perchè, Pirandello ha ben chiarito, uno può valere oltre che essere, uno nessuno o centomila.
    A seconda del podio o dello sgabello e del cortile o della piazza dove esterna il suo pensiero.
    Una considerazione logica interessante sia peri negazionisti del clima che per gli affermazionisti
    è che se il clima è cambiato per cause sovrumane, astronomiche, geofisiche, allora non ci resta che adattarci. Od invocare il miracolo.
    Se le cause sono invece umane, potremmo anche riportare il clima allo stato precedente il cambiamento.
    Dico potremmo e non possiamo, perchè tutta la faccenda è molto complessa, più di quando sia immaginabile da centomila tribù umane messe insieme.
    Quindi è estremamente probabile che ci dovremo adattare comunque.
    La differenza risiede nella durezza dell’adattamento.
    Da morbido che poteva essere se avessimo cominciato l’adattamento decenni fa, ormai s’è fatto coriaceo e se sprechiamo altri anni si farà via via più duro, verso l’infrangibile.
    Ma Sorella Morte ci dà una mano.
    A meno che noi escogitiamo qualche invenzione per campare ciascuno di noi un paio di secoli ed oltre.
    Marco Sclarandis.

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