L’alternativa al denaro

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Come pensare nel duemiladodici a forme di scambio e quotidianità senza denaro? L’immaginazione ci porta indietro nella storia e spesso l’unica cosa che possiamo fare è considerare tutto questo un pericolo da scongiurare in quanto appartenente ad un passato irrimediabilmente concluso.
La modernità è fatta di transazioni economiche, ogni piccola parte della nostra giornata viene oggi sempre più monitorata da chip e passaggi di moneta continui. Dall’sms alla fotografia postata su facebook con lo smatrphone di ultimo grido, parcheggi, caselli autostradali, comunicazioni, regali, tutto viene tracciato sulla rapida strisciata di un piccolo pezzo di plastica collegato ad un conto in banca. Da tutta questa costruzione di “comodità”, d’altra parte, pare che le persone non ne escano davvero più appagate. Come se la facilità nell’acquisto di merci e servizi non ci servisse veramente, anzi, a volte fosse un ostacolo allo sviluppo della nostra umanità.
L’autore della già citata trasmissione “Un’altra vita”, Simone Perotti, con le sue interviste sulla desiderabilità di un cambio di paradigma sociale, tratta anche il tema del denaro, inteso in termini non esclusivamente finanziari, come oggi immediatamente intendiamo.
Lo scrittore affronta il tema in modo autobiografico e parla di “riposizionamento del denaro”. Da persona abituata ad alti standard di vita, si è trovato a cercare la giusta misura per star bene nonostante l’interruzione del flusso di stipendi e l’incombere all’orizzonte di un mare di incertezze. E’ l’inizio di un costante ripensamento valore dei soldi e, insieme ad essi, dell’uso che si fa del tempo, merce di cui non siamo abituati a misurare correttamente il peso.
Lavorando meno, avendo più tempo per sè, si possono comperare meno cose (perchè le altre si fanno da sè), quindi è relativamente semplice mantenere una buona vita pur riducendo i guadagni. Con più tempo libero si impara ad autoprodurre, tema tanto caro allo scrittore. Dalle carote, all’insalata, alla lana, al sapone per il bucato alle sculture etc, l’ordine del giorno è: vivere il pentimento del Re Mida che è in noi, smettere di farsi prendere dal meccanismo carriera- alto tenore di vita-lavoro sempre più pressante e chiedere di toglierci l’incantesimo che ci porta alla perdizione (trasformare in oro tutto ciò che tocchiamo, compreso il cibo che ci portiamo alla bocca). Quello che si autoproduce può essere scambiato e a volte questa forma di moderno baratto diventa un modo per rafforzare le relazioni di vicinato e per guardare in modo meno avido gli oggetti o i beni di consumo che popolano le nostre vite. Qualcuno oggi in Italia, famiglie giovani in particolare, stanno sperimentando come pionieri questa modalità.
La sfida, secondo Perotti, è imparare a guardare il territorio su cui viviamo, renderci conto che ci sono molte soluzioni di vita economiche o gratuite in natura che non richiedono di sottostare alla schiavitù di lavori alienanti per la semplice necessità di “pagare le spese”. Svincolarsi dal denaro vuol dire anche coltivare un orto e non essere succubi del caro-prezzi.
Marmellate, verdure, pasta, lievito, frutta, addirittura cosmetici e sapone, …tutto fatto come i nostri nonni, ma a differenza dei nostri nonni viene tramandato tramite facebook o il blog di una mamma bresciana che condivide come vivere in 5 persone a 5 euro al giorno.
Un’alternativa al denaro è non esserne schiavi, ripete fra le righe lo scrittore, liberarsi da un errore percettivo molto diffuso, che ci fa credere di aver bisogno di molti più soldi di quelli che realmente servono. Vuol dire essere un pochino più creativi, saper veder soluzioni, natura, relazioni con occhi meno standardizzati dal consumismo e più accesi dal piacere di cercare equilibri più sostenibili del nostro vivere.
Il rischio è quello di rinnegare la crescita, di rifiutare lo sviluppo, ridurre tutto ad una nuova società rurale. Non è questo un pericolo che l’autore incontra realmente. L’inventiva, il confronto culturale, la capacità di sperimentare nuove forme comunicative, la ricerca di una sensibilizzazione sociale diffusa e proveniente dal basso lo fanno risultare più un pensatore illuminato alla ricerca di provocazioni che il promotore di idee politiche di contestazione. Il denaro si inserisce in questa ricerca di significato e la lettura attraverso il racconto di esperienze di vita alternative non è altro che un modo per prenderlo dall’Olimpo e sfatarne il ruolo di divinità occulta che muove le azioni umane.

7 Commenti

  1. Quando si lavora per un’azienda e’ difficile sfuggire alla cultura dominante di dedicare tutto il tuo tempo al lavoro.la cultura dominante e’ quella della massima produttivita’ possibilmente spendendo il meno possibile. Da quando ho faticosamente ottenuto un part time mi rendo conto che si puo’vivere con meno ed essere molto piu’ soddisfatti.ma la mia situazione non durera’ a lungo visto che i part time vengono mal visti. Il problema di fondo e’ che le persone in azienda vengono sempre viste come fattori produttivi e mai come individui con le loro esigenze anche familiari.sono dinamiche difficili da scardinare.

  2. E’ un pò paradossale, per usare un eufemismo, che due delle autrici di questo interessante sito, che moralizzano sull’uso improprio del denaro, siano una consulente finanziaria ed una promoter”iscritta all’albo…”. Con dei curriculum che par d’essere su Linkedin anzichè su ” decresita felice social network”…
    ” che mangino brioches…”

    • non usare eufemismi.. dì cosa vuoi dire chiaramente. Non riesco a leggere nessun vero messaggio nel tuo commento.. solo una noiosa, superficiale, e banale ricerca di provocazione.

      • Ha ragione Alessandro. Nella sua risposta non c’è niente di provocatorio. Gloria ragiona come un dipendente pubblico. Nel privato è diverso e non può pretendere che qualcuno si faccia il c..lo dalla mattina alla sera per far fare a lei una vita tipo “figlio dei fiori”. Se tutti la pensassero come Gloria saremmo in piena economia comunista. Livellata e lenta. A me personalmente non piace

  3. bellissimo articolo e grazie di cuore della citazione , in effetti riprendersi il proprio tempo trasformandolo in produzione di beni per sè per la propria famiglia e perchè no per scambiarlo , a me ha cambiato letteralmente il modo di vedere la mia vita ed il mondo ,,il primo cambiamento parte dalla propria testolina ,,grazie mille ” la mamma bresciana del blog”

    • La trasmissione ha permesso di portare la vostra esperienza nelle nostre case in modo visibile, concreto, stimolando riflessioni già in essere. è stato molto bello ascoltare e interrogarsi davanti al vostro esempio. grazie!

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