Donna rampante, grintosa nel vestire come nel gestire. Lontana anni -luce dalla donna di soli quarant’anni fa.
Non era giusto per molte donne vivere soffocate dal maschio ma ora…il maschio è succube e teme questa donna che lo adocchia, lo circuisce, gli è divenuta concorrente.
Tuttavia la violenza e la brutalità nei suoi confronti sembra stiano prendendo il sopravvento.
Questi sono i frutti della lotta per l’emancipazione femminile?
Mi pare che ci siamo smarriti lungo la strada: uomo, donna, non fa differenza alla fine. Entrambi vivono male e la famiglia nel contempo si è disgregata. Non è più un valore la dignità della persona.
Fuggita la capacità di parlarsi, di smorzare i toni, di dialogare, restano l’urto tra due persone, la durezza di parole e di gesti che fan crollare miseramente il rapporto di coppia.
Essere disponibili, servizievoli, miti è inteso come un segno di debolezza in un mondo dove conta l’agone, dove vince il duro, l’aggressivo.
Finchè sei rampante ti tengo, quando sei debole ti mollo.
L’eterno è sparito, son rimaste la frivolezza e la brevità dell’attimo presente.
Il famoso “carpe diem” di oraziana memoria è ridotto al semplice gesto di vivere l’ attimo restando alla superficie delle cose come dice una canzone splendida di Endrigo “ la vita è tutta mia mi mangio soltanto la buccia”.
Foto da : attualita.tuttogratis.it