La ricapitalizzazione perpetua – parte 2

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banconota da 30 euro
Negli ultimi tempi ho sentito Mario Draghi (il presidente della Bce) parlare a più riprese della difficile situazione economica attuale in Europa. E fin qui nulla di male, è il suo mestiere direte voi. Giusto, ma ascoltando i notiziari in questione mi sono saltate all’orecchio un paio di frasette apparentemente senza importanza, ma che la dicono invece molto lunga.  Il nostro Mario ha parlato chiaramente del timore di “scarsa inflazione”, ed anche del pericolo di “deflazione”.

Ora, tutti coloro che ne capiscono di economia e che sicuramente sono molto più esperti di me probabilmente faranno un salto sulla sedia leggendo le prossime righe: in pratica dobbiamo aver paura se i prezzi aumentano poco o addirittura – orrore – diminuiscono. Ma vi sembra possibile? Che cosa è diventata l’economia del nostro continente?

   Gli economisti di mestiere potranno fare tutti i conti che vogliono e tirar fuori tutte le teorie possibili, ma queste due apparentemente piccole  puntualizzazioni di Mario Draghi  indicano con pesante chiarezza che l’economia che ci guida e comanda ormai è solo una macchina gigantesca che vive al solo scopo di auto-alimentarsi ed aumentare i suoi numeri.

   C’è un problemino però, ovvero che sotto questa enorme macchina ormai senza controllo vengono schiacciati i diritti e la dignità di un numero sempre maggiore di persone. Persone, esseri umani, non numeri. Le disuguaglianze a livello sociale ed economico stanno innegabilmente aumentando in maniera preoccupante, aggravando così le ingiustizie e le tensioni sociali. “Ergo”, all’ordine del giorno dovrebbe essere questa la maggior preoccupazione di chi tiene i cordoni dei nostri portafogli.

   Invece la principale preoccupazione della Bce è quella di evitare una bassa inflazione ed evitare come la peste la deflazione. Se ricordo bene, tanti anni fa orsono a scuola mi avevano parlato della legge della domanda e dell’offerta: se c’è qualcosa da vendere ma in pochi la chiedono, il suo prezzo scende, il contrario se invece viene richiesta da molti. Siccome in questi tempi di vacche magre molti consumi si sono contratti, non dovrebbe essere strano che i prezzi non solo aumentano poco, ma possano addirittura diminuire, così come il movimento di massa monetaria e capitali. Sono principi base dell’ economia, ma a quanto pare oggi si ragiona solo seguendo principi finanziari, provocando un divario sempre più grande fra economia reale ed economia finanziario-speculativa.

   In pratica (come già avevo accennato in un altro articolo scritto mesi fa) si pensa di poter risolvere i problemi solo facendo gonfiare i numeri, come quando si ricorre ad una continua ricapitalizzazione dei numeri, anziché andare coraggiosamente a mettere le mani alla radice dei problemi.

   Gonfiamo la bolla più che si può, finché non scoppia: questa sì che è lungimiranza!

Mi vengono i brividi.

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Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola, mi sono sposato e trasferito nelle Marche. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità che per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere sostenitore della decrescita già molto tempo prima di aver conosciuto il termine.

2 Commenti

  1. ?In parole povere io che ho acquistato il mio immobile, e l unico, di proprietà a 330 mila euroni, adesso lo posso rivendere a poco più di 200.ooo euri, ho capito bene? Forza Europa e vai così!!!!!!!!

    • A dire la verità Nico stavo facendo un discorso più ampio, e cioè che ai piani alti in pratica si interessano solo di finanza e non dei problemi veri e contingenti dei cittadini. Però fra questi ci può stare sicuramente anche quello che ipotizzi tu. Fra l’altro la crisi economica vera e propria è cominciata proprio dal settore dell’edilizia, in un mercato che è sicuramente troppo gonfiato e dove si continua a costruire case che poi nessuno compra. Quindi ci si ritrova con troppe immobili ed a prezzi che nessuno accetta più, per cui effettivamente hai ragione, chi vuol vendere deve probabilmente dimenticarsi di fare un affare…

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