Purtroppo ci stiamo abituando alle tragedie dell’aviazione che occupano i giornali tanto più quanto si presentano misteriose come quando un aereo sparisce dal radar e svanisce per sempre con tutti i suoi passeggeri oppure quando viene colpito da un missile di una guerra scomoda che non sembra riguardarci ovvero quando si infila in una tempesta e finisce sul fondo del mare.
Oggi però la tragedia non è avvenuta dall’altra parte del mondo, oppure in un paese ovviamente turbato da vicende complesse. L’aereo in questione è precipitato dietro casa, sui monti dove andiamo a sciare d’inverno o a passeggiare d’estate. L’aereo apparteneva alla compagnia nazionale dello stato economicamente più forte d’Europa, anche se usava un nome diverso da quello della azienda madre più famosa.
L’aereo volava sulle stesse rotte su cui abbiamo già volato tutti noi, usato gli stessi radar e procedure che ci hanno consentito di arrivare salvi ed ignari alla meta in così tanti altri viaggi senza incidenti.
E allora cos’è successo questa volta ?
Pare che il terrorismo non c’entri, che i piloti fossero esperti, allora ci diranno che il ghiaccio ha gelato un sensore, che il computer di bordo non ha funzionato bene.
In dieci giorni la notizia sarà sparita dalle prime pagine e presto ci dimenticheremo nuovamente del problema.
Ma qual è il problema ?
Ammesso che vogliamo continuare a viaggiare (anche da decrescisti potremmo volerci incontrare, ascoltare un cantante d’opera estero nel nostro teatro, o mandare i bimbi ad incontrare quelli di un altro paese per fare amicizie ed imparare culture diverse) e che vogliamo continuare a farlo con mezzi sofisticati come l’aeroplano (cosa discutibile dal punto di vista decrescista), ci dobbiamo chiedere seriamente quale differenza ci sarà tra le compagnie che fanno pagare biglietti ad una certa cifra e quelle che ci chiedono un quarto o un decimo del prezzo per darci lo stesso servizio.
Infatti dello stesso servizio si tratta: andare da A a B.
Perché di ricevere un paio di caramelle, un bicchier d’acqua, una rivista inutile nel taschino del sedile e forse un film che potremmo guardare meglio altrove, non giustifica certo la quadruplicazione del costo di viaggio.
Allora le ipotesi sono due: o una compagnia ci guadagna troppo, o l’altra non usa le stesse procedure, tra cui quelle che garantiscono la sicurezza. Probabilmente sarà una combinazione delle due ragioni.
Insomma, è il Mercato.
E la sua mano invisibile ha colpito ancora, così vicino questa volta che ci potremmo anche sentir scottati e potremmo cominciare a farci domande scomode cercando di capire: perché una compagnia aerea famosa e rispettata ha bisogno di aprire una succursale a basso costo per volare sugli stessi cieli? Dove si é messa a risparmiare?
E se anche verrà fuori che i piloti erano ubriachi (ma non lo credo), oppure che l’aereo é stato colpito da un fulmine… la tragedia sarà forse stata utile per presentarci per l’ennesima volta il problema davanti agli occhi: se lasciamo decidere al Mercato sulle questioni di vita o di morte, è purtroppo probabile che si scappi il morto.
E forse i più saggi vedranno in ciò una metafora di decisioni più importanti dei turni di sonno di un pilota o delle frequenze di manutenzione di un aeroplano: e cioé le decisioni sul consumo globale delle risorse terrestri.
Ed è lì che la mano invisibile di Adamo il Fabbro farà il suo ultimo morto…
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Dopo l’esame della scatola nera, ne sapranno di più, che non è detto però verrà reso pubblico.
E’ stato ipotizzato anche la rottura di un vetro dell’aereo, in quel caso equipaggio e passeggeri sarebbero svenuti, e non avrebbero avuto il tempo di capire cosa stesse accadendo.
La vedo come un ipotesi probabile visto che prima dello schianto nessuno da lassù ha chiesto aiuto, e questo è strano.
Per il resto, in ogni mezzo di trasporto vi sono i viaggi di serie A e quelli di serie B.
Le ferrovie effettuano viaggi con le frecce, e con l’intercity; le compagnie navali mettono sul mercato crociere sofisticate e altere a buon mercato, certo è il mercato, per potere permettere a più classi sociali di poter viaggiare, l’importante però sarebbe non risparmiare mai sulla sicurezza e quindi sulla completa efficenza del veicolo
Non condivido. Proprio sul prezzo del biglietto aereo incidono tante varianti (non ultimo l’uso di aeroporti periferici, molto, molto meno costosi e a volte … paganti: Foggia, l’aeroporto più vicino a S. Giovanni Rotondo, il maggior sito di pellegrinaggio d’Italia dopo città del Vaticano, ha offerto aiuti economici a Ryanair …).
Proprio i vari fallimenti di Alitalia hanno scoperchiato un sistema di gestione clientelare che non poteva reggere la concorrenza di compagnie più efficienti.
Se a tutto questo aggiungi che le sciagure non capitano solo a compagnie low cost e che cmq le rotte migliori ce l’hanno le grandi compagnie, che lottano fra di loro …
Un’ultima notazione: naturalmente lo scopo di ogni compagnia è viaggiare con l’aereo pieno. Una compagnia come China Air, che ha una grandissima flotta, non ha difficoltà a riempirla nei viaggi di andata, dalla Cina al mondo. Ma per tornare con gli aerei pieni deve fare super sconti!
Non tiriamo in ballo la decrescita anche in questi casi di tragica fatalità. E’ una visione a mio parere troppo semplicistica. Le procedure di sicurezza degli aerei sono uguali per tutte le compagnie, da Ryanair ad Airfrance. E nessuno ha interesse a rischiare che gli aerei cadano. I biglietti costano meno perchè i costi superflui o non essenziali sono ridotti (Ryanair insegna), ma non certamente risparmiando sui costi di sicurezza (le procedure di sicurezza sono uniche e regolarmente controllate). E’ il primo incidente aereo tragico di una compagnia low cost europea. Non dimentichiamoci degli incidenti aerei occorsi a compagnie di bandiera (Airfrance con il volo 447 per esempio…). Un guasto tecnico o un imprevisto possono sempre succedere, purtroppo…le statistiche sugli incidenti aerei sono lì a ricordarlo.
Penso che Giulio ci abbia messo di fronte al tipico caso dove è bene distinguere il dito dalla luna. Il caso in se stesso (il dito) sembra avere dinamiche che esulano dal ragionamento di fondo (la luna), ma questo è sbagliato?
Il trasporti aereo di massa sono un fenomeno insostenibile sul piano ambientale ed energetico. All’aumentare dei prezzi dell’energia e con l’arrivo di eventuali provvedimenti stile carbon tax, i margini di guadagno diventeranno esigui e si cercherà di ritrovarli in qualche modo. Non è un campo che conosco bene ed evito quindi giudizi, ma già ora i voli low cost sono tali solo per la mancata distribuzione gratuita di caffé e noccioline?
Quando succedono eventi tragici come quello appena accaduto, eventi che salgono alla ribalta dei canali di comunicazione di massa, si tende a reagire in maniera duplice; dapprima si rimane senza parole, e poi, come un fuoco che scaturisce da dentro si esprime un grido di dolore e di rabbia per quanto accaduto. Siamo uomini e, a prescindere che siano 1, 2 o 250 persone, la perdita delle vita non può mai lasciarci indifferenti.
Pare che il copilota sia uscito di senno…così le notizie che leggiamo.
Ma, riflettiamo bene: questo è quello che i soliti canali comunicativi ci danno in pasto, a noi che ci connettiamo su Google in cerca di tutti gli articoli che parlino di questa tragedia. Vogliamo scoprirne di più, siamo investigatori, lo sentiamo dentro di noi che qualcosa non ha funzionato.
Non può essere….
Già, non può essere eppure accade.
Accade che “pare” che i controlli in ambito europeo sulla sicurezza in volo siano tra i più severi esistenti. Pare che il Pilota, uscito dalla cabina per andare in bagno….NON SIA RIUSCITO A RIENTRARE PERCHE’ LA PORTA E’ STATA CHIUSA DALL’INTERNO.
Tutto ciò è assurdo e ridicolo.
Da decrescista “spirituale” in erba, in segno di rispetto nei confronti delle vittime e in segno di NON rispetto nei confronti degli organi di informazione che mandano al macello qualsiasi cosa possa fare notizia, mi limiterò a pregare.
Un saluto!
Concordo con Riccardo e inoltre, sarà perchè sono scettica per natura ma temo che la verità non verrà mai svelata.
Le favole vengono raccontate ogni giorno e la gente ci crede, così va il mondo, perciò meglio far finta di crederci, certo che pensare alla fine che hanno fatto quelle 150 persone, quei ragazzi che erano andati in Spagna per imparare, vengono i bordoni, ha ragione Riccardo siamo uomini ma pare che di questo l’umanità se ne scordi ogni giorno di più
Ebbene il pilota non era ubriaco, era pazzo, cosi` ci dicono.
La cosa che mi sorprende non e` tanto la velocita` con cui il procuratore ha generato la sua accusa (dopo tutto e` il suo lavoro), ma piuttosto la velocita` con cui l’opinione pubblica si e`trovata immediatamente soddisfatta della spiegazione (era ora… finalmente un disastro aereo di cui sappiamo subito il perche` con matematica certezza, non era l’aereo, non era la compagnia, non erano i radar o il maltempo, possiamo continuare a volare, alleluia…)
Ma io mi chiedo: e se il pilota in cabina si fosse sentito male e, accasciandosi tra i comandi dell’aereo avesse innavertitamente mosso l’interruttore di blocco della porta sulla posizione che impedisce l’ingresso ? Avrebbe potuto continuare a respirare normalmente, mentre il suo corpo spingeva i comandi in avanti nella discesa dell’aereo…
Non piu` tardi di qualche giorno fa leggevo di una situazione molto simile accaduta su un Airbus 330 in cui lo stesso tipo di discesa era stato prodotto da una macchina fotografica personale incastrata tra il sedile del pilota e la cloche di controllo… per fortuna era a 10000 metri e non c’erano montagne…
Tante cose possono andare terribimente storte quando ci affidiamo alle tecnologie sofisticate… (lo dice uno che se ne intende…):
– un interuttore puo` venir spostato inavvertitamente
– un interuttore si puo` rompere
– un interuttore puo` cablato al contrario (ottenendo la funzione di chiudere la porta che si vuole aprire)
– un cavo puo` essersi bruciato creando un malfunzionamento dell’interuttore e del suo circuito
– un codice di ingresso puo` essere stato comunicato o programmato errato impedendo l’ingresso
– il programma che gestisce il codice d’ingresso puo` essere corrotto per malfunzionamento del microprocessore o della memoria in cui e` registrato
E quando e` l’ultima volta che il sistema di blocco della porta e` stato verificato? specialmente dopo le ultime manutenzioni al portello del carrello il cui malfunzionamento potrebbe avere cause comuni con altri dispositivi difettosi e non ancora scoperti per mancanza di tempo (erano gia` in ritardo alla partenza)…
La cosa che qui deve stupire e` il perche` l’opinione della persona comune si accontenti dell’idea che un’uomo e` uscito di senno e ha ucciso deliberatamente 150 persone invece di chiedersi quale altra causa potrebbe spiegare gli stessi indizi.
Sembra che viviamo in una societa` in cui e` piu` facile accettare la pazzia di un cervello umano piuttosto che un difetto tecnico in un componente elettronico da 2 euro.
A questo punto i casi sono due:
o siamo diventati tutti pazzi e cinici e servi assoluti delle migliaia di microchip a cui affidiamo la nostra vita (che di conseguenza assume un valore inferiore ai 2 euro del componente meno costoso che si puo` rompere uccidendoci)
oppure si torna alla vera pazzia del pilota, che, ancora, ci deve far chiedere in quale genere di societa` viviamo per averla prodotta, ed in quali condizioni di vita o lavoro si fosse venuto a trovare, ed in infine, se tali condizioni siano in qualche modo legate allo stress prodotto dalla necessita` di ridurre costi ed affrettare tempi ed incrementare prestazioni e produzioni… da cui si torna al tema iniziale di questa nota.
Oppure la colpa può essere stata di un sistema di sicurezza di apertura della porta della cabina sicuro, ma tradito da un interruttore manuale , azionato per disgrazia o volutamente dal coopilota: questo non credo si potrà mai stabilire, quindi non resta che credere alla versione ufficiale.