Le donne che stanno lì a lisciarsi i capelli così docili al pettine, ricci, soffici e lucenti, quelle donne profumate, rifatte, senza rughe né “ maniglie dell’amore”, provino ad affondare lo sguardo e la mente nella pubblicità fatta con loro, su di loro, per loro.
Mi riferisco in particolare alla associazione che in un messaggio pubblicitario è stata fatta tra la parola mamma e un prodotto in scatola.
La mamma che dà vita, cresce, nutre ,guida, accoglie , è sparita.
Dentro una scatoletta di carne conservata.
D’altra parte chi è più la madre?
Come nel famoso Il mondo nuovo (Brave New World) di Aldous Huxley, romanzo di fantascienza scritto nel 1932 e così vicino alla sua attuazione, della madre non ci sarà più bisogno, e a dirla tutta, nemmeno del padre.
Il romanzo, molto profetico, descrive un mondo in cui la produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana, resa completamente extrauterina.
Siamo sulla strada buona per diventare, come nel romanzo di Huxley, uomini e donne in serie, costruiti, artefatti, robotizzati nel corpo e nella mente.
Chissà se riuscirà a sopravvivere un individuo “ artigianale”, sfuggito alla programmazione seriale?
Per ora , solo nella pubblicità ( !) , la mamma è finita in una scatola di latta.
la nostra società è assurda.
una delle cose più belle che ho vissuto in vita mia è stata proprio la gravidanza!
non voglio vedere la riproduzione in serie!!! spero di morire prima !
Ce la possiamo fare leda come umanità se solo ritroviamo il senso della vita, smarrito e calpestato.
Sono mamma e nonna ed è l’esperienza più grande, intensa e bella della mia vita. Coltiviamo la speranza!
Questo sembra tanto SPAM… che poi era il nome della carne in scatoletta. Che sia per questo che e` riuscito a passare il vaglio di controlla i commenti ?
Non so se il mio messaggio è stato troppo criptico.
In realtà prendevo spunto da una pubblicità (che si faceva forte della parola MAMMA per sottolineare bontà e genunità) per evidenziare come purtroppo questo ruolo ( questa figura) così importante a livello personale, sociale, umano, sia sempre più ignorato, stravolto, sminuito nella odierna mentalità del ” vivi e pensa a te stesso, del vogliti bene, ecc.”.
Io sono mamma e penso che la mia più grande impresa sia stata proprio questa: diventare madre.
Ho lavorato ( ora sono in pensione) ma tra tutte le cose che ho fatto, sento che la più importante e significativa e impegnativa è proprio questa: aver avuto dei figli, averli cresciuti, nella speranza che sapessero dare un positivo contributo per migliorare il mondo.
Grazie Giulio. Silvana
Silvana
Cara Silvana,
mi scuso se il mio commento ha generato confusione, era inteso non in risposta all’articolo principale, che e` certamente molto bello, ma ad un altro commento apparso in coda per un po’ di tempo (almeno su come il sito Decrescita si presentava sul mio PC) che era una specie di pubblicita` che ora e` sparito in quanto ovviamente spam… l’ironica analogia con il gioco di parole sullo “spam”, cioe` la carne in scatoletta che poi era il soggetto dell’articolo mi era sembrata interessante, ma, come detto, ora diventa inutile ed incomprensibile. Quindi tanto vale rimuovere anche il mio commento… ovvero lasciare me mie scuse.