La logica della crescita (infinita)

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Two gust is megl che one

Quante volte vi è capitato di andare ad acquistare qualcosa e di sentirvi dire dal commesso che se ne prendete di più avrete uno sconto incredibile, un prezzo irresistibile. Addirittura certe volte comprarne di più, persino il doppio, costa meno che comprarne la metà. La vera questione però è che l’impressione che abbiamo nell’immediato è che prima di sembrarci illogico ci pare assolutamente una cosa conveniente. Perché perdersi un’occasione? Una convenienza del genere? Che faccio, pago lo stesso prezzo o poco meno per acquistare qualcosa quando con gli stessi soldi o poco più posso comprarne una quantità maggiore?? Bè, forse sarebbe illogico non cogliere l’occasione, o quantomeno sarebbe da stupidi pagare la stessa cifra e ottenere di meno. Non vi pare?
Se devo scegliere tra due o uno, meglio due, no? Tra due che costano due e tre che costano due, meglio la seconda opzione. Ovvio. Poi, se effettivamente il sovrappiù di merce acquistata serve a qualcosa oppure no, se verrà usata efficacemente per soddisfare un bisogno reale, se verrà sprecata in parte o interamente o, persino, se verrà gettata direttamente nell’immondizia, non è lecito chiederselo in una società che rincorre la crescita continua e vive nell’illusione dell’abbondanza.
Si tratta ovviamente di uno dei tanti espedienti per favorire il mercato in situazioni di saturazione: una vera e propria educazione alla convenienza e al superfluo. Dobbiamo uscire da questo modo di pensare. L’eccesso non è un valore, e produrre spreco non crea valore, al contrario sono fattori di distruzione di valore, che insistono contro il sostentamento della vita stessa.
Sono aspetti da evitare in ogni situazione. Un oggetto svolge la sua funzione quando soddisfa un bisogno reale, quando apporta un sostentamento alla vita, la supporta, l’arricchisce, la sviluppa. Il sistema che abbiamo creato si poggia sulla crescita illimitata, ne ha fatto il suo idolo. Il mercato che governa il mondo intero sopravvive solo se c’è continua crescita, è un mercato che serve l’avidità, la stupidità e la superbia degli esseri umani, non li arricchisce, non porta loro benessere e felicità, rinnega la vita e le sue manifestazione. Tale direzione porta automaticamente all’autodistruzione. Per questo il cambiamento è inevitabile ed è già in corso, nonostante non sia troppo evidente. Perseguire la sostenibilità ambientale, economica e sociale non è un’utopia, è una necessità centrale che fungerà da fulcro a questa rivoluzione.

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Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia. Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze). Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese. Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista. Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva. Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle. Ho scritto due libri sulla decrescita liberamente scaricabili da questo sito: "Decrescita Felice e Rivoluzione Umana" e "Ritorno all'Origine"

2 Commenti

  1. Ma non hai spiegato perché non dovremmo comprare qualcosa che effettivamente ci conviene? Per una questione di principio? Ci facciamo dettare le priorità per salvaguardare lo stipendio!

  2. Dipende cosa intendiamo per conveniente, e dipende dal buon senso. Comprare un eccesso di merci solo perchè conviene economicamente è un non senso. Questa è la cultura che dobbiamo superare. Poi per carità, ognuno capisce da se di cosa ha bisogno. Lo spreco e l’eccesso fanno crescere l’economia di mercato ma ci uccidono sotto diversi punti di vista. Quello di cui abbiamo bisogno prima di tutto è entrare nella logica dell’ “abbastanza” , del “sufficiente”, attraverso la quale possiamo essere felici noi e tutto ciò che ci circonda.

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