La casalinga

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 L’archeologia è un modo di guardare la storia partendo dalla cultura materiale della gente per  ricostruirne la vita e le abitudini. In un certo modo anche il progetto decrescita parte dalla gente ,ma questa volta, non per studiarne ma per migliorane la cultura, la qualità della vita e le abitudini .

Prendiamo la casalinga di Voghera, spesso  così attaccata al tanto avere, si pone il problema di come  farle seriamente  prendere in visione un altro modo di consumare, cucinare, ma soprattutto acquistare .

Se ci pensiamo bene essa  è la donna che maggiormente si muove per fare  la spesa, sceglie i prodotti e via dicendo, quindi è anche  lei che decide se incrementare la vendita del detersivo di marca oppure saggiamente iniziare a consumare i detergenti sfusi.

Ma a questo punto  ci si scontra con decenni di consumismo alla vecchia maniera, oramai la casalinga è abituata a un determinato modo di acquistare e consumare e farle perdere le vecchie abitudini è difficile.
Un buon sistema è il passaparola, che però spesso pecca di efficacia, internet certamente è un sistema ottimo, anche se le voci dei decrescenti sono spesso coperte dai martellanti spot pubblicitari che ad ogni ora drogano la mente dei poveri ignari consumatori.

Personalmente penso che una delle cose da fare sia quella di procedere educando il più possibile, sia attraverso la rete che nel nostro quotidiano con la gente con cui veniamo a contatto,  ad un altro stile di vita e di consumo: educare la gente ad un’altra scelta, procedere in modo da produrre una crescita intellettiva, e di responsabilizzazione.

Restiamo per ora nel  commercio dei detersivi.
Entriamo un attimo nella mentalità della casalinga comune,  la semplice donna di casa magari operaia.

Molto spesso i prodotti confezionati sono da lei i preferiti, è  diffusa oramai l’abitudine di  cercare la praticità, non abbiamo tempo per prendere un contenitore e metterlo in macchina, non abbiamo tempo per aspettare alla macchinetta che il flacone si riempia
Ne consegue che si dovrebbe porre in essere  una campagna educativa per far conoscere alla casalinga le motivazione del perchè sia  meglio optare per la scelta del detersivo sfuso

Il detersivo sfuso non viene prodotto da industrie che smerciano, oltre al detersivo, anche  milioni e milioni di contenitori, che vengono utilizzati solo per pochi giorni e poi cestinati, gettando nella spazzatura plastica, e quindi aumentando ancora di più la mole di plastica da smaltire, anche se per fortuna ad oggi il sistema di riciclaggio della plastica ha fatto   notevoli passi avanti, e lo ha ben dimostrato Miriam nel suo articolo: “ la plastica sa e parla” .
Il detersivo sfuso costa meno , sia perchè si risparmia sull’acquisto del contenitore,sia perchè  c’è un rapporto diretto fra il dettagliante ed il produttore, mentre in quello confezionato, la filiera è: Produzione/ grossista/ dettagliante. Quindi abbiamo un passaggio in più e naturalmente il prezzo è più alto.
Perciò alla casalinga potremo porre questa domanda: “ perché pagare di più, inquinare di più, lasciare ad altri l’incombenza di fa sparire tonnellate e tonnellate di plastica, se si può ovviare a questo con il consumo di detersivi sfusi”?
Ne nascerebbe che la casalinga dovrebbe su questo ragionare e concludere che il detersivo sfuso è  più conveniente sia per l’ambiente che per la sua tasca

Bisogna tenere presente che ciò che contraddistingue la massaia di Voghera, è il metodo che usa per selezionare e per fare le sue scelte . Un metodo empirico, supportato dalla sua esperienza, dal beedback che ha tratto dalle sue azioni.

Prendiamo un azione quasi quotidiana della massaia: selezionare la verdura
La casalinga selezionerà la verdura sana da quella guasta perchè il feed back le ha insegnato che quella malconcia è di cattivo gusto, sa di muffa, è stantia.
Si troverà però, anche, davanti a situazione intermedie e cioè davanti a foglie di verdure che non sono ne marce ne sane e qui rimarrà nell’incertezza se buttarla o tenerla, perché non sa stabilire col solo metodo empirico se quella foglia ha una percentuale di sano che supera quella del marcio
In pratica
La massaia non sarà in grado come l’astronomo di dirti che alle ore 11:43 del 16 aprile 2218 ci sarà una eclissi di sole.
La massaia è solo in grado di dirti se in quel momento c’è una eclissi di sole .
La massaia non userà la linear discriminant analysis grazie alla quale Ronald Fisher iniziò a selezionare le ossa degli umanoidi da quelle dei primati.

Quindi bisogna tenere bene a mente che buona parte della gente ha bisogno di un linguaggio semplice, è forse amaro dirlo, ma ha bisogno delle cartoline illustrate che parlino la sua lingua, anche la pubblicità usa infondo delle bellissime cartoline illustrate commercializzando anche emozioni e sentimenti, in pratica non spiega alla gente cosa contiene la Nutella, se ci badate bene nella pubblicità tutto viene menzionato fuorchè la composizione della nutella, perciò il consumatore acquista la nutella ma non sa nemmeno cosa contiene.

Invece la nostra cartolina dovrebbe contenere un messaggio che invita certo, che parla la lingua della parte della popolazione a cui ci rivolgiamo, ma nello stesso tempo, spiega ed educa, perchè la decrescita dovrebbe in tutto essere una scelta non solo libera, ma anche consapevole e responsabile.

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Sono nativa della città di Firenze, nella quale ho vissuto per vent'anni, per poi trasferirmi in campagna. Lavoro nel settore amministrativo contabile di una piccola azienda, sono sposata ed ho due figlie adulte. Ho un piccolo laboratorio dove mi diletto nell'esercitare l'hobby del decoupage , in casa ho diversi oggetti che ho riportato a nuovo con questa tecnica. Mi piace adoperarmi per riscoprire: piccoli borghi, antiche usanze e tradizioni, ricette; ricercando nella storie popolari particolari che mi siano utili per capire meglio cosa il progresso ci ha tolto e cosa ci ha dato.

2 Commenti

  1. Credo che la chiave di lettura stia, in buona parte, nella differenza che intercorre tra “realtà” e “percezione”. La realtà è sempre una sola, mentre le percezioni sono pressochè infinite: variano in base all’angolo di osservazione, alla cultura delle persone, con le quali “filtrano” le informazioni.
    Conta molto l’educazione, il vissuto personale, eccetera.

    Da un punto di vista sociologico è ininfluente cosa faccia o pensi la casalinga di Voghera. Il soggetto potrà essere interessante per gli psicologi ma, se prendiamo la casalinga di Voghera come “consumatore ottimo”, cioè come quel soggetto medio , in grado di rappresentare TUTTE le casalinghe italiane o, piu’ in generale, TUTTI i consumatori italiani, allora possiamo commettere errori della stima.
    E’ piu’ corretto non generalizzare e valutare come si ripartisce l’universo dei consumatori.
    Infatti, c’è casalinga e casalinga……..anche a Voghera.

    Una vecchia classificazione dei consumatori, operata dal marketing, era basata sulla suddivisione in cinque clusters, così sintetizzati:

    a) RICCHEZZA E PRESTIGIO
    b) BELLEZZA E SALUTE
    c) CASA E LAVORO
    d) POVERTA’ CONSUMISTICA
    e) POVERTA’ ATAVICA

    In questi cinque clusters si faceva rientare l’intera popolazione. Naturalmente, ciascuno di essi ha una diversa propensione al consumo. Per esempio un collier d’oro massiccio, benchè abbia un notevole valore intrinseco, può essere giudicato un oggetto “cafone” dal cluster “ricchezza e prestigio” ed essere ambito da chi è incluso nel cluster “povertà consumistica” che, magari a rate, col credito al consumo, ritiene di comprarselo, quale simbolo da ostentare per vantare una presunta posizione sociale.
    Non di meno il detersivo sfuso può essere acquistato da una casalinga appartenente al cluster “ricchezza e prestigio” oppure “bellezza e salute”, perchè la sensibilità ecologica, frutto magari di una piu’ elevata scolarizzazione, la induce a fare una scelta “ecologica”, piuttosto che consumistica.

    Karl Marx , ne “Il Capitale ” deride la ricca borghesia; descrivendo il “padrone del vapore” come un signorotto di mezza età, vestito col panciotto, piuttosto obeso. Immagine che i vignettisti di inzio novecento, come Scalarini e Ratalonga rappresenteranno nelle loro striscie satiriche allo stesso modo.
    Mentre invece, nei manifesti della propaganda socialista del tempo, fabbri, contadini, gente del “Quarto Stato” veniva rappresentata asciutta, nerboruta, muscolosa e sempre abbronzata, per via della vita all’aria aperta.
    Oggi siamo a parti invertita: gli obesi, i sovrappeso sono soprattutto le persone delle classi sociali meno abbienti; mentre i “ricchi” spendono fortune per dimagrire e sono molto attente all’alimentazione e alla cura del corpo.

    La decrescita si rivolge a tutti, ovviamente, col suo messaggio di sobrietà e il dovere dell’etica della responsabilità verso le risorse del pianeta.
    Ma gli appelli moralistici, al “far bene” servono davvero a poco. Non ci riesce piu’ nemmeno la Chiesa, figuriamoci se ci riescono i decrescenti!
    Le abitudini, la propensione al consumo, oltre alle ragioni che ho brevemente richiamato, sono riconducibili, soprattutto, alle scelte che vengono compiute in campo economico da chi ha responsabilità nel mondo della finanza, dell’economia, della politica.

    I consumi altro non sono che le logiche ricadute delle scelte che stanno a monte e che difficilmente la “gente poco importante” è in grado di fare.
    Formalmente la sovranità appartiene al popolo: anche quella in tema di consumi.
    In realtà esiste il potere condizionatorio, esercitato in tanti modi, col quale vengono direrezionate le scelte.
    La retorica del mercato parla di “libertà” del consumatore ma, in realtà è una libertà che ha molto a che fare con la ripartizione in clusters di cui ho scritto piu’ sopra.

    Guarda, Simona, cosa sta avvenendo nei rapporti tra Ucraina e Russia: scelte strategiche di geopolitica che possono cambiare profondamente i rapporti tra gli Stati e, addirittura portare a nuovi pesanti conflitti, non sono certo determinati dalla casalinga di Voghera: compreso l’approvvigionamento del gas col quale la signora cuocerà, senza diritto di scelta, la pastasciutta.

    Un vecchio proverbio russo dice: “Quando un intero popolo sospira si alza un forte vento”.
    Il problema è che il popolo non “sospira” quasi mai allo stesso modo e nello stesso tempo e per lo stesso motivo; per cui quel vento forte fatica sempre ad alzarsi.

    • Berlusconi prima e Renzi ora, sono maestri della comunicazione.
      Naturalmente, piu’ soldi hai, piu’ TV possiedi, piu’ legami coi potenti dei media riesci a tessere, piu’ avrai visibilità mediatica e, dunque, consenso.

      Mentre sto scrivendo mi viene in mente Al Gore, l’ex vicepresidente USA con Clinton.
      Gore è un bravo studioso: ha vinto anche il premio Nobel per la sua lotta contro i cambiamenti climatici.
      E’ una persona che inonda di grafici, di slide con le quali mostra, con tutta evidenza, come i cambiamenti climatici dipendano dall’effetto serra, dall’emissione in atmosfera di un eccesso di CO2 ecc.
      Bene, Al Gore ha una pessima immagine. E’ inviso e, quando parla lui, la gente gira canale.

      Se la gente avesse gli strumenti per valutare la serietà e la bontà degli argomenti , preferirebbe Al Gore a uno squaliido come Berlusconi.
      Eppure preferiscono , di gran lunga il secondo al primo; così come, a suo tempo, il popolino minuto ha preferito Barabba a Gesu’.
      Quindi non posso darti torto se ritieni che sia inutile parlare con la casalinga di Voghera perche ha il cervello annebbiato dalle banalità che la TV ci propina
      Tutta la comunicazione,infatti, ruota intorno all’uomo medio e donna,: gusti medi, cultura media, senso comune medio, età media

      Purtroppo il nostro è un mondo dove la maggioranza se ne sta seduta, i rilassata, si accontenta, non ha più curiosità,iniziative, aspetta che le soluzioni le trovino gli altri, ma nello stesso tempo sgomitano per arrivare primi, è sempre più importante sembrare che essere, tipico esempio: ostentare gli abiti griffati .
      Si compra la Prite e la Fanta perchè è più veloce che farsi una spremuta, si compra il Belthe perchè è piu’ comodo che farsi il the fresco con la teiera e il the di torrefazione, a mala pena si arriva alla quarta settimana ma non si impara a farsi la pasta in casa , si comperano i pelati perchè più veloce che farsi la salsa da soli, ed ancora si butta il cibo in pattumiera perchè tanto è avanzato.

      Quindi tutto porta a concludere come sia tempo perso parlare alla gente , saranno ben poche le persone che riusciremo a far ragionare senza utilizzare le TV di Berlusconi o la potenza di fuoco dei media che, com’è noto, tirano la volata alle lobbies e non certo ai decrescenti.
      Ma perchè non tentare ugualmente anche se la riteniamo una “ battaglia” persa, ci rimettiamo qualcosa, ci priviamo di qualcosa? Io non credo.
      Io credo sia cmq giusto provare a far arrivare il messaggio a più gente possibile.
      Il successo del progetto dipende molto dai consensi e dalle adesioni della gente , più “casalinghe” verranno coinvolte in scelte responsabili più la decrescita acquisterà terreno , ne consegue che più gente responsabilizzi ed aiuti a crescere, più possibilità di cambiamento ci saranno

      Concludo dicendo che la classe intellettuale senza l’apporto del popolo non potrà ottenere molto, il popolo è per gioca forza una molla importate del progetto, senza la sua adesione tutto resterà solo affidato a piccole realtà che certamente produrranno beneficio a chi fa parte di quella realtà, ma difficilmente cambieranno il sistema.
      E qui si entra in un discorso politico da cui mi tiro fuori perché mi mancano le competenze del caso

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