Simone Zuin
Nasco nell’associazionismo e mi sono avvicinato alla decrescita durante la mia esperienza amministrativa. Attualmente scrivo di decrescita per alcune testate giornalistiche.
Sono l’ideatore ed il fondatore del sito Decrescita Felice Social Network.
Igor Giussani
Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Sono arrivato alla decrescita attraverso un percorso molto variegato, dal punk politico che mi ha ispirato da adolescente, passando per il movimento altermondista, le correnti eterodosse di sinistra fino ad abbracciare la visione dell’ecologia sociale, secondo cui la dominazione dell’uomo sulla natura ha origine dal dominio dell’uomo sull’uomo.
Ho espresso le mie idee sulla decrescita e i cambiamenti sociali necessari in Svolta Radicale. Alla ricerca di una via di uscita (Scaricabile qui gratuitamente).
Luca Madiai
Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia.
Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze).
Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese.
Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista.
Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva.
Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico.
Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle.
Sara Gracci
Penso che il mio interesse per preservare un rapporto con quel che è vita sia legato alla mia infanzia passata su una collina nei pressi di Firenze, tra le cittadine di Montelupo e Montespertoli.
Qui ho vissuto in modo libero e diretto il rapporto con gli animali e la natura, passando buona parte della giornata tra i boschi ed il giardino di casa.
Trascorsi gli anni scolastici che mi hanno portato alla laurea in Architettura, ho iniziato a studiare ed informarmi sulle filosofie orientali e le terapie ad esse collegate.
Indirizzati gli studi e la professione verso l’architettura naturale mi sono trovata a collaborare a Bolzano con Ugo Sasso partecipando tra l’altro alla redazione della rivista Bioarchitettura ed alla organizzazione di eventi per l’Istituto Nazionale.
La percezione che la nostra società ci avesse culturalmente privato di un rapporto diretto con la materia e il potere creativo che ne deriva, mi ha fatto avvicinare al pensiero del Movimento della Decrescita Felice, di cui dal 2012 sono consigliere e membro fondatore per la sezione di Firenze con mandato di referente dell’università del Saper Fare.
Sto studiando Permacultura con il gruppo fiorentino, sia negli aspetti relazionali di comunicazione che nella creazione di orti sinergici per l’autosufficienza alimentare. Dall’Aprile 2013 sono attiva in “Montespertoli in Transizione”.
Per Odeon Cinehall ho redatto il sito di promozione del film “L’Economia della Felicità” di Helena Norberg-Hodge, collaborando alla diffusione degli eventi-proiezione. Dal 21 Ottobre 2012 sono Presidente di A.R.I.A. familiare (Associazione Rete Italiana Autocostruzione), associazione scaturita da Edilpaglia.
Per le associazioni di cui faccio parte realizzo eventi e grafica sia con presentazioni multimediali che depliant per la divulgazione di tematiche sulla ecologia, localizzazione e il ritorno a stili di vita sostenibili: corsi sull’alimentazione, detersione naturale, terapie naturali.
Con l’associazione Pacciamama promuovo attività di educazione nelle scuole e presso enti per sensibilizzare la popolazione locale. Skype: sara.gracci.
Federico Tabellini
Autore de ‘Il Secolo Decisivo: storia futura di un’utopia possibile’. Nato a Brescia nel 1988. Da anni si interessa di tematiche ambientali, economiche e sociali. In passato ha pubblicato due paper su temi inerenti alla decrescita: “Degrowth and Sustainable Human Development: in search of a path toward integration” (Paper presentato alla Conferenza Internazionale sulla Decrescita, Venezia 2012) e “Sviluppo umano e sostenibilità ambientale: in cerca di una strada verso l’integrazione” (Vincitore della prima edizione del “Giorgio Rota Best Paper Award”, Centro di Ricerca e Documentazione “Luigi Einaudi”, 2013). È laureato in Scienze Politiche, in Sociologia e in Linguistica Applicata. Attualmente vive a Barcellona.
Mirko Omiccioli
Nato nel 1969 a Pesaro, nel 1988 mi sono diplomato come Perito Turistico e nel ’93 ho completato un corso di Operatore di Marketing per PMI. Dopo quarant’anni vissuti sulla riviera romagnola a Cattolica, mi sono sposato e trasferito nelle Marche a Fermignano, vicino ad Urbino. Entrato molto presto nel mondo del lavoro (più per necessità ce per scelta), ho avuto modo di notare con dispiacere che alla medesima domanda, ovvero: “Cosa serve per vivere?” una volta avremmo risposto “Un tetto, cibo ,acqua e la salute”, mentre ora semplicemente “Servono i soldi”. Questa triste constatazione mi ha fatto capire di essere decrescentista già prima di aver conosciuto il termine.
Silvana Dal Cero
Insegnante di matematica in pensione, amante della natura in tutti le sue manifestazioni, amo scrivere, poesie soprattutto ma anche racconti e riflessioni che inserisco nel mio blog “Frammenti d’onda”.
Ho pubblicato un libro di poesie ‘Il Passo e L’Orma’ con la casa Editrice Il Leone.
Diego Imbriani
Vivo a Torino dove da anni combatto una mia “personale guerra” alla società dei consumi e all’immagine di uomo che ne deriva. Amo l’umanità e vorrei che finalmente emergesse da quello stato di minorità morale e intellettuale a cui sembra condannata da sempre.
Mentre mi adopero per realizzare questa rivoluzione sociale sbarco il lunario aiutando mio fratello nella gestione di un piccolo ristorante e attendo di essere chiamato a insegnare filosofia nei licei.
Rosanna Napoli
Sono madre, moglie e lavoratrice.
Amo la terra, gli animali, il tempo libero, il rispetto, il senso critico, avere tante cose da fare e…cerco di rallentare per tenere il giusto ritmo.
Nel 2000 mi sono laureata in Giurisprudenza, e da allora mi occupo di consulenza specialistica alle imprese. Da cinque anni mi interesso di microcredito e decrescita, alle cui teorie sono arrivata compiendo ricerche, per studio e lavoro, sulle economie insostenibili.
Riutilizzo, acquisto usato e pratico il baratto. Organizzo swap parties (un giornale locale tanti anni fa defini’ un mio evento come il primo swap party d’Italia) e ho tenuto dei laboratori di autoproduzione rivolti a bambini e ragazzi.
Ho scritto per diverse testate di carta stampata, e collaboro con DFSN dal 2012.
Manuel Castelletti
Manuel Castelletti è nato a Mantova nel 1986. Ha terminato la carriera accademica nel 2010 con una laurea a pieni voti in Economia e Management. I suoi interessi spaziano dall’economia alla finanza, passando per le tematiche ambientali e la teoria della decrescita.
Giulio Manzoni
Armando Boccone
Mi voglio presentare con alcuni concetti e correlazioni che sto sviluppando in questi ultimi tempi. Nella fisica ciò che ha portato alla concezione dello spazio e del tempo come inseparabili (quindi alla concezione dello spaziotempo) sono stati i fenomeni elettromagnetici (esposti dalle quattro equazioni fondamentali sull’elettromagnetismo di James Clerck Maxwell) che, in quanto implicanti velocità elevatissime, hanno prodotto fenomeni non completamente spiegabili con la scienza di Isaac Newton fondata sulle trasformate di Galileo, in cui lo spazio e il tempo erano considerati assoluti e separati. “E’ noto che l’elettrodinamica di Maxwell – come la si interpreta attualmente -nella sua applicazione ai corpi in movimento porta a delle asimmetrie, che non paiono essere inerenti ai fenomeni.” (Inizia in questo modo l’articolo “Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento” [Zur Elektrodynamik bewegter Körper] scritto nel 1905 da Albert Einstein e in cui lo scienziato espone per la prima volta la Teoria della relatività speciale). Sono state necessarie le trasformate di A. Hendrik Lorentz a rendere possibile le elaborazioni di Henri Poincarè e la Teoria della relatività speciale di Albert Einstein e arrivare al concetto di spaziotempo, in cui tempo e spazio sono legati indissolubilmente, quindi si determinano a vicenda, per cui “dove lo spazio si contrae, il tempo si dilata; e, viceversa, dove il tempo si contrae, lo spazio si dilata”, come affermava Einstein. Quindi lo spazio diventa una questione di tempo e il tempo diventa una questione di spazio!Nel processo storico-culturale a portare all’incontro, o, per meglio dire, alla “rotta di collisione” di spazio e tempo e quindi allo spaziotempo (con la conseguente necessità di contrarre lo spazio [essenzialmente decrescita della produzione e della popolazione] al fine di dilatare il tempo [più lunghe e buone prospettive di vita per l’umanità]) sarà quel periodo assiale rappresentato dagli anni settanta del XX secolo ( http://www.decrescita.com/news/gli-anni-settanta-xx-secolo/ ), con le nuove condizioni che arrivarono a maturazione e le elaborazioni teoriche che furono fatte. Mentre a portare allo spaziotempo nella fisica sono stati i fenomeni elettromagnetici, a portare allo spaziotempo nel processo storico-culturale è stata la realtà che si è creata agli inizi della seconda metà del XX secolo e di cui si è preso coscienza con lavori come, per esempio, “The Entropy Law and the Economic Process”, la principale opera di Nicholas Georgescu-Roegen e “I limiti dello sviluppo”, lavoro commissionato dal Club di Roma a un gruppo di scienziati del MIT di Boston. Si prese coscienza, per dirla con questo gruppo di scienziati, che, nel caso le tendenze allora esistenti fossero rimaste inalterate, entro i successivi cento anni si sarebbe avuto un crollo improvviso della popolazione umana, della produzione industriale e agricola e un degrado delle condizioni di vita dell’umanità. Ma il processo storico-culturale non procede in modo automatico e non ci sono esiti scontati: è necessario prendere coscienza della nuova realtà che è arrivata a maturazione negli anni settanta del secolo scorso e lavorare per dare un indirizzo diverso al processo storico-culturale. Non sarà una cosa facile ma sarà una “scelta necessaria”.
Miriam Corongiu
Non so ancora bene “chi” sono. E’ un percorso, la vita, accidentato e faticoso, in cui la propria immagine tende a diventare nitida man mano. Tutto cambia, di continuo. Al tempo del Villaggio Globale, in una fase storico-economica come questa, dove le categorie di pensiero date per assodate vengono stravolte, i diritti di base pervicacemente erosi e la natura martoriata con violenza, avere un’identità precisa è un’impresa titanica. Per sapersi riconoscere, bisogna ripartire da ciò che, a naso, ci sembra avere senso. E il senso, io, l’ho ritrovato nella terra. Ho vissuto in città per quasi tutta la mia vita e solo da pochi anni mi sono trasferita in campagna, dove ho imparato a “coltivare”. Gli orti, si, si coltivano. Ma non solo quelli. Ho imparato che, mani nella terra, si possono coltivare molti aspetti del proprio essere al mondo e che “origine” è un termine che porta molto più lontano di quanto si possa immaginare. Ci si dimentica che siamo nati cibandoci di ciò che la natura ha sempre offerto generosamente e addomesticando con tecniche semplici la sua spontaneità. Ci si dimentica che esiste un ritmo, quello delle stagioni, della luna e del cuore, che non affatica e non oscura le nostre menti. Ci si dimentica, infine, che siamo anche noi parte della natura stessa e che violarla vuol dire morire. “Coltivando” la terra e me stessa, ho raggiunto molti approdi, come quello della Decrescita Felice. Ho scoperto di avere mani buone per creare e per scrivere. Ho capito che non importa molto “chi” sono, ma “cosa” mi propongo di essere e con quanta tenacia mi ci proietto. Quindi, cosa sono? Sono madre, sono moglie, sono per metà sarda e per metà napoletana e, in entrambi i casi, straordinariamente fiera di esserlo; sono una contadina, con tanto da imparare. Ambientalista, per necessità, e piena di passione civile, per vocazione. Chi sono, dunque, non conta. Ma se vi fa piacere saperlo, mi chiamo Miriam Corongiu e vivo nella Terra dei Fuochi.