Su Greta Thunberg e il movimento Friday for Future sono state fatte, sono fatte e saranno fatte molte considerazioni.
Anche in questo articolo saranno fatte alcune considerazioni: saranno però considerazioni che andranno alla base del fenomeno Greta Thunberg e del movimento Fridays for Future (Venerdì per il futuro) a cui ha dato inizio. In poche parole si indicherà un criterio in base a cui dare giudizio sulla validità delle cose dette e fatte da Greta Thunberg e dal movimento Friday for Future
Prima di cercare tale criterio è bene sgomberare il campo da molte cose dette a proposito della particolare “personalità” di Greta Thunberg, delle sue caratteristiche fisiche, mentali e (aggiungo a proposito di Greta Thunberg) familiari, di appartenenza sociale e altre colleganze qualunque esse siano (come per esempio sui supposti finanziatori e/o manipolatori di Greta e del movimento Friday for Future).
Per fare l’operazione suddetta ci si ispirerà a quanto dice William James a proposito del rapporto fra validità delle esperienze (idee e/o movimenti religiosi, teorie scientifiche, opere d’arte, ecc.) e “personalità” di chi ha fatto tali esperienze (per l’opera e il pensiero di William James si veda la relativa voce in Wikipedia; all’indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/William_James ).
Dice William James che come l’dea geniale (opera d’arte, scoperta scientifica o altro) è separata, autonoma dalle caratteristiche fisiche o mentali dell’autore così le esperienze religiose (e altre esperienze) sono da interpretarsi separatamente dalle caratteristiche fisiche, mentali, sociali, ecc., delle persone che le hanno fatte.
I movimenti politici, religiosi, culturali, artistici, le opere d’arte, le dottrine politiche, le teorie scientifiche, ecc. si giudicano in base ai loro frutti, non in base alle loro radici, cioè non in base alle caratteristiche della personalità dei fondatori di questi stessi movimenti.
Così Greta Thunberg e il movimento “Friday for Future” da essa iniziato devono essere giudicati dai loro frutti, dai risultati che conseguono e non dalla personalità e/o caratteristiche psico-fisiche dei loro fondatori.
La stessa cosa si può dire a proposito della famiglia di Greta (che secondo alcuni sta dietro le cose fatte dalla stessa Greta) e di eventuali finanziatori/manipolatori (tutto da verificare!) del movimento Friday for future.
Ma riportiamo alcuni illuminanti passi di William James in merito all’argomento che stiamo trattando:
“Nelle scienze naturali e nell’ambito industriale non accade mai che qualcuno provi a confutare delle opinioni illustrando la costituzione neurologica del loro autore. Le opinioni, qui, sono invariabilmente verificate con la logica e sperimentate, non importa quale sia il tipo neurologico dei loro autori. Non dovrebbe essere altrimenti con le opinioni religiose. Il loro valore può essere accertato solo coi giudizi spirituali, che le riguardano direttamente; giudizi basati sul nostro sentire immediato e, secondariamente, su ciò che noi possiamo accertare delle loro relazioni esperienziali con i nostri bisogni morali e con il rimanente di ciò che noi consideriamo vero.” (William James, Le varie forme dell’esperienza religiosa – Uno studio sulla natura umana 1998-2009 Editrice Morcelliana – Brescia, pag. 35)
Dice ancora William James:
“Tra le visioni e i messaggi religiosi, alcuni sono sempre stati con troppa evidenza sciocchi, e tra le estasi e i rapimenti convulsi molti sono stati troppo infecondi per il comportamento e il carattere perché passino come significanti, e ancor meno come divini. Nella storia del misticismo cristiano il problema del come distinguere, tra tali messaggi ed esperienze, quali fossero realmente miracoli divini da quelli che il demonio, nella sua malvagità, è stato in grado di mistificare, rendendo così la persona religiosa creatura doppiamente infernale rispetto a quanto non fosse prima, è sempre stato un problema difficile da risolvere, avendo bisogno di tutta la sagacia e l’esperienza dei migliori direttori spirituali. Alla fine è necessario affidarsi al nostro criterio empirista: si possono conoscere dai loro frutti, non dalle radici.” (William James, Le varie forme dell’esperienza religiosa – Uno studio sulla natura umana 1998-2009 Editrice Morcelliana – Brescia, pag. 37)
Diversamente dal giudizio da dare sui movimenti e sui fenomeni religiosi (James dice che “…è sempre stato un problema difficile da risolvere..”) si ritiene che sia abbastanza facile il problema della ricerca di un criterio con cui stabilire la validità di quanto detto e fatto da Greta Thunberg e dal movimento Friday for Future a cui ha dato luogo.
Si può già anticipare brevemente il criterio in questione: le cose dette e fatte da Greta Thunberg e le cose dette e fatte dal movimento Friday for Future a cui ha dato luogo (e anche dai loro supposti finanziatori) sono/saranno valide se portano/porteranno a una riduzione del consumo di risorse naturali e, di conseguenza, se portano/porteranno a una riduzione dell’immissione di inquinanti nell’aria, sul terreno e nelle acquee, e di conseguenza se portano/porteranno a un contenimento o a una riduzione o eliminazione del rischio di catastrofi climatico-ambientali per la Terra e l’umanità.
Prima di entrare nell’argomento appena accennato vediamo di dire alcune cose relativamente alla specifica persona di Greta Thunberg, della sua famiglia e del problema di eventuali finanziatori e/o manipolatori di Greta e del movimento da lei fondato.
Vediamo quanto è stato detto a proposito delle caratteristiche fisiche, mentali, familiari, sociali, e di eventuali finanziatori di Greta Thunberg.
Si riporteranno ampi stralci presi alla voce Greta Thunberg in Wikipedia.
“Quando aveva 13 anni le fu diagnosticata la sindrome di Asperger. Anche a causa della sua notorietà, molta attenzione è stata data ai sintomi da lei manifestati e legati a questa sindrome: disturbo ossessivo-compulsivo, mutismo selettivo e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Molto spesso queste informazioni vengono utilizzate per screditarla o per confutare le sue idee ambientaliste. Lei stessa ha parlato della sua condizione in alcune interviste.
Per diminuire l’impronta ecologica della sua famiglia ha insistito perché i suoi congiunti diventassero vegani, come lo è diventata lei. È autrice, insieme alla sua famiglia, del libro La nostra casa è in fiamme, in cui viene raccontata la sua vita con alcuni aneddoti della sua famiglia; solo in piccola parte vi si trovano riferimenti al suo impegno per la difesa dell’ambiente.”
Si interrompe l’esposizione di quanto detto da Wikipedia su Greta Thunberg per riportare alcune altre citazioni di William James a proposito del rapporto fra accertata o presunta personalità “patologica” di alcuni personaggi storici e le cose dette e fatte da questi stessi personaggi:
Dice lo studioso citato:
”…il temperamento psicopatico, qualunque sia l’intelletto col quale si trova appaiato, spesso porta con sé entusiasmo ed eccitabilità di carattere. La persona eccentrica ha una straordinaria sensibilità emotiva. E’ soggetta a idee fisse e ossessioni. Le sue concezioni tendono a tradursi immediatamente in convinzioni e azioni. E quando ha una nuova idea, non ha riposo fino a quando non la proclama, o in qualche modo non le dà sfogo.” (William James, Le varie forme dell’esperienza religiosa – Uno studio sulla natura umana 1998-2009 Editrice Morcelliana – Brescia, pagg. 39-40)
William James, per concludere questo argomento, riporta le seguenti citazioni di Annie Besant:
“Una quantità di persone si augura il successo di qualche buona causa, ma ben poche si sforzano di fare qualcosa per essa, e ancor meno rischiare qualcosa per sostenerla. ‘Qualcuno deve farlo, ma perché io?’ È la frase sempre ripetuta dall’amabilità vile. ‘Qualcuno deve farlo, perché non io?’ è il grido dello zelante servo dell’uomo, ardentemente impaziente di affrontare qualche dovere rischioso. Tra queste due risposte stanno interi secoli di evoluzione morale” (William James, Le varie forme dell’esperienza religiosa – Uno studio sulla natura umana 1998-2009 Editrice Morcelliana – Brescia, pag. 40)
Adesso viene ripreso quanto dice Wikipedia sulla figura di Greta Thunberg.
“Attivismo
Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018. La decisione di questo gesto è nata a fronte delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi senza precedenti che hanno colpito il suo paese durante l’estate. Voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico ed è rimasta seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico. Il suo slogan era Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima).
La bicicletta di Greta fotografata a Stoccolma l’11 settembre 2018. La scritta dice: La crisi climatica dev’essere gestita da crisi! Il clima è la questione più importante!
A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Ha partecipato alla manifestazione Rise for Climate davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles e ha parlato alla manifestazione organizzata da Extinction Rebellion a Londra (31 ottobre 2018). Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media in diverse nazioni e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l’Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l’Australia. In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da Thunberg ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro primo ministro Scott Morrison, che ha dichiarato al Parlamento «ciò che vogliamo è l’apprendimento nelle scuole e meno attivismo».
Greta Thunberg nel 2018 all’esterno del parlamento svedese; il cartello reca la scritta: «Sciopero scolastico per il clima»
Il 4 dicembre 2018 Greta ha parlato alla COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia. Greta ha spiegato così la gravità del problema:
«Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo.» |
In occasione dell’ultima giornata ufficiale di lavori, il 14 dicembre, ha dichiarato dalla tribuna della COP24, parlando ai leader mondiali riuniti con parole durissime:
«Voi parlate soltanto di un’eterna crescita dell’economia verde poiché avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d’emergenza. Non siete abbastanza maturi da dire le cose come stanno. Lasciate persino questo fardello a noi bambini. […] La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all’interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema. […] L’anno 2078 celebrerò i miei 75 anni, se avrò figli, forse passeranno quella giornata con me. Forse mi chiederanno di voi, forse mi chiederanno perché voi non abbiate fatto nulla, mentre c’era ancora il tempo per agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra qualsiasi altra cosa, eppure state rubando il loro futuro proprio davanti ai loro stessi occhi. […] Non siamo venuti qui per supplicare i leader di agire. Ci avete ignorato in passato, e ci ignorerete ancora. […] Voi avete finito le scuse, e noi stiamo finendo il tempo. […] Il vero potere appartiene al popolo.» |
Il 25 gennaio 2019 è intervenuta con un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davos, volto a far comprendere il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici.
Nei mesi successivi Greta Thunberg è intervenuta in altre manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica, come quella a Bruxelles del 21 febbraio o quella di Amburgo del 1º marzo.
Greta Thunberg promuove la sua campagna ambientalista al Forum economico mondiale di Davos nel 2019
Il 15 marzo 2019 si è tenuto lo sciopero mondiale per il futuro, al quale hanno partecipato moltissimi studenti in 1700 città in oltre 100 paesi del mondo (un milione solo in Italia); Greta Thunberg è intervenuta nella manifestazione organizzata a Stoccolma, ricordando come sia necessario che i politici agiscano, dando ascolto ai moniti degli scienziati sul clima. Tra le risposte alla manifestazione c’è stata quella della Commissione europea, che ha affermato di ascoltare la richiesta dei giovani e di stare agendo in quella direzione.
Il 16 aprile 2019 ha parlato alla commissione Ambiente del Parlamento europeo, invitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico, seguendo quanto affermato dagli scienziati; in particolare, guardando alle imminenti elezioni europee, ha invitato i giovani ad andare alle urne e i politici ad ascoltare l’appello per il clima di tanti ragazzi che non potranno votare. Il giorno dopo ha partecipato all’udienza generale di Papa Francesco in piazza San Pietro a Roma, a seguito della quale ha avuto un breve scambio di battute con il pontefice.
Tra il 14 e il 28 agosto 2019 ha attraversato l’oceano Atlantico da Plymouth a New York a bordo dello yacht a vela Malizia II, provvisto di pannelli solari e turbine subacquee. Il viaggio è stato annunciato come una traversata atlantica carbon neutral, per dimostrare l’importanza della riduzione delle emissioni sostenuta da Thunberg. Scopo del viaggio è stata la partecipazione al Vertice delle Nazioni Unite sull’azione per il clima di New York e alla conferenza sul cambiamento climatico COP 25 a Santiago del Cile. In particolare il 20 settembre ha guidato a New York lo sciopero mondiale per il clima, mentre il giorno successivo ha parlato al Palazzo di Vetro al Vertice dei giovani per il clima. Il 23 settembre ha parlato all’apertura del Climate Action Summit a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, cui partecipavano diverse decine di capi di stato e di governo, usando parole assai dure contro la loro inazione:
«È tutto sbagliato. Non dovrei essere quassù. Dovrei essere tornata a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure, voi tutti venite da noi giovani per la speranza. Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote! Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di una estinzione di massa, e tutto ciò di cui potete discutere sono i soldi, e le favole di una eterna crescita economica! Come osate? Da oltre 30 anni la scienza è stata chiara, cristallina: come osate continuare a guardare da un’altra parte? […] Voi ci state deludendo. Ma i giovani hanno cominciato a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le future generazioni sono su di voi e, se sceglierete di tradirci, vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi lasceremo andare così. Proprio qui, tracciamo il confine. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.» |
Greta Thunberg e il movimento Friday for Future sui mass media
Molte critiche sono state fatte a Greta Thurnberg in relazione alla sua famiglia (che le starebbe dietro a farle da base organizzativa) e ai suoi ipotetici e più o meno occulti manipolatori e/o finanziatori.
Per farsi una idea di quanto viene stampato sui giornali e quanto circola in rete in relazione ai presunti manipolatori-finanziatori di Greta Thunberg e del movimento Friday for Future basta leggere l’ articolo di Paolo Remer sul sito “La legge per tutti – Informazione e consulenza legale” e raggiungibile all’indirizzo https://www.laleggepertutti.it/356223_ecco-chi-ce-dietro-greta-thunberg e poi leggere la “ricerca” (a cui molti articoli di giornali fanno riferimento) di William F. Engdhal dal titolo “Il capitale finanziario si maschera di verde” e pubblicata sul sito canadese https://www.globalresearch.ca e raggiungibile all’indirizzo https://www.globalresearch.ca/o-capital-financeiro-mascara-se-de-verde/5697771 ).
Dalla lettura dell’articolo di Paolo Remer e della “ricerca” di William F. Engdhal si vede bene l’enorme approssimazione che esiste nell’informazione sul WEB e sui mass media in generale.
Per fare solamente un esempio l’articolo di Paolo Remer a un certo punto dice ” La tesi “complottista” sostiene, in estrema sintesi, che la grande finanza mondiale – in combutta con le maggiori organizzazioni internazionali, dall’Onu all’Unione europea – usa Greta per creare allarmismo sul fenomeno del riscaldamento climatico globale (che, invece, secondo l’autore della ricerca sarebbe una bufala), in modo da sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e così creare il terreno favorevole per il lucroso business del Green new deal, la rivoluzione dell’economia verde, che sarà il tema dominante dei prossimi decenni.” quando invece, su questo specifico punto, William F. Engdhal dice “Anche se si ritiene che i pericoli della CO2 e i rischi del riscaldamento globale creino una catastrofe globale con un aumento medio della temperatura da 1,5 a 2 gradi Celsius nei prossimi 12 anni, vale la pena notare chi sta promuovendo l’attuale alluvione di propaganda e attivismo climatico.”
Che dire poi della ricerca di William F. Engdhal?
Evidentemente questo signore dà un significato molto particolare del concetto di “ricerca”. Nella sua “ricerca” non viene portata nessuna prova della manipolazione, se non addirittura della creazione vera e propria, del “personaggio” di Greta Thunberg e del movimento Friday for Future (come del resto viene messo in evidenza dall’articolo di Paolo Remer).
Il criterio da utilizzare
Adesso cerchiamo di riprendere il discorso sul criterio da utilizzare per giudicare quanto detto e fatto da Greta Thunberg, dal movimento Friday for Future da lei iniziato e anche sulle attività di eventuali manipolatori/finanziatori occulti.
Abbiamo già anticipato il criterio in questione: le cose dette e fatte da Greta Thunberg e le cose dette e fatte dal movimento Friday for Future a cui ha dato luogo (e anche dai loro supposti manipolatori/finanziatori) sono/saranno valide se portano/porteranno a una riduzione del consumo di risorse naturali e, di conseguenza, se portano/porteranno a una riduzione dell’immissione di inquinanti nell’aria, sul terreno e nelle acquee, e di conseguenza se portano/porteranno a un contenimento o a una riduzione del rischio di catastrofi climatico-ambientali per la Terra e l’umanità.
Ma vediamo di entrare più in dettaglio rifacendosi a quanto detto da Mirco Rossi di Aspoitalia in un articolo pubblicato il 5 ottobre 2019 sul blog “Risorse Economia Ambiente” (l’articolo dal titolo “Friday for Future: una critica per crescere” è raggiungibile all’indirizzo https://aspoitalia.wordpress.com/2019/10/05/fridays-for-future-una-critica-per-crescere/#more-4935 ).
Mirco Rossi inizia dicendo che non bisogna che rallegrarsi per quanto sta avvenendo nel mondo giovanile con movimento Friday for Future iniziato da Greta Thunberg.
Questo movimento mostra aspettative nuove rispetto ad altri movimenti del passato: “Non chiedono cose, merci, agi, successo, potere, ma esigono il diritto a sognare per poter dare un senso migliore alla loro esistenza. Oltre che rabbia, esprimono passione, speranza, aspettative; e lo fanno collettivamente dando vita a un fenomeno in controtendenza all’individualismo esasperato e trionfante.”
Questo movimento ha portato i mass media a trattare temi che in passato erano posti in secondo piano.
Ma l’autore dell’articolo mostra dei dubbi sulle prospettive future di questo movimento. Dice: “Si può dire che ci si stia avviando su una strada promettente? Lo spero, può darsi, ma comincio a notare dei limiti, a nutrire dei dubbi.”
E’ necessario, continua Mirco Rossi, che i giovani inizino “… ad avvertire il bisogno e la necessità di fare scelte importanti, coerenti con gli scenari a cui mirano. Scelte personali e collettive, quotidiane ed esistenziali, quindi anche in campo politico. Ma sembra non emerga questa consapevolezza, né il senso del dovere storico che li sovrasta, che chiede loro di non fermarsi alla manifestazione dei sentimenti, delle emozioni, delle aspirazioni, dei diritti, sottolineando le innegabili colpe di chi li ha preceduti e ora incarna il potere.
A partire dalla crisi climatica, la protesta continua a concentrarsi genericamente su quanto fatto, o il non fatto, dal potere politico ed economico, dai governi, dalle istituzioni, mettendo in luce l’insipienza, la negligenza, dei potenti in generale e invocando provvedimenti di altro segno.”
L’autore dell’articolo poi esprime un desiderio:“…in queste manifestazioni vorrei cominciare a trovare cartelli, frasi, pronunciamenti, striscioni, che invitassero anche gli altri giovani a “sporcarsi le mani” con una parte dei problemi che stanno denunciando.
Certo, anche manifestando con lo studio oltre che con la protesta (azioni che possono benissimo convivere), non tanto per offrire soluzioni “grandi”, a cui potranno dedicarsi solo tra molto tempo, ma per capire meglio e più profondamente cosa sta accadendo e perché accade, individuare ciò che ciascuno di loro può concretamente fare ora per contribuire a non peggiorare la situazione.
In primo luogo, smettendo di vedere la politica come una cosa sporca, cominciando a farla in prima persona, partecipando a momenti di discussione collettiva, confrontandosi con la realtà che sta al loro livello, entrando nelle situazioni in cui si elaborano le scelte, anche minime, nel loro quartiere, nel territorio, nella scuola, in famiglia.”
Ma poi Mirco Rossi esprime un desiderio più concreto e articolato:
“Sarei particolarmente soddisfatto se un giorno ritrovassi nelle foto, nei filmati, nei pronunciamenti, nelle dichiarazioni che contrassegnano i venerdì di protesta, un cartello o uno striscione che contenesse il senso di una o più di queste frasi:
-
Far durare il cellulare almeno 4 anni.
-
Muoversi a piedi, in bicicletta o con i trasporti pubblici per spostarsi entro un raggio di 5 km, soprattutto in città.
-
Usare l’auto solo quando il treno o il trasporto pubblico non esistono o il loro uso è molto problematico
-
Un paio di scarpe per lo sport, due per camminare e due per la pioggia o il freddo.
-
Guardaroba ridotto a 3 capi per ogni necessità specifica (magliette, camicie, pantaloni, gonne, ecc.) e a 2 per la difesa dal freddo.
-
Cambiare qualunque capo di abbigliamento solo quando non è più decente indossarlo
-
Individuare gli oggetti “superflui” e rinunciare ad acquistarli (salvo eccezioni)
-
Fare una doccia in 5 minuti
-
Non riscaldare le stanze sopra i 18 gradi e non raffreddarle sotto i 28
-
Non acquistare prodotti con imballaggi ridondanti, di sola apparenza, o non riciclabili
-
Ridurre drasticamente nella propria dieta il consumo di carne, in particolare quella proveniente da allevamenti intensivi
-
Acquistare frutta e verdura di stagione, provenienti dai propri territori o, perlomeno, di origine nazionale. Preferibilmente coltivata in campo.
-
Far durare quanto più a lungo possibile strumenti, attrezzature, macchine, infrastrutture mantenendole in efficienza con manutenzione e riparazioni.
-
Considerare tutte le “mode” alfieri del consumismo
-
Dedicare, singolarmente o in piccolo gruppo, un’ora alla settimana per approfondire i concetti di “energia grigia”, “ERoEI”, “picco delle risorse”, “limiti alla crescita”, “sovrappopolazione”
Mirco Rossi dice, concludendo l’articolo, che la sua soddisfazione sarebbe maggiore se gli “…capitasse di incontrare qualche ragazzo/a che ha deciso di mettere in atto alcuni di questi semplici suggerimenti nella sua vita di tutti i giorni. Largamente applicati, sarebbero in grado di mettere in discussione quell’idea di crescita continua che ora anche Greta critica aspramente e determinare, quindi, un cambio di paradigma del sistema economico. Si tratterebbe di una vera rivoluzione “dal basso” , destinata a scontrarsi con contraddizioni profonde, ben difficili da sciogliere (distribuzione della ricchezza, andamento demografico, occupazione, ecc.) ma non abbiamo scelta se, come la scienza ci ricorda, per avere il 50% di probabilità di restare entro +1,5°C, le emissioni di CO2 (ma non è l’unico gas incriminato) dovrebbero decrescere di circa il 7% anno, per arrivare a -45% nel 2030 e a zero nel 2050.
Altrimenti non ci resta che seguire la traiettoria dei +3/4 o più gradi e prepararci a tutte le conseguenze.”
Come la vedo!
Dopo avere riproposto ampi stralci dell’articolo di Mirco Rossi darò dei contributi facendo alcune mie considerazioni sulla situazione.
Come si uscirà dalla prospettiva drammatica che abbiamo di fronte?
Mirco Rossi parla e si augura, in riferimento al movimento di “Friday for future”, di una rivoluzione dal basso. Si tratterebbe di rinunciare spontaneamente a quello che potrebbe essere considerato superfluo.
Diceva Oscar Wilde: ”Toglietemi tutto tranne il superfluo” e “Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni” (frasi trovate sul WEB)
Questi due aforismi di Oscar Wilde la dicono lunga sulle motivazioni umane.
Penso che si uscirà delle nere prospettive (catastrofe climatico-ambientale soprattutto) che abbiamo di fronte solamente quando quelle nere prospettive si realizzeranno e ci avvolgeranno da tutte le parti. Si intende che quei fenomeni che sempre più riguardano il pianeta Terra (come per esempio gli incendi che hanno interessato la California e ultimamente l’Australia, come per esempio le migrazioni umane, come per esempio i rivolgimenti sociali che interessano sempre più Paesi, ecc., ecc.) dovranno raggiungere una maggiore consistenza e riguardare aree sempre più ampie del pianeta Terra.
Solamente allora si attiveranno molte forze: saranno forze che proverranno da tutte le direzioni; proverranno dal basso e dall’alto, dall’esterno e dall’interno, ecc.
Significa che molte cose saranno fatte con iniziative dal basso ma molte altre cose saranno imposte dall’alto; molte cose proverranno dall’esterno (a cominciare dalla concretizzazione delle nere prospettive di cui sopra si è detto e che saranno all’origine della nuova realtà) e dall’alto (nel senso che ci saranno imposte) ma altre forze proverranno dall’interno e dal basso.
In un articolo pubblicato su questo blog alcuni anni fa scrivevo: ”L’obiettivo dell’uomo … è il continuo superamento della piattezza delle determinazioni spazio-temporali della vita quotidiana, da quelle che mettono in forse la continuazione della specie a quelle che impediscono un adeguato soddisfacimento dei bisogni alimentari e di buona salute e, per concludere, a quelle che portano alla modificazione delle determinazioni spazio-temporali con la ricerca del sacro, con la creazione artistica, con l’assunzione di droghe e in tanti altri modi.
Il problema che si pone attualmente è la ricerca di un nuovo straordinario al posto dello straordinario finora ricercato e sperimentato. Sarà la ricerca di un nuovo straordinario (contemporaneamente insieme e a causa dell’esaurimento dei combustibili fossili a buon mercato, del venire meno di molti e delicati equilibri ecologici, e di altri fenomeni sempre più imponenti come le migrazioni di massa e nuove forme di terrorismo, ecc.), che potrà sbloccare l’attuale situazione.
Di fronte all’uomo c’è solamente la prospettiva della ricerca dello straordinario: la ricerca dello straordinario è l’atto costitutivo dell’uomo, non può scegliere diversamente, costi quello che costi!” (l’articolo dal titolo “La ricerca dello straordinario: i Moai dell’sola di Pasqua” è raggiungibile all’indirizzo http://www.decrescita.com/news/la-ricerca-dello-straordinario-i-moai-dellisola-di-pasqua/ )
Nel nuovo contesto che si è determinato a partire dalla seconda metà del XX secolo lo straordinario potrà conseguirsi solamente in un contesto di decrescita e la stessa decrescita è da interpretarsi come una delle nuove forme di straordinario.
L’umanità dovrà abbandonare i comportamenti finora tenuti e il complesso quadro culturale che li sostiene. Ciò che dovrà essere abbandonato sarà la crescita e al suo posto ci dovrà essere la decrescita: solamente la decrescita potrà salvare l’umanità e il pianeta. Bisognerà prendere coscienza della necessità della decrescita e di come si debba concretizzare. E’ un obiettivo non facile perché succede che delle persone che pensano di avere un comportamento i sintonia con la decrescita, hanno invece un comportamento concreto che porta a tutt’altro, che porta cioè alla crescita. La decrescita è un processo che, all’interno di un complesso processo dialettico, dovrà sostituire la crescita.
Com’è la situazione! Un fatto concreto
Per circa due anni ho fatto parte di un blog che aveva come valore fondante quello della decrescita (i seguito questo blog è stato chiuso…ma questa, “diciamo”, è un’altra storia). In concreto la stragrande maggioranza dei membri del blog erano proprietari di animali da compagnia (essenzialmente cani e gatti) e tale condizione era posta in evidenza anche dagli articoli pubblicati sul blog. Cosa c’entrasse il possesso di animali da compagnia con la scelta della decrescita è un mistero!
Ciò che ho notato era il loro fanatismo e la loro coscienza di essere portatori di valori culturali superiori quando invece, come ho osservato molte volte negli interventi che facevo, era solamente un rapporto perverso quello che loro avevano con animali che avevano acquisito (diventandone padroni, proprietari), che avevano fatto castrare o sterilizzare, a cui dicevano tutte le scempiaggini che gli passavano per la testa e che sottoponevano a tante altre condizioni innaturali. Questo rapporto perverso, dicevo negli interventi che facevo, era indicativo del rapporto perverso che attualmente esiste fra l’umanità e la natura e che ci sta portando alla catastrofe.
Nel blog inoltre venivano proposti articoli ripresi da altri blog: la caratteristica di questi articoli era che erano campati in aria. Parlavano di fatti improbabili ma alle volte, come detto, completamente campati in aria. Nel blog ho fatto molti interventi in cui mettevo in evidenza quanto veniva detto. Definivo “decrescita frou frou” la decrescita che veniva espressa dal blog. Più di un membro del blog ha chiesto che io fossi espulso dal blog stesso. A ciò rispondevo che se fossi stato espulso dal blog non mi sarei offeso per niente.
Come ho già detto il blog poi è stato chiuso…ma questa, “diciamo”, è un’altra storia!
Le considerazioni che sopra ho fatto in merito rapporto fra membri del blog e animali da compagnia fanno riferimento solamente al suo aspetto culturale. Questo però è un aspetto importante perché quando saremo con l’acqua alla gola e dovremo trovare soluzioni a problemi concreti sarà dura dibattere fra persone abituate a trattare con cani e gatti, di cui determinano tutte le condizioni e a cui dicono tutte le scempiaggini che gli vengono in mente, senza mai essere contraddette.
C’è poi l’aspetto economico del possesso di animali da compagnia.
Faccio l ‘esempio di un membro del blog, nonché amministratore dello stesso blog. Negli scambi che ci sono stati all’interno del blog intorno all’argomento del possesso degli animali da compagnia, questa persona raccontava che era allergica ai peli dei cani e gatti per cui quando cambiò casa ne acquistò una (o prese in affitto) che aveva anche un giardino e una stanza in più da destinare ai suoi tre cani e due gatti.
Questa persona, sensibile alla decrescita (visto che oltre che membro del blog ne era anche amministratore) non vedeva nessuna contraddizione fra le sue scelte in merito agli animali da compagnia e la decrescita.
Questa persona evidentemente non ha mai pensato ai costi che sosteneva per i suoi tre cani e due gatti (dal costo d’affitto in più per la casa dotata di un giardino e di una stanza in più alle spese alimentari, dalle spese veterinarie a tutte le altre spese connesse ai suoi animali).
Se uno leggesse il Rapporto Assalco-Zoomark 2019 (raggiungibile all’indirizzo https://www.assiteca.it/wp-content/uploads/2019/07/rapporto-assalco-zoomark-2019.pdf
leggerebbe cose molto interessanti!
Riporto, riassumendo, le cose più interessanti in merito al tema che si sta trattando.
In Italia esistono 60.227.000 PET (tra cui spiccano 7.300.000 gatti e 7.002.000 cani e poi 1,3 milioni di rettili, 1,8 milioni di piccoli mammiferi, 12,8 milioni di uccelli e, infine, 30 milioni di pesci).
Il rapporto non parla dei cavalli da diporto perché per regola non sono considerati animali da compagnia. In Italia ce ne sono circa 400.000 e comportano un consistente consumo di fieno, granaglie, acqua e quanto necessario per il loro mantenimento. In Italia inoltre ci sono circa 50.000 asini.
Tornando al rapporto viene detto che per gli alimenti si sostengono spese per 2.082 milioni di € per cani e gatti e 13,4 milioni di € per altri animali da compagnia (per un totale di 565.136 tonnellate vendute).
Si sostengono inoltre spese per 71,3 milioni di € per accessori e 72,3 milioni di € per lettiere per gatti.
(Si sostengono anche tante altre spese [per esempio quelle veterinarie] ma in un articolo che sto preparando e che prima o poi pubblicherò sul blog di Decrescita felice social network saranno indicate, sebbene con una certa approssimazione, tutte le spese che si sostengono in Italia e in altre parti del mondo per gli animali da compagnia [in Italia siamo sopra i 5 miliardi di € all’anno]).
Dice il Rapporto che: ”Prosegue il trend positivo del mercato a valore con un incremento del fatturato del +1,5% rispetto allo scorso anno: il pet food si conferma un mercato in crescita a valore, con un tasso di sviluppo superiore a quello del Largo Consumo Confezionato che è stato pari a +0,1% nel 2018.”
…
“In ogni caso, nel periodo 2015-2018, il mercato si è sviluppato con un tasso di crescita annuo composto pari a +2,7% a valore (+1,2% a valore il tasso del Largo Consumo Confezionato) e +0,9% a volume.”
Da quanto dice il rapporto è grazie anche al settore connesso agli animali da compagnia (dalle spese alimentari a tutta una serie di altre spese) che negli anni scorsi c’è stata un incremento del PIL (prodotto interno lordo). L’incremento del PIL è stato lieve (pochi decimi di punto nell’ultimo anno) ma se non fosse stato per alcuni settori (tra cui quello connesso agli animali da compagnia) saremmo stati in recessione.
Chi glielo dice a quel membro del blog sulla decrescita (nonché amministratore del blog stesso) che il suo comportamento in merito agli animali da compagnia ha portato alla crescita!?
Dagli articoli letti su Greta Thunberg e dalle riprese filmate in cui veniva ripresa nella sua casa ho visto che la sua famiglia possiede due grossi cani (un golden retriever e un labrador).
Leggo su Wikipedia alla voce Greta Thunberg che Greta “Per diminuire l’impronta ecologica della sua famiglia ha insistito perché i suoi congiunti diventassero vegani, come lo è diventata lei.”
Chi glielo dice a Greta che anche ciò che viene consumato dai suoi cani (dall’alimentazione [a base di carne] a tutte le altre spese) contribuisce all’impronta ecologica della sua famiglia!?
Greta dovrebbe convincere la sua famiglia e se stessa a rinunciare ai suoi cani (non prendendone altri dopo la loro morte) e convincere i giovani del suo movimento a seguire quelle indicazioni date da Mirco Rossi e anche a non possedere animali da compagnia.
Mirco Rossi avrebbe dovuto inserire anche l’obiettivo di non possedere animali da compagnia in famiglia visto che il settore economico ad essi collegato è uno di quelli che più si incrementa.
Dell’importanza del settore del PET-food e di tutti gli altri consumi collegati agli animali da compagnia ha preso coscienza il sistema informativo-pubblicitario, visto che sempre più programmi televisivi e radiofonici sono dedicati agli animali da compagnia e che gli animali da compagnia (soprattutto cani) sono molto presenti negli spot pubblicitari, anche in quelli che non pubblicizzano prodotti a loro dedicati.
Il fenomeno Friday for Future iniziato da Greta Thunberg è, come tutti i fenomeni, molto complesso. Procederà non certamente in modo lineare, subirà mutamenti, potrà cambiare nome, potrà modificare i suoi obiettivi, la sua fondatrice potrebbe abbandonare il movimento, potrà arricchirsi di altri valori, il movimento potrebbe terminare e al suo posto ne potrebbero sorgere altri, ecc., ecc.
Sullo sfondo però ci sarà la crisi climatico-ambientale, il rischio che molti equilibri potrebbero saltare improvvisamente e molti altri fenomeni come le migrazioni di massa e rivolgimenti sociali in molte parti del mondo: sarà questo scenario a fare da arbitro e che detterà le regole, che farà piazza pulita di ogni furberia e vuote frasi fatte, che metterà tutti d’accordo e che darà l’indirizzo a ogni fenomeno sociale che mirerà alla sua soluzione e che porterà a risolvere (in un contesto di decrescita) il grosso problema della riduzione e ripartizione dell’orario di lavoro e del reddito connesso.
Sarà dura!
L’immagine in evidenza è ripresa dal sito https://www.ilcapoluogo.it/2019/09/24/friday-for-future-studenti-giustificati-per-il-global-strike/
Armando, mi sono perso dentro al tuo (troppo) lungo articolo come dentro a un labirinto o a un bosco con troppi sentieri e troppe biforcazioni. Sbagliate le premesse, ovvero giudichiamo la bontà di Greta dai risultati che le sue parole otterranno per porre freno ai mutamenti climatici. Mi risulta che certe teorie e certe idee siano giuste a prescindere dal fatto che la gente le faccia proprie e le applichi. Mi pare che la parola di cristo era giusta anche se poi l’umanità ha continuato a compiere nefandezze di ogni tipo e te lo dice uno che non è nemmeno credente. Poi ti soffermi sui 15 auspici di Mirco Rossi, che condivido in pieno, e lo fai per porre in risalto l’evidente incoerenza comportamentale di molti giovani che hanno partecipato alle manifestazioni Friday for future. Qui ti potrei dire che l’arte della coerenza non si apprende dall’oggi al domani e che a volte bisogna accontentarsi dei primi passi e delle buone intenzioni. Su questo punto la tua critica è drammaticamente affine a quella di Francesco Borgonovo, giornalista bravo ma certamente destroide, che tuona contro i seguaci di Greta così come contro le sardine. Infine con un doppio carpiato attacchi a parlare del blog a cui partecipavi e lo fai principalmente per prendertela con i possessori di animali, a tuo dire decrescisti incoerenti perché sprecano risorse per dar da mangiare alle loro bestie. Se fossi uno psichiatra da strapazzo ti direi che se loro sono animalisti tu sei cinofobo. Ci manca solo una filippica contro i vegani per completare il minestrone. Mi sa che qui ognuno ha la sua idea di decrescita e di cosa bisogna fare per salvare il mondo. La tua sicuramente non coincide con la mia.
Danilo, grazie dell’intervento.
Cerco di rispondere punto per punto alle tue critiche.
Dici :” Sbagliate le premesse, ovvero giudichiamo la bontà di Greta dai risultati che le sue parole otterranno per porre freno ai mutamenti climatici. Mi risulta che certe teorie e certe idee siano giuste a prescindere dal fatto che la gente le faccia proprie e le applichi.”
Diceva Marx (o Angels) che un pensiero è vero quando è concreto.
Danilo, posso sapere in base a quale criterio giudichi giuste certe idee e certe teorie?
Se un edificio o un ponte crolla oppure una centrale nucleare va incontro a un disastro significa che il progetto era sbagliato perché non ha tenuto in conto tutte le variabili: significa che il progetto era sbagliato (fatto salvo ovviamente cose umanamente imprevedibili allo stato dell’arte al momento del progetto).
Una cura medica è valida se porta un malato alla guarigione o, quanto meno, a dei miglioramenti o a minori sofferenze. Secondo te invece una cura (o qualsiasi altro progetto o teoria) è valida solamente in base a una certa coerenza interna.
Così pure per i progetti politici: un progetto è valido se porta alla soluzione dei problemi che affronta.
Una teoria scientifica è valida se porta, per esempio, alla spiegazione di certi fenomeni.
Per quanto riguarda le critiche ai giovani del movimento Friday for Future ho riportato le critiche di Mirco Rossi (che, comunque, faccio mie).
Per quanto riguarda il rapporto con gli animali da compagnia posso sapere da dove hai preso la mia cinofobia? Ho solamente messo in evidenza l’enorme costo che comporta il possesso di animali da compagnia nonché la mentalità sottostante che non è adeguata a una idea di decrescita ma a una idea di crescita e di distruzione della natura. In un articolo scritto qualche mese fa ho messo in evidenza l’enorme spesa che si sostiene per raggiungere la bellezza dell’aspetto fisico (per cui non parlo solamente degli animali da compagnia).
Ti saluto cordialmente
Caro Armando, mi poni delle domande alle quali non intendo sottrarmi, ma diamo tempo a qualcun altro di dire la sua in merito al tuo articolo e alle mie critiche. Se no finisce che ce la cantiamo e ce la suoniamo solo fra te e me. Ovviamente se tutto tace mi deciderò e non ti lascerò senza risposte.
Caro Armando, come promesso rispondo alle tue domande. Io credo che vadano fatti dei distinguo tra teoria scientifica e teoria politica. In campo scientifico la prova empirica si rende necessaria. Questo vale ad esempio per la fisica galileiana e anche per quella newtoniana. La questione si fa più controversa se ci addentriamo nella teoria della relatività e nella fisica quantistica. In quest’ultima specialmente più che di controprove empiriche si parla di attendibilità probabilistica. Qualche volta audaci sperimentazioni riescono a convalidare altrettanto audaci teorie e coerenze matematiche. Vedi ad esempio gli esperimenti fatti nel 2012 per rilevare il bosone di Higgs.
In campo filosofico e politico le teorie si condividono e si perseguono indipendentemente dal fatto che si riesca a realizzare quello che le idee sostengono. La teoria marxiana del plusvalore è indubbiamente corretta e avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni dell’autore, alla fine del capitalismo. ma è sotto gli occhi di tutti che il capitalismo è vivo e vegeto, ben che vada ha ammorbidito il suo aspetto più brutale, accentuando però quello più deleterio, il predominio della finanza.
Nel corso della storia molte teorie hanno infiammato gli animi, prodotto rivoluzioni, giustificato enormi spargimenti di sangue. Non sempre hanno però ottenuto lo scopo che era nelle premesse. Si può prendere ad esempio la rivoluzione d’ottobre o anche il movimento del ’68. Non per questo però si deve affermare che le idee che agitavano i bolscevichi o gli studenti di Parigi fossero sbagliate. Lo stesso si può dire per le idee legate alla salvaguardia dell’ambiente, come quelle propagandate da Greta e per fortuna da un sacco di altre attendibilissime persone. Lo studio dell’entropia sociale, connesso alla seconda legge della termodinamica, dovrebbe convincere qualunque persona di buon senso. Purtroppo non è così e l’uomo continua allegramente a saccheggiare e distruggere il pianeta e forse quando sbatterà pesantemente la testa sarà troppo tardi per ravvedersi e porre rimedio. La stessa idea della decrescita, in cui credo fortemente, come penso pure tu, è ben lontana da essere condivisa da un numero ragguardevole di persone. Quindi è possibile che una società basata sui principi della decrescita non veda mai la luce. Noi però continueremo ad essere convinti della bontà di quelle idee.
Non penso che tu sia un cinofobo, però permettimi di dire che trovo stravagante sottolineare i costi legati al possesso di animali domestici. Primo perché questi costi sono oggettivamente bassi e sicuramente inferiori ai costi di altri “sfizi” come il fumo, l’alcol, le auto sportive, gli abiti firmati, ecc. Poi perché, per mia diretta esperienza, i possessori di cani sono quasi sempre persone che vivono più in sintonia con l’ambiente rispetto a chi non ha animali domestici. Infine perché il rapporto con un animale è il primo passo che ci porta all’antispecismo e a considerare la terra come la casa di tutti, uomini e bestie.
Ti saluto molto cordialmente aspettando di rileggerti prossimamente.
Danilo, rispondo all’ultima parte del tuo commento precedente.
Sto terminando un piccolo saggio (corredata da una ricerca sul campo) che tratta, dal punto di vista antropologico, del rapporto fra l’uomo e gli animali da compagnia. L’articolo tratta anche del costo legato a questo fenomeno.
Per quanto riguarda l’aspetto antropologico del rapporto fra uomo e animali da compagnia dico soltanto che trovo strano che tu lo associ al valore dell’antispecismo.
Dice Wikipedia a proposito dell’antispecismo: “L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo; con quest’ultimo si intende l’attribuzione di un diverso valore e status morale agli individui unicamente in base alla loro specie di appartenenza. (https://it.wikipedia.org/wiki/Antispecismo )
Danilo, se un uomo-donna acquisisce un animale da compagnia (magari in precedenza abbandonato da qualcun’altro) diventandone padrone-proprietario, se lo castra e/o sterilizza, se lo porta al guinzaglio quando a orari prefissati lo porta fuori a fare o suoi bisogni, se lo tiene in condizioni innaturali (chi ha detto che un cane debba stare in casa e cibarsi di scatolette comprate al supermercato?), se gli dice tutte le cose che al proprietario gli vengono in testa senza che il cane possa ribattere o contraddirlo, ecc, ecc., mi spieghi come fai a parlare di antispecismo?
Per me il rapporto fra umani e animali da compagnia è un rapporto con molte motivazioni ma che, in ogni caso, è indicativo del rapporto che attualmente c’è fra l’umanità e la natura e che ci sta portando alla catastrofe.
L’articolo, come dicevo, parla anche dell’aspetto economico del possesso di animali da compagnia. Dalle ricerche fatte e dai dati raccolti (tutto esposto in dettaglio nel saggio che sto preparando) sono arrivato ai seguenti dati riassuntivi:
“Per riassumere, con una certa approssimazione, le spese complessive sostenute ogni anno per gli animali da compagnia in Europa (Russia compresa) e Nord America (Stati Uniti e Canada) sono:
Cani, gatti e altri animali da compagnia:
Europa (Russia compresa): 60 mld €
Nord America (USA e Canada): 71,5 mld €
Cavalli
Europa (Russia compresa): 24 mld €
Nord America (USA e Canada): 15 mld €
Totale 170,5 mld di €
Annualmente quindi si sostengono complessivamente in Europa (Russia compresa) e Nord America (USA e Canada) 170,5 miliardi di € per gli animali da compagnia
Per fare un calcolo complessivo relativo al mondo intero si sarebbe dovuto disporre di ulteriori altri dati. Il lavoro sarebbe stato molto impegnativo (e forse impossibile) visto la mancanza di disponibilità di dati relative ad altre parti del mondo. Penso comunque, per motivi sia culturali che socio-economici, che non si possano estendere ad altre aree del mondo quanto detto a proposito del Nord America e dell’Europa per gli animali da compagnia.”
Molti dati necessari per i calcoli su esposti sono tratti dai seguenti documenti:
https://www.assiteca.it/wp-content/uploads/2019/07/rapporto-assalco-zoomark-2019.pdf
http://www.petb2b.it/newsletter/Rapporto_assalco_Zoomark_2018.pdf
https://www.dailydogstuff.com/us-pet-ownership-statistics/
Danilo, quando pubblicherò quel saggio sul blog di Decrescita felice social network avremo occasione di confrontarci più in dettaglio.
Ti saluto cordialmente
Armando