Genova per noi

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Per me Genova non è un posto qualsiasi: è la città di origine di mia madre e della sua famiglia, ed è legata ad alcune delle amicizie più importanti che ho intessuto nella mia vita. A quanto pare, purtroppo, è destino che il capoluogo ligure venga associato a eventi fonte di dolore e rabbia.

Nel 2001 il meeting del G8 con il suoi tragici risvolti e poi, da alcuni anni a questa parte, le consuete piogge autunnali – e sottolineo piogge, non disastri ecologici come terremoti, tifoni, uragani o tsunami – che creano caos e panico, causando addirittura delle vittime. Morire per la pioggia, come in un racconto grottesco.

“Genova è una città che ha 50 km di fiumi tombati, che ha avuto uno sviluppo urbanistico che conosciamo e che è frutto di scelte secolari e se a tutto questo uniamo la vicenda scandalosa dei 35 milioni per la messa in sicurezza che non sono stati spesi, ecco cosa accade”. Queste parole del capo della Protezione Civile Gabrielli pesano come macigni, perché leggendo tra le righe dicono molto più di quanto non possa apparire. Il dramma di Genova, città messa in ginocchio dalla pioggia, è un esempio tanto surreale quanto concreto del veleno insito nello sviluppo per lo sviluppo, un veleno che la politica attuale non può certo lenire. Non mi lascio andare al qualunquismo, sono consapevole che in diverse forze politiche militano persone oneste e competenti in materia ambientale. Dico così perché la politica attuale, impantanata nei mantra della  ‘ripartenza dei consumi’, del ‘dare un po’ di occupazione’, del ‘flessibilizzare il mercato del lavoro’, nella migliore delle ipotesi può elargire un po’ di denaro e concedere qualche agevolazione fiscale (Renzi promette due miliardi, mentre le tasse comunali sono sospese), ma non può certo rimettere a posto il latte – e il sangue – che lei stessa ha versato. In questo contesto gli ambientalisti fanno la parte dei guastafeste o dei tediosi grilli parlanti.

Una volta tanto sono d’accordo con il nostro premier, che su Twitter scrive: “I ragazzi che sorridono spazzando via il fango di Genova sono bellissimi e ci dimostrano che c’è una generazione di giovani che non è come viene raccontata in modo superficiale e banale”, benché sicuramente le mie ragioni siano diverse dalle sue. Occorre che cittadini giovani e meno giovani, non superficiali e non banali, si facciano carico in prima persona della situazione, a Genova come altrove. Quantomeno perché la pioggia non sia una minaccia per la vita umana.

 (Fonte immagine in evidenza: Wikipedia, quartiere di Sestri Ponente a Genova dopo una serie di piogge prolungate nel 2010)

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Nasco a Milano il 7 febbraio 1978. Sono un docente precario di italiano e storia nella scuola superiore, interessato ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Insieme a Jacopo Simonetta ho scritto 'La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell'umanità, edito da Albatross Il Filo.

4 Commenti

  1. Il sistema informativo (stampa e televisioni essenzialmente) potrebbero dare informazioni sulle variazioni di questi fenomeni negli ultimi anni (e magari fare qualche considerazione).
    Ma il sistema informativo è finanziato dalla pubblicità per cui non darà mai queste informazioni. Si limiterà a soddisfare la “pancia” dei consumatori limitandosi ad addossare le colpe a qualcuno e a chiederne le dimissioni.
    Però quello di dare corrette informazioni potrebbe essere un impegno da parte nostra!
    Ciao
    Armando

    • Non posso che fare mio l’invito di Armando. Penso che DFSN possa servire anche come luogo per denunciare situazioni di degrado del territorio potenzialmente pericolose, prima di potenziali disastri.

  2. La radice del male sono i condoni edilizi e gli amministratori che non vedono le case abusive. Chi vota e ha votato questa gentaglia ha una parte delle colpe. Andate in Alto Adige o in Austria a costruire abusivamente e vedrete cosa succede…Poi ci sono anche gli appalti che non sono realizzati veramente ma solo sulla carta…o non realizzati per niente. Bella italia…il più bel paese del mondo…

    • Sicuramente l’abusivismo è una piaga gravissima, però lo vedrei più come una escrescenza cancerosa del problema, non tanto come la radice del male (almeno per quanto riguarda la Liguria). A quanto mi risulta, i progetti per tombare il torrente Bisagno sono regolarissimi, almeno formalmente. Se quella è la legalità, ovvio che l’abusivismo assuma forme ancora più inquietanto.

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