Fake news: la menzogna non è mai rivoluzionaria

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“La verità è sempre rivoluzionaria” (Antonio Gramsci)

Fa molto discutere il disegno di legge della deputata Adele Gambaro (ex M5S) volto a contrastare la diffusione delle fake news, le ‘bufale’ che infestano il Web diffondendo disinformazione a piene mani. Si legge da un articolo di Repubblica on line:

 Nel mirino blog e forum, non le testate giornalistiche. Più nel dettaglio, l’articolo 1 dice che chi pubblica o diffonde “notizie false, esagerate o tendenziose attraverso social media o siti, che non siano espressione di giornalismo online, è punito con l’ammenda fino a 5mila euro”. La situazione peggiora se il fake “può destare pubblico allarme”, o “recare nocumento agli  interessi pubblici”. In questo caso sono previsti: l’ammenda fino a 5mila euro a cui si aggiunge la “reclusione non inferiore a dodici mesi”. Chi, invece, si rende “responsabile di campagne d’odio contro individui” o “volte a minare il processo democratico” è punito con la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10mila euro. 
 
Non solo. Nel caso in cui il ddl dovesse passare, chiunque prima di aprire un qualsiasi blog, sito web privato o forum diretto alla pubblicazione o diffusione online di informazioni, dovrebbe inviare tramite posta elettronica certificata tutte le informazioni personali (nome e cognome, domicilio e codice fiscale) alla Sezione per la stampa del tribunale. Una maggiore responsabilità è data alle piattaforme informatiche che sarebbero obbligate a monitorare costantemente ciò che viene pubblicato al loro interno, compresi i commenti degli utenti. Quando rintracciano un contenuto “falso, esagerato o tendenzioso” sono tenuti alla rimozione pena 5mila euro di ammenda. C’è anche una parte educativa, per cui si stabilisce che gli istituti scolastici devono individuare tra gli obiettivi formativi “l’alfabetizzazione mediatica” e formare i ragazzi “all’uso critico dei media online”.
Le reazioni negative non si sono fatte attendere: segnalo in particolare l’iniziativa di Pandora TV e WAC, sostenuta tra gli altri da Giulietto Chiesa, Glauco Benigni, Paolo Maddalena e Diego Fusaro.
Per principio, sono molto ostile alle regolamentazioni della libertà di espressione che esulino dalla difesa dalla calunnia e non ho alcuna simpatia per tutti quei provvedimenti dove lo stato, alla maniera dell’orwelliano ministero della verità di 1984, stabilisce  il ‘vero’ e il ‘falso’ a proposito di questioni complesse spesso non riducibili a quella banale dicotomia, creando magari con decisioni avventate immeritati martiri della libertà. Prendiamo ad esempio gli storici negazionisti dell’Olocausto: invece di procedimenti penali buoni solo per creare icone mediatiche venerate da masse di stupidi, non sarebbe meglio un pubblico dibattito per stroncare le loro tesi, che generalmente non reggono al confronto di una critica un minimo competente? Sarebbe un marchio di infamia sicuramente più oneroso di qualche migliaia di euro di ammenda o di qualche mese di carcere. Un confronto trasparente e rigoroso (meglio grassettare il termine visti gli sproloqui senza capo né coda che circolano in Rete) è e rimane il modo migliore per cercare di districarsi tra verità e menzogna, senza improvvisati tribunali della politica, della scienza o della cultura.
Tuttavia, c’è un altro lato della medaglia che i vari Chiesa e Fusaro sembrano ignorare,  invece fondamentale: il fenomeno delle fake news è solo un pretesto per mettere il bavaglio all’informazione indipendente oppure è reale? Non basta trincerarsi dietro la scusa che anche i mass media dominanti producono la loro buona dose di bufale propagandistiche senza scatenare reazioni sdegnate, perché la controinformazione nascerebbe proprio allo scopo di riscoprire lo spirito originario del giornalismo smascherando la faziosità del mainstream, non per crearne ulteriore.
Purtroppo il problema esiste e ha raggiunto proporzioni preoccupanti. L’ottimo sito bufale.net ha realizzato una black list di soggetti on line il cui scopo è diffondere notizie false e tendenziose, che spesso ingannano utilizzando nomi simili a quelli di testate realmente esistenti e che talvolta legittimano il loro operato tirando in ballo del tutto a sproposito il diritto di satira e parodia.*
Ma veniamo all’aspetto per me più triste dell’intera faccenda. Molti dei siti segnalati da bufale.net mi sono noti non perché abbia l’abitudine di frequentarli, ma perché i loro contenuti vengono condivisi da tanti dei miei ‘amici’ di Facebook, tra cui moltissimi sostenitori della decrescita e delle cause ambientali, fenomeno che ha ricevuto una rapida impennata nell’ultimo anno e mezzo e non casualmente. In quest’arco di tempo, infatti, sospinte dalla Brexit e dall’elezione di Trump, hanno preso sempre più piede anche all’interno dell’ecologismo le teorie spesso etichettate come ‘populiste’ o ‘sovraniste’, che nelle versioni più degenerate si possono riassumere nei seguenti capisaldi:
– la UE e l’euro sono il male assoluto;
– il PD è sostanzialmente un’associazione a delinquere burattinata dal lobbysmo internazionale;
– l’emigrazione è un fenomeno creato ad arte dai poteri forti globali, opinione corroborata dalla scoperta di alcune ong facenti riferimento a George Soros che collaborano al recupero di migranti in mare, con menti brillanti come Diego Fusaro capaci di uscirsene con affermazioni quali la seguente: “…siamo al cospetto di una grandiosa sostituzione di massa. Stanno distruggendo i fondamenti della civiltà europea. Da un lato tirano dentro con il pretesto della carità e della solidarietà tanti nuovi schiavi, dall’altro stanno facendo di tutto con mirate campagne propagandistiche per distruggere l’identità sessuale. Il disegno è evidente: estinguere la popolazione europea perché venga sostituta integralmente”. Trasformare i combattivi europei in gay per estinguerli sostituendoli con i docili africani, vette di assurdità degne dei Protocolli dei savi di Sion o del Mein Kampf.
Vista la difficoltà di sostenere concetti tanto estremi con argomentazioni razionali, si sfornano bufale a ripezione per aizzare gli animi: la UE di volta in volta abolisce il corpo dei carabinieri, proibisce il battesimo, effettua prelievi forzosi sui conti correnti, impone corsi di ideologia gender ai bambini delle elementari, ecc.; la figlia dell’ex ministra Fornero va in pensione a 39 anni, inesistenti sindaci PD vengono arrestati, viene promossa dal governo la sostituzione di chiese con moschee ecc.; presunti clandestini compiono atti esecrabili, fantomatici migranti ricevono finanziamenti milionari, italiani vengono cacciati dalle loro case per far posto a profughi, ecc.
E’ una situazione per me molto strana. Fin da ragazzino ho simpatizzato per i movimenti antiglobalizzazione, non mi ha mai convinto la struttura tecnocratica e funzionalista della UE, ho sempre sottoposto a critica distruttiva il PD e ho sempre rigettato le iniziative sull’emigrazione ‘buoniste’, altra faccia di quelle xenofobe in quanto anch’esse decontestualizzano il fenomeno ignorando volutamente le sperequazioni e i rapporti gerarchici tra il centro e la periferia del sistema-mondo; se a ciò si aggiunge la diffidenza verso i mass media, non sono poche le convinzioni che mi accomunano a certi condivisori di bufale, ragion per cui forse capisco alcune trappole psicologiche che agiscono nella testa di chi le scambia per reali, in particolare la disillusione e la sfiducia verso l’autorità, qualunque forma essa assuma. Assistiamo a una corruzione del pensiero critico – basato sull’idea di non fidarsi mai a prescindere ma di verificare personalmente i fatti – che assume la forma paranoide ‘loro (cioé tutti coloro che a vario titolo fanno parte del mainstream) mentono sempre e tutto quello che fanno e sostengono è sbagliato’. I potenti della Terra esprimono preoccupazione per il global warming? E’ la prova che non esiste. Soros finanzia associazioni impegnate nell’assistenza ai migranti? Significa che l’immigrazione è un fenomeno ad hoc. I libri di storia insegnano l’Olocausto? Propaganda sionista…
Qualche giorno fa su Facebook mi è capitato un fatto molto illuminante riguardo la polemica sui vaccini, altra tematica su cui aleggia pesante la cappa della disinformazione: una mamma si dichiarava disposta a vaccinare suo figlio, purché avesse la garanzia che gli sarebbero stati iniettati gli stessi vaccini che erano stati somministrati a lei da bambina; cioé una trentina di anni fa, quando la fiducia nei confronti delle istituzioni era maggiore di adesso, mentre difficilmente la qualità dei vaccini era superiore.
Effettivamente, se oggi le fake news riscontrano tanto consenso lo dobbiamo anche a chi avrebbe dovuto dimostrarsi onesto, incorruttibile e autorevole (in virtù del ruolo ricoperto nel mondo della politica, dell’informazione, della scienza, ecc) e invece ha palesato comportamenti del tutto indegni del proprio codice deontologico; quindi è sacrosanto che la gente abbia smesso di considerare Repubblica e Corriere oracoli della verità, che mostri diffidenza quando gli esperti tecno-scientifici esprimono pareri troppo in sintonia con i desideri del business, che senta puzza di marcio quando istituzioni normalmente incuranti delle problematiche umanitarie se ne escono con iniziative di alto spessore civile. Ma la soluzione non è certo il rovesciamento totale dei valori all’insegna del motto di Goebbels “una bugia ripetuta un milione di volte diventa una una verità” introiettando la faziosità, la scorrettezza e il doppiopesismo di cui viene accusato l’odiato mainstream.
Condannare (giustamente) il DDL Gambaro derubricando però le fabbriche di bufale ‘alternative’ che spopolano sul Web a invenzione del potere è il modo migliore per spianare la strada a commissari della verità e altre sinistre figure, da cui ci può salvare soltanto l’impegno solenne a denunciare la menzogna da qualunque parte essa provenga e qualsivoglia posizione sostenga. Spero che chi sembra aver smarrito le proprie capacità critiche abbia almeno conservato un barlume di coscienza.
*Personalmente, l’unica perplessità riguarda la presenza del blog di Claudio Messora Byoblu nella lista dei bufalari. Per quanto mi senta molto distante da alcune sue posizioni e nonostante alcuni contenuti poco edificanti, mi sembra ingeneroso accomunarlo alla feccia della disinformazione consapevole.
Fonte immagine in evidenza: www.fixabay.com, attribuzione non richiesta.

2 Commenti

  1. Ciao Igor
    Quello della conoscenza è un tema capitale per l’umanità. Da ciò deriva che anche l’informazione (cioè la diffusione della conoscenza) è un tema capitale per l’umanità.
    Si pensi che il libro più diffuso al mondo, stampato in molti miliardi di copie, dice che l’uomo fu cacciato dal paradiso terrestre perché volle conoscere (“perché mangiò il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male”).
    Si può dire che la storia inizia con la cacciata dell’uomo dal paradiso terrestre e che la storia quindi potrebbe definirsi come la successione delle soluzioni al problema della circolazione delle conoscenze in condizioni di limitatezza delle risorse naturali e tecnologiche.
    Per quanto riguarda il tema specifico che affronti non saprei cosa dire e quali soluzioni proporre.
    Penso solamente che questa abnorme diffusione delle conoscenze sia in relazione al consumismo: bisogna consumare senza limiti indipendentemente dal fatto che i questi consumi facciano stare male e portino l’umanità intera alla catastrofe.
    Quando inizieremo a prendere coscienza che la soluzione ai tremendi problemi e alle catastrofi che avremo di fronte consisterà nella decrescita allora decrescerà anche la mole di informazioni e, contemporaneamente, cambierà la sua qualità.
    Cordiali saluti
    Armando

    • Ciao, credo anche io che esista una sorta di picco dell’informazione, in fondo parliamo di qualcosa di correlato all’energia per la sua trasmissione e riproducibilità. E se invece di un oceano di menzogne questa situazione permette di selezionare meglio vero e falso, anche a me non sembra affatto una tradegia! Il ‘rimedio’ alla situazione attuale secondo me sulla carta sarebbe semplice, si chiama onestà intellettuale ed è merce rara oramai sia tra i paladini del sistema che dell’anti-sistema.

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