Penso alla nostra società “ occidentale”.Dov’ è Dio?
Di certo non è la guida del popolo italiano, non ufficialmente, non nelle leggi che regolamentano la vita sociale, non nella vita di molti singoli, visti gli scandali diffusi e di varia natura che emergono ogni giorno. Non nello stile di vita proposto attraverso i media , viste le tipologie di programmi della TV, i messaggi pubblicitari, le offerte ormai accessibili a tutti anche via internet.
Di Dio non si parla, di etica nemmeno, di valori umani che dovrebbero stare alla base dell’agire di ciascuno neppure.
Forse chi in qualche modo si dichiara, nelle parole e nelle azioni, rispettoso dell’onesta, dell’umiltà, della docilità, del rispetto altrui, dei sentimenti altrui, della religione altrui, viene pure reietto, respinto, deriso, considerato out.
Dove sta Dio nella società italiana?
Nella proposta pubblicitaria che promuove il benessere materiale del singolo, spingendo la molla egoistica che alberga già di suo in noi?
Che diffonde sui mercati prodotti dell’eterna giovinezza anziché promuovere una sana educazione al concetto di vita?
Che suggerisce pillole per essere o restare “ magri”e contemporaneamente propone consumo di cibi “ sfiziosi” quanto superflui se non dannosi?
Il tutto mentre si sa bene che intere aree del pianeta muoiono per mal nutrizione o insufficiente nutrizione. Ma che anche qui in Italia molte famiglie tagliano i costi per i cibi, per le medicine e per le visite mediche necessarie.
Una società che ha al suo interno così tante sperequazioni ed ingiustizie non può certo dirsi rispettosa della persona, né dei messaggi del Vangelo e dunque di Cristo.
Chi si sente e si professa autenticamente cristiano è chiamato in causa a forza per impegnarsi politicamente. Così da poter agire sulle leggi che vengono emanate, sulle amministrazione dei beni, ponendo come obiettivo primario il bene della persona, della famiglia e della intera società.
Una Italia in cui il 90% delle persone gode solo del 10% delle risorse la dice lunga sulla ingiustizia sociale del modello italiano. Perché a pochi è concesso moltissimo e moltissimi non hanno di che vivere.
La giustizia dovrebbe farcire le leggi dello stato. Leggi che difendono i diritti di tutti ma soprattutto quelli dei deboli, dei poveri, di quanti non sono così ben scafati a farsi il proprio interesse. Invece l’abnorme numero di commi, normative, codicilli sono gli strumenti coi quali alla fine la legge applicata risulta ingiusta.
Il cristiano che scende ( o sale) in politica dovrebbe impegnarsi a fare si che venga rispettato il diritto di ognuno e che non siano interessi economici superiori a guidare le scelte finali.
Un cristiano che si offre alla politica dovrebbe fare in modo che le banche diventino, come erano alle origini, enti cui rivolgersi per chiedere aiuto in tempo di difficoltà senza arrivare all’usura.
Le banche non sono caveau pieni di denaro, oro e beni riservati a chi è già ricco di suo e può garantire il prestito che si fa dare.
Certo, un cristiano che si mette a servizio della comunità attraverso la politica avrà di che lottare. Difficile abbia privilegi e onori. Ma non può certo stare a guardare, con le mani in mano, intimidito o arreso dalla attuale gestione dei furbi della politica.
Tutto questo senza mai scordare che ogni suo pensiero, ogni sua azione è ispirata al Vangelo ossia da Cristo, la guida dell’uomo e della società.
Quanto più benessere, morale e materiale, su queste nostre terre se avessimo come guida del popolo Dio!
oli, visti glile leggi che vengono emanate, sulle amministrazione dei beni, ponendo come obiettivo primario il bene della persona, della famiglia e della intera società.
Una Italia in cui il 90% delle persone gode solo del 10% delle risorse la dice lunga sulla ingiustizia sociale del modello italiano. Perché a pochi è concesso moltissimo e moltissimi non hanno di che vivere.
La giustizia dovrebbe farcire le leggi dello stato. Leggi che difendono i diritti di tutti ma soprattutto quelli dei deboli, dei poveri, di quanti non sono così ben scafati a farsi il proprio interesse.
Invece l’abnorme numero di commi, normative, codicilli sono gli strumenti coi quali alla fine la legge applicata risulta ingiusta.
Il cristiano che scende ( o sale) in politica dovrebbe impegnarsi a fare si che venga rispettato il diritto di ognuno e che non siano interessi economici superiori a guidare le scelte finali.
Un cristiano che si offre alla politica dovrebbe fare in modo che le banche diventino, come erano alle origini, enti cui rivolgersi per chiedere aiuto in tempo di difficoltà senza arrivare all’usura.
Le banche non sono caveau pieni di denaro, oro e beni riservati a chi è già ricco di suo e può garantire il prestito che si fa dare.
Certo, un cristiano che si mette a servizio della comunità attraverso la politica avrà di che lottare. Difficile abbia privilegi e onori. Ma non può certo stare a guardare, con le mani in mano, intimidito o arreso dalla attuale gestione dei furbi della politica.
Quanto più benessere, morale e materiale, su queste nostre terre se avessimo come guida del popolo Dio!
Foto da http://lnx.usminazionale.it/annofede/?cat=1&paged=2