Dire, Fare… mettere le Buone Pratiche in Comune.

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ciacciUno dei tesori della mia città adottiva, questa città che solo da poco m’é venuta voglia di vivere e partecipare e che ogni giorno scopro bella e ricca, di persone e di potenzialità, é l’associazione Pensieri in Piazza.
Questa associazione, che nasce nello stesso giardino in cui porta buoni frutti il gruppo d’acquisto di cui vi parlai, ha organizzato per il secondo anno una rassegna che non potro’ mai piu’ perdermi, e che raccoglie tutti i valori di cui é portatrice nel nome stesso: Dire, Fare…Ecosolidale.
Cosi’ mi ritrovo qui, nella piazzetta dominata da questo splendido e millenario Duomo di Pinerolo, oggi seminascosto da gazebo e tensostrutture, sotto un cielo straordinariamente azzurro e un sole insperato dopo giorni e giorni di pioggia. Ne approfitto per fare un giro in mezzo a stand di produttori, associazioni, aziende che producono con materie prime riciclate, promotori di laboratori di autoproduzione, persino un mercatino del libro usato perché il libro é simbolo del riuso e della cultura che deve viaggiare,mentre aspetto l’inizio di una conferenza sulle buone pratiche applicate alle amministrazioni comunali.

Vi sono ospiti due sindaci della zona ed Alessio Ciacci da Capannori.

Alessio Ciacci, dici niente, é Personaggio dell’Ambiente del 2012.
E’ stato insignito del titolo sulla base della scelta dei giornalisti che si occupano di ambiente e del voto on line popolare. Fino a poco tempo fa, ricopriva la carica di assessore all’ambiente nel comune lucchese di Capannori, suppergiù 45mila abitanti.
Lo stesso Comune in cui insegna il maestro elementare Rossano Ercolini, a sua volta insignito quest’anno del Goldman Environmental Prize per analoghe motivazioni: non c’é che dire, pare proprio un bel posto dove vivere, questa Capannori, pieno di gente interessante. (*)

Alessio ha 33 anni e l’espressione aperta e sorridente delle persone oneste quando sanno anche comunicare. Dopo anni di attività nell’associazionismo, ha intrapreso l’impegno politico portando la sua città ad aderire, prima in Italia, alla strategia Rifiuti Zero.
La strategia, che trova seguito ed applicazione in diverse città del mondo (ad esempio San Francisco) é antitetica alla soluzione “cassonetto”: nulla deve essere prodotto, utilizzato, poi essere gettato e costituire mero problema da smaltire. Gli oggetti, e le materie prime che li compongono, possono essere riconsiderati partendo da una concezione di circolarità: essi possono essere recuperati, o traformati per diventare qualcos’altro ugualmente utile, in modo tale da riutilizzare tutti gli scarti e facendo tendere la quantità di rifiuti allo zero, contrapponendosi a soluzioni quali discariche o inceneritori.
In Australia, la città di Camberra introdusse per la prima volta il concetto “Niente
Rifiuti in Discarica” a metà degli anni ’90. La provincia della Nuova Scozia, in Canada, é stata capace di ridurre del 50% i rifiuti in discarica in soli cinque anni.
Il processo proposto parte dall’esempio del riutilizzo delle risorse fatto dalla natura. Essa infatti non produce rifiuti, ma riutilizza gli scarti che si producono sempre trasformandoli. I rifiuti sono un prodotto umano, frutto di un’epoca in cui ci si credeva abitanti di un pianeta dalle risorse infinite e si era distanti dal pensare a quali problematiche potesse portare il loro smaltimento.

Ciacci inizia il suo intervento ponendo proprio l’attenzione sui limiti fisici (e sullo sforamento di essi) che ha il consumo delle risorse planetarie: l’anno scorso, dal 22 agosto al 31 dicembre, il sistema-mondo ha consumato oltre le risorse che é in grado di rigenerare annualmente. Quindi, come vi ricorderete scrissi citando Luca Mercalli ad Airasca, stiamo consumando “le scorte” ad un ritmo esorbitante e non sostenibile.
A questo proposito il ciclo dei rifiuti é importantissimo: proprio mentre siamo alle prese con i limiti delle risorse del nostro ambiente naturale, ancora
troppi dei nostri sistemi di produzione richiedono materiali vergini piuttosto che riciclati, sprecando energia e richiedendo per il seguito sistemi di smaltimento dannosi e tossici.
Al contrario, i rifiuti dovrebbero essere pensati, sin dalla fase della produzione, come una “potenziale risorsa”, superando il concetto obsoleto che essi costituiscano la normalità in quanto fine della vita di un prodotto.
Per ottenere la necessaria collaborazione dell’industria, si potrebbero attuare metodi incentivi o penalizzanti: in Svezia, ad esempio, le industrie che immettono sul mercato imballi non riciclabili sono penalizzate in termini fiscali.
A Capannori, nel loro “piccolo”, quando si sono resi conto di quante cialde di caffé facevano uso, e di come queste costituissero una discreta parte del materiale impossibile da riciclare, hanno scritto una lettera alla Lavazza ed hanno mandato a Torino una delegazione. Risultato: l’azienda di caffé tenterà di avviare un processo interno per riciclare le cialde usate. Mica male.

Vià cosi’, dritti alla meta, nel periodo in cui era assessore Ciacci é riuscito a ridurre i rifiuti tanto che ora solo il 10-15% di essi non é recuperato o riciclato. Ma é stato cosituito un centro ricerche apposito che sta studiando cosa fare anche di quello… la strategia si chiama ben Rifiuti Zero, o no?

(*) Ci auguriamo che dopo le dimissioni di Alessio Ciacci il Comune di Capannori trovi uguale motivazione e capacità per perseverare nella giusta direzione e continuare ad essere esempio

Foto: Alessio Ciacci, Federico Cramer dell’Associazione Pensieri in Piazza ed io.

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