È del 29 Marzo un comunicato dell’AEEG sul rincaro della bolletta elettrica e del gas.
Per l’energia elettrica, l’aumento del 3,9% dei prezzi di riferimento, si traduce in un incremento della spesa di 16,5 euro su base annua per la famiglia tipo, con consumi medi di 2.700 kilowattora l’anno e una potenza impegnata di 3 kW.
Le delibere con gli aggiornamenti trimestrali per energia elettrica e gas (ARG/elt 30/11, ARG/elt 31/11, ARG/gas 32/11, ARG/gas 33/11, ARG/com 34/11, ARG/com 35/11) sono pubblicate sul sito www.autorita.energia.it.
Il comunicato pone l’accento sul fatto che il rincaro sia motivato dagli incentivi sul FV. Insomma, agli italiani nei prossimi mesi spetteranno bollette rosse e il rincaro sarà falsamente giustificato dal dover sovvenzionare quelle fonti che dovrebbero liberare dal giogo dei costosi idrocarburi. “E questo è solo l’inizio di ciò che i cittadini dovranno pagare se non si interviene su una rimodulazione degli incentivi”, afferma Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum. Secondo Adiconsum infatti, è necessario “modificare gli articoli 27 e 28 del DL, nei quali si prevede di gravare sulle tariffe del gas per incentivare l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili termiche”.
L’AEEG omette tuttavia di dire che sulla bolletta inciderà in modo molto più significativo l’incentivo CIP6 sulle fonti rinnovabili assimilate.
Il CIP6 è una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi adottata il 29 aprile 1992 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n°109 del 12 maggio 1992) a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e “assimilate”, termine che intende indicare inceneritori e centrali a carbone in zone disagiate.
La dizione “assimilate”, infatti, fu aggiunta alla previsione originaria in sede di approvazione del provvedimento per includere fonti di vario tipo, non previste espressamente dalla normativa europea in materia.
In conseguenza della delibera “CIP6″, chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici a un prezzo superiore a quello di mercato.
I costi di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del 7% del costo dell’energia elettrica, che viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette (componente A3 degli oneri di sistema). Il valore dell’incentivo CIP6 viene aggiornato trimestralmente e i valori (in €/MWh) sono pubblicati sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Per il 4º trimestre 2010 l’importo era pari a 69,96 €/MWh.
Inoltre sulla bolletta ricadono ogni anno i costi di stoccaggio temporaneo delle scorie nucleari di centrali nucleari sperimentali chiuse da oltre 20 anni. Gli italiani spendono per queste scorie, di cui ancora non si conosce il destino definitivo, circa 200 milioni di euro l’anno. Infatti paghiamo nei cosiddetti oneri impropri della bolletta elettrica la componente A2 (una tassa che ognuno di noi paga per la dismissione delle centrali nucleari costruite in Italia fino all’approvazione del referendum del 1987 e per lo smaltimento delle scorie fino ad allora prodotte).
Tempi duri aspettano gli italiani e per citare ancora una volta Pietro Giordano “si vuole scaricare sulle bollette uno dei pochi oneri rimasti nel bilancio dello Stato a favore dell’efficienza energetica, e si rischia di distruggere uno dei pochi settori che produce davvero benefici risultati!”.
Fonte: R&tia SrL