A una settimana dalle elezioni politiche viene spontaneo chiedersi a chi dare il proprio “inutile voto”. Giusto per dibattere un po’.
Ricordo a tutti coloro che si scervellano nel decidere come votare, che una singola preferenza, purtroppo, non ha nessuna importanza nel determinare l’esito delle elezioni. E questo è un fatto.
Per mutare la società è molto più efficace cambiare il proprio stile di vita riducendo consumi e variando le proprie abitudini alimentari.
Ma veniamo all’offerta partitica di queste elezioni:
In una società dove la necessità di lavoro viene ripetuta come un mantra su ogni mezzo di comunicazione evocare la “crescita economica” diventa inevitabile e in effetti in tutti i programmi dei partiti che si presentano a queste elezioni le ricette per rilanciare l’economia e far aumentare la produzione industriale sono al centro del dibattito.
Come da tradizione i partiti cosiddetti di destra o centro destra auspicano un rilancio economico selvaggio che non tenga minimamente conto dei vincoli ambientali e dei diritti dei lavoratori ma che favorisca l’arricchimento della classe degli imprenditori (di cui loro sono rappresentanti) perché, si sa, l’abbondanza dei ricchi ricade a pioggia sui poveri come le briciole di pane da una tavola riccamente imbandita.
E in effetti il programma di Berlusconi & company ricorda, tristemente, le politiche adottate dalle società che vivono devastanti rivoluzioni industriali basato, com’è, sulla riduzione delle tasse e sul conseguente annientamento dello stato sociale (per altro già allo stremo).
L’ambizione di questi politici è far diventare l’Europa una nuova Cina dove i lavoratori bruciano nelle fabbriche e la classe degli imprenditori porta a casa guadagni stellari.
Ma tant’è, essi rappresentano la classe degli imprenditori e fanno dichiaratamente gli interessi di chi rappresentano rassicurando il popolo che le “briciole cadranno abbondanti”.
Più “intrigante” è il programma del partito democratico. Partito che si presenta di sinistra, quindi dalla parte del popolo ma che oramai, da 20 anni a questa parte, adotta politiche simili a quelle di destra. Con Renzi, in particolare, il pd è diventato il partito delle banche.
Anch’essi auspicano la crescita economica selvaggia che non tiene in minimo conto la tutela ambientale e i diritti dei lavoratori a cui hanno dato una mazzata decisiva con l’abolizione dell’articolo 18. La parte che più ci piace è osservare il tentativo disperato di mascherare la loro ipocrisia.
“Liberi e Uguali” si presenta come un partito che si rifà al comunismo originario. E come da tradizione comunista è un partito diviso: tra la necessità di far crescere il lavoro da una parte e la tutela dell’ambiente e il venire in contro alle rivendicazioni dei lavoratori dall’altra; tra il desiderio di giungere al potere e la consapevolezza che quel potere non lo si vuole veramente perché vorrebbe dire perdere la propria posizione privilegiata.
Infine c’è il Movimento 5 Stelle.
Anche se non in modo esplicito il movimento ha a cuore i temi della decrescita. Ha presentato un piano energetico serio che guarda alle rinnovabili. Affronta esplicitamente il discorso sulla tutela ambientale e sulla preservazione del territorio.
D’altra parte l’interessamento per la decrescita è dimostrato dalle accuse degli stessi avversari politici che chiamano i grillini “decrescenti” in tono dispregiativo, nonché dalla creazione del nuovo blog di Grillo in cui lui parla liberamente di temi come: la razionalizzazione dell’economia, la riduzione dell’orario di lavoro, la tutela ambientale ecc.
Credo che per un decrescente non ci siano molto alternative.
E’ evidente che non hai letto il programma di Liberi e Uguali. Dire che si rifà al comunismo è qualcosa di ridicolo. Per la prima volta viene collegato il lavoro all’ambiente, che diventa la chiave di lettura di tutto l’azione politica.
Ma questo poco conta. Tanto quando non si vuole vedere, va bene tutto.
Tra l’altro qui in tutti gli incontri che stiamo facendo gli unici che stanno parlando di Ambiente e di Decrescita siamo noi di LeU e quindi ti faccio un domanda: quali sono i candidati dichiaratamente decrescenti del M5S in Lombardia e nel Bresciano, la terra dei fuochi del nord Italia?
No perché qui, dove si respirano i problemi, di candidati dichiaratamente decrescenti ne abbiamo messi un po’.
Ciao Simone
affermare che “liberi e uguali” si rifà al Comunismo originario vuole essere un complimento.
Credo che dopo le performance del pd di Renzi (e non solo) che hanno visto la presunta sinistra sponsorizzare o comunque appoggiare politiche chiaramente di destra, la frangia del partito distaccatasi dal pd e che è andata a formare il partito di Grasso ha voluto chiaramente rifarsi alle antiche origini comuniste per ritrovare il consenso di quella base che oramai non si riconosceva più nel patinato pd renziano.
D’altra parte, ma questa è una mia opinione, questo non basta e non basterà ad espiare le colpe di coloro che sono stati in parlamento e poi al governo per decenni senza mai avere il coraggio di applicare seriamente il comunismo.
Mi dispiace poi constatare che la sinistra italiana non si è evoluta e non ha superato il discorso riguardante le rivendicazioni operaie e dei lavoratori in genere ed è rimasta schiava dell’esigenza di combattere la disoccupazione (endemica in Italia) e quindi ha continuato a sponsorizzare le politiche di crescita economica senza riuscire a proporre una visione diversa del futuro.
Io comprendo che a pochi giorni dalle elezioni parlare di decrescita fa male. Anche il Movimento sfiora appena l’argomento perchè sa di parlare ad una popolazione ancora immatura. Ma il movimento è una forza nuova a cui ancora non si può rimproverare niente. Liberi e uguali è formato da personalità che hanno già governato.
p.s. io non sono del Movimento 5 Stelle.
Ciao Simone.
Secondo me la tua analisi è proprio sbagliata perché non si parla più di lavoro tanto per lavorare ma di lavoro buono e utile, che è cosa diversa. Poi certo, ci sono quelli che noi chiamiamo “Lavoristi”che hanno una visione antica del lavoro e del salario, ma sono sempre meno. Ancora forti, ma sempre più deboli. Di certo nessuno di noi di Decrescita é Libertà (sì una corrente in Sinistra Italiana, corrente che sta nascendo ma che ha già influito nella stesura dei documenti congressuali) pensa che SI o LeU sia un partito della decrescita. Però noi ci siamo e ci dichiariamo senza paura. Chi lo può fare?
Quello che contesto è il continuo accostamento al M5S alla Decrescita. Anche perché il M5S non è anticapitalista come dovrebbe essere un movimento decrescentista. Ma questo è un dettaglio.
Parlare di decrescita fa male, soprattutto se il primo viaggio che fai in campagna elettorale è alla City per tranquillizzare i grandi investitori. Ricordo che Grillo, anni fa, descrisse così la decrescita: “Diventeremo tutti un po’ più poveri”. Magari è lì che ci siamo giocati buona parte di credibilità noi decrescenti. Invece la decrescita è il mezzo per arrivare alla giustizia sociale, per aspirare ad avere una società equa, solidale, giusta, libera. Probabilmente un po’ di ragione ce l’aveva anche Grillo; però ha dimenticare di spiegare chi doveva o dovrebbe diventare più povero: magari lui? Magari quell’1% che controlla la stessa ricchezza del restante 99%? Ha dimenticato insomma di dire che se lui e qualche altro Paperone non decrescono, molti non potranno mai avere una vita dignitosa.
Simone sono felice che in LeU ci sia una “corrente decrescente” perchè più siamo meglio è.
Sinceramente, guardo al partito di Grasso con un minimo di sospetto, d’altra parte fino a qualche mese fa erano nel pd di Renzi e ,pur lamentandosi, hanno appoggiato tutte le sue politiche. Inoltre la maggior parte dei personaggi di spicco di LeU (vedi D’ALEMA, BERSANI, GRASSO ECC) sono stati al governo o comunque hanno frequentato le stanze del potere abbastanza da poterli chiedere conto del loro operato.
Comunque spero che la corrente di cui parli sia sempre più forte e riesca a influenzare il programma di partito.
D’altro canto il centro-sinistra o la sinistra che dir si voglia ha una grossa responsabilità: quella di imbrigliare le energie di cambiamento presenti nella società e non permettendo ad esse di esprimere appieno le loro potenzialità; per anni i rappresentanti dei lavoratori…sindacati e partiti progressisti hanno tradito la fiducia del popolo impedendogli d’altro canto altre forme di lotta.
A questo punto meglio il centro-destra partito che rappresenta le classi abbienti che è coerente con il proprio mandato; piuttosto di una sinistra che promette uguaglianza e giustizia sociale e poi produce esattamente il contrario.
Caro Pasquale, sono d’accordo con te: la questione della ridistribuzione e della giustizia sociale è centrale soprattutto in Italia. La “torta” è abbondante solo che viene tagliata male.
D’altro canto Grillo ha ragione nel dire che con la decrescita, nel complesso, saremmo tutti un pò più poveri perchè la produzione economica dovrebbe ridursi.
Distribuire in modo più equo le risorse e razionalizzare l’economia questa è la ricetta vincente.
Quanto sia ricco Grillo non lo so, sicuramente abbastanza per ridistribuire anche lui un pò della sua ricchezza.
Ciao Pasquale, speriamo che dal 5 marzo si possa respirare “aria nuova”.