Ceci e fagioli: scadenza 30/07/2018

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Si chiama dieta mediterranea! Però la banana è un prestito dell'Africa!

…ma consumati nel 2022!

Quanto tempo dopo la scadenza si possono consumare gli alimenti?

I ceci sono ormai scaduti da 4 anni.. e raccolti probabilmente da 6 anni!

La fame nel mondo

Il moderno problema della fame nel mondo inizia dagli anni sessanta del secolo scorso, anche se, con motivazioni diverse di volta in volta, ha accompagnato la storia degli uomini da millenni. 

Ricordo negli anni sessanta il problema della fame che riguardò l’India e poi il Biafra in Africa.

Il problema della fame nel mondo è stato ricorrente in questi ultimi decenni soprattutto da quando, dopo gli anni ’60 del secolo scorso, l’Africa cessò di essere autosufficiente dal punto di vista alimentare.

Ultimamente la guerra fra Russia e Ucraina ha riportato il problema all’attenzione mondiale per il blocco da quell’area delle esportazioni verso molte parti del mondo di grano e di altre derrate alimentari coltivate appunto in Ucraina e in Russia.

Lo spreco alimentare

Collegato al problema della fame nel mondo (e anche al problema dei cambiamenti climatico/ambientali) è il problema dello spreco alimentare!

Quali le cause dello spreco alimentare?

 In un articolo pubblicato alcuni anni fa su questo blog affrontai il problema dello spreco alimentare.

Scrivevo nell’articolo citato: ”Periodicamente i mass media danno la notizia scandalistica dello spreco di generi alimentari. Viene indicato anche il valore in denaro di questo spreco. Ricordo che qualche anno fa in una trasmissione televisiva (mi pare che si chiamasse “La nostra spesa” e che fosse condotto dal giornalista Di Pietro) si dettero dei dati precisi, per l’Italia, dello spreco di generi alimentari fatti dalle famiglie: ben il 39% del gruppo di alimenti latticini-carne-uova-pesce, ecc. viene buttato via; le percentuali erano consistenti anche per quanto riguarda il gruppo frutta-verdura e il gruppo pane e altri prodotti da forno; le percentuali erano notevolmente inferiori (per ovvi motivi) per il gruppo pasta-riso e scatolame. Ovviamente gli sprechi avvengono anche in altri punti della catena distributiva (dai luoghi di produzione ai grossisti, dai grossisti ai dettaglianti, ecc.), anche se sono nettamente inferiori.
Il programma in questione ha poi affrontato i motivi di questo enorme spreco: due esperti intervenuti in trasmissione lo mettono in relazione alle politiche di vendita che vengono fatte, come le offerte 3×2 (ultimamente sostituite dall’offerta 2×1 e da quelle sottocosto), concessione di buoni da utilizzare nei periodi successivi, concessione di punti che danno diritti a dei regali, ecc., che invogliano i consumatori ad acquistare dei beni anche se non ne hanno bisogno.
La gente si mostra scandalizzata dallo spreco dei generi alimentari (“il pane” conserva una certa sacralità) anche se poi lo spreco di altri prodotti (come le calzature e l’abbigliamento) probabilmente corrisponde a dei valori superiori.”
(http://www.decrescita.com/news/le-vie-infinite-del-consumismo-2/ )

Ceci e fagioli scaduti il 30/07/2018

I sacchetti, con in evidenza la data di scadenza, che contenevano poche e scadute quantità di derrate alimentari

Con questo articolo intendo parlare della scadenza degli alimenti e della esperienza che ho personalmente fatto in merito al consumo di alimenti scaduti da molto tempo.

Questa primavera (anno 2022) ho notato che nella credenza c’erano dei sacchetti con alimenti scaduti.

Sto molto attento affinché non conservi alimenti scaduti e che quindi li consumi prima della loro scadenza.

Probabilmente sarà che negli ultimi anni ho cambiato alimentazione che sarà successo che nella credenza si siano accumulati alcuni sacchetti con piccole quantità di alimenti scaduti.

Erano poche cose e per la precisione erano:

-un sacchetto di fagioli cannellini in cui ne avanzavano 80 grammi, scaduti il 30 luglio 2018; (fagioli cannellini biologici Coop Linea ‘vivi verde’)

– un sacchetto di farina bianca in cui ne avanzava 35 grammi, scaduta a ottobre 2020; (farina di grano tenero italiano Conad, macinata a pietra Tipo 1)

– un sacchetto di polenta rapita in cui ne avanzavano 125 grammi, scaduta il 05/03/2020; (polenta rapida Coop);

– un sacchetto di semola di grano duro in cui ne avanzavano poche decine di grammi, scaduta l’01/09/2019; (semola di grano duro Barilla)

– e, per finire, un sacchetto di ceci in cui ne avanzavano 200 grammi, scaduti il 30/07/2018; (Ceci biologici Coop Linea ‘vivi verde’).

L’indicazione dei prodotti serve solamente perché le considerazioni che saranno fatte riguarderanno solamente questi prodotti e non altri (che potrebbero avere caratteristiche diverse, di migliore o peggiore qualità in quanto a scadenza e a conservazione delle caratteristiche organolettiche e nutritive!).

Per una maggiore informazione bisogna dire che quei prodotti sono stati acquistati in alcuni supermercati di Bologna.

I fagioli e i ceci sono stati acquistati circa un anno prima della loro scadenza e che probabilmente il raccolto sarà avvenuto l’anno precedente ancora: questo significa che i ceci e i fagioli, che scadevano il 30/07/2018 sono stati acquistati circa un anno prima, cioè nell’estate del 2017 (qualche settimana fa sono andato al supermercato per controllare e ho visto che la scadenza era circa un anno dopo la data in cui erano presenti nello scaffale) e sono stati raccolti probabilmente nell’annata precedente. Ricordo che dalle miei parti in Basilicata i ceci si raccolgono verso luglio e che quindi dopo un po’ sono venduti al ‘compratore’ e poi dopo alcuni passaggi ancora arrivano all’azienda che dovrà lavorarli, insacchettarli e farli poi arrivare in varie fasi ai punti vendita: è quindi impossibile che quei ceci potessero essere presenti negli scaffali dei supermercati nello stesso mese di luglio 2017. In poche parole quei fagioli e quei ceci probabilmente saranno stati raccolti nell’annata 2016…e sono stati consumati, come dopo indicherò, nella primavera/estate del 2022! (quindi 6 anni dopo il loro raccolto!)

La differenza fra data di acquisto e scadenza era diversa per gli altri prodotti che ho elencato (normalmente più ravvicinata)

Un’altra considerazione per dare una maggiore informazione: la conservazione!

Questi prodotti sono stati conservati nella credenza in casa senza che nell’appartamento ci fosse alcun sistema di raffrescamento in estate e praticamente senza riscaldamento di inverno.

Se una qualsiasi persona avesse buttato via queste piccole quantità di derrate alimentari non sarebbe successo niente!

Ma io, purtroppo, non sono una persona qualsiasi e per me sarebbe stato impossibile sprecare queste pur piccole quantità di alimenti. Quali le cause di questo mio comportamento?

Probabilmente sarà per la sensibilità verso i problemi del consumo delle risorse, dei cambiamenti climatico/ambientali, per l’educazione ricevuta e per altri motivi ancora.

Comunque una ventina di anni fa una mia amica mi disse che c’erano dei siti in cui era possibile vedere dove era diffuso il proprio cognome. Ho sempre avuto questa curiosità perché il mio cognome, in generale non diffuso, non è diffuso per niente in Basilicata, la mia regione di nascita.

Ho fatto una ricerca e ho visto dove è più diffuso il mio poco diffuso cognome: è diffuso a Genova e in Liguria e probabilmente da lì si è diffuso in altre parti di Italia (forse fra le cause del mio comportamento c’è anche la mia antica origine geografica…ma queste probabilmente sono solamente dicerie!!) 

Una operazione diffusa in passato: la messa in ammollo dei legumi secchi! I ceci della foto sono stati messi in ammollo la sera prima. Ho provveduto a togliere un cece che aveva assunto un colore scuro. Dopo averli sciacquati due volte li ho messi a cuocere a fuoco lento.

Comunque ritorniamo al tema in questione.

Decido di consumare quelle piccole quantità di derrate alimentari.

La sera dell’8 marzo metto i fagioli cannellini a bagno e nella tarda mattinata del 9 marzo li metto a cuocere: dopo circa una ora e un quarto di cottura aggiungo una un po’ di ortaggi (pomodori, carote e cipolla), dopo altri 15 minuti aggiungo 35 grammi di pasta e 10 minuti prima di spegnere aggiungo un po’ di salamoia bolognese e in po’ d’olio.

Sia quel giorno che nei giorni successivi ho monitorato le mie condizioni di salute: sono stato benissimo!

Il 15 marzo affronto la polenta rapida: ne è avanzata 125 grammi, la quantità ottimale per un piatto unico.

Faccio un sugo di pomodoro con dei pezzetti da salsiccia passita,

Cuocio poi la polenta rapida per circa 5 minuti.

Verso polenta nel piatto, aggiungo sopra il sugo di pomodoro con la salsiccia e termino con una buona manciata di parmigiano grattugiato.

Nonostante consumati ben oltre la data di scadenza i prodotti hanno conservato le caratteristiche organolettiche originali! La foto sopra riportata illustra la pietanza che ho preparato con la polenta rapida

Sia quel giorno che nei giorni successivi ho monitorato le mie condizioni di salute: sono stato benissimo!

In seguito ho consumato la farina bianca avanzata e la semola di grano dura Non ricordo di preciso in quali pietanze le ho usate ma entravano marginalmente nel piatti in cui le ho utilizzate. Ciò che è importante è che non ci sono state conseguente per la mia salute!

Avanzava ancora il sacchetto con 200 grammi di ceci. Sarebbe stato meglio usarli in tre volte ma, per non andare per le lunghe, decido di utilizzarli in due volte.

Un bel giorno (per la precisione la sera dell’11 agosto) metto 100 grammi di ceci a bagno.

Nella tarda mattinata del 12 agosto dopo avere buttato l’acqua in cui i ceci erano stati in ammollo, dopo avere buttato via un cece che aveva assunto un colore più scuro, sciacquo i ceci un paio di volte e poi li metto a bollire a fuoco lento.

Dopo circa un’ora e mezza di ebollizione aggiungo un po’ di salamoia bolognese per salare e dopo altri 20 minuti aggiungo 50 grammi di pasta. Verso la fine della cottura della pasta aggiungo un po’ di olio crudo e una spolverata di semi di coriandolo.

Questo piatto unico, insieme a una banana, a un po’ di frutta secca, a tre prugne secche e a un bicchiere di acqua minerale ricca di calcio, costituisce il pranzo del 12 agosto.

In seguito monitoro le mie condizioni di salute (digestione, situazione della pelle e altro): sono stato benissimo!

Circa una settimana dopo ripeto la stessa operazione culinaria con gli altri 100 grammi di ceci avanzati nel sacchetto: il piatto di pasta e ceci, più alcuni pezzetti di melone, due noci e tre prugne costituiscono il pranzo del 17 agosto.

Anche in questo caso dopo la consumazione del pasto e nei giorni successivi ho monitorato le mie condizioni di salute: sono state ottime!

Conclusione e considerazioni finali

Per quanto riguarda questa esperienza personale bisogna trarre la seguente conclusione scientifica: quei prodotti, dal cui sacchetto si capisce la marca, conservati nel modo indicato, consumati ben oltre la loro scadenza così come si vede sui sacchetti, a me personalmente non hanno provocato nessun problema di salute.

E’ necessario concludere l’articolo con due considerazioni:

  1. la prima considerazione è una domanda:   come fanno le aziende produttrici di generi alimentari a stabilire la scadenza degli alimenti visto che utilizzati anni dopo la loro scadenza non pongono nessun problema di salute e non perdono le loro qualità organolettiche e nutritive?
  2. bisogna combattere contro lo spreco alimentare, lo spreco energetico e lo spreco di ogni cosa (dall’abbigliamento all’arredamento) ma il problema dei cambiamenti climatico/ambientali e dell’esaurimento dei combustibili fossili si risolve solamente se il risparmio, in qualsiasi modo conseguito, sia rimosso dalla circolazione economica e utilizzato per ripristinare il capitale naturale. Infatti se, per esempio, una famiglia conseguisse un risparmio energetico installando infissi che riducono la dispersione del calore e poi utilizzasse il risparmio conseguito per fare, per esempio, un viaggio in più all’anno oppure andare due volte in più al mese a mangiare fuori casa oppure ancora acquistando animali da compagnia, ecc. ecc.…allora si farebbe un buco nell’acqua se non peggio!
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Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

3 Commenti

  1. Ho trovato anch’io provviste per lo più sigillate scadute alcuni anni fa (per lo più legumi, pasta e farina) e mi chiedevo proprio se fossero ancora commestibili. Finora mi è capitato di consumare senza problemi solo olio extravergine d’oliva (scaduto da oltre un anno).

    • Paolo, grazie del commento!
      Ovviamente le considerazioni da fare sono diverse anche in base ai tipi di alimenti scaduti: nel mio caso sono tutti alimenti secchi. Inoltre ho anche specificato le marche e il tipo di conservazione.
      Penso che non si possano fare le stesse considerazioni per i latticini (mozzarelle, yogurt, formaggi molli) e per gli insaccati!
      Armando Boccone

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