Un articolo a caldo su “Venerdì per il futuro”
Oggi 15 marzo 2019 in molte città del mondo si sono svolte manifestazioni di alunni e studenti denominate “Venerdì per il Futuro”.
“Venerdì per il futuro[1], noto anche come sciopero scolastico per il clima o anche in varie nazione come Fridays For Future, Youth for Climate o Youth Strike 4 Climate, è un movimento internazionale di protesta composta da alunni e studenti che decidono di non frequentare le lezioni scolastiche per partecipare a manifestazioni per chiedere e rivendicare azioni a prevenire il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.” (come dice Wikipedia all’indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/Venerd%C3%AC_per_il_futuro ).
Le manifestazioni per l’ambiente, contro la creazione di nuove centrali nucleari, per la diffusione delle energie rinnovabili al posto dei combustibili fossili, ecc. datano dagli anni settanta del secolo scorso.
Ricordo, sul finire degli anni settanta, le manifestazioni internazionali che furono fatte in Francia contro la costruzione, presso Creys-Malville sul fiume Rodano, della centrale nucleare veloce autofertilizzante Superphenix.
Negli scontri con la polizia ci fu anche un morto e molte decine di feriti. La centrale fu anche oggetto di un attacco terroristico. (per una informazione completa sulla costruzione della centrale e su tutte le problematiche connesse si veda https://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_elettronucleare_Super-Ph%C3%A9nix )
Ma torniamo alle manifestazioni avvenute venerdì 15 marzo 2019 e sul suo significato.
Queste manifestazioni sono state svolte da alunni e studenti e anche da insegnanti. Ho visto in Piazza Maggiore a Bologna alcune classi di alunni delle elementari, sedute per terra, che con gli insegnanti discutevano dei temi legati alla manifestazione.
In passato ho fatto l’insegnante. Ricordo che verso la fine degli anni ottanta ho insegnato per due anni presso una scuola a San Lazzaro di Savena, comune che dal punto di vista urbanistico è ormai tutt’uno con la città di Bologna.
La scuola era distante 3-4 km da casa mia e la raggiungevo quasi sempre in bicicletta. Parcheggiavo la bicicletta davanti alla scuola per cui le ragazze e i ragazzi miei studenti sapevano che raggiungevo la scuola in bicicletta.
Una volta una ragazza mi chiese qualcosa a tale riguardo: risposi che usavo la bicicletta per andare a scuola per motivi ambientali, per non inquinare.
Bravo Prof! risposero quasi in coro le ragazze e i ragazzi della classe… e mi battereno anche le mani!
La classe era una quinta classe per cui le ragazze e i ragazzi avevano intorno a 18 anni. Alcuni però avevano già compiuto i 18 anni e avevano fatto in tempo anche a prendere la patente…e venivano in macchina a scuola!
Considerando che non dico mai parolacce, che trovo fastidioso e infantile l’uso che delle parolacce viene fatto in televisione, che qualche anno fa la mia compagna (era da parecchi anni che stavamo insieme) mi disse che da me non aveva mai sentito dire una parolaccia, ecc. ecc. mi permetto di dire a proposito di questi alunni e studenti che hanno partecipato alla manifestazione denominata “Venerdì per il futuro”, che, secondo me, loro semplicemente “chiagnene e fottono” (si direbbe a Napoli) e mi permetto pure di dirgli… (ma è meglio che mi fermi qua!). A proposito delle manifestazioni degli anni settanta ricordo che conoscevo direttamente studenti (allora frequentavo l’Università) molto impegnati in quelle lotte e nelle tematiche ambientali: ricordo pure che una volta che questi studenti hanno terminato l’Università, di quelle lotte e di quelle tematiche per cui facevano discorsi infuocati e sembrava che volessero rivoltare il mondo, se ne sono dimenticati in brevissimo tempo.
Ritornando al problema del cambiamento climatico e dei disastri ambientali penso che non si invertirà la rotta nel nostro stile di vita se non quando avremo i primi effetti catastrofici sulla nostra pelle: allora vivremo tempi interessanti! (parafrasando un antico proverbio cinese).
Questo non vuole dire che non si debba ragionare su queste tematiche e che non si debbano fare le proposte che si ritengono opportune e tante altre cose…ma consiglio di stare con i piedi per terra.
Fonte foto: https://www.ilpost.it/
Commento questo articolo in qualità di admin di DFSN. Come gruppo di giornalismo partecipativo ci riconosciamo in un numero abbastanza ristretto di principi condivisi riguardanti la decrescita, per cui capita di avere idee anche molto differenti su determinati argomenti.
Voglio quindi segnalare che questo articolo è da considerarsi opinione personale di Armando Boccone (e di eventuali altri redattori che ne condivideranno i contenuti) e non quale posizione ufficiale di DFSN (che sulla manifestazione del 15 marzo non esiste). Aggiungo anche, sui social network, il sottoscritto e altri redattori hanno espresso, in maniera diversa, giudizi positivi sulla manifestazione, con tutti i limiti che ciò può avere.
Quello che mi lascia più perplesso Armando, in tutta sincerità, è che non ti ho mai sentito proferire insultati (velati o meno) neppure ai peggiori inquinatori del pianeta e mi stupisce che tu abbia riservato questa prima volta a dei ragazzi che – con tutti i loro limiti, ipocrisie e incoerenze – hanno comunque espresso qualcosa di positivo che, almeno per un giorno, ha portato in prima pagina il bistrattato problema del global warming. Io, personalmente, i miei insulti li ho rivolti a Paolo Guzzanti che ha liquidato come cazzate i cambiamenti climatici sostenendo che ogni mille anni il pianeta ha le mestruazioni (testuali parole) tirando in ballo assurdi precedenti storici della Groenlandia e altre amenità simili (tutto questo tra le risate generali della Palombelli e nessun contraddittorio). Mi tengo 1000 volte i miei scalcinati studenti, tutta la vita.
Ogni tanto mi capita di incontrare o di contattare qualche collega di lavoro di quando insegnavo.
L’altro giorno ho contattato tramite e-mail un vecchio collega di lavoro nonché vecchio amico.
Ho approfittato di questo contatto per inviargli l’articolo “Bravo Prof!” chiedendogli un giudizio sulla manifestazione del 15 marzo.
La risposta che mi ha dato in merito è stata la seguente:” E’ vero, concordo con quanto scrivi nel post, probabilmente, anche se con una grande partecipazione di massa, la manifestazione sul clima mi è sembrata una azione di facciata più che di sostanza, una cosa da fare tanto per alleggerire la coscienza.”?
Caso mai incontrassi o contattassi qualche altro collega porrò la stessa domanda, per conoscere la loro opinione in merito.
Riporto integralmente un breve articolo pubblicato pochi minuti fa (h 16.48 del 01 aprile) da Ugo Bardi sul Blog Effetto Risorse (a meno che non sia uno scherzo: oggi è il primo aprile…ed è anche S. Ugo!!)
Dichiarazione-choc di Greta Thunberg. Lo scopo è stato raggiunto: non c’è più bisogno di scioperare per il clima.
Posted by Ugo Bardi
Notizia bomba dalla Svezia: Greta Thunberg ha raggiunto il suo scopo e interrompe la sua azione per combattere il cambiamento climatico.
La giovane attivista svedese ha dichiarato che “dopo aver parlato con tanti dei nostri leader, mi rendo conto ora che hanno sotto controllo la crisi climatica, capiscono l’emergenza, e sono pronti ad agire. Quindi, ho deciso di smettere di scioperare e ritornare a scuola come si deve, Niente più sciopero del venerdì”
Si tratta effettivamente di un pesce d’aprile di Bardi.
Salve prof Boccone, ho seguito anch’io il percorso di Greta, a Savona, ho partecipato ha tre cortei, per il primo ho seguito anche la preparazione. Non sono stati solo dei momenti di ” divertimento motivato”, ma senza un vero impegno, se non per mettere in evidenza quelle poche possibili azioni per contrastare il riscaldamento del clima. della vera causa di tutte le emergenze non una parola, forse perché non la conoscono o non la ritengono tale. l mia consapevolezza sul futuro del nostro pianeta, dell’umanità, risale al 1973. Sono cresciuto in un paese del Sud America, dal 65 al 76, e ho vissuto a stretto contatto con la popolazione locale, con una realtà molto diversa da quella europea, li, la povertà era VERA, si vedeva, si sentiva l’odore, persino il rumore. Dopo aver visto un film di “fantascienza” mi si è aperta una visione di un mondo diverso, diverso da quello che ci veniva proposto. Soylent Green ( 2022 i sopravvissuti ), alla fine della proiezione ho pianto, avevo 23 anni, ero un operaio e lo sono stato per tutta la vita. Non ho mai partecipato a manifestazioni o movimenti ecologisti, per me sono sempre stati solo delle chiacchere da salotti di sfaccendati annoiati e ignoranti dei fatti e delle conseguenze del nostro stile di vita. Negli ultimi 10 anni ho avuto il tempo di approfondire sulla questione, ho letto molti libri, oltre a quelli che già conoscevo, pochi per la verità, perché non venivano pubblicizzati o promossi. Da qualche anno ho cercato di organizzare delle conversazioni su questi temi, olisticamente perché sono tutti collegati e interagenti, tiping point, ma non ci sono riuscito, come si dici ” non è cosa si dice, ma chi lo dice” vale più l’oratore che la sostanza. sono arrivato a voi tramite il sito di ASPO, che seguo da tempo grazie Giulio
In risposta a Giulio (ma vale per tutti)
Qualche settimana fa ho letto un interessante articolo di Mirco Rossi di Aspoitalia, sul blog Risorse Economia Ambiente, a proposito del fenomeno Fridays For Future (Venerdì per il futuro) e di Greta Thunberg.
Sono considerazioni molto importanti quelle fatte da Mirco Rossi (l’articolo è al seguente indirizzo https://aspoitalia.wordpress.com/2019/10/05/fridays-for-future-una-critica-per-crescere/#more-4935 ) per cui invito tutti a leggerlo.
Per concludere si può dire che se il movimento in questione porterà a dei risultati concreti per quanto riguarda il contenimento dei consumi, dell’inquinamento, del riscaldamento climatico, ecc. significa che sarà stato un movimento valido, altrimenti, se si sgonfierà come una bolla di sapone, sarà stato solamente una perdita di tempo.
Cordiali saluti a tutti