Adamo il Fabbro (http://en.wikipedia.org/wiki/Adam_Smith) nel primo capitolo del suo libro descrive l’efficienza di una fabbrica di spilli in cui un operaio stira il filo di ferro, un altro lo taglia a pezzettini, un altro lo prepara a ricevere la capocchia… eccetera, fino a quello che li incarta nelle bustine.
L’efficienza nell’automazione delle fabbriche dell’ottocento, sfociata nella catena di montaggio di Henry Ford (http://history1900s.about.com/od/1910s/a/Ford–Assembly-Line.htm) ha certamente contribuito al successo del capitalismo ed ha iniziato la societa` dei consumi. Se un bel giorno nel futuro l’umanita` riuscira` a liberarsi da tali malattie gli insegnamenti di Adamo saranno ricordati come crimini contro l’umanita`.
Abbiamo fatto molta strada da allora, ci sono da tempo macchine automatiche che eseguono le varie operazioni produttive mentre l’operaio le guarda annoiato tutto il giorno pronto a risolvere eventuali problemi. Ormai tali macchine sono robotizzate e presto saranno capaci di autoripararsi.
Ma cio` che tutti dimenticano e` che, almeno fino ad oggi, tali macchine vengono progettate e costruite da uomini e quindi c’e` la speranza che l’operaio che non sara` piu` necessario a pestare chiodi possa usare il cervello per progettare la macchina che fa il suo lavoro.
E man mano che le macchine divengono piu` complesse, servono piu` progettisti ed ingegneri per farle quindi rimane la speranza che ci continuera` ad essere lavoro per tutti… quelli che vogliono o possono studiare…
Ma ora c’e` chi giura che sta arrivando l’intelligenza artificiale, cioe` le macchine sapranno auto-progettanrsi ed auto-costruirsi e non serviranno nemmeno piu` i tecnici e gli ingegneri.
Ma perche` una macchina dovrebbe sentire il bisogno di costruirne un’altra ? Forse che le macchine provano fatica, paura di morire, pigrizia, bisogno di potere ? Che tali difetti siano parte della natura umana e` ovvio, ma saranno anche parte della natura dei robot ?
O dovremo forse pensare che i robot intelligenti, proprio perche` intelligenti, capiranno da soli che il consumismo non ha senso, che distruggere le risorse terrestri potra` solamente portare alla fine stessa dei robot ?
Se l’intelligenza artificiale sara` veramente tale, arrivera` per forza alla conclusione che la crescita per se stessa non ha senso, le macchine quindi smetteranno di lavorare e ci lasceranno in pace, oppure ci potranno addirittura rieducare verso un futuro piu` equilibrato lasciando parte dell’attivita` agli esseri umani, specialmente laddove l’improvvisazione (si spera) sara` ancora vincente rispetto alla rigidezza di un robot.
Ma, se l’intelligenza artificiale non sara` poi cosi` evoluta e se, specialmente, sara` comunque asservita agli interessi di chi avra` le finanze per produrla industrialmente, allora le cose potrebbero precipitare verso una societa` in cui laddove il lavoro di un umano sara` meno costoso di quello di un robot avremo ancora schiere di mani a pestare il ferro per fare i robot.
Cioe`, ad esempio la scarsita` delle famose terre rare che servono a fare i motori passo-passo che servono a muovere le braccia dei robot rendera` economicamente piu` vantaggioso continuare ad usare mani umane per certi lavori manuali; ecco che gli umani diventeranno schiavi dei robot che saranno i servi di altri (pochi) umani.
Potremmo quindi immaginare che in una societa` di un futuro non tanto lontano ci saranno i soliti ricchissimi, serviti da una classe media di robot costruiti da una classe proletaria di schiavi umani.
Se e` vero che, anche grazie ad internet, arriveremo per forza all’intelligenza artificiale ed alla robotizzazione della societa`, come evitare che ogni capacita` di lavoro umano venga distrutta ?