Capita a tutti noi, frequentemente, di trovarci a dover negare qualche volta un aiuto a chi sta peggio di noi e con la mano tesa ci chiede un sostegno.
Ai semafori, davanti ai supermercati, nelle strade affollate del centro, davanti alle chiese…
E capita a tutti noi di dover rispondere che abbiamo già dato qualcosa ai due o tre che hanno preceduto l’ultimo che ci sta chiedendo aiuto.
Qualcuno di noi in realtà risponde con un diniego da subito…
Perché ? Perché da subito o anche dopo, ad un certo punto, riteniamo di dover dire di no ?
Lo stesso vale più in grande per gli aiuti alle popolazioni maggiormente bisognose.
La ragione è probabilmente che temiamo di restare senza noi stessi, di dover prima o dopo aver bisogno di quell’aiuto che abbiamo donato ad altri. E che non ci fidiamo, per il futuro, dell’aiuto di altri eventualmente proiettando su di loro quanto pensiamo noi stessi.
Siamo abituati a credere in quello che vediamo accadere più frequentemente, siamo educati a credere a quello che sentiamo coi sensi fisici e vediamo con gli occhi fisici.
A credere che abbiamo necessità di accumulare perché un giorno potremmo averne bisogno. E ne siamo fermamente convinti in quanto è quello che siamo abituati a veder accadere. E che siamo abituati a criticare come mancanza di previdenza in chi poi si ritrova in difficoltà senza una riserva.
Ma che certezza abbiamo che il rapporto causa-effetto sia effettivamente quello che noi attribuiamo ?
In realtà potrebbe anche essere che accade quello che crediamo possa accadere. Accade quello che ci aspettiamo che accada.
Fermiamoci un istante, riflettiamo.
La materia tutta è energia. Infatti le particelle più piccole si comportano sia come particelle che come onde ( cfr esperimento dualismo onda-particella ). Inoltre secondo il principio di indeterminazione di Heisemberg per poter misurare con precisione la velocità e la posizione ( quindi l’energia ) di un corpo in movimento sarebbe necessario che non modificassimo con la nostra osservazione il fenomeno che vogliamo studiare. Ma invece, per il semplice fatto che lo osserviamo, lo modifichiamo.
La fisica quantistica è una fisica probabilistica, e non deterministica come era la fisica classica. E poiché la realtà è ormai spiegabile in termini quantistici ne consegue che la realtà viene modificata non soltanto dalle nostre azioni come finora abbiamo potuto sperimentare, ma anche e soprattutto dalle nostre credenze e dai nostri pensieri emozionali. Poiché anche il pensiero è una forma di energia, esattamente come la materia, solo con minore densità.
E’ inevitabile quindi che se crediamo che dare aiuto e amore agli altri ci possa lasciare senza sostanze per noi stessi, questo possa realmente accaderci.
Ma se finalmente riuscissimo a vivere credendo con fiducia nella abbondanza e nella benevolenza dentro e intorno a noi, è molto molto probabile che questa abbondanza e questa benevolenza sarebbe la nostra realtà, la nostra creazione e si materializzerebbe nella nostra vita.
Non ci facciamo ingannare oltre da quanto abbiamo pensato e creduto finora!
L’era delle limitazioni all’uomo sta finendo, anzi è finita già, ora, per tutti coloro che da ora smettono di crederlo.
Che significa quello che si legge nel Vangelo di Luca al 17, 5-7 ?
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Amici, non preoccupiamoci troppo di quanto ci occorre materialmente.
Lasciamo che quanto ci occorre arrivi a noi in libertà. Non poniamo aspettative specifiche o schemi predefiniti di come dovrebbe arrivarci. O lo limiteremo noi stessi.
Ricordiamoci che L’Energia dell’Universo fa sì che esistiamo, e siamo talmente tanto supportati e amati incondizionatamente, da permetterci perfino di credere il contrario.
A tal punto siamo amati.
E a tal punto siamo aspettati dalla Creazione.
Da permetterci di credere che siamo separati, che siamo nullità mortali, e nonostante ciò, regalarci la vita e l’esistenza.
E intanto attendere che comprendiamo la nostra vera identità e le nostre reali potenzialità.
Amici, costruiamo il nuovo mondo da ora, credendo nella bontà degli uomini e nella benevolenza e amore reciproci; azzeriamo in noi inimicizie e rancori, pensiamo e crediamo ad una società pacifica e solidale, in cui la pace sarà il rispetto per la natura e la condivisione di ogni ricchezza.
Quanto cambiamo in noi, le nostre nuove credenze cariche di amore si propagheranno attorno a noi.
L’Amore incondizionato è la chiave che ci spalancherà ogni potere.
Il grande poeta persiano Hafiz ha scritto: Nemmeno dopo tutto questo tempo il sole dice alla terra: “Sei mia debitrice”. Guarda cosa accade con un amore del genere: esso illumina il cielo intero.
condivido l’analisi e credo anch’io fermamente nella provvidenza Divina che opera attraverso di noi, con la nostra fede, intelligenza , sensibilità e …..necessità, potremo dare un contributo fondamentale al rinnovamento della faccia ….dell’universo! Complimenti
Ciao Amalia, sono felice della tua condivisione.
C’è molto da fare ancora… Che il nostro fare sia un movimento e una quiete. Che le nostre aspettative sappiano umilmente concentrarsi nel presente e essere paghe della buona volontà in ogni pensiero e azione.
Che la nostra gioia sia la contemplazione della bellezza dentro e intorno a noi. Che la nostra fiducia possa traboccare e contagiare ogni essere fino a divenire amore.