Antropologia dell’aria condizionata

...ma non durerà!

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Si avvicina l’estate.
Si sentono i primi caldi.
Il mese di luglio dell’anno scorso (2015) è stato il più caldo a livello globale dal 1880, anno in cui iniziarono le misurazioni delle temperature.
Come ogni anno negli uffici e nei vari posti di lavoro, sugli autobus e sui treni, ecc. si porrà il problema dell’uso e/o dell’abuso dell’aria condizionata. Passando sotto i portici di Bologna si sentiranno le ventate di aria fresca che escono dai negozi che tengono le porte spalancate. Ultimamente ho notato che negli autobus, col condizionatore “a palla”, qualche donna usa portare con se una sciarpetta con cui coprirsi le spalle nel caso che il condizionatore “le spari” l’aria fredda proprio addosso.
Qualche anno fa ho scritto un articolo, pubblicato poi sul blog di Aspoitalia, dal titolo “Considerazioni antropologiche sull’uso e sull’abuso dell’aria condizionata”
Dato che ritengo che i problemi a cui faceva riferimento quell’articolo siano più validi che mai ho pensato di riproporre quell’articolo sul blog di decrescita felice social network (con qualche piccola variazione e approfondimento). Le foto sono state aggiunte in questa occasione.

Inizio la trattazione di questo tema con la comicità demenziale di Villaggio-Fantozzi

fantozzi[2] Foto 1 Fantozzi accarezza la poltrona di pelle umana nell’ufficio del Mega Direttore Galattico

Ricordo vagamente, in un suo film, la descrizione che Villaggio-Fantozzi faceva dell’ufficio del Mega Direttore Galattico:
– scrivania in mogano con piano di cristallo;
– serra di piante di ficus;
– due segretarie in topless;
– poltrona in pelle umana;
– un acquario dove nuotano come pesci gli impiegati più meritevoli;
– ecc.
Allora, siamo negli anni settanta del secolo scorso, non c’erano o, quanto meno, non erano ben evidenti i cambiamenti climatici o, qualunque fosse la spiegazione, non c’era la diffusione dei condizionatori di aria.
Adesso, vedendo la temperatura esistente in certi uffici di dirigenti, Fantozzi avrebbe aggiunto a quell’elenco con cui descriveva l’ufficio del Mega Direttore Galattico:
– temperatura dell’ufficio con valori prossimi allo zero assoluto!!

Ma lasciamo da parte la comicità demenziale di Villaggio-Fantozzi per fare un discorso leggermente più serio sull’uso e sull’abuso dell’aria condizionata.
Fino a qualche decennio fa i condizionatori si vedevano solamente nei film americani. Adesso sono diffusi in molte parti del mondo e anche in Italia.
Da una ricerca che ho fatto sul WEB ho visto i danni che l’uso e l’abuso dell’aria condizionata arrecano alla salute.
Raffreddori e bronchiti, mal di schiena e torcicolli sono i principali danni conseguenti a un uso non corretto dell’aria condizionata. E’ necessario che la differenza fra la temperatura esterna e quella interna non sia eccessiva. E’ bene che la temperatura interna sia di 6-7 gradi inferiore a quella esterna! E’ bene inoltre che non ci si esponga direttamente all’aria fredda e che molto dannosi sono gli sbalzi di temperatura.
Un altro problema è rappresentato dalla mancata o non corretta manutenzione delle apparecchiature di condizionamento: è necessario infatti che i condotti e i filtri siano correttamente e periodicamente puliti e/o sostituiti.
Una non corretta e non regolare manutenzione degli impianti di condizionamento può comportare crisi respiratorie nei soggetti allergici alla polvere, pollini e acari. Potrebbe anche comportare infezioni di Legionella pneumophila, con serie conseguenze di salute.
Ma, bisogna aggiungere che, anche se la temperatura raggiunta con l’aria condizionata fosse corretta, c’è sempre il problema degli sbalzi di temperatura a cui si va incontro quando si passa dalla temperatura esistente nella strada a quella esistente all’interno di un bar o una banca o in un qualsiasi negozio.

motori_esterni_condizionatori[1] Foto 2 Palazzi con condizionatori d’aria. Ormai sono sempre più diffusi anche in Italia

Dato che l’uso dell’aria condizionata comporta consumo di energia elettrica, ottenuta in buona parte bruciando carbone, olio combustibile e gas (con tutto ciò che comporta in termini di loro esaurimento e in termini di inquinamento e di cambiamenti climatici) ho approfondito l’argomento facendo una piccola indagine sul mio luogo di lavoro.
Ho parlato con una collega che l’altro giorno ho sentito lamentarsi per la temperatura dell’ufficio di un dirigente dove alle volte va per motivi di lavoro. Mi ha detto che la settimana scorsa è stata a casa per i malanni che le ha provocato l’aria condizionata (problemi alla gola e alle articolazioni delle mani e delle ginocchia). Mi dice che è stata in malattia per tre giorni ma che ha deciso di rientrare al lavoro solamente perché aveva parecchie scadenze di ufficio da rispettare.
Sono andato nell’ufficio del dirigente per fare mettere la firma su alcune pratiche e, mentre uscivo, ho dato una occhiata sul pannellino dove è riportata la temperatura: 20° centigradi!! Come si vede la differenza fra la temperatura esterna e quella interna è il doppio di quella consigliata (all’esterno era di 33-34 gradi centigradi).
Parlo con due colleghe a proposito dell’aria condizionata.
Dico che forse è meglio che l’aria condizionata sia spenta nel momento in cui si entra in ufficio e che sia accesa appunto quando si entra così il corpo accaldato proveniente dall’esterno non sia traumatizzato dall’impatto con l’aria fresca ma che si adegui gradualmente al cambiamento di temperatura. Dico che ho fatto una ricerca sul WEB che mette in evidenza….“No, io preferisco che sia già fresca!” dice una collega in modo perentorio e allontanandosi di fretta” (per mettere più in risalto il disaccordo con ciò che stavo dicendo). “Io voglio essere ignorante, non voglio sapere niente” dice l’altra collega allontanandosi pure lei. Con quest’ultima collega qualche tempo prima avevo accennato ai problemi dei cambiamenti climatici conseguenti all’uso dei combustibili fossili: mi ha detto con modi spicci “Non voglio sapere niente!”.
Alcuni anni fa lavoravo in un altro ufficio e stavo da solo. Nonostante ci fosse l’aria condizionata non l’ho mai usata. Aprivo la porta e la finestra e facevo fare un po’ di corrente ed inoltre usavo un ventilatore. Adesso invece non posso risolvere così il problema perché c’è una collega nell’ufficio e inoltre gli altri uffici stanno con le porte e finestre chiuse per cui anche quando in ufficio sono da solo non posso far fare corrente e usare il ventilatore.
Qualche giorno fa un collega, mentre entra nel suo ufficio, tutto trafelato e accaldato, dice “… e adesso il condizionatore a palla!!”
Nel mio ufficio entra una collega per chiedere una cosa. C’è uno scambio di idee fra lei e la mia attuale collega di ufficio. “Ma sta funzionando l’aria condizionata?” chiede l’una all’altra. “Si, ma forse bisogna aspettare un po’”. E l’altra, per sottolineare la gravità della situazione dice”…perché sto sudando!!”
L’altro giorno un’altra collega accenna alla tragedia che la ha colpita alcuni giorni prima indicandola con l’espressione “L’altro giorno ho sudato!!”
A proposito di sudore qualche giorno fa un collega mi ha detto che per alcune persone sembra che sudare sia il peggior male del mondo. Questo collega non usa l’aria condizionata ma apre la finestra e la porta facendo fare un po’ di corrente.
Che spiegazione dare dell’abuso dell’aria condizionata?
Ho pensato che potrebbe essere legato alla tendenza al consumismo che ormai è la norma da molti decenni a questa parte. Bisogna a tutti i costi consumare! E’ la nostra ragione di vita!
Potrebbe anche essere collegato alla considerazione dell’aria condizionata come bene esclusivo, che serve a differenziarsi da chi non se la può permettere.
Ma potrebbe anche essere che il clima non sia più quello di una volta (effettivamente da più fonti ho tratto la considerazione che c’è stata una accelerazione all’aumento delle temperature da circa 15 anni a questa parte).
…oppure potrebbe derivare da tutte queste motivazioni insieme!

Foto 1 Banane maturate l'estate 2007
Foto 3 Bologna, estate 2007: casco di banane con frutti in via di maturazione
Per quanto riguarda l’aumento delle temperature e la città di Bologna in cui vivo devo dire che nell’anno 2007, nel cortile dell’Istituto previdenziale in cui lavoro e per la prima volta a Bologna, ho notato che i caschi di banane hanno iniziato la fase di maturazione, colorandosi di un bel giallo tipico di questi frutti. In precedenza le banane diventavano di un colore verde intenso per poi annerirsi. Probabilmente sarà stato l’enorme caldo dei 2-3 anni precedenti che ha innescato il processo di maturazione. In seguito, monitorando il territorio di Bologna, ho notato che le banane sono sempre andate incontro alla maturazione; questo deve esserci di monito: una volta innescati certi processi continuano per forza di inerzia per molto tempo, anche se vengono meno o si riducono le cause che li hanno innescati (è il caso dei cambiamenti climatici e la concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera: anche se l’incremento o la concentrazione di questo si riducesse probabilmente i cambiamenti climatici continueranno)

Riprendendo il discorso precedente sulle relazioni con le colleghe (e colleghi) a proposito dell’uso dell’aria condizionata bisogna dire che quando l’offerta di combustibili fossili non starà più al passo della domanda, quando i cambiamenti climatici comporteranno sempre più disastri ambientali, ecc. allora tutti i nodi verranno al pettine e ci sarà un brusco risveglio che probabilmente metterà tutti d’accordo.
Riprendendo, in modo molto semplificato, un concetto di Karl Marx, si dovrebbe dire che a una struttura diversa (scarsità di risorse e di beni) dovrebbe corrispondere dialetticamente una sovrastruttura diversa (idee e comportamenti diversi dagli attuali).
In questa sovrastruttura diversa potrebbero fare parte nuovi modelli estetici e relazionali (che ovviamente interverrebbero dialetticamente sulla struttura, modificandola), come per esempio quelli esistenti fra gli Hadza.
Qualche anno fa ho letto un reportage sugli Hadza, scritto da Michael Finkel e pubblicato nel numero di dicembre 2009 del National Geographic Italia.

Gli Hadza sono una popolazione boscimane e vivono in un territorio della Tanzania. Conducono una vita di cacciatori-raccoglitori, che è la vita che tutte le popolazioni umane praticavano fino al neolitico, circa 10-12 mila anni fa.
Il giornalista, che ha trascorso un periodo in mezzo a questa popolazione condividendone le varie esperienze, come le battute di caccia, ha osservato in tutti i dettagli i loro modi di vita, da come preparano il cibo alla loro vita sociale la sera attorno al fuoco, con i racconti, i cori e le danze.
Ha notato la loro libertà dai tanti obblighi sociali che hanno invece le popolazioni moderne, la libertà di ruttare ed emettere flatulenze senza scusarsi, di avventarsi sul cibo spintonandosi, ecc., ecc..
Il giornalista dice che un giorno viene invitato a fare il bagno. Si va in uno stagno (che è una grande pozzanghera con letame di vacca che galleggia in superficie) e, dopo essersi tolti i vestiti, si strofinano un po’ di fango addosso a mo’ di esfoliante. Gli uomini Hadza gli dicono che le loro donne diventano più attraenti se passa più tempo fra un bagno e l’altro. Una donna gli dice che il marito vuole che aspetti mesi prima di fare il bagno perché lui la preferisce così.
Il modo di vita degli Hadza ha affascinato il giornalista, lo ha reso più felice, più calmo, meno pressato dalla fretta, anche se vedendo i rischi connessi al loro modo di vita, con le donne che sono costrette a partorire stando accovacciate nella savana, l’elevata mortalità infantile, la lotta continua contro il caldo e la sete, le mosche tze-tze e le zanzare portatrici di malaria, ecc., dice il giornalista, concludendo il reportage, non potrebbe mai vivere come loro.

Dopo il riferimento ai tempi neri che ci aspettano e al reportage pubblicato su National Geographic Italia si potrebbe quanto meno arrivare alla conclusione che eliminare gli abusi dell’aria condizionata (che tra l’altro provocano anche dei danni alla salute) sarà in futuro il minimo che dovremmo fare. Sicuramente non avverrà che un uomo rifiuti una donna solamente perché questa ha sudato (e viceversa) !!

L’immagine in evidenza è presa da www.it.123.rf.com
Foto 1 da www.laboratoriopoliticabologna.wordpress.com
Foto 2 da www.condizionatoriportatili.eu
Foto 3 fatta da me

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Sono nato in Lucania nel lontano 1951 e abito a Bologna da circa trent’anni. Ho sempre avuto interesse, da più punti di vista, verso i “destini” (sempre più dialetticamente interconnessi) dell’umanità: da quello dei valori culturali che riempiano l’esistenza a quello delle condizioni materiali di vita (dall’esaurimento delle risorse naturali ai cambiamenti climatici, ecc.). Ho visto nel valore della “decrescita” un punto di partenza per dare un contributo alla soluzione dei gravi problemi che l’umanità ha di fronte.

1 commento

  1. L’uso dei condizionatori nelle case, negli uffici, in auto, non andrebbe moderato, andrebbe semplicemente soppresso ! Si può ammettere un’eccezione per i soli ospedali, con moderazione, per agevolare le degenze eliminando nei momenti torridi dell’estate il fastidio di un caldo soffocante.
    Per il resto se davvero vogliamo contrastare il surriscaldamento del pianeta i condizionatori andrebbero semplicemente aboliti. E’ inequivocabilmente noto che per produrre freddo all’interno di un ambiente devono scaricare caldo all’esterno… E’ un problema antropologico ? Può darsi, ma equivale a dire che siamo antropologicamente portati a fare il nostro male e quello del pianeta che ci ospita. Siamo evidentemente ciechi rispetto ai danni collaterali e quando anche ne abbiamo sentore preferiamo l’atteggiamento dello struzzo.
    Fino a 50 anni fa si viveva senza climatizzatori e non mi pare che l’umanità soffrisse pene particolari…

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