In un grazioso paesino circondato da verdi colline un delizioso laghetto ,e poco più sopra la casa della mia gioventù
Erano tempi in cui ancora,specialmente nelle serate di giugno , il lago era allietato da un concerto di rane, mentre nel prato sottostante si vedevano miriadi di piccole luci: erano le lucciole, che insieme alle stelle rischiaravano la notte .
Alcune persone nn sopportavano quel gracidare: non faceva dormire. Avrebbero voluto zittire.
A farlo ci hanno pensato, negli anni, l’inquinamento e forse anche la mano umana, ora nessuna rana disturba più il sonno degli abitanti.
La mattina era bello svegliarsi aprire la finestra e vedere lil lago illuminato dal sole.
Nelle giornate piovose, guardando la superficie del lago si vedevano curiosi disegni formarsi ad ogni goccia di pioggia che toccava l’acqua del lago.
Nelle belle giornate, prendevo un libro, o carta e penna e me ne andavo sola sul lago. Passavo ore, a guardare il paese specchiarsi nelle sue acque. Ad osservare le papere che tranquille attraversavano il lago, dirigendosi verso un grazioso isolotto che si trova al centro
Mi piaceva osservare le papere, quando ficcando la testa sotto l’acqua per cercare il cibo, rimanevano col sedere fuori , quasi a sembrare dovessero rigirarsi da un momento all’altro.
Allora, il lago era ancora selvaggio. Per arrivarci, solo un sentiero scosceso, e pieno di sassi, dove si doveva stare attenti a mettere i piedi, se non si voleva andare a far quattro chiacchere nel lago con le papere.
Non vi erano punti di ristoro, ne giochi per i bambini. Esistevano sono un paio di panchine, mal ridotte.
Dopo alcuni anni il lago venne svuotato per effettuarne la bonifica.
Passarono diversi anni prima che l’invaso fosse riempito di nuovo : molte cose cambiarono.
Al vecchio sentiero che dalla strada portava al lago , era stato sostituito un elegante accesso in pietra . Ora si poteva arrivare al lago scendendo comode e ampie scale, o percorrendo un ampio marciapiede in pietra. Ai lati eleganti lampioni, e eleganti panchine. Mi chiesi dove fosse finito il vecchio sentiero lungo il quale scendevo , dove fossero finite le mie panchine malmesse
Era invece al solito posto il delizioso pontile in legno, e le papere, che come allora si tuffavano col capo sott’acqua per cercare i pesci, poi con leggerezza silenziosa, riprendevano a navigare sull’acqua del lago increspandola dolcemente
Più in là il canneto dello stagno, dove un tempo gracidavano le rane, mentre fra gli alberi si intravedeva una delle vecchie panchine malmesse
Al tramonto sul lago si rispecchiavano ancora le colline , mentre il sole donava all’acqua suggestivi riflessi.
Attraverso le fronde di un salice come in un dipinto , si intravedeva lo specchio d’acqua dove nuotavano tranquille due papere bianche.
Piano, quasi, a non voler mai tornare al punto dove avrei dovuto risalire, continuai il mio cammino. Mi fermai ancora a rivedere il lago e tutto ciò che in esso si rifletteva. Mi dava, una strana sensazione, la calma della natura verso sera, con i suoi piccoli deliziosi abitanti
A un certo punto, vidi ciò che i miei occhi prima nn avevano veduto. Vi era rimasto un piccolo sentiero sterrato che conduceva fino alla strada .Mi sentii felice , e facendomi entrare la terra nelle scarpe risalii fino alla strada.