Quarta puntata dell’articolo ‘Punti di leva: dove intervenire in un sistema’ di Donella Meadows: in parentesi in corsivo i miei commenti personali (archivio puntate precedenti: #1, #2, #3)
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7. IL GUADAGNO SULLA GESTIONE DEI CICLI DI FEEDBACK POSITIVI
Un ciclo di feedback negativi è autocorrettivo; un ciclo di feedback positivi è autorinforzante. Più funziona più acquista potere per funzionare di più. Più gente prende l’influenza più può contagiare altri. Più bambini nascono più persone crescono e possono avere bambini. Più soldi hai in banca, più interessi guadagni, più soldi hai in banca. Più il terreno si consuma meno piante può reggere, meno sono le radici e le foglie per attutire e far scorrere la pioggia, più il terreno si erode. Più sono i neutroni ad alta energia nella massa critica, più colpiscono i nuclei e ne generano altri.
(come si sarà capito, molti feedback ‘positivi’ producono in realtà conseguenze alquanto negative)
I circuiti di feedback positivi sono fonti di crescita, esplosione, erosione e collasso nei sistemi. Alla fine, un sistema con un circuito positivo senza controllo si autodistruggerà. Questa è la ragione per cui ce ne sono così pochi. Generalmente un circuito negativo si presenterà presto o tardi. L’epidemia terminerà le persone da contagiare o la gente farà passi avanti per evitare di essere contagiata. Il tasso di morte crescerà fino ad eguagliare quello di nascita oppure la gente vedrà la conseguenza di una crescita incontrollata della popolazione e avrà meno bambini. Il terreno consumerà il substrato roccioso oppure la gente fermerà lo sfruttamento eccessivo, farà controlli dei danni, pianterà alberi e fermerà l’erosione.
In tutti questi esempi, il primo risultato è ciò che accadrà se il circuito fa il suo corso, il secondo è ciò che accadrà se c’è un intervento sul suo potere di auto-crescita. Ridurre il guadagno attorno un circuito positivo – rallentando la crescita – è generalmente un punto di leva più potente nei sistemi che rinforzare i circuiti negativi ed preferibile che lasciare girare i cicli positivi.
I tassi di crescita della popolazione e dell’economia sono punti di leva perché rallentarli da a molti circuiti negativi – tecnologia e mercati e altre forme di adattamento, tutte dotate di limiti e ritardi – il tempo per funzionare. È lo stesso che rallentare la macchina quando si guida troppo veloce piuttosto che chiedere freni più ricettivi o progressi tecnologici nella guida.
(Minor crescita economica significherebbe una richiesta inferiore di materia ed energia, che permetterebbe di valorizzare quei miglioramenti tecnologici che invece incappano immancabilmente nel cosiddetto ‘paradosso di Jevons’)
Un altro esempio: nella società molti circuiti di feedback positivi ricompensano i vincitori di una competizione con le risorse per vincere ancora di più la volta successiva. Quelli dei sistemi li chiamano cicli di “successo per il successo”. I ricchi riscuotono gli interessi; i poveri lo pagano. I ricchi pagano dei consulenti e si appoggia ai politici per ridurre le loro tasse; i poveri non lo possono fare. I ricchi danno ai loro bambini eredità e buona educazione; i bambini poveri perdono le occasioni. I programmi anti povertà sono cicli negativi deboli che provano a contrastare questi positivi. Sarebbe molto più efficace indebolire i cicli positivi. Questo è ciò che fa la tassa progressiva sul reddito, le tasse di successione e i programmi di educazione universale pubblica di alta qualità, o perlomeno provano a fare. (Se i ricchi possono comprare il governo ed indebolire piuttosto che rinforzare quelle misure, il governo invece che bilanciare i cicli di “successo al successo”, diventa soltanto un altro strumento per rinforzarli!)
(Guarda caso, nel dibattito politico parlare di tasse è tabù, specialmente se si tirano in ballo la patrimoniale o altre misure analoghe che attaccano frontalmente la ricchezza)
Il comportamento più interessante che può essere generato da cicli positivi che cambiano rapidamente è il caos. Questo comportamento selvaggio, imprevedibile, irriproducibile e tuttavia necessario, si presenta quando un sistema inizia a cambiare molto più velocemente di quanto i suoi cicli negativi possano reagire. Per esempio se si fa aumentare il tasso di crescita del capitale nel modello mondiale, alla fine si arriva ad un punto in cui un piccolissimo incremento in più sposterà l’economia da una crescita esponenziale all’oscillazione. Un altro colpetto verso l’alto da all’oscillazione un doppio colpo. E basta una piccola perturbazione per mandarlo nel nel caos.
Comunque non mi aspetto che l’economia mondiale diventi caotica presto (non per questa ragione comunque). Questo comportamento si verifica solo in un dominio di parametri non realistici, equivalenti al raddoppio della portata dell’economia in un anno. Comunque i sistemi del mondo reale possono diventare caotici se qualcosa, in loro, può crescere o decrescere molto velocemente. I batteri che si replicano velocemente o la popolazione di insetti, le epidemie molto infettive, le bolle speculative nel sistema monetario, i flussi di neutroni all’interno delle centrali nucleari; questi sistemi possono diventare caotici. Il controllo deve implicare un rallentamento dei feedback positivi.
Nei sistemi più comuni, cercate i punti di leva attorno ai tassi di nascita, i tassi di interesse, i cicli di “successo per il successo”, ovunque si ha di più, si ha maggiore possibilità di avere di più.
6. LA STRUTTURA DEI FLUSSI DI INFORMAZIONE
C’è una storia che racconta di un numero di case tutte identiche, salvo che, per qualche ragione, il contatore di elettricità in alcune era stato installato nel seminterrato, mentre nelle altre era stato installato nell’atrio, dove i residenti potevano vedere costantemente che andava più veloce o più lento a seconda che usassero più o meno elettricità. Con nessun altro cambiamento, con prezzi identici, il consumo di elettricità è stato del 30% in meno nelle case dove il contatore era installato in una posizione visibile.
A noi sistemisti piace questa storia perché è un esempio di un alto punto di leva nella struttura di informazione del sistema. Non è un aggiustamento parametrico, non un rinforzo né un indebolimento di un ciclo esistente. È un nuovo ciclo, dare informazioni in un posto dove non prima non erano date e quindi causare un differente comportamento nelle persone.
Un esempio più recente il Toxic Realese Inventory, l’obbligo del governo degli Stati Uniti, istituito nel 1986, che obbliga ogni fabbrica che rilascia pericolosi fumi inquinanti a riferire queste emissioni pubblicamente ogni anno. Immediatamente ogni comunità poteva scoprire precisamente cosa veniva fuori dalle ciminiere in città. Non c’era nessuna legge contro queste emissioni, nessuna ammenda, nessuna determinazione di livelli di sicurezza, solo informazione. Ma dal 1990 le emissioni si sono abbassate del 40%. Hanno continuato ad andare giù non tanto per l’indignazione dei cittadini ma per la vergogna delle aziende. Una compagnia chimica che si collocava nella Top Ten della lista degli inquinanti ridusse le sue emissioni del 90%, solo per uscire dalla lista.
La perdita dei feedback è una delle più comuni cause del malfunzionamento del sistema. Aggiungere o ripristinare l’informazione può essere un intervento potente, di solito più facile ed economico che ricostruire infrastrutture fisiche. La tragedia dei beni comuni che sta abbattendosi sul mondo delle industrie commerciali del pesce capita perché non c’è un feedback dallo stato della popolazione del pesce alla decisione di investire in navi da pesca. (Contrariamente all’opinione degli economisti, il prezzo del pesce non fornisce questo feedback. Quando il pesce diventa più scarso e dunque più costoso, diventa ancora più redditizio andare e prenderlo. Questo è un feedback perverso, un ciclo positivo che porta al collasso.)
È importante che i feedback mancanti siano ripristinati al posto giusto ed in forma convincente. Per prendere in considerazione un’altra tragedia dei beni comuni, non è sufficiente informare tutti gli utenti di una falda acquifera che il livello dell’acqua freatica sta calando. Potrebbe iniziare una corsa all’accaparramento. Sarebbe più efficace stabilire un prezzo dell’acqua che cresce vertiginosamente quando la velocità di pompaggio inizia a superare la velocità di ricarica.
Un feedback convincente. Supponete che i contribuenti possano specificare nella loro dichiarazione dei redditi in quali servizi governativi il pagamento delle loro tasse deve essere speso. (Democrazia radicale!) Supponete che una qualunque città o ditta che mette una tubatura per raccogliere acqua da un fiume debba metterla immediatamente a valle dalla tubatura da dove scarica acqua. Supponete che un qualunque funzionario pubblico o ufficiale che prenda la decisione di investire in una centrale nucleare conservi nel suo prato gli scarti della sua centrale. Supponete (questa è una vecchia storia) che i politici che dichiarano guerra siano chiamati a combatterla in prima linea.
(Tra il serio e il faceto, molte delle proposte di Donella possono tradursi in un proposta politica concreta e radicale)
Noi umani abbiamo una tendenza sistematica ad evitare la responsabilità delle nostre decisioni. Questa è la ragione per cui così tanti circuiti di feedback vanno perduti – e perché questo tipo di punto di leva è spesso popolare tra le masse, malvisto da chi sale al potere e efficace, se si riesce a farlo realizzare dai potenti (o evitarli e farlo accadere comunque).
5. LE REGOLE DEL SISTEMA
Le regole del sistema definiscono il suo ambito, i suoi confini, i suoi gradi di libertà. Non puoi uccidere. Tutti hanno libertà di parola. I contratti devono essere rispettati. Il presidente sta in carica per un periodo di 4 anni e non può esserlo più di due volte. Nove persone in un team, devi toccare ogni base, tre strike e sei fuori. Se vieni preso mentre rapini una banca vai in galera.
Mikhail Gorbachev salì al potere in URSS, aprì i flussi di informazione (glasnost), cambiò le regole economiche (perestroika) e guardate cosa è successo.
Le costituzioni sono regole sociali forti. Le leggi fisiche come la seconda legge della termodinamica sono regole assolute, che le comprendiamo o no, che ci piacciano o no. Le leggi, le punizioni, gli incentivi e gli accordi sociali informali sono regole progressivamente più deboli.
Per dimostrare il potere delle regole, mi piace chiedere ai miei studenti di immaginarne di diverse per il college. Supponete che gli studenti valutino gli insegnanti o gli uni gli altri. Supponete non ci siano diplomi: andate al college quando volete imparare qualcosa e andate via quando avete imparato. Supponete che le cattedre vengano assegnate ai professori per la loro capacità di risolvere problemi del mondo reale, piuttosto che per la pubblicazione di articoli accademici. Appena proviamo ad immaginare regole ristrutturate come queste e come sarebbe il nostro comportamento sotto di loro, comprendiamo il potere delle regole. Sono grandi punti di leva. Il potere sulle regole è il potere reale. Questa è la ragione per cui i lobbisti si radunano quando il Congresso scrive le leggi e perché la Corte Suprema, che interpreta e delinea la Costituzione – le regole per scrivere le regole – ha persino più potere del Congresso. Se si vuole comprendere il più profondo malfunzionamento dei sistemi, si ponga attenzione alle regole, e su chi ha potere su di esse.
(Nella prima puntata, Donella ci aveva ammonito sui limiti di una speranza di cambiamento basata esclusivamente sull’uso dello strumento elettorale, in quanto insufficiente per incidere sul sistema politico. Per ‘cambiare le regole’ occorre infatti un processo di trasformazione più vasto, capace non solo di rinnovare le persone presenti nelle istituzioni governative ma di influire pesantemente sui poteri forti esistenti a livello sociale ed economico, in maniera simile alla visione dell’egemonia culturale propugnata da Antonio Gramsci. In quest’ottica, crocettare una scheda elettorale e inserirla nell’urna rimane uno strumento valido, ma non dei più efficaci)
Questa è la ragione per cui la mia intuizione sul sistema ha acceso il campanello di allarme mentre mi veniva spiegato il nuovo sistema di commercio mondiale. È un sistema con regole stabilite dalle società per azioni, gestito dalle società per azioni, a beneficio delle società per azioni. Le sue regole escludono quasi qualunque feedback da altri settori della società. La maggior parte dei suoi incontri è chiusa persino alla stampa (nessun flusso di informazioni, nessun feedback). Forza le nazioni a cicli positivi “correndo verso il fondo”, tutti in competizione per indebolire le tutele sociali e dell’ambiente per attirare investimenti e commercio. È una ricetta per provocare cicli di “successo per il successo” fino a quando genereranno enormi accumuli di potere ed enormi sistemi centralizzati che si autodistruggeranno proprio come l’Unione Sovietica ha distrutto se stessa e per motivi sistemici analoghi.
(Immagino che in tanti, leggendo l’ultima frase nel 1999, si siano semplicemente fatti beffe questa ‘profezia’… oggi probabilmente molti di loro stanno ridendo meno!)
(continua)