La mia famiglia è il cosmo

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I rapporti sentimentali nella nuova era

Una nuova cultura è alle porte, un nuovo modo di pensare e di vedere il mondo si sta sviluppando come una naturale evoluzione dell’essere umano. Un cambiamento epocale è alle porte, ma per il momento solo pochi, pochissimi in confronto all’intera popolazione mondiale, lo stanno avvertendo. Le crisi che si aggravano, tra cui quella economica che non è probabilmente neanche la più grave, sono palesi segnali di questo passaggio storico invitabile, un’occasione unica per l’umanità di realizzare a pieno la sua missione: percepire il suo stato di pura gioia interiore e fonderlo con quello dell’Universo, che di fatto sono la stessa identica cosa.

In questo nuovo modello culturale cambierà la nostra visione delle cose, di qualsiasi cosa, in ogni ambito. Anche riguardo alle relazioni, come già ho avuto modo di scrivere nel mio ultimo libro Ritorno all’Origine, ci saranno degli stravolgimenti fondamentali. In particolare, per le relazioni sentimentali, oggi assistiamo a una crisi senza precedenti, l’aumento impressionante della violenza sulle donne e delle tragedie familiari dovute a gelosie, insofferenze, abbandoni è un chiaro sintomo di un sistema che non funziona più perché superato, inadatto; ed è perciò che subirà una evoluzione, una trasformazione. Alcuni concetti, relativi alle relazioni sentimentali, come il fidanzamento, la coppia, l’amore, il matrimonio, la famiglia, il tradimento, la gelosia, alcuni dei quali hanno radici culturali anche di millenni di storia umana, saranno stravolti completamente da una nuova visione della vita.

Alla base di tale evoluzione c’è senza dubbio un passaggio fondamentale ovvero quello che riguarda la relazione stessa. Oggi viviamo la relazione sostanzialmente scegliendo tra due tipologie distinte e contrarie: le relazioni di dipendenza, in cui dipendiamo morbosamente dall’altro, e le relazioni di indipendenza, in cui siamo totalmente slegati e liberi rispetto all’altro. La prima tipologia conduce ad un forte attaccamento e all’illusione che la nostra felicità, la nostra dignità, risieda nell’accettazione e nel consenso dell’altro, e naturalmente ci attendiamo il viceversa. Disfunzionamenti inevitabili di tale visione conducono alla sofferenza della gelosia, dell’abbandono e del tradimento. La seconda tipologia, l’indipendenza, conduce invece ad alimentare la propria arroganza e superbia, a non rispettare e non vedere affatto le esigenze e i sentimenti altrui, che crea sofferenze che inaridiscono lo spirito umano e allontanano le persone isolandole, dando l’illusione che non ci sia bisogno delle relazioni di valore con altri individui per essere felici.

Nella nuova cultura della via di mezzo, tutte le relazioni, non solamente quelle sentimentali, saranno contemplate come relazioni di interdipendenza dove ovviamente l’individuo non è distaccato dagli altri ma neanche dipendente dagli altri, piuttosto è il singolo individuo che illuminandosi alla sua vera natura e fondendosi con lo stato vitale del cosmo raggiunge una dimensione tale in cui si perde la separazione tra “piccolo io”, l’io individuale limitato e circoscritto, e il “grande io” vasto e illimitato. Questo è il passaggio essenziale che conduce alla trasformazione di tutti quei concetti culturali che oggi diamo per assodati e intoccabili.

Le insofferenze dovute alla gelosia, al tradimento, all’abbandono perdono la loro efficacia, perché la gelosia, il tradimento e l’abbandono non hanno più ragione di esistere, si dissolvono con leggerezza. Così il matrimonio, un contratto per obbligare le persone ad amare una sola persona per tutta la vita, perderà la sua centralità nella costruzione di relazioni sentimentali e delle famiglie. Amare una sola persona, giurare fedeltà assoluta pena la punizione, sono tentativi escogitati dall’uomo per controllare la società e assoggettarla al potere centrale. La creatività e l’immensità dello spirito umano non può avere limiti per quanto riguarda l’amore e i suoi sentimenti, l’empatia, e perché no anche l’espressione fisica di tali sentimenti. L’emancipazione dell’uomo dalla gabbia dei condizionamenti e delle prescrizioni culturali è un tassello indispensabile per l’evoluzione verso una nuova era che abbia capacità di futuro.

Lo stesso vale per la concezione della famiglia, che oggi è vista essenzialmente come un nucleo chiuso in cui i componenti tendono a difendersi e proteggersi l’un l’altro senza prendere in considerazione l’esterno. L’importante è che la famiglia stia bene, quello che succede fuori non è poi così rilevante: questa visione distorta fa parte della cultura attuale, questo è innegabile, di una cultura che sta morendo. Il concetto di famiglia chiusa, così come quello di matrimonio come impegno ad amare una sola persona, sono concetti che hanno a che fare più con l’egoismo, e il piccolo io, che con l’amore, e il grande io.

Essere liberi di esprimersi, di espandere il proprio stato vitale fino ai confini dell’universo, di amare un fiore, un insetto e tutti gli esseri umani, questa è la vera natura dell’uomo e la sua funzione in questo pianeta, e adesso, in questo momento storico, le circostanze esteriori ci stanno caldamente indirizzando verso questa direzione. Una direzione in cui la mia famiglia non sono io, né la mia compagna, né mio figlio: la mia famiglia è il cosmo.

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Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia. Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze). Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese. Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista. Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva. Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle. Ho scritto due libri sulla decrescita liberamente scaricabili da questo sito: "Decrescita Felice e Rivoluzione Umana" e "Ritorno all'Origine"

18 Commenti

  1. Caro Luca,

    dalla Repubblica di Platone sono passati più di 2000 anni, e nessuno dei cambiamenti immaginati in quell’utopia si sono realizzati nella famiglia umana: nonostante la crisi che sta attraversando, l’attuale modello di organizzazione della società (si badi bene, non solo occidentale!) perciò potrebbe avere ancora vari secoli di vita davanti a sé.
    L’amore universale per il cosmo di cui parli, inoltre, non è antitetico rispetto al concetto di monogamia: proprio in quanto universale è slegato dalla fisicità, non costituendosi come opposizione all’unicità dell’amore verso un uno (partner, figlio) che è comunque parte di quello stesso cosmo.

    Grazie per il tuo articolo, riflettere e meditare su queste tematiche è sempre stimolante e costituisce un vero respiro per le nostre menti atrofizzate dalla tecnologia

    Simone

  2. Ho scoperto finora nella mia permanenza sulla terra che gli idealismi estremi sono spesso lontani dalla vita terrena. Ogni tanto facciamo bene di uscire dalle case(dal Pc. Internet, Facebook) e farci una bella passeggiata nel bosco per purificare nostro intelletto, nostre idee, talmente storte.
    E poi è anche importante leggere, leggere libri di antica tradizione- o dei classici della letteratura gli unici che ci parlano della Verità. ( non nuovi libri – libri di new age)

  3. Ciao, mi piacce come sprimi quello che il uomo è…o meglio, quelllo che potrebbe essere…spero tanto che questo cambiameto stia (anche se dura mileni) veramente succedendo.
    Abbraccio.
    Sorry per i miei errori!!!

  4. Gentile sig. Luca buonasera.
    Le sue riflessioni esprimono un certo grado di maturità, nonostante lei sia ancora molto giovane. Il mondo è diventato troppo piccolo e le informazioni arrivano in tempo reale in qualsiasi parte del globo. Dunque qualsiasi fatto è vissuto come se succedesse a pochi chilometri dal punto in cui viviamo dandoci la sensazione che questa nostra società, fondata sul petrolio e sull’egoismo porti tutti in modo inesorabile verso l’estinzione. Comunque il male è sempre esistito, sempre, e con grande intensità. La differenza è che solo adesso ne abbiamo la percezione, empatizzando i fatti, aiutati dai potenti mezzi di informazione. Purtroppo le vie del Signore sono imperscrutabili, ed in base alla libertà concessaci, ha permesso che il nostro Redentore salisse sulla Croce. Tutto questo è un mistero grande come è grande l’universo.
    Adesso vorrei spostare la sua attenzione su un altro argomento (comunque non del tutto estraneo a questa mia introduzione) che tratta la produzione di energia green. Ho visto che lei è ben preparato ed ha esperienza in questo settore (tra l’altro mi è piaciuto molto l’accenno alla bicicletta e questa sua empatia molto rara in mezzo ad un mondo dove al posto del cervello ci sono gli euro ed i dollari ed anche un po’ di segatura, quindi voglio dare a lei queste mie intuizioni e chi lo sa che questo non torni utile a noi tutti ).
    Mi interesserebbe avere una sua opinione su una mia idea che ho brevettato nel 2007 e sulla quale mi è stato concesso il brevetto dal Ministero dello Sviluppo Economico nel Dicembre 2012 (brevetto 0001383773). E’ un progetto dove si dimostra che è possibile produrre energia meccanica usando come apporto energetico acqua o aria a temperatura ambiente, con una potenzialità di circa 10 kw per ogni metro cubo di volume occupato. Per darle un’idea quindi, su un locale lungo 10 metri largo 5 ed alto 2 è possibile produrre 1000 kw elettrici. Detto questo sono sempre d’accordo con lei sulla decrescita felice che riguardi tutti i settori e nel frattempo guardo anche a chi non è cresciuto affatto e si è rotto la schiena per tanti anni portando avanti questo nostro povero paese.
    Adesso nel merito il progetto basa il funzionamento prendendo spunto dalla natura ed in particolare dalle centrali idroelettriche. L’impianto ha come vettore energetico e come punto di partenza aria liquida sotto pressione a circa 250 atm con una T = 120 Kelvin. Il fluido a contatto con scambiatori di calore supera la temperatura critica ed espande con una isobara-isotermica producendo lavoro ed assorbendo energia termica ambiente, fin quando non arriva ad una temperatura di circa 293 K producendo ancora lavoro (assorbendo sempre energia termica ambiente). Fatto questo espande di nuovo con una adiabatica con una T finale = 130 K e P = 5 atm (turbina completamente isolata). Il fluido a questo punto entra nel liquefatore (sistema a basso assorbimento brevettato) e liquefa cedendo il calore di liquefazione ( entalpia residua+ energia di compressione isotermica) ad altro fluido ( che ha un deposito a circa 153 ° C sottozero ). Il calore ceduto viene immagazzinato e poi di nuovo restituito all’aria nel settore di ritorno (settore inizio espansione), mettendo in condizioni di avere un deposito sempre ad un valore di circa -153 °C. L’energia di compressione per liquefare l’aria sommata all’entalpia residua è molto più piccola del lavoro positivo prodotto dall’aria sull’intera espansione, perchè una volta sotto la temperatura critica l’aria tende a liquefare spinta dalle forze elettromagnetiche negative. L’inserimento poi del liquido aria nel circuito di ritorno è agevolato dal fatto che la pompa per liquidi criogenici spinge un liquido ( P = circa 250 atm) e non un gas, assorbendo meno del 2 % dell’energia positiva in avanzo. Ora è possibile fare un confronto con il sistema naturale idroelettrico : al posto dell’acqua che evapora c’è il superamento della temperatura critica in cui l’aria liquida si trasforma in gas, al posto dell’energia potenziale guadagnata dal vapore c’è energia di pressione con assorbimento di energia termica ambiente ed al posto della condensazione del vapore c’è la liquefazione dell’aria con T = 130 Kelvin. La somma energetica va alla pari quando tutta l’aria liquida insieme agli attriti si è trasformata tutta in lavoro.
    Tutto quà.
    Forse è possibile imboccare una nuova strategia nel campo della produzione di energia. Penso proprio sia arrivato il momento. Per qualsiasi altro chiarimento mi faccia sapere e sarò contento di parlare con lei.
    Cordiali saluti
    Tiberio Simonetti
    Tel : 0735 / 70 27 60 ; cell : 328 18 32 905

    • Dunque, dato che nessuno ha risposto… lo faccio io anche se probabilmente non ne valeva la pena.
      Certo che c’e` liberta` di parola, quindi lasciamo correre l’introduzione sconclusionata.
      Invece, lo specifico della faccenda della produzione dell’energia, che poi si trova uguale appesa a siti vari, non sta in piedi.
      Infatti, a prescindere dalle chicche termodinamiche sparse nella descrizione, trattasi solamente di un ciclo termico di trasformazione dell’energia (e non di produzione), che vorrebbe funzionare tra la temperatura ambiente e 150 gradi sottozero. Non occorre scomodare nuove invenzioni per sapere che l’efficienza massima ideale di tale ciclo sarebbe dell’ordine del 55%, come un buon ciclo Rankine a vapore, lo si vede dal rendimento del ciclo di Carnot tra le temperature delle sorgenti termiche specificate…
      Niente di speciale insomma, ma a complicarlo a sufficienza si riesce anche a tirarci fuori un brevetto se proprio si hanno soldi da spendere.
      Invece dal punto di vista della produzione vera e propria di energia, chissa` dove andremmo a trovare una sorgente termica a -150gradi… neanche ai poli o in Siberia ci sono tali temperature, tantomeno sono disponibili accanto a sorgenti termiche a zero gradi (ricordiamo dalle lezioni di fisica delle superiori che ogni ciclo termico richiede almeno due sorgenti con cui scambiare il calore).
      Pertanto risulta assurda la storia dei 10kW per metro cubo da estrarre dall’ambiente; sarebbe meglio evitare di contaminare il sito della Decrescita con inventori del moto perpetuo, di energia gratuita, ed altre magie.

      • A Giulio Manzoni
        Prima di tutto la ringrazio per avermi risposto, e poi io personalmente cerco sempre di trarre quello che c’è di positivo nelle persone con cui dialogo mentre lascio a loro ( se ce ne sono)le cose negative. Il dialogo (Dia Logos) è il luogo di Dio e quando è imperniato sulla buona volontà ed umiltà ogni persona ne può trarre solo vantaggio.
        Per come ha impostato il commento cosa vuole che le dica, ad esempio per la domanda di brevetto ho speso 160 euro ( e le posso solo dire che questo importo mi è stato anche abbastanza pesante), comunque con tutta sincerità, non devo convincere nessuno ne tantomeno imporre il mio modo di concepire le cose agli altri. Se quello che ho detto è stato utile a qualcuno allora va bene così altrimenti rimarrà qualcosa di strampalato in mezzo a tanti altri milioni di commenti che riempiono l’oceano del dialogo.
        Cordiali saluti e buona serata
        Tiberio Simonetti

        • Caro Signor Simonetti,
          il dialogo (Dia Logos, http://it.wikipedia.org/wiki/Dialogo, dal greco dià, “attraverso” e logos, “discorso”) e` il confronto verbale (logos) tra due (dia) opinioni… Dio, invece, mi sembra piuttosto lontano dall’etimologia di questa parola.
          Comunque, dato che su questo sito appaiono dialoghi e discussioni su molti argomenti ed il suo intervento e` pubblico, cioe` rivolto a tutti, mi sono permesso di rispondere alla sua richiesta di opinioni innanzitutto come umile servitor del Vero e poi in modo da chiarire anche agli altri lettori di cosa si stesse effettivamente parlando… qualora se lo fossero chiesto.
          Infatti la serieta` della faccenda “energia verde” richiede a tutti noi di studiare a fondo e con la mente sgombra da pregiudizi o illusioni per capire come le leggi fisiche si applichino ad idee ed invenzioni, in modo da evitare inutili sprechi di tempo, energie e … delusioni.
          Se vuole possiamo impostare assieme un analisi critica del suo “brevetto” e vedere che cosa c’e` di buono e quali sono i limiti dell’idea. Possiamo anche farlo come dialogo su queste pagine se vuole… qualcuno potrebbe leggere con interesse.
          Cordialmente,
          Giulio Manzoni
          PS: per completezza, mi sento in dovere di avvisarla che purtroppo le vere spese brevettuali che seguono inevitabilmente una domanda iniziale di brevetto sono molto, ma molto, piu` elevate, specialmente in Europa.

  5. Buongiorno sig. Giulio, la ringrazio per la sua disponibilità.
    Entro subito nel merito di quello che più ci interessa e vediamo fin dove si può arrivare. Dunque, vorrei portare subito la sua attenzione a come il sistema energia termica ambiente ( media circa 20 °C ), pressione atmosferica ( 1 atm ), massa ( quntità delle molecole dell’aria ) e volume (spessore dell’atmosfera ) siano in linea di massima sempre le stesse ( nonostante facciamo di tutto per alterarle con emissioni nocive da idrocarburi, emissioni radioattive ed altro ). Ora è anche vero che, in queste condizioni evaporano grandi masse di vapore che raffreddano in quota ( energia potenziale acquistata dal vapore), condensano e poi precipitano. In tutto questo noi non facciamo altro che metterci una bella diga, accumulare grandi quantità d’acqua e poi scaricarla a valle producendo energia idroelettrica sfruttando lo sbalzo tra altezza della diga e livello del mare. Se le grandezze prima menzionate non variano essendo entropia S = n x R x ln ( V2 / V1 ) , ci troviamo a produrre energia ad alto valore ad entropia costante ( almeno se non consideriamo lo sgretolamento delle rocce a causa dello scorrere dell’acqua e l’usura delle turbine ). La stessa cosa vale per un impianto solare fotovoltaico o termodinamico. Quando la radiazione solare è entrata in atmosfera arriva al suolo con circa 1000 watt / mt, e , o batte a terra, o su un impianto siamo sempre a 1000 watt / mt e sempre ad una media di 20 °C. E’ vero allora che possiamo produrre energia ad entropia costante in accordo con il II° Principio.
    Ho fatto questa introduzione affinchè possa essere meglio compresa la mia idea che adesso vado a descriverle.
    L’impianto che ho progettato è formato da 2 circuiti chiusi. Il primo è il circuito principale ed ha all’interno come fluido vettore aria liquida. Nel circuito principale viene prodotta energia meccanica ( movimento delle turbine) e scorre aria nello stato liquido ( punto di partenza), nello stato saturo ( zona appena al di sopra della temperatura critica ossia a circa 133 Kelvin ) e poi come fluido nello stato perfetto (quando l’aria si avvicina sempre più al valore di 293 K ). Il secondo circuito invece è percorso da un gas (ha poca importanza che tipo di gas è nel brevetto ho portato l’esempio con gas Neon ma è possibile anche usare aria) sempre nello stato perfetto ad una temperatura criogenica più bassa o al più uguale all’aria. Il secondo circuito si comporta come deposito di scarico dell’energia termica in eccesso, non sfruttabile, ceduta dall’aria durante la fase di liquefazione ( scarico dell’entalpia residua + energia di compressione isotermica ).
    Il punto di partenza è aria liquida con T = 120 K e pressione = 210 atm ( dai grafici che poi se vorrà le invierò possono essere estratti i valori di espansione-raffreddamento-liquefazione ). Il Neon che è nello stato perfetto ( 1 atm ) ha già assorbito nel liquefatore ( nel liquefatore sono presenti i 2 circuiti in cui il primo essendo a temperatura più alta ed in pressione cede energia termica al secondo ) l’energia di liquefazione aumentando di temperatura. Viene poi compresso leggermente ( 2,2 atm ) fin quando non raggiunge una temperatura più alta rispetto all’aria ( sbalzo di 30 K ). L’aria è ancora nello stato liquido (120 K ). L’aria liquida quindi viene spinta con una pompa criogenica per liquidi nel circuito di ritorno ( superamento della valvola di non-ritorno con una spinta di 210 atm ) ma la pompa assorbe meno del 2 % dell’intero lavoro positivo creato nell’espansione perchè la compressione è fatta su un liquido e non su un gas ( come d’altronde si fa con le pompe montate negli impianti a vapore ). Nella zona di ritorno l’aria liquida è a 120 K ed entrando a contatto con il Neon riassorbe tutta l’energia che prima aveva ceduto nella liquefazione. Questa energia termica gli è necessaria per superare la temperatura critica ed espandere in modo graduale aumentando di temperatura e producendo lavoro positivo(espansione isobara-isotermica). Nel frattempo il Neon avendo ceduto energia termica all’aria liquida espande da 2,2 a 1atm portandosi ad una temperatura più bassa che non quella di partenza.

    Queste sono le condizioni per far si che si ottenga un ciclo positivo.

    Dopo l’intera espansione isotermica (dove assorbe energia termica da acqua a temperatura ambiente ) l’aria effettua un’espansione adiabatica e raggiunge una temperatura di 130 K e pressione di 5 atm. Nel liquefatore, la compressione effettuata per la liquefazione da un compressore isotermico è agevolata ( e di molto ) dall’energia elettromagnetica delle molecole dell’aria (attrazione molecolare). In questo modo il lavoro del compressore isotermico influisce poco sull’intero guadagno ottenuto nell’intera espansione.

    Il II° Principio è ampiamente rispettato. Ci sono infatti 2 generatori di energia uno a temperatura ambiente ( all’esterno del circuito) e l’altro a circa 155 ° C sotto zero ( questo invece all’interno del circuito). Il secondo non va mai in saturazione ( media di circa 118 K ) in quanto assorbe prima energia termica dall’aria e poi la restituisce nel circuito di ritorno.

    Nelle centrali a vapore esiste uno sbalzo termico tra generatore di vapore ed ambiente. Nel mio impianto invece esiste lo stesso uno sbalzo termico, ma fra ambiente e deposito criogenico. I funzionamenti sono simili e speculari allo stesso momento.

    In sostanza questa è l’idea presentata nel 2007 e che è stata accolta nel Dicembre 2012 dall’ufficio UIBM.

    Concludo dicendo che sono in rete per trovare un appoggio tecnico-economico alla mia idea e poterla quindi concretizzare.
    Ci sentiremo appena mi avrà risposto.
    Buonaserata
    Tiberio Simonetti

    • Caro Sig. Simonetti,
      L’ultima frase della sua spiegazione e` quella da cui dobbiamo cominciare perche` chiarisce quali sono le due sorgenti termiche da lei previste, a prescindere da quali che siano I cicli usati.
      Quindi si ha la sorgente “calda” a temperatura ambiente e la sorgente “fredda” a 155°C sotto zero.

      Per prima cosa, analizziamo il rendimento previsto.

      Assumendo una temperatura ambiente di 20°C, il massimo rendimento ottenibile e` quello del ciclo ideale di Carnot tra le stesse due sorgenti:

      rendimento = (Tcalda – Tfredda)/Tcalda = ((273+20) – (273-155))/(273+20) = (155+20)/293 = 59.7%

      Si tratta di un rendimento ottenibile con i cicli Rankine a vapore surriscaldato gia` abbondantemente noti da un secolo e sfruttati nelle centrali termoelettriche.

      Come seconda cosa osserviamo la fattibilita` pratica.

      Il problema si pone nell’ottenimento e mantenimento della sorgente fredda.
      Infatti in natura, sulla Terra, non esistono sorgenti alla temperatura di 155°C sotto zero.
      La temperatura piu` bassa registrata e` di -93.2°C, nell’Antartide http://en.wikipedia.org/wiki/Lowest_temperature_recorded_on_Earth
      Ovviamente nulla vieta di concepire un tale ciclo, ed infatti si potrebbe ipotizzare di usarlo in Antartide, eventualmente creando la sorgente calda grazie all’energia solare nella stagione estiva… ovvero su un pallone stratosferico o un satellite nello spazio… cosa piu` interessante a mio avviso.
      Che poi si parli di -155 o di -93 gradi, richiede solamente di ridiscutere i vari fluidi usati e ricalcolare entalpie varie ed efficienze.

      E quindi veniamo al problema vero.

      Sulla Terra, ad esempio in Italia, il suo ciclo avrebbe bisogno innanzitutto di creare tale sorgente criogenica, il che e` certamente possibile, ma richiede altra energia che poi si deve purtroppo sottrarre nel calcolo dell’efficienza complessiva. E tale creazione di sorgente fredda va ripetuta ad ogni ciclo per tutta la vita di funzionamento della macchina.
      Infatti l’energia ceduta alla sorgente fredda deve poi essere trasferita all’ambiente e se questo non ha una capacita` termica infinita ecco che esso si riscalda e quindi la sorgente termica fredda si riscalda anch’essa il che ben presto porta il suo ciclo a fermarsi per assenza della sorgente criogenica.
      Ora, mi sembra che lei dica “…il secondo “generatore”, [parola non corretta in quanto non produce energia, tutt’al piu` si potrebbe tentare di chiamarlo ri-generatore] non va mai in saturazione… “ intendendo forse che tale sorgente fredda in media non scambia calore con l’ambiente ricevendolo e restituendolo ad ogni ciclo negli scambi con il circuito “primario”. Se capisco cio` che lei tenta di dire, questo e` il vero errore di tutta la faccenda in palese contraddizione con il secondo principio della termodinamica. Infatti qualunque motore termico necessita sempre di una sorgente fredda a cui cedere calore. Pretendere che tale sorgente fredda possa restituire il calore assorbito senza spendere energia equivale a richiedere all’energia termica di passare spontaneamente da un corpo freddo ad uno piu` caldo: cosa impossibile in natura come espresso dal secondo principio. Ignorare tale energia da spendere, per quanto piccola si possa credere che essa sia, inficia completamente tutto il discorso. L’amara verita` e` che il ciclo da lei ipotizzato e` in contraddizione con il secondo principio della termodinamica a prescindere dal numero di cicli in cui lo vuol dividere… il ciclo a temperatura piu` bassa dovra` sempre cedere energia all’ambiente.
      In altre parole, le cito Clausius a proposito della sorgente criogenica:
      “È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l’apporto di lavoro esterno”.
      E, a proposito del ciclo complessivo, si puo leggere la formulazione di Kelvin-Plank:
      “http://it.wikipedia.org/wiki/Secondo_principio_della_termodinamica”

      In conclusione, l’unico modo serio per utilizzare tale ciclo e` di disporre di un ambiente intrinsecamente criogenico molto grande, quindi l’Antartide, la Siberia, la Luna, Marte o lo spazio profondo…

      L’altro modo, meno serio, per far funzionare un ciclo criogenico sarebbe di aggiungere una pompa di calore (ovvero un frigorifero) per creare la sorgente fredda… ma cosi` andremmo a consumare piu` energia di quanta ne potremmo mai ricavare precipitando il rendimento… sottozero !

      • Buongiorno sig. Giulio
        Dunque, per Carnot siamo a posto, mentre per la scelta della temperatura criogenica , questa va in base al tipo di fluido vettore che in questo caso è aria liquida. Essendo ora la sua temperatura critica di 132,7 K è necessario per forza essere sotto a questo valore affinchè possa essere liquefatta. Il deposito ad alto isolamento a -155°C è solo esclusivamente di tipo elettromeccanico. La compressione isotermica effettuata dal compressore con T = cost = 130 k e P = 35 / 37,7 atm lavora sul filo liquido-liquidosaturo con valore di entalpia residua molto piccola. Il lavoro di compressione negativo viene sottratto dal lavoro positivo prodotto in tutta l’espansione del fluido ( quindi non è necessaria nessuna fonte di energia esterna). Il valore di tale lavoro è abbastanza piccolo perchè aiutato dalle forze intermolecolari presenti quando il fluido è ben al di sotto della temperatura critica. Il Neon (nel progetto) ha peso 5 volte il peso dell’aria ed avendo P = 1 atm e temperatura di circa 10 K più bassa ( punto di partenza Neon= 120 k e P= 1 atm ; Paria =130 K e P = 5atm)assorbe molto velocemente sia l’energia di compressione isotermica sia l’entalpia residua portandosi da 120 K a circa 128 / 129 k , mentre L’aria compressa con T = cost = 128 / 130 k e P = 132,7 atm ( pressione critica) liquefa alla stessa temperatura depositandosi sul fondo del liquefatore in cui è avvenuto lo scambio tra i due fluidi. Il Neon assorbe quindi energia termica a pressione costante P = 1 atm ma aumenta di temperatura. A questo punto il Neon può essere compresso con una compressione adiabatica-isotermica (naturalmente con lavoro negativo) fin quando la sua temperatura non raggiunge T = 150 K e P = 2,2 atm. La tendenza a rimanere con T = cost = 150 K è dovuta allo scambio energetico con l’aria quando questa è stata già inserita nel circuito di ritorno. Una parte allora dell’energia di compressione sul Neon, e per essere più precisi, solo quella isotermica, è completamente assorbita dall’aria che è ancora liquida e con valore di temperatura di circa 130 K. L’energia termica ceduta dal Neon ed assorbita dall’aria nel circuito di ritorno, mette in condizioni la stessa di sviluppare pressioni alte quanto si vuole ( non è conveniente comunque superare le 300 atm per diverse ragioni che poi chiariremo in seguito) scegliendo naturalmente un volume in funzione ad una pressione con T crit = circa 133 K. L’aria in espansione isobara-isotermica assorbe energia termica dal Neon essendo questo con T = 150 K. L’aria quindi assorbe ed espande mentre il Neon cede e comprime. Questo interscambio (che poi se vorrà le potrò dimostrare) porta il Neon ,una volta raggiunta una pressione ugulale a 2,2 atm, ad una espansione adiabatica ( con restituzione di una parte di lavoro assorbito nella compressione) con una temperatura finale ben al di sotto della sua temperatura di inizio ciclo.
        Il II° Principio fa riferimento ad un ciclo in cui è impossibile costruire un sistema in cui ci sia un rendimento uguale a 1 e su questo non si transige. Infatti le varie trasformazioni vengono eseguite con rendimenti sempre inferiori ad 1, ma l’energia primaria è fornita dall’ambiente, mentre le perdite vengono addebitate e quindi scalate dalle espansioni tutte positive.
        Per concludere voglio un attimo soffermarmi agli impianti idroelettrici. Quì l’energia è prodotta con entropia = cost. L’acqua evapora con T = circa 20 °C e non è necessario che ci sia il Sole. L’energia termica ambiente vince la forza attrattiva molecolare dell’acqua e questa sale verso l’alto, in quota satura e con la prima corrente fredda condensa restituendo l’energia all’ambiente stesso da cui è partita. Noi quindi produciamo energia elettrica usando l’energia cinetica dell’acqua ma facendo lavorare gli impianti sempre nello stesso ambiente ( così come d’altronde lavora il mio progetto). Non credo che Clausius enunciando il II° Principio volesse fare riferimento agli impianti idroelettrici. Penso che lui sia stato fortemente condizionato dai motori a vapore che venivano costruiti in quel periodo. In più non era ancora al corrente della liquefazione dei gas, liquefazione avvenuta molto tempo dopo il suo enunciato.
        Ci sentiremo di nuovo non appena avrà elaborato il mio commento.
        Cordiali saluti
        Tiberio Simonetti

        • Ho fatto un errore di trascrizione : alla 14a riga ho scritto pressione critica = 132,7 atm invece è P crit = 37,7 atm

          • Caro Simonetti,
            beata ignoranza… ed errare e` umano, ma perseverare e` diabolico.

            Il secondo principio non dice solamente che non si possono avere rendimenti superiori ad 1… magari la vita fosse cosi` facile.

            Il secondo principio e` una delle leggi fisiche che ha resistito tutte le rivoluzioni, la relativita`, la quantomeccanica, la supersimmetria, ecc… era vero prima di Clausius ed e` vero ora per qualunque ciclo termodinamico, con o senza liquefazione di gas.
            Clausius ne ha enunciato una versione:
            “È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo senza l’apporto di lavoro esterno”.
            In base a cio`, e` impossibile che l’energia termica ceduta alla sorgente criogenica venga messa in circolo nuovamente senza spendere energia, contrariamente a cio` che dice lei.
            Kelvin e Plank ne hanno dato una versione equivalente in altri termini:
            “È impossibile realizzare una trasformazione ciclica il cui unico risultato sia la trasformazione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea”
            In base a cio`, e` impossibile che un ciclo termodinamico funzioni solamente con una sorgente termica ad una sola temperatura… ovvero bisogna sempre avere una sorgente termica “calda” ed almeno una seconda sorgente termica “fredda”, anche detta “pozzo di calore” a cui cedere l’energia.
            Quindi, il “deposito ad alto isolamento” di cui lei parla, semplicemente cozza contro il secondo principio della termodinamica, non si puo` realizzare… non esiste se non nella fantasia.
            Caduto quello, cade tutto il resto.
            E tutto il resto che lei scrive non ha valore alcuno quali che siano i gas, le temperature, le trasformazioni le piu` complesse che ci mette in mezzo.
            Non ha valore ed e` falso perche` il pozzo di calore nel suo ciclo non c’e`.

            E cio` vale per qualunque ciclo, vale anche per l’energia idroelettrica se uno si prende il disturbo di analizzarla come ciclo termico globale invece di guardare solamente alla singola trasformazione che piu` gli conviene.
            Infatti, cio` che lei dice della produzione di energia idroelettrica e` errato in quanto non considera l’intero ciclo della termodinamica atmosferica. Veda qui per iniziare:
            http://en.wikipedia.org/wiki/Atmospheric_thermodynamics
            Se, infatti, una turbina idraulica lavora ad entropia quasi costante (e solamente quasi…) essa e` solamente una piccola parte di tutto il ciclo, non e` essa il ciclo. Il ciclo completo con l’evaporazione in cui l’acqua riceve calore dall’ambiente e dal sole, l’espansione in cui il vapore sale facendo lavoro meccanico e sale solo perche` e` piu` leggero dell’aria, e poi si condensa cedendo calore agli strati superiori dell’atmosfera. Quindi l’acqua ricade e rientra in ciclo e noi la raccogliamo a meta` strada ottenendo parte di quel lavoro che era stato fatto ed accumulato durante la risalita. L’entropia totale del ciclo ovviamente non e` per nulla costante, invece aumenta come deve fare grazie al secondo principio e, sempre in perfetto accordo con il secondo principio ci sono almeno due sorgenti di calore ben separate.
            Dire che “l’energia e` prodotta ad entropia costante e non e` necessario che ci sia il sole” e` una fesseria colossale, che, tra l’altro va pure contro ai principi della decrescita, come spieghero` presto in un articolo apposito.

            A questo punto spero di non trovare nuovamente altre tre o quattro pagine di farneticazioni in risposta a questo mio ultimo commento; anche i sassi dovrebbero aver capito come stanno le cose… ed io mi riprometto di non aggiungere nient’altro, perche` mi sono gia` spiegato abbondantemente.
            Spero anche che, se avra` il tempo di rivedere le sue idee con la dovuta umilta`, trovera` in cio` che lo ho scritto degli spunti utili ad applicarle in modo piu` corretto o, almeno, si evitera` di perdere tempo a cercare investimenti per costruire qualcosa che non puo` funzionare perche` va contro i principi della fisica.

            Ora la lascio perche` il nostro dialogo non ha piu` senso e ringrazio i lettori di “decrescita” che avessero avuto la pazienza di arrivare fino a qui.

  6. Buonasera sig. Giulio
    Da quello che ha scritto ho capito che ha una metalità precostituita, e comunque non vuol fare brutta figura perchè lei GIUSTAMENTE è un Superuomo.
    Non c’è più cieco e più sordo di colui che non vuol vedere ne sentire. Vada avanti sempre con la sua ISTRUITA strafottenza ed avrà ogni volta la strada spianata. Mi meraviglio di chi ancora sopporta la sua superbia ed arroganza. Insegni e metta in pratica le sue tesi appoggiate dal principio dell’impossibilità ed avrà sempre attorno a se depressi ed allampanati. Lei vuole la decrescita per gli altri in modo tale che la sua prepotenza venga imposta ed accettata senza che nessuno se ne accorga. Faccia in modo che questa mia ultima risposta rimanga inserita nei commenti e che non venga tolta, poi si renderà conto se i lettori saranno più dalla sua parte o dalla mia.
    Tanta buona salute con tutto il cuore, in ogni caso, a lei ed a quelli del blog, e non si preoccupi perchè tanto io non la disturberò più.

    Tiberio Simonetti

  7. DAL CAOS DELLA COMPETIVITA’ AD UN NUOVO COSMO DELLA CREATIVITA ECOLOGICA ED UMANA .
    PAOLO MANZELLI

    Il tipo di mondo in cui viviamo sembra essere caratterizzato da una situazione di caos sociale complessa causata da criteri di “competivita’ economica e finanziaria anziche di collaborazione e di sostenibilita sociale ,ambientale ed economica. http://www.repubblica.it/ambiente/2015/08/13/news/oggi_e_l_overshoot_day_scatta_il_debito_ecologico-120857571/
    La crisi contemporanea pertanto degenera in una situazione di caos senza fine da cui non sembra possibile uscire da una continua minaccia di tipo ambientale sociale dove la crisi perenne sembra l’ unica soluzione di un futuro comune.

    La parola greca “krisis” indica il momento che separa una maniera di essere e di pensare da un’altra qualitativamente differente.
    Ippocrate individua la krisis come il momento cruciale in cui la lotta per la vita si decide e una malattia può evolvere verso la guarigione o verso la morte.
    PutroppolLa «crisi» attuale ancora non trova alcuna strategia di cambiamento paradigmatico capace di superare i criteri di competivita’ economica e finanziaria che sono divenuti lo strumento primario per “cronicizzare” i gravi squilibri sociali che stanno conducendo al collasso il vecchio ed ormai obsoleto sistema di produzione industriale .
    Resta evidente che la competizione spinta al parossismo a livello economico non corrisponde un miglioramento né quantitativo né qualitativo
    La speranza futura è che questo “caos della comptitivita’”, come in una reazione di trasfornazione chimica si possa mutare nella più grande chance di sviluppo e di crescita alternativa. Nelle reazioni chimiche infatti la transizione dal caos ad un nuovo ordine molecolare necessita della azione di un catalizzatore che genera e diffonde la informazione capace di ri-orientare il processo di degradazione e di disordine verso una diversa soluzione di equlibrio molecolare generalmente a minore dispendio di energia .
    Se prendiamo la trasformazione chimica come modello, comprediamo come anziche tentare di ri-aquistare competitivita’ dello sviluppo industriale dovremo concepire come la azione di degrado e quindi di perdita competivita’ possa essere catalizzata da una nuova dimensione della informazione sulle opportunita di cambiamento dello sviluppo fondata sulla collaborazione aperta con sistemi internazionali nei quali si attuano sperimentazioni suscettibili di mettere in discussione l’attuale struttura dei consumi e/o della produzione e/o del ricorso ad alternative fonti di energia quali basi dello sviluppo di una economia circolare che sono la premessa di una innovazione sociale nella nuova dimensione dello sviluppo della “Living Economy”. https://dabpensiero.wordpress.com/2015/08/12/strategie-di-cambiamento-culturale-e-scientifico-per-favorire-la-crescita-della-living-economy/
    Il successo competitivo recentemente è stato sempre piu correlato alla innovazione ed al cambiamento tecnologico. Ma anche il ricorso alla innovazione tecnologica, ormai e’ al limite di divenire un addizionale problema che accuisce la crisi d’ impresa determinando uno stato di squilibrio tra Piccole e Medie Imprese (PMI), incapaci di seguire il ritmo e le performances della innovazione tecnologica e le grandi industrie nazionali e/o multinazionali.
    La competitivita estesa al settore della innovazione tecnlogica pertanto sta rischiando di compromettere definitivamente le capacità di sopravvivenza del
    sistema aziendale della PMI che ha spesso una dimensione locale della produzione. Cio induce un impoverimento delle popolazioni ed alla mancanza di opportunita di lavoro, cosi che il sistema economico-commerciale tende a sviluppare ed incentivare la “economia del lusso” indirizzata a coloro che possono spendere ma che di conseguenza diventano sempre di meno. http://vglobale.it/opinioni/10751-leconomia-del-lusso-e-ad-una-svolta.html
    In definitiva si tratta oggi di riconoscere che la competivita’ intesa come sistema finalizzato alla creazione di valore dell’impresa sta diventando un fattore di crisi d’azienda, cio’ , nella maggioranza di situazioni in cui l’impresa non riesce a raggiungere l’ obiettivo mantenere ed accrescere una continua innovazione tecnologica sostenibile solo ricorrendo ad alti valori aggiunti spendibili nella economia del lusso, mentre gran parte delle PMI sono costrette al fallimento.
    Il modello economico della economia del lusso che ha accentuato la disuguaglianza economica e sociale , è stato la causa recente di una progressiva instabilità strutturale della economia mondiale nel mentre la finanza internazionale trova consistenti guadagni sulla concorrenza tra il valore delle monete, esacerbando gli squilibri economici planetari che oggi generano pericolosi scenari di violenza e di guerra permanente, popolati da eserciti, di terroristi, in pressante attività di distruzione.
    “Il Caos Prossimo Venturo”: http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=3&id_lib=388
    In conclusione il sistema competitivo fino ad oggi incontrastato causa di n conformismo politico e sociale in sostegno ad una concezione del progresso lineare delloo sviluppo industriale ,considerato senza limiti, ha ormai trovato in se stesso il suo punto di rottura dimostrando che nel lungo termine il sistema competitivo non è piu socialmente sostenibile.
    L’esigenza di un’alternativa economica e sociale di innovazione culturale e scientifica è quindi entrata a pieno nell’agenda delle priorità di cambiamento.
    Il caos economico e sociale e’ pertanto prodotto da un sistema che ormai accresce a dismisura squilibri economici e della produttivita dell’ impresa, generato dalla crisi strutturale del sistema competitivo dove la maggiorparte delle aziende non riescano piu a conseguire e mantenere la loro sostenbilita’ cosi che come conseguenza si delinea progressivamente ma irreversibilente la perdita della stessa legittimazione sociale dell’impresa in funzione della organizzazione sociale del lavoro. http://www.econ.uniurb.it/materiale/8424_crisi%20aziendale.pdf
    Per rigenerare la crescita d’impresa e lo sviluppo economico e sociale contemporaneo è pertanto decisivo l’ individuare gli aspetti culturali del cambiamento resi necessari dalle sfide della crisi strutturale della nostra epoca.
    Cio in quanto per la comprensione e la riorganizzazione e l’ indirizzo delle dinamiche della crisi strutturale che stiamo vivendo non bastano le categorie concettuali della vecchia impostazione meccanica della scienza e neppure gli indirizzi derivati da una lettura tradizionale dello sviluppo economico. Pertanto i modelli di azione e di organizzazione del management risolutivi del caos , per una trasformazione della crisi in un ordine nuovo (NEW -KOSMOS ) vanno ripensati in profondità per re-inventare la strategie di impresa del futuro come collaborazione imprese ed istituzioni, pubbliche e private. http://www.caosmanagement.it/n64/art64_02.html
    La natura delle sfide che viviamo ha una dimensione globale che richiede le risposte locali, che per essere efficaci devono tenere presente gli scenari collaborativi organizzati di ampi network multi-attoriali e trans-disciplinari che sappiano condividere soluzioni d’insieme come : la riduzione della emissione di CO2 causata prevalentemente dalla combustione di combustibili fossili, la capacita di sviluppare una economia circolare basata sul creare sostenibilita dello sviluppo azzerando il rilascio di rifiuti nell’ ambiente ed infine migliorare la coesione sociale e culturale, favorendo ed incentivando ogni forma di condivisione economica e sociale per migliorare ovunque la collaborazione finalizzata ad ottimizzare una nuova dimensione del benessere basata su la qualita della vita eco-ed equo-sostenibile.

    https://www.facebook.com/hariohmshantihi

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