Il grigio oltre le siepi – Geografie smarrite e racconti del disagio in Veneto
E’ il titolo di un interessante libro che parla del Veneto, la cui terra è stata progressivamente rubata all’agricoltura e coperta da colate di cemento. Le conseguenze di questa invasione cementizia si son fatte sentire a tutti i livelli: peggioramento del clima, della qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo. Aumento delle malattie legate all’inquinamento. Crescente numero di persone che manifestano disagio esistenziale. Sparito il radicamento nel paese, perduto il ruolo che ogni persona ha all’interno di una società ristretta ove tutti si conoscono, è cresciuto il malessere psicofisico.
Finalmente il problema è arrivato ai “ piani alti” e ora il presidente Zaia lancia l’allarme:” Il suolo del Veneto va protetto. Troppe terre consumate, basta costruire”. Il consumo del territorio è una emergenza che non riguarda solo i campi. Negli ultimi 10 anni il Veneto ha perso 400 kmq di territorio, cementificato e abbandonato. Vi è un progressivo abbandono dei centri urbani e cementificazione di nuove aree. Per questo bisogna dire basta a nuovo consumo di territorio. C’è da ringraziare la crisi se nelle coscienze avanza questa nuova consapevolezza. Sarà una nuova via da percorrere nel campo dell’ edilizia, intelligente: via il brutto, il cadente, il vecchio, sì al recupero, al restauro. Ma anche l’agricoltura guadagnerà rispetto e terre: nuovi campi torneranno nelle mani dei coltivatori e doneranno frutti alle nostre tavole.
Percorrere le strade del Veneto consente di osservare panorami molto vari ma non sempre belli. Resistono angoli incontaminati, quasi, con le loro bellezze fisiche e artistiche ma spesso l’occhio è soffocato da capannoni industriali sorti come funghi ovunque, anche in mezzo alle abitazioni o a ridosso di ville venete.
Forse questo passo della Regione Veneto è il primo di una serie per tornare a vedere campi coltivati, case restaurate, capannoni dismessi eliminati, paesi senza periferie anonime.
Forse è un primo passo anche verso il recupero della bellezza di questa terra che ad ogni passo sa stupire per i tesori artistici e paesaggistici che la connotano.
E pensare che il patrimonio artistico delle ville venete è notevole: sparse ovunque, sono perle di rara bellezza da preservare con l’ambiente nel quale sono collocate. Perché è l’insieme che è un’opera d’arte.
Il Veneto è un museo a cielo aperto che il boom degli ultimi 60 anni ha in gran parte snaturato e colorato di grigio il suo cielo e i suoi orizzonti. Speriamo che ai veneti sia restituita la terra – madre, ambiente socio-fisico-storico-umano e che venga cancellato il disagio esistenziale, che si torni a godere di ciò che la natura e gli avi hanno saputo creare.
Importante è che questi nuovi orientamenti politici resistano alle tentazioni dei mercati che mirano al guadagno tout court, ottenuto anche attraverso la rapina del territorio. Auspicabile è che la Regione Veneto faccia di questa scelta obbligata per rispondere alla crisi un nuovo, fruttuoso, sano stile di vita.