Le cose sono molto semplici

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Tutte le attività che svolgiamo e i beni che la Natura ci dona vengono svolte e utilizzati tramite transazioni monetarie.

Chi crea il denaro dal nulla e lo mette in circolo, con la complicità dei governi e della chiesa, decide anche le regole per il suo utilizzo, le quali fanno in modo che per ogni moneta messa in circolazione con gli interessi ne ritornino di più, ma questo è impossibile: se in una cesta metto dieci sassi, non ne posso chiedere dodici con gli interessi. Il risultato è che per vivere dobbiamo lavorare e sottometterci alle regole del mercato, diventando schiavi di fatto.

All’impossibilità dei cittadini, delle imprese, dei governi di restituire il denaro che non esiste seguono debito pubblico, crisi economica, tagli ai servizi pubblici e sociali, tasse, espropri, ignoramenti, in pratica tutto ciò che esiste al mondo ( che appena qualche migliaio di anni fa era di uso pubblico, di chi risiedeva nel proprio luogo di nascita, che se ne prendeva cura, pena la sua estinzione) finisce per diventare proprietà di chi detta le regole del gioco.

Siamo nati e abbiamo vissuto per milioni di anni nella libertà e avendo da Madre Terra tutto ciò che ci occorre per star bene e prosperare, e in pochi millenni, negli ultimi decenni in particolare, il Sistema Dominante è riuscito a creare miseria dall’abbondanza, morte dalla vita, guerra dalla pace, odio dall’amore, solitudine dalla compagnia.

A breve tutto diventerà privato: da dieci sassi non è possibile restituirne dodici. E le persone che decidono della nostra vita, nei governi e nella finanza non sono cattive: sono malate, ma pericolose, sono personalità psicopatiche.

Dalle loro torri i potenti godranno i risultati del loro lavoro: osserveranno una moltitudine di poveri in lotta tra loro, e i più deboli schiacciati dai più forti: anziani, madri, donne, bambini prima di tutto; sta già accadendo intorno a noi, basta guardarsi intorno nella quotidianità.

L’unica via di uscita è la nostra comprensione di tutto ciò, e la decisione di unirsi per cambiare radicalmente le cose, costruendo una società basata sull’amore, la solidarietà, il rispetto, la diversità, l’equità, la località.

Il denaro non si moltiplica, la Vita si; le relazioni e i rapporti umani arricchiscono, non il potere e gli oggetti tecnologici che ci convincono a comprare…

Invece di cementificare ed inseguire il mito dello sviluppo, della crescita, del benessere tramite la ricchezza, dobbiamo seminare piante, alberi, fiori, invece di lavorare per guadagnare di più e trasformarci in automi che seguono le mode, la tivù, le piacevoli distrazioni e illusioni che ci offre il mercato, dobbiamo stare insieme e costruire un mondo diverso, ispirandoci, obbedendo, rispettando chi ci ha donato la vita e ha fatto di questo ammasso di materia che gira intorno al sole un pianeta brulicante di Vita, Amore, Libertà e Bellezza, i nostri genitori planetari, coloro cui si riferisce Gesù nel Vangelo Esseno, quando dice: “Onora il Padre Celeste e la Madre Terra”.

Per gentile concessione dell’autore Caputo Germano Licastro (fonte)

1 commento

  1. complimenti per il testo! ma non tieni opportuno di presentare nello stesso momento i sistemi monetari alternativi che NON implicano questa problematica? di cui il piú importante considerei quello di Silvio Gesell dei soldi invecchianti (=interesse negativo)…

    quando é proprio l’interesse che spinge, anzí costringe ogni economia a crescere – in modo esponenziale! DEcrescita forse é il termine (pensiero?) sbagliato perché la crescita per se é una buona cosa e completamente ‘naturale’ (se non esponenziale come p.e. le cellule tumorali…) ma una crescita poca quantitativa ma sopratutto qualitativa, interiore e non esteriore é il punto cardinale della problematica globale attuale, che Silvio Gesell giá al suo tempo ha legato all’esistenza dell’interesse. quando la sua inversione – la semplice come anche geniale intuizione di Gesell – avrebbe il potenziale di deliberarci dalla schiavitú delle forze materialistiche e di concentrarci come comunitá umana e di non disperderci!

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