Impatto ambientale: una questione di punti di vista

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Si parla sempre di impatto ambientale quando si va a progettare dei sistemi che sfruttano energie rinnovabili, e ciò è del tutto legittimo in quanto si tratta di strutture che fisicamente hanno un certo “impatto” visivo e ambientale. Infatti la densità di potenza della maggior parte delle fonti rinnovabili è bassa ed occorrono grandi superfici per generare discrete quantità di potenza elettrica (per il FV al momento occorrono circa 1,5 mq per generare 250 W di picco).
Detto questo perchè non estendere le rigorose e noiose considerazioni di impatto ambientale e paesaggistico anche a tutti gli altri sistemi che invadono i nostri bellissimi territori e le nostre visuali quotidiane??
Perchè per quanto riguarda i cartelloni pubblicitari, che per dimensioni e fattezza, sono certe volte più ingombranti delle strutture fotovoltaiche, non ho mai sentito parlare di impatto visivo?? Lo stesso vale per le antenne, per le parabole e per gli split dei condizionatori che devastano i nostri tetti??? Non è meglio un bel pannello solare, magari integrato, al posto di una parabola per ogni appartamento e a uno split per ogni stanza ??
Tutto questo senza contare gli effetti negativi che certi sistemi hanno sulle persone. La pubblicità ha effetti degradanti e dovrebbe essere vietata nei luoghi pubblici, così come nelle tv statali. I condizionatori elettrici dovrebbero essere evitati, utilizzando piuttosto sistemi energetici più efficaci (es. solar cooling) assieme ad una progettazione architettonica più intelligente (meno vetrate, più ricircoli d’aria naturali). Per non parlare poi delle parabole per le televisioni satellitari, strumenti assai pericolosi a cui dovremmo stare alla larga il più possibile per vivere mentalmente liberi e indipendenti.
Che dire allora dell’impatto visivo e ambientale che hanno le migliaia di automobili che infestano i nostri quartieri, oltre al rischio di incidenti mortali che comportano, che dire dei parcheggi, dei semafori e di tutte le infrastrutture di cui hanno bisogno le automobili. Non occorrerebbe fare un bello studio di impatto paesaggistico e ambientale per costruire una nuova strada o un nuovo parcheggio ?? e per un tunnel della TAV allora ?? perchè se voglio mettere dei pannelli sul tetto di casa mia devo chiedere un’autorizzazione paesaggistica, quando per le strade della mia città ci sono distese immense di pannelli pubblicitari ingannevoli e nocivi per il mio stesso benessere??
… è ovvio che, ancora una volta, si tratta di una questione di punti di vista. Punti di vista che devono essere stravolti da una rivoluzione culturale.

 

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Mi interesso da qualche anno delle tematiche della decrescita e della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sono arrivato alla decrescita dopo il mio percorso di studi di ingegneria nel settore della produzione di energia. Durante gli anni universitari sono stato membro attivo dell’associazione studentesca europea AEGEE ed ex presidente della sede locale di Firenze (AEGEE-Firenze). Ho lavorato a un progetto sull’energia geotermica a Budapest, dove sono vissuto per alcuni mesi nel 2009 e nel 2010 e ho scritto la tesi di laurea specialistica. Ho studiato anche la lingua ungherese. Nell’autunno del 2010 ho scritto il saggio Decrescita Felice e Rivoluzione Umana e aperto l’omonimo blog dove cerco di diffondere le mie idee attorno alla decrescita felice e alla filosofia buddista. Nel 2012 ho contribuito alla rinascita del Circolo Territoriale del Movimento della Decrescita Felice di Firenze (MDF-Firenze), di cui sono parte attiva. Ho lavorato nel settore delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Mi diletto nello scrivere poesie “decrescenti” e nello spostarmi quasi sempre in bicicletta. Credo nella sobrietà, nella semplicità e nelle relazioni umane disinteressate come mezzo per migliorare la qualità della vita e cerco ogni giorno di attuarle. Ho scritto due libri sulla decrescita liberamente scaricabili da questo sito: "Decrescita Felice e Rivoluzione Umana" e "Ritorno all'Origine"

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